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Post N° 451

Post n°451 pubblicato il 15 Novembre 2008 da mondo.sereno

A PIAZZA NAVONA LA MANIFESTAZIONE DELLA CGIL

 

Questa mattina a Roma hanno sfilato ventimila lavoratori del commercio, scesi in piazza per lo sciopero indetto dalla Cgil. Lo striscione emblematico è stato «Contratto, diritti, unità». Loro, sono i primi a pagare il prezzo della crisi, perché il crollo dei consumi ha penalizzato prima di tutto il loro settore. A manifestare sono i lavoratoi di medie e grandi aziende che giorno dopo giorno continuano a chiudere punti vendita, a ridurre il personale, a fare contratti sempre più precari, a chiedere ai loro dipendenti sacrifici massacranti. «Diciamo no al contratto separato sul commercio – spiegano alcuni manifestanti – vogliono farci lavorare tutte le domeniche ma non è così che si rilancia l'economia o che si creano nuovi posti di lavoro. Vogliamo - aggiungono – stabilità per i giovani».

Sul palco a piazza Navona, dove si è concluso il corteo, c’è il segretario della Cgil Guglielmo Epifani. È lui a chiedere che il contratto del commercio, sottoscritto solo da Cisl e Uil, venga riaperto. «Questa è una manifestazione per dire che il contratto, che la Cgil non ha firmato, va riaperto – ha detto Epifani – e per dire insieme che noi abbiamo risposte e proposte per superare la crisi, che riguarda anche il settore del commercio dove si stanno perdendo posti di lavoro. La Cgil – aggiunge il segretario – con questo sciopero chiede anche che il Governo abbia una politica contro la recessione, che sostenga i redditi delle persone, dei lavoratori e dei precari, che a causa della crisi perderanno il lavoro».

Epifani ha un messaggio diretto alla presidente: «A Marcegaglia voglio dire: non è giusto in tempi buoni fare utili e profitti e quando arriva la crisi i primi tagli sono per i lavoratori. Così non va bene: non è questa la responsabilità sociale delle imprese di cui spesso sento parlare».

Un attacco anche al Governo. In merito Epifani dichiara che «non volendo discutere con la Cgil, ha fatto un atto illiberale». Epifani punge anche Cisl e Uil che «si sono prestate a questo veto e questo mi dispiace».
Epifani punge ancora il Governo. «Stiamo in recessione – dice Epifani – siamo gli ultimi in Europa con un'inflazione alta e l'economia ferma. Di fronte a questo scenario il Governo sta sbagliando. Avrebbe dovuto aprire un confronto con tutti perchè a crisi eccezionali si risponde con misure eccezionali e non con incontri separati». Quanto alle cose da fare, Epifani ha le idee chiare: «Non vogliamo una mancia - ha detto - ma una politica fiscale che faccia equità e giustizia: subito detrazioni strutturali per i redditi da lavoro dipendente e da pensione. A partire da quest'anno, per il 2009 e gli anni a venire».

 
 
 
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