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Messaggi del 05/10/2020
Post n°3275 pubblicato il 05 Ottobre 2020 da blogtecaolivelli
Fonte: articolo riportato dall'Internet C'è una stella che vaga all'interno della Via Lattea senza una stella. di Salvo Privitera, 4 ottobre 2020. Esistono pianeti che non orbitano intorno ad alcuna stella, perché sono "scappati" dall'influenza gravitazionale del loro astro, e vengono chiamati dagli esperti "pianeti interstellari". Un team di astronomi ha recentemente trovato uno di questi corpi celesti alla deriva che ha all'incirca la stessa massa di Marte o della Terra. Effettuare una scoperta del genere è molto difficile, poiché corpi celesti del genere non emettono alcuna luce. Infatti, non ci sono stelle vicino ad esso e la sua distanza dalla Terra non è ancora stata scoperta. Trovare questi minuscoli corpi nella vasta oscurità dello spazio richiede un approccio innovativo: il metodo della microlente gravitazionale. Cos'è? Si tratta di un metodo per scoprire gli esopianeti. Si sfruttano, anziché oggetti dotati di grande massa come intere galassie, oggetti di massa relativamente piccola che distorcono la luce sul loro cammino. Il pianeta, chiamato "OGLE-2016-BLG-1928", è stato scoperto in un evento di microlente che è durato solo 41.5 minuti. "Come nel caso di altri eventi di microlente di breve durata, non possiamo escludere la presenza di un lontano compagno stellare", scrivono gli esperti, che sono stati in grado di escludere eventuali compagni stellari a una distanza di soli 8 UA (ogni UA equivale a 150 milioni di chilometri). In futuro, il telescopio spaziale Nancy Grace Roman aiuterà nella ricerca di questi pianeti. "Man mano che la nostra visione dell'universo si è espansa, ci siamo resi conto che il nostro sistema solare potrebbe essere insolito", afferma Samson Johnson, uno studente laureato presso la Ohio State University di Columbus, in un comunicato stampa. "Roman ci aiuterà a saperne di più su come ci adattiamo allo schema cosmico delle cose studiando i pianeti interstellari." FONTE:UNIVERSETODAY |
Post n°3274 pubblicato il 05 Ottobre 2020 da blogtecaolivelli
Fonte: articolo riportato dall'Internet Spazio: individuate rocce di Vesta sull'asteroide Bennu. La scoperta di OSIRIS-REX ASTRONOMIA Angelo Petrone 18:41 30 Settembre 2020 Un cumulo di roccia proveniente da Vesta su Bennu. La scoperta che intriga gli scienziati della NASA. Una scoperta davvero inaspettata quella realizzata dalla sonda spaziale OSIRIS-REX su Bennu. L'asteroide, visitato dalla sonda dal 2017, ha rivelato due frammenti di un altro asteroide: Vesta. Ma come può un frammento di Vesta raggiungere Bennu? Le rocce scoperte confermano un'intricata danza orbitale tra i due oggetti e l'origine violenta di Bennu, un asteroide nato dall'accumulo di vari frammenti spaziali prodotti da una massiccia collisione. "Abbiamo scoperto sei rocce di grandezza variabile tra 1,5 e 4,3 metri, sull'emisfero sud di Bennu e poco lontano dall'equatore", ha dichiarato Daniella Della Giustina del Lunar & Planetary Laboratory - "si tratta di rocce molto più luminose dall'area restante di Bennu e che corrispondono al materiale di Vesta." Le rocce luminose sonopirosseni, ovvero silicati, che in alcuni casi si trovano in cumuli o sparsi sul terreno. "La nostra ipotesi - ha spiegato Hannah Kaplan del Goddard Space Flight Center della NASA a Greenbelt - è che Bennu abbia ereditato le rocce dal suo "asteroide genitore". Quando poi l'asteroide genitore è stato distrutto, una sezione dei detriti si è accumulata, con la gravità in Bennu."
