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mars expedition

blog-notes di un gruppo di chatters della stanza Marte. Si organizzano viaggi interplanetari , partenze quotidiane, escluso festivi, rientro entro le 18.......vieni a farci visita, ci trovi tutti i giorni sul pianeta rossoooooooo.

 

 

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Post N° 75

Post n°75 pubblicato il 24 Maggio 2006 da iordanh
 

ci sono cose che capitano dotate di un potere particolare, un effetto unico. sanno riportarti all'indietro, sanno regalarti quel che un ricordo spontaneo spesso non può fare: il sapore, l'odore, valori aggiunti.
così entri in un negozio piccolo piccolo, vende articoli di ferramenta.
l'odore di vernice e di metallo rozzo è forte nonostante quello della città sia prepotente, fumoso, addensato da migliaia di veicoli. roma, si sa, è piuttosto frequentata.
sia...

e c'è un vecchietto prima di te, ma non parla. si guarda attorno, gli occhiali spessi calati sul naso e gli occhi inumiditi di primavere trascorse abbastanza velocemente. non ci vuole molto a capire.
se guardi le mani, ne scorgi i calli, dalla parte interna. quella superiore rivela estremità coraggiose ed avvezze a intrufolarsi dappertutto. uno che ha fatto di tutto e che questo tutto gli è riuscito anche piuttosto bene. rubinetti, prese di corrente, porte.
casa sua dev'essere piena di riparazioni faidate. e priva di rumori, ci giurerei. funzionale.
gli occhi - chè quelli rapiscono lo sguardo come se fossero seni floridi generosamente esposti a metà dicembre - si perdono, girano, girano, girano ancora.
lui continua a non parlare. ma si sente quello che dice a se stesso.
un negozio così gli sarà sembrato il paradiso. pieno di tutte le diavolerie immaginabili, cose così particolari, così specificamente adattate, che ai suoi tempi se le sognava.
ah, ci fosse stato questo quanto tempo avrei recuperato.
ah, ci fosse stato quest'altro ora non porterei quella cicatrice sulla mano destra, lato sinistro, una specie di africa marcata, bianca. spicca sulla mano colore del bronzo, le unghia lunghe un tantino da consentire alla polvere di sostarvi sotto, fino al prossimo rubinetto, avamposto del pranzo o della cena. consumata con chi, poi?
forse da solo. ricordi.

intanto aspetti. non hai fretta, non te lo puoi permettere. s'è fermato il tempo con quel signore, ti puoi fermare anche tu. tanto alle 6 non hai fatto in tempo a incrociare le strade. apsetta, coglilo st'attimo benedetto.

si fa forza, il signore, è il momento, tanto a guardare quella confusione ben disposta di luccichii non basta una settimana per cercare quello che occorre.
così chiede, non sento manco bene quello che chiede, una specie di cacciavite appiattito, di una misura particolare, piccolo nonsoquanto, per fare nonsocosa.
gli risponde la signora, i capelli sono bianchi, corti, gli occhiali sulla testa, qualche anno di meno. ma la stessa esperienza. una donna? è il giorno delle cose inaspettate. che puoi essere progressista quanto vuoi, ma una donna anziana dietro il banco di un negozio così non te l'aspetti proprio.

guardi, signore, di quella misura da anni non li vendono più singolarmente, li ho cercati ovunque, in italia e fuori. nulla più. eppure sono così comodi. li vendono solo in confezione da otto, misure progressive, manico in legno antiscivolo. lo so che non è la stessa cosa.

sarà uno stupidissimo cacciavite, ma occupava anima e corpo deole di entrambi gli attori di quel teatro gratis. i modi sono cordiali, c'è signorilità nei gesti, non fretta di dire arrivederla e sembrare gentili. non serve.
e forse serve poco anche quel cacciavite, forse è solo il modo per rivedere quel luccichio, risentire quell'odore, vincere la pigrizia, la stanchezza, i dolori che il tempo si porta, indossare la camicia della domenica e immergersi nel mondo che gli è appartenuto.
puoi pure immaginare che tra i due ci sia stato del tenero, una volta. magari un amore mai sbocciato appieno. magari una parola che non ti ho detto, una speranza conservata a lungo. qualche giorno di troppo, forse. chè certi matrimoni una volta erano veloci nella definizione. e saldi come cemento armato per convinzione. e necessità. oppure, per amore.

alza le mani e se ne va, il signore.
la scena finisce così, credi sia la tua volta, ma ti sbagli. la voce non è così calda, il tono non è così sicuro, la magia è svanita, il bianco e nero ha lasciato il posto ai colori. si può duplicare questa chiave? grazie, arrivederla.
un uomo così mi ha insegnato ad andare per mare. conosceva il mare, la barca, i componenti. e quello che serviva per aggiustarla meglio.
non ho imparato, la scintilla o ce l'hai o non ce l'hai. tempo fa se n'è andato. a fare un giro, diceva.
se n'è andato anche il nonno di chi mi ha indicato quella ferramenta, tempo fa. un cappello da muratore e la neve tra le mani del frutto del frutto del suo amore. e che spennazzi! financo le codine.

peccato non sia riuscito a fermare il tempo quando volevo, sotto il palazzo di franco tritto, ieri sera. tra aerei e formiche, gabbiani e marta russo. 

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