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Stanley Coren e la classifica dell'intelligenza nelle razze canine

Post n°5 pubblicato il 17 Maggio 2010 da dollmaker2

Io devo ammettere di essere una di quelle persone che si sentono fuori posto nel tempo in cui vivono (per cui la definizione giusta sarebbe... non solo fuori posto, ma anche fuori tempo!) nel senso che non condivido l’evoluzione del modo di pensare della gente di questo glorioso III Millennio. Ad esempio, io detesto alcune “mode” che si sono ormai affermate nel campo della divulgazione scientifica, come quella di cambiare i nomi scientifici degli esseri viventi. Linneo stabilì tre secoli orsono che i nomi degli esseri viventi si scrivono in un determinato modo, ovvero prima il nome del genere, con l’iniziale maiuscola, poi il nome della specie, con l’iniziale minuscola, ed eventualmente il nome della sottospecie, sempre con l’iniziale minuscola, il tutto preferibilmente in corsivo. Ad esempio Corvus corone cornix (la cornacchia grigia) oppure Homo sapiens sapiens (ho sempre pensato che i due “sapiens” siano elementi sarcastici). E per tre secoli questa convenzione è stata rispettata, sia a livello accademico che a livello di informazione popolare. Oggi però le cose sono cambiate, e questo grazie agli yogurt contro la stitichezza e ai quiz in prima serata, che nella grafica delle domande scrivono sempre i nomi delle specie maiuscoli. Negli ultimi anni queste grandiose e affidabili istituzioni hanno cambiato le convezioni scientifiche, ignorando volutamente quell’accuratezza che può essere da pignoli nella vita quotidiana, ma che, ammettiamolo, ha una certa importanza quando ci addentriamo nel campo scientifico. Ecco perché io, anche se non dovessi cagare per tre settimane, non mangerei mai il Bifidus Actiregularis... perché se i produttori non sanno nemmeno come si scrive, come posso fidarmi di loro? O peggio, se lo sanno ma amano “cambiare le regole”, chi mi assicura che non cambino anche le regole della preparazione dei prodotti nel rispetto della salute degli acquirenti?
Ma tutto ciò, a dire il vero, non mi disturba più di tanto, anche perché grazie al Cielo ho la mia regolarità intestinale. Quello che mi fa infuriare (e mi accelera anche la suddetta regolarità) è invece la divulgazione di informazioni spacciate per scientifiche e che non hanno alcuna base empirica, soprattutto quando riguardano animali come i cani, che sono già abbastanza spesso vittime dell’ignoranza umana. Negli ultimi giorni mi sono ritrovato a leggere più volte di uno studio sull’intelligenza delle razze canine condotto dal dottor Stanley Coren, psicologo all’Università della British Columbia e autore di numerosi libri di psicologia canina, studio grazie al quale il nostro geniale dottor Coren ha potuto stilare una vera e propria classifica delle razze “più intelligenti” e “meno intelligenti”. Inutile aggiungere che molti proprietari/allevatori delle razze etichettate come meno intelligenti hanno espresso le loro veementi critiche ad affermazioni così politicamente scorrette, per non dire davvero poco scientifiche. La cosa veramente assurda è che la classifica è stata stilata in base alla capacità di obbedienza dei cani verso il padrone e al loro esito positivo nelle gare. A chi non ha mai posseduto un cane e vissuto l’impareggiabile rapporto d’amore che si crea tra persona e animale, magari una simile affermazione può sembrare sensata, ma chi ha amato il proprio Fido sa benissimo che c’è molto di più dell’obbedienza (magari ottenuta in modi sbagliati o addirittura cruenti), e che esiste un’intesa che ha qualcosa di magico, che a volte basta uno sguardo per capire chi dei due si sente triste o felice, cosa piace all’uno e all’altro. Al di là di questo, mi pare che non servano lauree in psicologia per comprendere che l’equazione obbedienza=intelligenza è insostenibile tanto nelle persone quanto nei cani. Il cane che riporta il bastone non è più intelligente di quello che non lo fa, semplicemente è più portato a farlo, così come il Pointer ha la naturale vocazione a puntare la selvaggina e il Greyhound a inseguire le lepri. Scendere nei dettagli della brillante classifica del dottor Coren, poi, mi sembra a dir poco inutile. Come si poteva facilmente prevedere, le razze più intelligenti comprendono i Border Collie, i Dobermann e i Pastori Tedeschi... tutto regolare, direi. Domanda: non è più che ovvio che razze selezionate per essere cani pastore (era questo l’impiego originario dei Border Collie) debbano avere una naturale inclinazione all’obbedienza e ai comportamenti ripetitivi? È non è altrettanto naturale che l’obbedienza sia stata selezionata dagli allevatori in una razza da difesa quale il Dobermann? Forse sarebbe stato utile includere tra i parametri che definiscono l’intelligenza di una razza il numero di aggressioni, spesso verso gli stessi proprietari, di cui è stata protagonista la suddetta razza, e allora forse bisognerebbe chiedersi se le razze per così dire più aggressive meritino davvero i primi posti di questa aberrante classifica. Nulla di sorprendente nemmeno nelle ultime posizioni: laggiù, naturalmente, troviamo ben due razze di levrieri (Levriero Russo, o Borzoi, e Levriero Afgano) che come tutti sanno sono cani stupidi e non sempre ricettivi ai capricci del padrone, e finalmente la cosa è stata comprovata dalla scienza... grazie, dottor Coren! Devo però aggiungere che io sono stato proprietario di un levriero, e che anche se si trattava di un Levriero Italiano (Italian Greyhound) era abbastanza intelligente da non poter essere relegata agli ultimi posti di nessuna classifica. Lei non ha mai riportato indietro il bastone, ma solo perché non vedeva alcuna ragione per farlo (come ritenne invece opportuno avvertirci 10 minuti prima del piccolo terremoto che avvenne una volta) e non ha mai imparato a sedersi a comando, perché si sedeva sempre quando mi sedevo io, accanto a me se ero triste o felice, lontano se ero ansioso o teso, cosa che lei sapeva perfettamente anche se non avevo mostrato alcun segno esteriore di esserlo, ma lei lo capiva... e non ho mai dovuto insegnarle a non fare qualcosa, perché capiva da sola cosa non volevo che facesse. Tutti parametri che probabilmente non possono essere “comprovati” da esperimenti del tipo Hop! Salta Nel Cerchio!
Trovo veramente inquietante che qualcuno sfrutti la sua fama per pubblicare a livello mondiale i risultati di “esperimenti” che non hanno nulla di scientifico, ma che invece rischiano di danneggiare intere razze canine che magari hanno già i loro problemi di diffusione.
A pensarci bene, è veramente spaventoso
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