Araba Fenice

Ri-emergere è..... quando il fuoco torna ad ardere di nuovo....

 

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Lisa-Sempre 1998

Post n°24 pubblicato il 21 Marzo 2009 da KENS
 
Foto di KENS

La tenerezza, la nostalgia
Il rimpianto, la poesia...
Quante cose sei questa sera tu
Che sei lontano e non mi pensi più
Son malata ormai
Ma non m'importa di guarire sai
È il dolore più sublime
Quello che mi fa soffrire

Sempre, sempre
Quasi fino a diventare niente
Illudendomi di scegliere
Le parole di una scena che
È la stessa da
Sempre, sempre
Quasi fino a diventare niente
Solo amore se amore è
Questo buio a cui non ci si abitua mai
Questa luce nell'anima
Che nessuno può comprendere
All'infuori di te...

Ti scrivo da una camera
Nella semi oscurità
Da qui posso commuovermi di nascosto al mondo
Al quale ormai mi sento estranea nel profondo
L'immenso e il suo contrario
Sono luoghi del mio cuore
E sei tu ora quel mare
Da cui mi lascio trasportare

Sempre, sempre
Quasi fino a diventare niente
Solo amore se amore è
Questo buio a cui non ci si abitua mai
Questa luce nell'anima
Che ancora splende
Sempre, sempre
Fino a farmi diventare niente
Fino a farmi diventare niente

Questa luce nell'anima
Che nessuno può comprendere
All'infuori di te...

 
 
 

IL LABIRINTO

Post n°23 pubblicato il 05 Febbraio 2009 da KENS
 
Foto di KENS

Nelle svariate tradizioni il labirinto è stato interpretato come un cammino verso un centro da raggiungere, ad esempio come la via del ritorno alla Grazia, dopo la "caduta" secondo i neoplatonici. Sui pavimenti delle cattedrali il pellegrino percorreva il labirinto come sostituzione simbolica del pellegrinaggio in Terra Santa. Per uscire da un labirinto (o per trovare il centro) occorrerebbe poterlo vedere da un punto di vista "superiore", cioè da un punto di vista obiettivo e non oggettivo. Le persone poco evolute restano intrappolate nei labirinti della loro vita perchè non conoscono che il loro punto di vista soggettivo e, spesso, estremamente egoistico e parziale. In questo modo, anche un piccolo problema, che poteva essere risolto con facilità se visto anche dal punto di vista degli altri, delle persone vicine, diventa una "trappola mortale" che si ingigantisce da sola in complessità e che sfocia in situazioni drammatiche e irreversibili (separazioni, fallimenti, infelicità, squilibri, turbe ecc..) Il labirinto di Creta era una prigione per il Minotauro, il mostro mezzo uomo e mezzo toro, propio perchè questo essere era incapace di vedere il problema da un punto di vista "elevato". Quando Dadalo, l'artefice ateniese del labirinto, fu rinchiuso per punizione, da Minosse, nella sua stessa creazione, non tardò a trovare la soluzione e ad uscirne. Dedalo costruì, per sè e per suo figlio Icaro, due ali di cera e piume e "volò" al di sopra del problema, attraverso la "terza" dimensione, l'altezza. Un labirinto visto dall'alto è semplice da risolvere, mentre è una trappola mortale per chi non vede che il corridoio angusto in cui è rinchiuso. Esistono labirinti di svariata complessità, da quelli a due dimensioni, come quello che si può tracciare su un foglio di carta o quello del Minotauro, fino a labirinti più complessi, veri "nodi gordiani", che interessano la vita relazionale dell uomo, il suo rapportarsi agli "altri" che gli stanno vicino nella vita. Più un problema è complesso - più ha dimensioni - e più la persona deve essere evoluta per risolverlo, in quanto deve imparare a vedere le cose da più punti di vista e non solo il propio. Inutile dire che la ricerca della soluzione, richiedendo l'accesso ad una "terza o quarta dimensione fisica", fa impazzire tutti i partecipanti, tranne uno, un individuo artistico, fuoriclasse... che sfrutta le propie doti "superiori" di calcolo. Il labirinto piu raffinato e terribile è il deserto in cui "non ci sono scale da salire, ne porte da forzare, nè faticosi corridoi da percorrere, nè muri che ti vietano il passo, dove una direzione vale l'altra, dove la completa libertà del viandante non conduce da nessuna parte. Questo è un labirinto "senza dimensioni", e in effetti per risolverlo basterebbe camminare sempre in linea retta, usando l'unica "dimensione" della lunghezza. Ma chi si trova in tale labirinto "ha smarrito la retta via", per cui torna sempre sui propi passi, chiuso nel propio "circolo vizioso". Un Matto... che vaga senza meta, rappresenta uno stato utopistico, anche di chi ha perso i contatti con la realtà e vive solo in un propio mondo idealizzato. Ogni persona attraversa nella propia vita una o piu fasi da cosi citato "Matto" in cui si trova a vagare in un deserto senza dimensioni, in apparente libertà, seguendo solo la propia idea che sembra la chiave della soluzione di ogni problematica. Al risveglio si accorgerà invece di essere solo in una "selva oscura" e da lì forse può iniziare il suo vero cammino o può ripetersi, a distanza di qualche tempo, un altro viaggio nell' utopia.

