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Cremazioni, a Milano il record europeo


Quest'anno a Milano sei morti su dieci saranno cremati. La stima è dei servizi funerari e cimiteriali del Comune. Una media che non solo distanzia il capoluogo lombardo dal resto d'Italia, dove le incinerazioni sono ferme all'8%, ma anche dal quadro europeo (36,6%). Il primato milanese è stato sottolineato durante i lavori del meeting europeo organizzato dal European federation of funeral services (Effs) dedicato alla cremazione. «Milano incarna un ruolo pionieristico in questo settore, per ragioni sia storiche, sia culturali - ha spiegato l'assessore comunale ai Servizi al Cittadino, Stefano Pillitteri -. In questi anni l'amministrazione è stata lungimirante nel costruire il polo crematorio di Lambrate, di cui ora stiamo progettando l'ampliamento». Lo scorso anno sono stati cremati proprio a Lambrate 7.920 corpi.TARIFFE BASSE - «Stanno cambiando le modalità del culto dei morti, anche se alcuni scelgono la cremazione come forma di risparmio - ha spiegato Luigi Balladore, direttore dei servizi funerari e cimiteriali del Comune -. Il Comune vanta le tariffe più basse di tutta Italia, che vanno dai 280 ai 380 euro». Oltre ai vantaggi privati della cremazione (scompaiono le spese per le esumazioni) il convegno ha evidenziato anche quelli pubblici, legati alla minore richiesta di campi cimiteriali. Tuttavia resta aperta la questione ambientale e per questo i responsabili dei più importanti cimiteri europei hanno ribadito la richiesta di un quadro normativo certo e omogeneo su scala continentale. «I nostri cinque forni a Lambrate - ha concluso Balladore - sfruttano tecnologie avanzate, tuttavia ancora non abbiamo filtri per la raccolta dei fumi da combustione di zinco».Milano - L'aumento delle cremazioni manda in crisi i marmistiCresce a dismisura la pratica della cremazione fra i (defunti) milanesi. La Camera di Commercio conferma che le richieste di cremazione hanno superato quelle di sepoltura. I fattori che spingono in questa direzione sono due: il venir meno del credo religioso e i costi esorbitanti delle tombe. Un monumento marmoreo può costare anche 3500 euro, mentre l’urna cineraria si attesta sui 200, senza contare che la Regione Lombardia permette di tenere in casa il vaso con le spoglie del caro estinto. Questo cambio di indirizzo funerario ha prodotto anche una forte crisi fra i marmisti, che hanno deciso di rilanciare il settore dei monumenti funebri con un corso suddiviso in cinque materie denominato “Stones”, con l’ambizioso scopo di aumentare la professionalità degli addetti e recuperare così i clienti che altrimenti opterebbero per essere “inceneriti”.