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Post N° 24

Post n°24 pubblicato il 27 Ottobre 2008 da mondo.sereno

Si aprono delle giornate calde sul fronte del decreto Gelmini, in quanto si avvicina la data della sua approvazione. E, quindi, proseguono le manifestazioni e le proteste nel mondo della scuola. Fra gli studenti c'è stato chi ha chiesto il ritiro del provvedimento sulla scuola — che prevede fra l'altro il ritorno al maestro unico nelle elementari, i voti espressi in decimi e la valutazione della condotta — come ha fatto anche il leader del Pd Walter Veltroni. Ma la Gelmini non pare intenzionata ad arretrare, neanche davanti alle proteste di piazza che vanno in scena da giorni in molte città italiane. «Ho chiesto ai ragazzi se la scuola e l'università così come sono li soddisfino. Un'università e una scuola che non preparano al lavoro e che non consentono loro di farsi un futuro. Non è vero che in Italia si spenda poco per l'istruzione, anzi siamo tra i primi d'Europa. Il problema è che si spende male — ha detto il ministro — Bisogna cambiare». Gelmini ha già annunciato che, una volta che il decreto sulla scuola sarà convertito (il via libera definitivo arriverà martedì dal Senato), presenterà un piano per l'università.

Sulla caldissima questione dell'istruzione è tornato a farsi sentire dalla Cina — dopo la messa a punto di ieri su forze dell'ordine e occupazioni — Berlusconi. Rivelando che tra chi manifesta contro la riforma della scuola ci sono anche gruppi di «facinorosi» e che nessun dialogo «è possibile con questa sinistra». Poi il premer ribadisce che non ci sarà alcuna retromarcia sul decreto: «Il discorso è chiuso. Io non ho cambiato atteggiamento né giudizio. Ho parlato con il ministro dell'Interno e penso che lo Stato deve difendere i diritti dei cittadini, tra cui quello di frequentare le scuole e le università. Se poi ci sono dei facinorosi che vogliono manifestare, manifestino pure. Hanno tutte le strade possibili e immaginabili per farlo ma non impediscano l'accesso di altri nelle strutture pubbliche». «Da quello che abbiamo visto — ha aggiunto — tantissime manifestazioni della scuola sono organizzate dall'estrema sinistra e dai centri sociali, come mi ha confermato il ministro Maroni. Si può ben dire in questi casi che in queste manifestazioni ci sono dei facinorosi. Non tutti, piccoli gruppi. E hanno il supporto dei giornali».


Quanto al confronto con l'opposizione, Berlusconi chiude tutte le porte: «Ho una maggioranza in Parlamento, ho avuto un voto e degli apprezzamenti pubblici. Siccome da sinistra non sono mai venute cose giudiziose e positive, io vado avanti a realizzare il mio programma. Non c'è nessuna possibilità di dialogo con questa sinistra».

Tutto pronto nelle scuole e nelle università per un'altra settimana di proteste, la seconda consecutiva. Da lunedì mattina si susseguiranno altre occupazioni, sit-in, agitazioni e lezioni in piazza. L'obiettivo principale delle contestazioni è quello di bloccare l'approvazione definitiva al Senato, prevista mercoledì 29 ottobre, del decreto Gelmini, ma il premier ha già dichiarato che il governo andrà avanti. A Roma gli studenti faranno lezione al Colosseo.

Contro la "riforma" Gelmini i Cobas hanno organizzato una manifestazione a piazza Navona, a pochi passi da Palazzo Madama, a partire dalle 17 di martedì 28. L'iniziativa proseguirà senza soste fino a mercoledì, quando è prevista la votazione. La Rete degli studenti nel frattempo lancia lo slogan "Avanziamo dei diritti" e annuncia che da lunedì, in tutta Italia, ci saranno scioperi e notti bianche contro l'approvazione del decreto 137 al Senato. "Dopo lo slittamento ottenuto il 23 ottobre, cercheremo ancora una volta di bloccare i lavori parlamentari", hanno dichiarato alcuni rappresentanti di istituto.

Ma l'appuntamento clou della contestazione è fissato per giovedì 30 ottobre, giorno in cui, in tutta Italia, sciopererà il personale della scuola e si terrà a Roma la manifestazione di docenti, studenti medi ed universitari contro il progetto governativo.

Proteste senza sosta sono state organizzate anche negli atenei. Gli studenti dell'Università romana di Tor Vergata hanno provocatoriamente messo in vendita, per appena un euro e 50 centesimi, sul sito e-Bay la propria università, raggiungendo poi la centrale piazza dei Cinquecento in camice bianco e libri in mano. Una protesta creativa che, secondo gli studenti, ha l'obiettivo di "far conoscere alla popolazione il tragico futuro dell'università italiana".

La facoltà di Fisica de La Sapienza, occupata da giorni, da domenica ha aperto i battenti alle famiglie per mostrare loro le esercitazioni e sperimentazioni della materia. Da lunedì, a Roma, partirà inoltre una settimana di lezioni all'aria aperta, anche in luoghi simbolo della città come il Colosseo. Alla Normale di Pisa sono apparsi alcuni striscioni di protesta: "Un Paese vale quanto ciò che ricerca".

 
 
 
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