 
 
 

LA TORRE

Post n°22 pubblicato il 07 Ottobre 2008 da KENS
 
Foto di KENS

Le Persone ripetono per tutta la vita gli stessi errori, piu delle volte senza rendersene conto... questa è una delle maggiori cause dell' infelicità. Infelicità propia ed anche delle persone con cui è condivisa la vita.

'' Giunsero alfine in una raduna, nel centro della quale alcune persone, apparentemente sotto il comando di un' altra, che si distingueva per portare sul capo una corona, stavano costruendo una torre di mattoni. La torre saliva in fretta, e più saliva e più la figura coronata impartiva ordini e teneva lunghi discorsi agli operai, i quali, di rimando, lavoravano sempre più in fretta. In breve la torre fu conclusa e tutti vi entrarono, sbarrando la porta alle loro spalle. Chi fosse stato all'interno, avrebbe visto ancora il tizio coronato tenere lunghi discorsi, che convincevano a pieno chi lo ascoltava, e che parevano loro contenere tutto il sapere del mondo. Propio nel mezzo di una di queste perorezioni, si vide una folgore calare sul deh e spezzare in due la Torre, facendo precipitare a terra la testa coronata e tutte le sue maestranze, alle quali spettò una sorte infausta. Poi il silenzio... un breve silenzio, e di nuovo si vide l'uomo vestito di abiti nuovi, che istruiva nuovi adepti sulla costruzione di una nuova torre "

La Torre va vista soprattutto come "isolamento", con pretese di "altitudine" ed è il simbolo dell' errore ciclico dell' uomo. Quando una persona, un gruppo, una comunità, fin'anche ad uno stato o una nazione, si isola da quando la circonda, crea la propia Torre e prepara l'arrivo, puntuale, della folgore che la riporterà alla realtà. A livello individuale la Torre è l'insieme di quegli errori che ciascuna persona ripete, senza mai imparare la lezione, nel corso della propia vita. La Torre è il luogo delle propie convinzioni ed anche dei propi errori che dipendono da schemi di comportamento sbagliati. Questi schemi sono particolarmente errati quando si pongono dei falsi obiettivi che vengono perseguiti ignorando gli altri, bensì mirando unicamente ad uno scopo egoistico, o utopico. Portano alla costruzione della Torre, cioè a scelte di vita che implicano altre scelte conseguenti. Prima o poi la folgore uraniana si abbatterà su queste costruzioni rivelando tutta la loro debolezza. La Folgore viene da un sole nascosto da una nube azzurrina. Il fatto che venga da qualcosa dietro una nuvola significa che proviene da una realtà che il soggetto ignora (dalla vera realtà che per il Re è sconosciuta). Il Re non vede da dove viene la punizione, cioè non si rende conto del propio errore, per cui facilmente sbaglierà ancora e costruirà un altra Torre Identica a quella che ritiene sia crollata per pura "sfortuna" o per colpa di qualche nemico nascosto, o per incapacità dei collaboratori. La Torre si rompe come si rompe un contenitore, oltre ai cocci del guscio-torre fuoriescono anche i frutti sbagliati, sottoforma di pallini colorati (manca solo l'azzurro). La Torre Affonda nella Terra, in molti simbolismi le torri hanno anche dei livelli sotterranei. La Folgore distruggerà solo il frutto di tali schemi e non gli schemi stessi, e poichè il Re non vede da dove viene la Folgore, tenderà a ricostruirla identica, attribuendo il fallimento al destino o ad altre persone. Pochissime sono le persone che sanno riconoscere i propi errori, piuttosto è normale ripetere tutta la vita gli stessi errori. Esistono pure le Torri collettive, una civiltà che si isola dal resto del mondo... le dittature e le autarchie prima o poi saranno spazzate via da una rivoluzione, o come accade nei tempi moderni, dall intervento di altri stati. Lo stesso vale per quel governo che spera di mantenere ilpropio popolo nell' isolamento culturale, nella realtà sta solo costruendo una Torre che attirerà la propia Folgore. Più ci si pensa e più i concetti nella Torre trovano riscontri in pratica. Il mondo attuale ha costruito la Torre del consumismo attraverso un progresso che ha apertamente ignorato l'ambiente e l'uomo, e che ha sperato (e spera ancora) di sopravvivere attraverso la sottocultura nella quale deve mantenere le persone per imporre le propie regole. Su questa Torre si sta abbattendo la folgore della Natura offesa. La Folgore però colpisce non tanto le teste coronate, ma i semplici cittadini. Che tutto questo non dia la felicità lo si capisce ogni Capodanno, quando con tappi che saltano e botti che scoppiano si vorrebbe un futuro diverso, si vorrebbero spezzare questi cicli che racchiudono l'esistenza, ma si tratta solo di vaghe speranze, a cui nessuno crede davvero per più di pochi minuti, e che spariscono del tutto con l'alba del 2 gennaio. Cosi l'esistenza tira avanti, con le Folgori periodiche che fanno crollare la Torre, ma che sembrano provenire solo da una sorte avversa e degli altri, che ci vogliono male e ci invidiano. Non ho mai trovato una persona che non si sentisse invidiata, anche il più povero crede di avere qualcosa di invidiabile. Tutto questo continua, fino a quando, per caso o per scelta, non si decide di intraprendere un cammino diverso, chiave per raggiungere l'infinito e per vedere le cose da più punti di vista.

