L'uragano finanziario non sembra perdere forza, Governi e banche centrali, sempre più allarmati, intervengono per ridare fiducia e nuova linfa a mercati ormai in caduta libera e per allontanare lo spettro della recessione. Già la recessione che da 15 anni accompagna quotidianamente le nostre misere esistenze mortali e che dà continui spunti a economisti, giornalisti e autorità finanziarie mondiali per esternare idee in proposito e formulare soluzioni. Idee, spesso, confuse e contrastanti. Per avere conferma della confusione che spesso regna in campo economico e finanziario basta andare sui siti delle testate giornalistiche online che mettono a disposizione i propri archivi e lanciare una ricerca usando come parola chiave la parolina magica: Recessione. Dal 1992 ad oggi il sito del Corrierone fornisce risultati generosi e interessanti. Spesso e volentieri la recessione è paventata, la si dà per imminente, per scongiurata, per drammaticamente reale e imminente. In altri casi la si dà per superata ma, a giudicare da quanto riportato dai giornali, la recessione è diventata una costante. In pratica il mondo convive con la recessione da 15 anni e, forse, più. Era il Febbraio del 1992 e Romano Prodi, intervenendo al convegno di Contromarca (associazione guidata da Gianni Cordero di Montezemolo) diceva:” L' economia italiana e' "molto pigra" ma le condizioni generali non sono cosi' cattive da evocare la recessione.”. Di lì a poco, era l’Aprile del 1992, interveniva l’ FMI che affermava:” Fra i Sette Grandi non ci sara' piu' alcun Paese in recessione nel 1992. La crescita sara' lenta, ma accelerera' nel prossimo anno. L' Italia, dal canto suo, sara' il fanalino di coda del gruppo nel 1993.” La Cenerentola Italia continua a tirare la carretta e cerca di andare avanti, sembra abituarsi alla convivenza con lo spettro della recessione. I mesi passano e con essi passano anche le previsioni dell’FMI, si arriva a Dicembre. Sempre dal Corriere:“emergenza CEE. la comunità fotografa la crisi e avverte Roma: " attenti all' inflazione " . le speranze affidate agli USA l' Europa lancia l' allarme recessione ma l' Italia riporta in nero i conti con l' estero e ricostituisce le riserve valutarie.” (2 dicembre 1992) e, ancora, Cipolletta: " siamo in recessione, scenda il costo del denaro " (7 dicembre 1992). Il 1992 finisce e lascia il posto al 1993 ma già da Gennaio la musica non cambia: “emergenza economia . l' Istat ha ufficializzato la crisi: l' Italia non produce piu' ricchezza. previsioni ancora piu' nere adesso la recessione e' arrivata davveronel terzo trimestre 1992 il prodotto interno lordo e' sceso dello 0 , 6 per cento. consumi fermi, le aziende non investono” (13 gennaio 1993). Ad Aprile sembra che le cose vadano meglio e lo stesso De Benedetti, presentando i bilanci Sogefi annuncia che il peggio è passato. L’Italia tira un sospiro di sollievo che però si rivela essere frutto di un’illusione più che di un reale miglioramento della situazione economica. A Maggio arriva un nuovo intervento della CEE che annuncia un’emergenza recessione in Europa e l’Italia, ovviamente, non è esente. Si arriva ad Ottobre ed altre belle notizie giungono nelle case degli italiani: “Fallimenti a catena in Europa” (5 ottobre 1993). E così anche il 1993 sembra destinato ad una triste conclusione. Ma il 1994 non sembra iniziare meglio, Ciampi non fa in tempo a dire che presto si uscirà dalla recessione ((8 marzo 1994) che subito arriva l’intervento di Dornbush: “in Europa potrebbe tornare la recessione”. (19 marzo 1994). Passano i mesi, la vita continua e a Napoli si riunisce il G7 e dalle prime indiscrezioni, oltre l’’avviso di Garanzia a Berlusconi, arrivano le belle notizie:"La recessione e' finita e sui cambi meglio non intervenire"(8 luglio 1994). Non passa neanche un anno che dal G7arriva un nuovo allarme “Ora i Grandi temono una recessione (17 giugno 1995). E questo susseguirsi di allarmi e cessati allarmi si sviluppano anche gli anni successivi. Sui giornali la Recessione è sempre presente, nel 1996 resta il pericolo, nel 1997 il pericolo è diventato realtà