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Messaggi del 05/10/2020

Dallo spazio...

Post n°3275 pubblicato il 05 Ottobre 2020 da blogtecaolivelli

Fonte: articolo riportato dall'Internet

C'è una stella che vaga all'interno

della Via Lattea senza una stella.

di Salvo Privitera, 4 ottobre 2020.

Esistono pianeti che non orbitano intorno

ad alcuna stella, perché sono "scappati"

dall'influenza gravitazionale del loro astro,

e vengono chiamati dagli esperti "pianeti

interstellari".

Un team di astronomi ha recentemente

trovato uno di questi corpi celesti alla deriva

che ha all'incirca la stessa massa di Marte

o della Terra.

Effettuare una scoperta del genere è molto

difficile, poiché corpi celesti del genere non

emettono alcuna luce.

Infatti, non ci sono stelle vicino ad esso e

la sua distanza dalla Terra non è ancora

stata scoperta.

Trovare questi minuscoli corpi nella vasta

oscurità dello spazio richiede un approccio

innovativo: il metodo della microlente

gravitazionale.

Cos'è? Si tratta di un metodo per scoprire gli

esopianeti.

Si sfruttano, anziché oggetti dotati di grande

massa come intere galassie, oggetti di massa

relativamente piccola che distorcono la luce

sul loro cammino.

Il pianeta, chiamato "OGLE-2016-BLG-1928",

è stato scoperto in un evento di microlente che

è durato solo 41.5 minuti.

"Come nel caso di altri eventi di microlente di breve

durata, non possiamo escludere la presenza di un

lontano compagno stellare", scrivono gli esperti,

che sono stati in grado di escludere eventuali

compagni stellari a una distanza di soli 8 UA

(ogni UA equivale a 150 milioni di chilometri).

In futuro, il telescopio spaziale Nancy Grace

Roman aiuterà nella ricerca di questi pianeti.

"Man mano che la nostra visione dell'universo si è

espansa, ci siamo resi conto che il nostro sistema

solare potrebbe essere insolito", afferma Samson

Johnson, uno studente laureato presso la Ohio

State University di Columbus, in un comunicato stampa.

"Roman ci aiuterà a saperne di più su come ci adattiamo

allo schema cosmico delle cose studiando i pianeti

interstellari."

FONTE:UNIVERSETODAY

 
 
 

Dall'asteroide Bennu.

Post n°3274 pubblicato il 05 Ottobre 2020 da blogtecaolivelli

Fonte: articolo riportato dall'Internet

Spazio: individuate rocce di Vesta sull'asteroide

Bennu. La scoperta di OSIRIS-REX

ASTRONOMIA Angelo Petrone 18:41 30 Settembre 2020

Un cumulo di roccia proveniente da Vesta

su Bennu.

La scoperta che intriga gli scienziati

della NASA.

Una scoperta davvero inaspettata quella

realizzata dalla sonda spaziale OSIRIS-REX 

su Bennu. 

L'asteroide, visitato dalla sonda dal 2017,

ha rivelato due frammenti di un altro asteroide:

 Vesta.

Ma come può un frammento di Vesta raggiungere

Bennu? Le rocce scoperte confermano un'intricata

danza orbitale tra i due oggetti e l'origine violenta

di Bennu, un asteroide nato dall'accumulo di vari

frammenti spaziali prodotti da una massiccia

collisione. "Abbiamo scoperto sei rocce di grandezza

variabile tra 1,5 e 4,3 metri, sull'emisfero sud di

Bennu e poco lontano dall'equatore", ha dichiarato

Daniella Della Giustina del Lunar & Planetary

Laboratory - "si tratta di rocce molto più luminose

dall'area restante di Bennu e che corrispondono al

materiale di Vesta."

Le rocce luminose sonopirosseni, ovvero silicati,

che in alcuni casi si trovano in cumuli o sparsi sul

terreno.

"La nostra ipotesi - ha spiegato Hannah Kaplan del

Goddard Space Flight Center della NASA a Greenbelt

- è che Bennu abbia ereditato le rocce dal suo

"asteroide genitore".

