Mi ha fatto grandissima impressione, alcuni giorni fa, il ritrovamento di un neonato.
Un bimbo appena nato, gettato in un cassonetto per la raccolta degli stracci, proprio come un vecchio maglione.
Fortunatamente recuperato , in modo casuale, ancora vivo, tremante e infreddolito, mezzo assiderato.
La vita si accanisce contro i deboli ; e chi è più debole di un bambino?
Si domandava Artur Miller: “ se esiste il quarto comandamento, quello di rispettare i genitori, perché non esiste quello di rispettare i bambini? “
Le persone che hanno trovato il corpicino, hanno detto che pareva “ un giocattolo rotto “. Loro, uomini, si sono fermati, commossi, con un senso di sgomento e di nausea, davanti a tanta malvagità.
Non riesco ad abituarmi alla barbarie di certe donne, che puntano al “ successo “, alla “ parità “ in ogni senso, all’avere tutto e subito e non riconoscono il più grande dei poteri loro concesso: quello della maternità. Non mi abituo a questa barbarie, anche se il caso non è isolato e, sempre più si manifesta, nelle grandi metropoli, dove anonimato e indifferenza tutelano le azioni più vili.
Non intendo in alcun modo , tentare una qualsiasi giustificazione, anche se tragica, al gesto vile compiuto ma, pormi un attimo di riflessione, una domanda, questo si. Perché ?
Molto spesso si giudica senza un’obiettiva serenità di giudizio, ed è un torto, verso gli altri e, ancor più, verso noi stessi.
Forse siamo tutti un po’ ciechi e indifferenti ai precisi segnali di aiuto provenienti dai nostri simili. Non abbiamo più tempo per guardare, osservare, farci prossimo. Ci limitiamo a “ vedere “, senza capire se sotto uno sguardo triste o, un debole sorriso, si nasconde un disagio, un dolore, un problema, un dramma che non trova soluzione.
Dovremmo tutti fermarci un po’, per domandarci se il gesto di questa madre, non ci riguardi, almeno in parte.
Sappiamo noi trasmettere fiducia e amore verso la vita ? Sappiamo accogliere un dolore, una speranza, una verità e farla nostra per condividerla con gli altri ? Dovremmo liberarci dall’indifferenza, che è quasi peggio della cattiveria, perché ci rende sordi a qualsiasi richiamo.
Questa riflessione l’ho scritta essenzialmente per me, per ricordarmi , ogni giorno, quali priorità dare alla vita.
Forse servirebbe a tutti questo rigoroso promemoria quotidiano. Troppe cose da nulla ce ne allontanano, troppa stupidaggine assorbita facilmente perché inodore o, talvolta profumata, troppa viltà di fronte ai doveri propri, troppa stupida severità verso quelli altrui.
Non sappiamo chi abbia compiuto l’orrido gesto con il neonato, ma è facile capire che non si tratta di un impulso sciagurato, di un lampeggiare momentaneo di follia assassina. La china scivola sempre dolcemente ma, porta inesorabilmente verso il fondo : chissà attraverso quanti passaggi, quella donna è arrivata al cassonetto per buttarvi il bambino. O ha mandato qualcuno a buttarlo.
A volte i sentimenti non hanno nulla a che spartire con la ragione, e si finisce col rinunciare a capire. La realtà è sempre nemica dei sogni, anzi spesso la contraddice, come il sogno di vita di quel batuffolo rosa di carne, in mezzo ad un mucchio di stracci, contraddice la nera realtà.
La vita va affrontata per quello che è, una lunga battaglia, e per farlo bene ci vuole forza, coraggio, e realismo positivo.
Una continua reazione passiva, negativa, rabbiosa, può portare solo all’inaridimento, alla mancanza di fantasia, a un’amarezza persistente e incolmabile; alla disperazione ed alle sue conseguenze più tragiche ed estreme.
Un bambino è un essere vivente, un essere con tutti i diritti alla vita, alla sua vita.
In Italia c’è, ma molte donne non lo sanno, specie le immigrate, la possibilità di poter partorire in ospedale, senza dover riconoscere, per forza, il frutto del proprio corpo, legalmente, senza , per questo, essere perseguite dalla Legge; basta fare una semplice dichiarazione, anche se molto amara, dolorosa, sofferta e lacerante.
Uccidere è sempre uccidersi , diceva S. Weil ma, è anche vero che, la vita non è che la continua meraviglia di esistere. Auguri, piccolo Stefano !
scritto da: GENNY.leonesolitario su: PENSIERI E PAROLE
aggiungiamoci anche che stiamo dando per scontato che la "madre" di questo povero neonato fosse autrice diretta o indiretta dell'abbandono del neonato in questo VILE modo, cosa che invece io non do per nulla per scontato
non sono poche le donne, magari bimbe prostitute, messe incinta dai nostri italici e tanto virtuosi uomini (ma com'è che quando si parla di abbandono o aborto ci si dimentica tutti che per finire incinta una donna inevitabilmente deve esserci stato anche un uomo a come dire...collaborare?!?) e che vengono costrette dai loro papponi/padroni a partorire di nascosto e poi a disfarsi dei neonati senza poter neanche permettersi di ribellarsi
non sto dicendo che sia questo il caso ma solo che possono essere tante le cause
detto questo concordo che l'indifferenza è responsabile del degrado e aggiungo che la disinformazione e le pseudobattaglievirtuose sono egualmente colpevoli
una capillare informazione sulla possibilità di partorire anonimamente, unita ad una capillare ed esatta educazione sessuale già dalle medie e una protezione e attuazione totale della 194 (altro che moratoria del piffero) eviterebbero non solo tanti aborti ma soprattutto tanti abbandoni del genere!
saluti