tanto che si alza l’urlo di dolore del Presidente di Confcommercio, Sergio Billé, che invita il governo a darsi una mossa: “La recessione e' cominciata". Sergio Bille' non ha dubbi. "Il calo dell'inflazione e' in buona parte legato al tracollo dei consumi. E' un forte segnale d'allarme"(5 marzo 1997). A Ottobre interviene anche il Governatore della Banca d’Italia a rasserenare gli animi e annunciare che " La recessione e' finita " (28 ottobre 1997). Altro sospiro di sollievo, ma dura lo spazio di pochi mesi. A Novembre il Guru di Hong Kong, Faber, annuncia che “la festa è finita e che in Occidente arriva la recessione” (19 novembre 1997). Insomma, non si fa in tempo a sorridere che subito arriva la mazzata, una mazzata che porta l’allora Presidente del Consiglio italiano, Massimo D’Alema, a paventare il rischio della recessione economica e a chiedere la collaborazione dell’ex premier Berlusconi per dar vita ad un patto per lo sviluppo. (31 Ottobre 1998). Per gran parte degli analisti il 1999 sarà un anno di recessione, tanto che l’FMI lancia un nuovo allarme e stimerà i costi della crisi in arrivo in circa un miliardo e mezzo di dollari (1 Ottobre 1998). Wall Street va a picco. A Dicembre del 1998 interviene anche il Presidente della Bundesbank e regala, del resto siamo in clima natalizio, al mondo intero una sua ottimistica previsione: “Nel 1999 niente recessione”. (8 Dicembre 1998). Altro sospiro di sollievo che dura lo spazio di qualche mese. L’FMI ad Aprile annuncia che si è evitata la recessione mondiale e invita l’Italia a tagliare la spesa pubblica (21 Aprile 1999). Il 1999 passa senza nuove avvisaglie di recessione, il peggio sembra passato ma ecco che, d’improvviso , sul finire del 2000 la Recessione sembra affacciarsi negli Stati Uniti “Recessione, ora l’America ha paura” (21 Dicembre 2000). Ad Aprile del 2001 l’FMI rilancia l’allarme recessione e, tanto per cambiare, invita l’Italia a tagliare la spesa pubblica (27 Aprile 2001). Ad Ottobre dello stesso anno interviene il Presidente della Commissione Europea, Romano Prodi, che sottolinea la frenata dell’economia europea ma scongiura l’ipotesi recessione ed invita la BCE a tagliare i tassi. La BCE risponde che i tassi sono adeguati. L’OCSE, tanto per far cosa gradita agli italiani, dimezza le previsioni di crescita per l’Italia.(19 Ottobre 2001). Tra affermazioni e smentite, 11 settembre a parte, la Recessione accompagna il mondo per tutto il 2001 e, finalmente, a Febbraio del 2002 Greenspan, Presidente della Federal Reserve, si mostra ottimista e dice che la Recessione è finita anche se la crescita sarà lenta (28 Febbraio 2002). Le Borse mondiali riprendono l’ascesa, il PIL in Germania cala dello 0,3% e il Giappone vara il piano anticrisi. A Ottobre dello stesso anno, i timori di guerra (lintervento armato in Iraq) sono sempre più insistenti, l’economia rallenta ed arriva un nuovo crollo dei mercati finanziari. Le borse europee bruciano in un solo giorno 220 miliardi di capitalizzazione e si attestano sui livelli del 1987 (1 Ottobre 2002). Nel 2003 la situazione economica, specialmente quella italiana, sembra migliorare tanto dal retrocedere la Recessione al rango di recessione tecnica, ovvero blanda, e prevedere risultati in crescita per il terzo trimestre dell’anno(7 novembre 2003). Il 2004, pur iniziando in maniera non scoppiettante (sarà un’altra recessione tecnica?) sembra un anno più positivo del precedente tanto che da Confindustria arriva l’annuncio di un’inversione di rotta. Il Paese sembra rimettersi in moto (23 Giugno 2004) e gli economisti prevedono un ritorno alla normalità per la fine dell’anno (21 agosto 2004) anche se sottolineano la necessità di governare al meglio il costo del petrolio. Costo che aumenta di giorno in giorno per la forte instabilità geopolitica (Iraq) e per l’aumentata domanda dei Paesi emergenti (Cina e India in testa). E si arriva al 2005. Quando tutto sembra volgere al meglio arriva la doccia fredda, i consumi si contraggono ancora e arriva puntuale l’annuncio degli analisti:”Economia, l’Italia è in recessione”. Per l’Istat il PIL