L'uragano finanziario non sembra perdere forza, Governi e banche centrali, sempre più allarmati, intervengono per ridare fiducia e nuova linfa a mercati ormai in caduta libera e per allontanare lo spettro della recessione.
Già, la recessione che da 15 anni accompagna quotidianamente le nostre misere esistenze mortali e che dà continui spunti a economisti, politici, giornalisti e autorità finanziarie mondiali per esternare idee in proposito. Idee, spesso, confuse e contrastanti. Per avere conferma della confusione che sovente regna in campo economico e finanziario basta andare sui siti delle testate giornalistiche on-line che mettono a disposizione i propri archivi e lanciare una ricerca usando come parola chiave la parolina magica: recessione. Dal 1992 ad oggi il sito del Corrierone fornisce risultati generosi e interessanti. Spesso e volentieri la recessione è paventata, la si dà per imminente, per scongiurata, per drammaticamente reale e imminente. In altri casi la si dà per superata ma, a giudicare da quanto riportato dai giornali, la recessione è diventata una costante. In pratica il mondo convive con la recessione da 15 anni e, forse, più. Occorre, ovviamente, distinguere tra recessione nell'economia reale e recessione finanziaria. In questi ultimi 15 anni, giusto per non andare troppo indietro nel tempo, i media, i Governi e i diversi operatori economici hanno sempre affrontato ilproblema del crollo dei consumi, del calo della produzione e della domanda di beni eservizi. A questo, poi, si è sempre aggiunta la costante degli aumenti dei prezzi e delle tariffe in genere, dell'energia, dell'acqua e via discorrendo e così questi anni si sono trasformati in dura lotta per la sopravvivenza del cittadino medio. Quella stranafigura che si aggira per le strade delle città, che si alza la mattina presto, si mette alla guida di auto, camion e furgoni e si accinge a compiere quella triste e, a volte, antipatica incombenza chiamata lavoro. Anni di lotta che hanno temprato gli individui e che hanno consentito loro di sopravvivere nonostante le angherie e le disfunzioni della politica, nonostante la rapacità dei Governi e l'avidità delle banche. A tutto questo il cittadino medio si è abituato, ci ha fatto il callo e ha reagito. Il passato lo ha formato ed il presente non lo spaventa ed infatti continua a lavorare, rischiare e vivere. Il problema sopravvivenza si pone invece per chi, sino ad oggi, ha vissuto alle spalle di chi la vita la viveveramente. Adesso ilgiocattolo creatopervivere e arricchirsi facendo finta di lavorare sembra avviato al macero. Azioni, bond, warrant e derivati si iniziano a rivelare per quello che sono diventati: scommesse, giochi d'azzardo. Titoli sempre più slegati dalla realtà reddituale delle aziende collegate e sempre più legati alla volontà di operatori economici avidi e senza scrupoli. Il giocattolo si è rotto ed ora tutti tremano. Certo può essere difficile da comprendere ma quanto sta accadendo è certamente un bene. Il conseguente ridimensionamento porrà le basi per una crescita ed uno sviluppo più sano e più reale. È, finita l'era dell'apparire e si torna all'era della sostanza. Banchieri e finanzieri torneranno al loro lavoro, le banche riprenderanno il ruolo che compete loro, accantoneranno la malsana e delittuosa idea di trasferire i loro rischi sugli ignari clienti e i finanzieri si occuperanno di titoli veri e non di chimere. E’ anche auspicabile un ridimensionamento degli stipendi dei manager che dovranno essere più legati ai risultati e che non daranno scandalo per la loro entità. La pestilenza è in atto ma gli anticorpi si stanno formando, è questione di tempo ma tutto cambierà, in meglio si spera. Certo, ci sarà da stringere i denti ancora per qualche tempo ma, come sempre accade, il sole sorgerà di nuovo.
Sorridi mondo, domani è un altro giorno e si andrà a ricominciare.
scritto da unamicoincomune
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