 

 

 
 
 

 

ORZOWAI  (Oliver Onions)

Post n°20 pubblicato il 13 Dicembre 2007 da KENS
 
Foto di KENS

Corri regazzo vai e non fermarti mai
La notte scendera' il freddo arrivera'
Ma non pensare che tutto sia contro te
C'e' I'amore sole giallo sorridera'

Orzowei
na na na na na . . .
Lot'ra per la tua vi(ta)
Orzowei
na na na na na . . .
Prima che sia fini(ta)
Orzowei
na na na na na . . .
E la speranza sal(e)
Orzowei
na na na na na . . .
Di battere anche (il) mal(e)
Orzowei
na na na na na . . .
Senti quel che ti di(co)
Orzowei
na na na na na . . .
Trovi sempre un ami(co).

Corri ragazzo vai e non fermarti mai
L'odio non vincera' la luce splendera'.

Orzowei
na na na na na . . .
Lotta per la tua vi(ta)
Orzowei
na na na na na . . .
Prima che sia fini(ta)
Orzowei
na na na na na . . .
E la speranza sal(e)
Orzowei
na na na na na . . .
Di battere anche (il) mal(e).

Credi nell'amore e non tradirlo mai
Lui ti guidera' lui ti salvera'
Lui ti portera' via piu' lontano
Sempre piu' lontano via cosi

Orzowei
na na na na na . . .

 
 

RossRosy la nostra cara amica ci lascia..

Post n°19 pubblicato il 07 Agosto 2007 da KENS
 
Tag: memorie
Foto di KENS

Non c'è bisogno di parole, anche se ne potrebbero dire senza mai fermarsi in certi momenti di dolore, sconforto e tremenda sofferenza.. nonostante la sua malattia è sempre stata persona gioiosa,solare e  piena di vita, e questo lo trasmetteva anche tra le righe di chat, ma preferisco sia la nostra cara amica RossRosy a esprimere il resto di quello che penso di lei e di quello che personalmente mi ha trasmesso, e mi permetto di farlo scrivendo qui sotto la descrizione che lei stessa si era fatta nel suo profilo:

...quel silenzio non è buio è solamente un respiro che si tramuta in un canto senza note...solamente una carezza lieve..quel silenzio è il tuo bel viso che parla con un sorriso....quel silenzio sono braccia che confortano ed amano..il silenzio grida nella notte ed io urlo con lui.....

RossRosy la nostra cara amica ci lascia.. si  certo la morte fisica è un distacco estremo che non si colma mai, arriva a spiazzare persone come l'acciaio, ci lascia un eredità infinita, quel silenzio che lei stessa cita tanto nella sua descrizione ha il sapore della sua fiducia, della sua sua bellezza, della sua amicizia, del suo modo di starti accanto nei momenti piu disperati, di una nuova forza e una ritrovata speranza nel modo di affrontare la vita e i suoi avvenimenti sempre.

Grazie Ros

 
 
 
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Un blog di: KENS
Data di creazione: 15/07/2006
 
 

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