italiano è calato dello 0,5% tra Gennaio e Marzo rispetto all’ultimo trimestre del 2004. Trimestre che si era chiuso sempre in calo. E’ allarme ma per Berlusconi il calo potrebbe essere legato al fatto che in Marzo ci siano state le vacanze pasquali. (13 Maggio 2005). A Luglio il Ministro Siniscalco, ministro pro tempore in attesa del ritorno di Tremonti, annuncia che la Recessione è finita. Il Governatore della Banca d’Italia, invece, si mostra più prudente e invita la Politica al taglio della spesa pubblica. (14 Luglio 2005). FMI, Banca d’Italia e OCSE annunciano che la ripresa è prossima a sbarcare sull’italico suolo ma resta il problema del debito pubblico. (30 Novembre 2005) Con il nuovo anno arriva una nuova doccia fredda legata all’inversione della curva di rendimento dei titoli di stato americani. Per alcuni analisti potrebbe essere un brutto segnale ed il preludio ad un 2006 da incubo con, tanto per cambiare, la recessione pronta a bussare alla porta dell’economia. “Una curva «invertita» significa che i rendimenti dei titoli a breve termine sono superiori a quelli di lungo termine: infatti il 2005 si è chiuso con i T-bond a due anni che rendevano il 4,41%, più del 4,39% offerto dai decennali. Un' anomalia, perché normalmente i titoli lunghi hanno un rendimento superiore, che compensa gli investitori per i vari rischi assunti”. Per altri analisti, invece, questa anomalia potrebbe essere il segnale per un 2006 borsistico all’insegna dell’euforia. Ma, “Uno studio di Arturo Estrella, senior vice president della Federal Reserve Bank di New York, mostra che l' inversione della curva dei rendimenti «ha previsto ogni recessione degli Usa dal 1950 in poi, con un solo falso segnale». La «storia insomma proverebbe che c' è una costante relazione fra una curva "invertita" e una successiva recessione: quest' ultima mediamente inizia 15 mesi dopo l' inversione» aggiunge David Rosenberg, economista di Merrill Lynch. E quindi la prossima crisi economica americana dovrebbe verificarsi all' inizio del 2007. È d' accordo con lui Joachim Fels, economista di Morgan Stanley a Londra, che vede probabile una contemporanea recessione anche nell' area dell' euro. (9 Gennaio 2006). Per l’Italia il 2006 si apre con una cruda analisi della Goldman Sachs che la dipinge come il Paese fatto solo di cibo e di calcio. (26 Gennaio 2006). Nel 2007 arrivano i primi segnali della crisi Americana e l’incubo legato ai mutui subprime. Nel tradizionale appuntamento settembrino di Cernobbio non si parla d’altro, “Quella innescata dai mutui subprime americani è una crisi finanziaria «molto seria». Che avrà un impatto, anche se relativo, sulla crescita economica globale già entro la fine di quest' anno. E che, se dovesse prolungarsi nel tempo (come molti credono), provocherà nel 2008 una gelata nei Paesi più industrializzati.” La recessione sembra prendere corpo e per l’Italia questa brusca frenata dell’economia si andrà ad aggiungere ai soliti annosi problemi:”aumentare il potenziale di sviluppo, fare le riforme e migliorare i conti pubblici”. Non poteva mancare l’intervento di Tremonti, polemico con il Ministro TPS, che si concede una battuta sferzante: «Non ci voleva un mago per capire che l' economia italiana stava rallentando». E per lui, ovviamente, la promessa di tagliare la spesa pubblica fatta dal ministro Tommaso Padoa Schioppa appare poco credibile. «Il pesce è marcio dalla testa - taglia corto -. Il governo cominci a ridurre il numero di sottosegretari e viceministri, poi ne riparleremo». E si arriva, finalmente, ai giorni nostri, è cambiato il Governo ma la situazione no, anzi è peggiorata. Le parti, quelle politiche, si sono invertite ma una sola è la certezza: la recessione è qui! Ma non bisogna essere pessimisti, solo chi cade può risorgere. Veltroni non demorda…
Inviato da: amandaclark82
il 30/12/2016 alle 15:41
Inviato da: kiwai
il 18/07/2013 alle 12:31
Inviato da: Quintana5
il 23/02/2013 alle 15:20
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il 07/02/2012 alle 11:38
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il 14/11/2011 alle 09:13