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Milano - Crisi, 70 mila aziende a rischio chiusura


Camera di commercio: da anni mai tante difficoltà. Ma il Cosmit: hotel troppo cari per il Salone del mobileDepressi. Col portafogli chiu­so a doppia mandata. E preoccu­pati per il futuro. Così un son­daggio della Camera di commer­cio di Milano tra le imprese atti­ve in provincia racconta lo stato d’animo e le abitudini degli im­prenditori alle prese con la crisi. Il dato più preoccupante: cir­ca 70 mila delle 280 mila impre­se del territorio, secondo le sti­me della Camera, ha seri dubbi ri­guardo al proprio futuro. Inoltre po­co meno di 28 mi­la attività hanno già abbassato la saracinesca. «Quest’ultimo è il dato che ci sor­prende di meno — fanno notare in via Meravigli —. È fisiologica la chiusura di 25 mila imprese l’anno. Mentre non succedeva da anni che oltre il 27 per cento delle aziende fos­se in difficoltà». «Questa situazione, tra alti e bassi, è destinata a durare anco­ra. Anche se, per fortuna, ci so­no settori che stanno tenendo — riflette il presidente della Ca­mera di Commercio, Carlo San­galli —. È importante in questa fase sostenere il sistema delle piccole e medie imprese nell’ac­cesso al credito. Per questo la Ca­mera di commercio di Milano, in via straordinaria, ha avviato un Fondo di riassicurazione di 10 milioni a favore dei Confidi che potrà attivare finanziamenti bancari per circa 700 milioni di euro». L’ufficio studi della Camera, in collaborazione con le associa­zioni di categoria, monitorerà su base mensile l’andamento della crisi. Intanto gli imprendi­tori intervistati si raccontano de­pressi (uno su cinque). E alle prese con cali del fatturato supe­riori al 30 per cento in un caso su tre. In questi mesi la crisi sta col­pendo anche il settore alberghie­ro. Che stima tagli al fatturato dal 18 al 35 per cento, a seconda delle zone. Nonostante ciò, il Co­smit, ente organizzatore del Sa­lone del mobile, a Milano dal 22 al 27 aprile, denuncia politiche di prezzo spropositate. «Tra i ca­si concreti segnalati dagli esposi­tori c’è quello di un hotel che per la stessa stanza durante il Sa­lone dell’anno scorso chiedeva 250 euro mentre oggi è arrivato a quota 468 — denuncia Manlio Armellini, amministratore dele­gato di Cosmit —. Questi sono comportamenti inaccettabili per una città a cui il Salone ha dona­to prestigio, business e turismo d’affari». Di fronte a questa segnalazio­ne il presidente degli albergato­ri dell’Unione del Commercio, Alberto Sangregorio, si mostra sorpreso: «I colleghi che pratica­no politiche del genere non pos­sono che essere eccezioni. Sem­plicemente perché in un mo­mento come questo aumentare i prezzi non conviene a nessuno. Ci risulta, invece, che la maggio­ranza dei nostri associati stia ri­vedendo al ribasso le convenzio­ni stipulate con le aziende». Dal canto loro le associazioni dei consumatori danno un con­siglio ai turisti, d’affari e non: «Se qualcuno propone prezzi troppo alti non resta che armar­si di pazienza e rivolgersi ai con­correnti — suggerisce Michele Cavuoti di Altroconsumo —. In una fase come questa non do­vrebbe essere difficile trovare qualcuno interessato a conqui­stare clienti».Rita QuerzéFonte: corriere.it