Spazio: individuate rocce di Vesta sull'asteroide Bennu. La scoperta di OSIRIS-REX I massi provenienti da Vesta hanno immediata- mente catturato l'attenzione degli esperti per la loro luminosità. Le successive analisi sulla "firma" delle rocce ha consentito agli esperti di riconoscere il pirosseno minerale, simile a quello presente su Vesta e molto diverso da Bennu che, invece, viene definito "asteroide carbonaceo di tipo B''. Ma se credete che la scoperta di un frammento di un corpo celeste su un altro oggetto sia un rarità, vi sbagliate di grosso. Anche la sonda Dawn individuò su Vesta materiale scuro proveniente da altri oggetti mentre un grosso masso nero venne individuato dalla sonda Hayabusa sull'asteroide Itokawa. Molto più recentemente sono stati scoperti materiale di asteroidi di tipo S dalla sonda Hayabusa2 su Ryugu. Tutto ciò indica che gli asteroidi sono coinvolti in una complessa "danza orbitale" che, a volte, provoca la commistione di varie sostanze. |
Post n°3273 pubblicato il 05 Ottobre 2020 da blogtecaolivelli
Fonte: articolo riportato dall'Internet Scoperto il più giovane buco nero supermassiccio cattura galassie by Stefano Piccin Ottobre 1, 2020 in Astronomia e astrofisica, News, Scienza Il VLT (Very Large Telescope) ha scoperto un buco nero supermassiccio che ha catturato sei galassie. L'osservazione è fondamentale per aiutarci a comprendere meglio il funzionamento di questa categoria di buchi neri, uno dei quali si trova al centro della nostra galassia. La particolarità di questa nuova osservazione riguarda anche l'età e la posizione di questo piccolo ammasso di galassie esteso per 300 volte la dimensione della Via Lattea. L'intero gruppo è stato chiamato dagli astronomi: quasar SDSS J103027.09+052455.0. Il buco nero è stato osservato ad una distanza tale che ci mostra la sua forma e comportamento a meno di un miliardo di anni dal Big Bang,circa 0.9. Un periodo incredibilmente giovane per il nostro universo. La teoria attualmente in uso per spiegare l'evoluzione dei buchi neri supermassicci prevede che essi si debbano trovare all'interno di ragnatele di galassie e gas, in modo che vengano "alimentati" in modo continuo per miliardi di anni. Questa scoperta fornisce un'importante prova proprio in questa direzione. "I filamenti della ragnatela cosmica sono proprio come i fili di una ragnatela. Le galassie si formano e crescono dove i filamenti si incrociano e i flussi di gas - che vanno ad alimentare sia le galassie che il buco nero supermassiccio centrale - possono scorrere lungo i filamenti". Così ha spiegato il comportamento di questa strana ragnatela Marco Mignoli,astronomo dell'INAF di Bologna e principale autore di questa osservazione. L'importanza della scoperta Il problema principale è sempre stato giustificare la presenza di questi enormi buchi neri in periodi così vicini al Big Bang. Un buco nero supermassiccio può infatti avere miliardi di volte la massa del nostro sole. La giustificazione finora è stata trovata nell'evoluzione di stelle primordiali, ma ancora non si capisce con precisione come sia avvenuto il loro passaggio a buchi neri e poi la loro repentina crescita. Un'indizio importante risiede nella presenza di queste ragnatele di galassie e gas, ma ancora non basta. Se infatti si trovano queste ragnatele, viene spontaneo a sua volta chiedersi come si sono formate. La soluzione potrebbe arrivarequesta volta dalla presenza di materia oscura. E' proprio quest'ultima che dovrebbe essere responsabile della creazione di questa rete, che poi serve ad alimentare i buchi neri nell'universo primordiale. In questo video è presente un'animazione rappresentante l'orbita delle sei galassie attorno al buco nero supermassiccio. E' bene ricordare che questa struttura è grande 300 volte la nostra galassia. Credits video: ESO/L. Calçad La scoperta di questo buco nero con le sue galassie, è attualmente al limite delle possibilità dei telescopi a