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Post n°881 pubblicato il 29 Dicembre 2010 da blanche_revenant
Ferrario tornerà a condurre Tg1, giudici: Discriminazione politica
Roma, 29 dic. (Apcom) - Tiziana Ferrario è stata discriminata dalla Rai e pertanto deve essere reintegrata nel suo ruolo di inviata e di conduttrice del Tg1. Il tribunale di Roma ha cancellato le decisioni prese dal direttore del telegiornale, Augusto Minzolini, spiegando che erano prive di "qualsiasi convincente argomentazione". Secondo il giudice la Ferrario, storico mezzobusto dell'ammiraglia Rai, è stata rimossa dal suo ruolo per le sue "convinzioni personali" e non, come sostenuto da Minzolini, per "ringiovanire" la redazione del Tg.
Il giudice ha respinto le motivazioni del direttore del Tg1 facendo notare che nei confronti dei colleghi della Ferrario con simile anzianità di servizio (Petruni e Romita) che avevano siglato il documento in questione non sono stati presi gli stessi provvedimenti. Il tribunale ha ricordato infine anche il documento dell'Agcom del 21 ottobre 2010 in cui si diffidava il Tg1 per il forte squilibrio a favore del governo e della maggioranza", notando come "i provvedimenti datoriali appaiono delinearsi come effettivamente reattivi alla manifestazione di convinzioni personali, peraltro non peregrine, della dipendente discordanti con quelle del datore di lavoro".
Egregio Direttore,
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Per il primo aspetto sono un pò sorpresa dall'idealismo che il post denota, un idealismo che quasi mi sembra avulso dalla realtà. Le ingiustizie in ambito lavorativo, il mobbing, le discriminazioni in fase di assunzione, le proposte oscene di chi gioca sulla fame di lavoro altrui, sono (e da anni, se non secoli) all'ordine del giorno e noi cittadini del Sud ne abbiamo piena cognizione. Ci si domanda come mai ancora oggi sia necessario ricorrere ad un giudice per vedere affermati i propri diritti in materia di lavoro? Non avviene forse altrettanto in qualsiasi altro contesto del vivere umano? Forse non accade altrettanto per un padre che rivendica i propri diritti di padre nei confronti della ex moglie? Forse non accade altrettanto per le ex mogli che rivendicano i propri diritti agli alimenti nei confronti degli ex mariti? Forse non accade altrettanto per il condomino che rivendica il proprio diritto a dormire di notte senza le rotture di balle e di timpani da parte dell'inquilino sovrastante? Si ricorre al giudice anche per il proprio diritto a morire..non dimentichiamolo! Si ricorre al giudice anche per il propriprio diritto a non morire lì dove dovremmo essere curati! Non dimentichiamolo.
Capisco che la domanda posta da Barbara rispetto all'ambito lavorativo sia una domanda retorica o sia espressione di una giusta e sacrosanta indignazione ma non riesco a prescindere dalla mia formazione giuslavoristica nella valutazione dei fenomeni attinenti il lavoro.E' vero, il diritto al lavoro è un diritto costituzionalmente garantito ma, nel valutare i fenomeni lavorativi, non si può prescindere dal considerare due dati fondamentali: che la nostra carta costituzionale ha carattere programmatico e che tutta la materia lavoristica è informata al principio della debolezza contrattuale ed economica dei lavoratori rispetto ai datori di lavoro. Cosa voglio dire? Che la nostra costituzione è una carta dei valori, essa sancisce dei principi, ha carattere programmatico e necessita di attuazione attraverso le leggi ordinarie o speciali. Analizziamo allora la disciplina lavoristica! Mancano forse le disposizioni attuative del diritto al lavoro? Vi assicuro di no! Anzi! La materia lavoristica è caratterizzata da una iperproduzione legislativa nella quale ogni diritto del lavoratore è tenuto in debito conto e tutelato: dai divieti di discriminazione, alle norme di tutela per i lavoratori minori, all'ampia disciplina normativa che tutela il lavoro delle donne o delle lavoratrici madri. Non mancano le leggi, ciò che manca è il LAVORO ed è in questa atavica carenza che emerge inevitabilmente la legge del più forte e da essa derivano, altrettanto inevitabilmente, i soprusi e la necessità di ricorrere alla tutela giudiziale. Dobbiamo essere grati che le possibilità di tutela ci siano, lungi dal meravigliarci che le sezioni lavoro dei tribunali siano ovunque al collasso, perchè la radice del problema non è legislativa ma economica ed è in ambito economico che devono essere assunte le necessarie contromisure, agevolando l'imprenditoria, l'iniziativa privata, riducendo gli ostacoli burocratici per la creazione di nuove attività e facilitando la creazione di nuovi posti di lavoro.
Altra ed a mio avviso ben diversa questione è quella relativa alla Rai ed alle vicende di Maria Luisa Busi o di Tiziana Ferrario, vicende più strettamente connesse al tema della lottizzazione Rai o, più in generale, di una informazione oramai politicizzata ed incapace di assolvere al proprio ruolo in modo obiettivo. Ben vengano dunque 10, 100, 1000 Tiziana Ferrario o Maria Luisa Busi (entrambe donne..sarà un caso?), ben vengano 10, 100, 1000 free lance e centinaia, migliaia, milioni di cittadini della rete, pronti ad informarsi in modo autonomo ed a fare informazione in modo autonomo, a condizione che non si diventi anche noi schiavi delle altrui versioni date alle cose, alle notizie ed agli eventi. C'è solo un modo per farlo ed è quello di attingere sempre a più fonti per poi farsi una visione completa delle cose. Non potrò mai pensare che il Tg9, il Tg10 o il Tg11 siano faziosi se non mi prenderò quotidianamente la briga di visionarli tutti, a costo di sbellicarmi dalle risate o al contrario di farmi venire i conati di vomito. Non potrò mai comprendere che il giornale di tizio, quello di sempronio e quello di caio siano politicizzati se mi limiterò a leggerne uno solo, magari quello più aderente al mio schieramento politico ed alla mia visione delle cose. Ognuno di noi ha il dovere di informarsi ascoltando più voci e solo dopo averlo fatto potremo formarci delle idee e comprendere quanto e chi ci sta prendendo per i fondelli. Ed allora 10, 100, 1000 Tiziana Ferrario e Maria Luisa Busi ma insieme a loro anche migliaia e milioni di noi pronti a dare sovranità non agli ideali nè alle ideologie, bensì a ciò che è davvero portatore di libertà: l'idea! E' una cosa che ho sempre pensato e che ho fatto vivere in me come un motto:"nè ideali nè ideologie, dobbiamo nutrirci di idee". Vorrei che ci rifletteste, perchè l'ideale è una astrazione dalla realtà, l'ideologia è una circoscrizione della realtà, sicchè la vera libertà può provenirci solo dalle idee.
Non scrivevo da giorni sul blog, nè con post nè con commenti. Con questo lunghissimo commento credo di aver rotto gli argini e chissà..potrebbe tornarmi la voglia di postare..cazzeggio feriale permettendo. Ciao a tutti. Ross