Terra. Barbara Balmaverde, coautrice dello studio e astronoma dell'INAF afferma però che queste ragnatele dovrebbero essere molto frequenti in questo periodo dell'universo. Un progresso significativo potrà ora arrivare una volta attivato il ELT (Extremely Large Telescope) dell'ESO, attualmente in fase di completamento in Cile. L'articolo completo: Web of the giant: Spectroscopic confirmation of a large-scale structure around the z = 6.31 Continua a seguire Astrospace.it sul canale Telegram, sulla pagina Facebook e sul profilo Instagram. Non perderti nessuno dei nostri articoli e aggiornamenti sul settore aerospaziale e dell'esplorazione dello spazio. |
Post n°3272 pubblicato il 05 Ottobre 2020 da blogtecaolivelli
Fonte: articolo riportato dall'Internet LA NASA SCOPRÌ GIÀ QUARANT'ANNI FA LA FOSFINA SU VENERE? FORSE SÌ, E NON SE NE ACCORSE Mai come in questi ultimi mesi Venere sta facendo parlare di sé: la potenziale scoperta di fosfina sul pianeta infernale potrebbe essere un segno di qualche forma di vita microbica. Scavando negli archivi NASA però, si è scoperto che alcune sonde avevano già dato risultati simili, e nel 1978. La sensazionale notizia pubblicata lo scorso 14 settembre dalla Royal Astronomy Society ha ancora una forte risonanza mediatica, per non parlare dell'impatto che ha avuto sulla comunità scientifica, rivoluzionando il modo di immaginare Venere ma anche creando diversi scontri d'opinione sull'uguaglianza "fosfina=vita". I ricercatori in questi casi hanno il fondamentale compito di impegnarsi ancor di più e di portare sempre più dati concreti agli occhi di tutti, non importa se si patteggia per una o per un'altra fazione. È quello che hanno fatto sostanzialmente Rakesh Mogul, un biochimico della California State Polytechnic University, e i suoi colleghi: hanno scavato a lungo negli archivi NASA per riesumare i dati raccolti dallaPioneer Venus Multiprobe (anche conosciuta come Pioneer-13) cercando possibili tracce di "elementi inusuali". Il loro studio è ancora soggetto a revisioni esterne, ma può essere visionato qui. "Dopo esserci consultati con i miei coautori, abbiamo identificato gli articoli scientifici originali e abbiamo subito iniziato a cercare composti di fosforo", ha dichiarato Mogul. I dati più promettenti - raccolti nel 1978 - provenivano dallo strumento nominato "Neutral Mass Spectrometer" (NMS), uno spettrometro di massa neutro per misurare la composizione atmosferica e delle nuvole venusiane. Ai tempi, gli scienziati che analizzarono i dati raccolti dalle sonde, non si focalizzarono sui composti di fosforo (di cui la fosfina fa parte), anche perché lo spettrometro di massa in dotazione al veicolo spaziale era progettato per analizzare un diverso tipo di sostanze. Con la consapevolezza moderna però, i ricercatori hanno ripreso quei segnali, e li hanno confrontanti con la "firma" della fosfina, scoprendone un'incredibile somiglianza e determinando anche la presenza di atomi di fosforo nell'atmosfera. La squadra scientifica ha anche trovato indizi di altre sostanze chimiche che, stando a ciò che si sa sull'ambiente proibitivo di Venere, non dovrebbero esistere naturalmente - sostanze come cloro, ossigeno e perossido di idrogeno. "Crediamo che questo sia un'indicazione di sostanze chimiche non ancora scoperte, e/o di sostanze chimiche potenzialmente favorevoli alla vita. Tuttavia, se si considera l'abitabilità passata, attuale e futura di Venere, avremmo bisogno di studi chimici e geologici più lungo termine per comprendere le fonti di qualsiasi potenziale anomalia chimica nelle nuvole." Per portare ad una conclusione certa serviranno molte più missioni spaziali, sperando che l'interesse vivo che ha acceso la corsa marziana per così tanti anni ora possa includere anche la corsa a Venere. FONTE:SCIENCEALERT. |
Post n°3271 pubblicato il 05 Ottobre 2020 da blogtecaolivelli
Fonte: articolo riportato dall'Internet "Farai e disferai in continuazione il tessuto della tua vita, in attesa di trovare la sola esistenza che ti possa appartenere davvero". MITOLOGIA NORRENA, CONCLUSIONE: IL RAGNAROK LA FINE DEI TEMPI... Nell'escatologia scandinava il Ragnarok è l'evento che segna la fine dei tempi: gli Dèi si scontreranno con i giganti, in una battaglia in cui entrambi moriranno e il cielo e la terra bruceranno dopo la guerra finale tra bene e male. Non vi è nulla che gli Dèi possano fare per impedirlo. Il Ragnarok è anche il mezzo con cui l'universo, ormai purificato, potrà iniziare un nuovo ciclo cosmico. Si tratta quindi di una fine ciclica del mondo, a cui seguirà una nuova creazione, a sua volta seguita da un altro Ragnarok, e così via, per tutta l'eternità. In altre parole, la creazione e la distruzione sono come punti alle estremità opposte di un cerchio, dove non si può raggiungerne uno senza incontrare l'altro. Il primo segnale che preannuncia il Ragnarok è la morte di Balder: ucciso da Loki e costretto a rimanere nel regno dei morti, obbliga gli Dèi a fronteggiare il fatto di non poter sfuggire al loro destino. Nonostante il loro carattere divino, sono infatti soggetti allo stesso fato degli esseri umani: anche loro devono morire. Questa consapevolezza non porta però alla rassegnazione: anche se le loro azioni sono vane contro il destino che li attende, Odino e gli altri Dèi raduneranno comunque i più abili guerrieri per la battaglia finale contro i giganti. Il secondo segnale è la fine della civiltà e dell'ordine nel regno degli uomini: essi hanno dimenticato le loro tradizioni, ignorato i legami di parentela provocando guerre fratricide e si sono abbandonati a un profondo nichilismo. La depravazione è rimasto l'unico ideale del genere umano. Verrà poi un inverno terribile, che non cederà il posto all'estate per tre anni: piogge torrenziali, venti e nevicate spaventose tormenteranno il globo terrestre, ricoprendolo di una densa ed impenetrabile coltre di gelo. Il terzo e ultimo segnale è la scomparsa del Sole e la Luna: i lupi Skoll e Hati, che dall'inizio dei tempi inseguono Sol e Mati, riusciranno a raggiungerli e li divoreranno, privando il mondo della luce e facendo precipitare la Terra in una tenebra eterna. Contemporaneamente, tutte le stelle bruceranno e cadranno dal firmamento, facendo vagare i naviganti nell'immensità degli oceani in cui ogni luce è ormai scomparsa. La guerra quindi inizierà. Tre galli annunceranno l'inizio del Ragnarok: uno avviserà i giganti nello Jotunheim, un altro i morti di Hel, e il gallo Víðópnir, dalla cima di Yggdrasil, avvertirà gli Dèi. Il grande albero, che contiene i Nove Mondi nei suoi rami e radici, tremerà, scuotendo l'universo con dei terribili terremoti che squarceranno la Terra e distruggeranno intere montagne. A quel punto tutte le catene si spezzeranno: Loki e suo figlio Fenrir, il grande lupo, si libereranno dalla lunga prigionia e vagheranno per il mondo seminando morte e distruzione. Anche il serpente del mondo, figlio di Loki, finora confinato nelle profondità oceaniche, riemergerà dalle acque, provocando maremoti, inondando valli, sommergendo città e affogando migliaia di uomini inermi. La nave infernale Naglfar, il vascello costruito con le unghie dei condannati nel regno degli inferi, lascerà poi la spiaggia dei morti per trasportare l'esercito del male. Fenrir avanzerà a fauci spalancate: è diventato così enorme e malvagio che la sua mandibola superiore toccherà il cielo e quella inferiore poggierà sulla terra, distruggendo tutto ciò che incontra. Suo fratello, il serpente del mondo, prenderà infine posto al suo fianco, diffondendo tanto veleno da avvelenare tutta la Terra. Guidati da Surt, il gigante che spazza la Terra con la sua enorme spada infuocata, i sinistri abitanti di Muspellsheim avanzeranno da Sud, lasciando dietro di loro un inferno di fiamme, e raggiungeranno Bifrost, il ponte arcobaleno che conduce ad Asgardh, che crollerà sotto il loro peso. Preparandosi allo scontro finale, i signori del terrore raggiungeranno allora la piana di Vigrid, dove incontreranno i loro alleati naturali: Loki, sfuggito alla sua prigionia, insieme ai suoi mostruosi figli e a tutti coloro che erano stati esiliati e imprigionati negli oscuri recessi di Hel. Tutto il male dell'universo si radunerà in quel luogo. Contemporaneamente Heimdall, guardiano di Asgardh e custode di Bifrost, chiamerà a raccolta gli Dèi suonando senza sosta il suo corno: è un segnale che gli Dèi conoscono bene, l'avviso che la guerra è iniziata e che il loro destino li sta chiamando. Odino, cupo in volto ma con il fuoco negli occhi, indos- serà il suo elmo e, impugnando la sua terribile lancia, chiamerà a raccolta i suoi campioni, gli indomiti guerrieri del Valhalla, la cui fedeltà e coraggio non sono stati intaccati neanche dalla morte. L'esercito appena radunato, una immensa distesa di spade e armature, saluterà il padre degli Dèi, che avanzerà insieme a tutti i suoi figli verso il campo di battaglia che il destino ha stabilito per loro. Non c'è paura nei loro sguardi: sanno che questa è la guerra che porrà fine a tutte le battaglie, in cui tutti gli eroi del pantheon norreno combatteranno fianco a fianco contro i giganti e tutte le creature del male presenti nell'universo. Il loro unico desiderio è battersi valorosamente, fino alla fine. Odino non ha dubbi: punta subito il nemico più terribile, il famelico Fenrir, che lo attende minaccioso mostrandogli le enormi fauci spalancate, un inferno di denti affilati. Il mostro avrà però la meglio sul padre degli Dèi, che verrà imprigionato tra le sue mandibole e divorato. Vidar, uno dei figli di Odino, accecato dalla rabbia, affronterà la belva e, premendo un piede sulla mascella inferiore e afferrando poi la mascella superiore, frantumerà la testa del lupo, squarciandolo e vendicando suo padre. Thor, facendosi strada con i colpi micidiali del suo martello tra le schiere dei giganti, affronterà il suo nemico di sempre, il serpente del mondo, così grande da cingere tra le sue spire il globo terrestre. La forza del Dio è incredibile, e dopo un lungo combattimento riuscirà a fracassare la testa dell'odiato serpente, che svanirà nelle profondità del mare dal quale era comparso. Tuttavia, indebolito dal veleno malefico, dopo aver impugnato il martello e fatto nove passi, il Dio del tuono crollerà al suolo, privo di vita. Stessa sorte toccherà a Tyr, impegnato in una lotta impari contro l'orrendo mastino posto a guardia di Hel; allo stremo delle forze, riuscirà a colpirlo a morte prima di spirare. L'ultimo duello sarà tra Heimdall e Loki, che si uccideranno a vicenda. Prima di morire Heimdall riuscirà però a suonare il suo corno per l'ultima volta, accasciandosi sull'infuocato campo di battaglia con l'immagine della fine dell'universo impressa negli occhi. Il guardiano dell'arcobaleno sarà l'ultimo guerriero a chiudere per sempre gli occhi quel giorno. Molti Dèi soccomberanno e Surt, ormai padrone incontrastato del campo, brucerà la Terra e farà precipitare i nove mondi in un inferno di fiamme, trasformando l'intero l'universo in una enorme sfera incandescente e purificandolo da tutto il male commesso quel giorno. Infine, nel rovesciamento finale del processo originale della creazione, la Terra, ormai devastata dalla guerra più distruttiva mai avvenuta nella storia dell'universo, sprofonderà nel mare bollente, scomparendo lentamente sotto le onde: improvvisamente, rimarrà solo il buio e il silenzio perfetto del vuoto prima della creazione. Il Ginnungagap tornerà a regnare ancora una volta. ...E UN NUOVO INIZIO ll bene e il male si sono scontrati e insieme hanno trovato la morte. Non vi sono vincitori nel Ragnarok, il fuoco ha il ruolo purificatore necessario per permet- tere la rinascita. Affinché un nuovo mondo possa nascere, infatti, quello vecchio deve prima essere distrutto. Quando la maggior parte degli Dèi e dei giganti saranno morti, è dunque predeterminato che un nuovo mondo rinascerà dalle sue ceneri: una nuova, sconfinata Terra emergerà dall'acqua, bella e verde, le aquile voleranno di nuovo e il grano tornerà a maturare in campi che non sono mai stati coltivati prima. Prima della battaglia di Ragnarok, un uomo e una donna troveranno rifugio nel sacro albero di Yggdrasil e, quando tutto sarà finito, usciranno a vedere il nuovo mondo. I due si ciberanno solamente di gocce di rugiada mattutina e popoleranno di nuovo la Terra con una numerosa progenie, diventando i creatori di una nuova stirpe umana. Alcuni Dèi sopravvivranno: Vidar, il figlio di Odino che uccise Fenrir vendicando il padre, suo fratello Vali, i due figli di Thor, Modi e Magni, che erediteranno il martello del padre, Balder e suo fratello cieco Hodr, che torneranno dal regno dei morti. Con la rinascita del mondo dopo il Ragnarok, l'età d'oro degli Dèi norreni ritornerà. I superstiti si recheranno a Idavoll, la pianura lucente su cui sorgeva precedentemente Asgardh, e tutti insieme costruiranno lì le loro nuove e splendide dimore. Balder ritroverà, tra l'erba dei nuovi prati, anche le pedine degli scacchi degli Dèi ormai scomparsi. I nobili guerrieri che avevano combattuto a fianco degli Dèi durante il Ragnarok, morti per il bene dell'umanità, continueranno a vivere nella gioia delle sale di Gimle, la nuova dimora celeste, dove avrebbero bevuto dell'ottimo idromele. Invece, a Nastrond, la «riva dei cadaveri», i malvagi soggiorneranno in un'immensa costruzione, priva di qualsiasi bellezza, le cui pareti saranno formate da serpenti che riverseranno il loro veleno nel fiume che scorre attraverso la sala. Per finire, anche se il lupo Skoll aveva privato il mondo della luce poiché era riuscito a divorare Sol, la bellissima bambina posta a guidare il carro del sole, quest'ultima prima di morire aveva partorito una splendida figlia, che percorrerà nel cielo la stessa via di sua madre, riportando così finalmente la luce e il calore nel nuovo mondo. |
Post n°3270 pubblicato il 05 Ottobre 2020 da blogtecaolivelli
Fonte: articolo riportato dall'Internet
L'ETERNA LOTTA "Cose grandi ci sono da narrare e molte. Il Ragnarok, la fine del mondo Nella mitologia norrena è la battaglia finale tra le potenze della luce e dell'ordine e quelle della tenebre e del caos, in seguito alla quale l'intero mondo verrà distrutto e quindi rigenerato. Il Ragnarök è noto anche come "Crepuscolo degli Dei" e verrà preceduto dal Fimbulvetr, un inverno terribile della durata di tre anni, in seguito al quale avverrà lo sfascio di ogni legame sociale e familiare, in un vortice di sangue e violenza al di là di ogni legge e regola. I lupi Sköll e Hati che da sempre inseguivano le Dee del Sole e della Luna finalmente le raggiungeranno, divorandole e privando il mondo della luce naturale, anche le stelle si spegneranno. Le creature del caos attaccheranno il mondo: Fenrir il lupo verrà liberato dalla sua catena, mentre il serpente Midgardsorm emergerà dalle profondità delle acque, la nave infernale Naglfar leverà le ancore per trasportare le potenze della distruzione alla battaglia, al timone il gigante Hrymr. I Giganti del Fuoco cavalcheranno su Bifröst, il ponte dell'arcobaleno, facendolo crollare, Heimdall, il bianco dio guardiano, soffierà nel suo corno, il Gjallarhorn, per chiamare allo scontro finale Odino, le altre divinità, e i guerrieri della Valhalla. Nel grande combattimento finale ogni divinità si scontrerà con la propria nemesi, in una distruzione reciproca: il lupo Fenrir divorerà Odino, che quindi sarà vendicato da suo figlio Vidar, Thor e il Midgardsorm si uccideranno a vicenda, e così Týr e il cane infernale Garmr, l'ultimo duello sarà tra Heimdall e Loki, quindi il gigante del fuoco Surtr, proveniente da Múspellheimr, darà il mondo alle fiamme con la sua spada di fuoco. |
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