Quando poi l'asteroide genitore è stato distrutto, una

sezione dei detriti si è accumulata, con la gravità in

Bennu."

 

Spazio: individuate rocce di Vesta sull'asteroide

Bennu. La scoperta di OSIRIS-REX

I massi provenienti da Vesta hanno immediata-

mente catturato l'attenzione degli esperti per la

loro luminosità.

Le successive analisi sulla "firma" delle rocce ha

consentito agli esperti di riconoscere il pirosseno

minerale, simile a quello presente su Vesta e

molto diverso da Bennu che, invece, viene definito

"asteroide carbonaceo di tipo B''.

Ma se credete che la scoperta di un frammento di

un corpo celeste su un altro oggetto sia un rarità,

vi sbagliate di grosso.

Anche la sonda Dawn individuò su Vesta materiale

scuro proveniente da altri oggetti mentre un

grosso masso nero venne individuato dalla sonda

Hayabusa sull'asteroide Itokawa.

Molto più recentemente sono stati scoperti

materiale di asteroidi di tipo S dalla sonda Hayabusa2

su Ryugu.

Tutto ciò indica che gli asteroidi sono coinvolti in una

complessa "danza orbitale" che, a volte, provoca la

commistione di varie sostanze.

 
 
 

Dallo spazio..

Post n°3273 pubblicato il 05 Ottobre 2020 da blogtecaolivelli

Fonte: articolo riportato dall'Internet

Scoperto il più giovane

buco nero supermassiccio

cattura galassie

Stefano Piccin by Stefano Piccin  Ottobre 1, 2020 in Astronomia e astrofisicaNewsScienzaBuco nero supermassiccio

Il VLT (Very Large Telescope) ha scoperto un buco

nero supermassiccio che ha catturato sei galassie.

L'osservazione è fondamentale per aiutarci a comprendere

meglio il funzionamento di questa categoria di buchi neri,

uno dei quali si trova al centro della nostra galassia.

La particolarità di questa nuova osservazione riguarda anche

l'età e la posizione di questo piccolo ammasso di galassie

esteso per 300 volte la dimensione della Via Lattea.

L'intero gruppo è stato chiamato dagli astronomi: quasar

SDSS J103027.09+052455.0.

Il buco nero è stato osservato ad una distanza tale che ci

mostra la sua forma e comportamento a meno di un miliardo

di anni dal Big Bang,circa 0.9.

Un periodo incredibilmente giovane per il nostro universo.

La teoria attualmente in uso per spiegare l'evoluzione dei

buchi neri supermassicci prevede che essi si debbano trovare

all'interno di ragnatele di galassie e gas, in modo che vengano

"alimentati" in modo continuo per miliardi di anni.

Questa scoperta fornisce un'importante prova proprio in

questa direzione.

"I filamenti della ragnatela cosmica sono proprio come i fili

di una ragnatela. 

Le galassie si formano e crescono dove i filamenti si incrociano

e i flussi di gas - che vanno ad alimentare sia le galassie che

il buco nero supermassiccio centrale - possono scorrere lungo

i filamenti". Così ha spiegato il comportamento di questa

strana ragnatela Marco Mignoli,astronomo dell'INAF di Bologna

e principale autore di questa osservazione.

L'importanza della scoperta

Il problema principale è sempre stato giustificare la presenza

di questi enormi buchi neri in periodi così vicini al Big Bang.

Un buco nero supermassiccio può infatti avere miliardi di volte

la massa del nostro sole.

La giustificazione finora è stata trovata nell'evoluzione di stelle

primordiali, ma ancora non si capisce con precisione come sia

avvenuto il loro passaggio a buchi neri e poi la loro repentina

crescita.

Un'indizio importante risiede nella presenza di queste ragnatele

di galassie e gas, ma ancora non basta.

Se infatti si trovano queste ragnatele, viene spontaneo a sua volta

chiedersi come si sono formate.

La soluzione potrebbe arrivarequesta volta dalla presenza di 

materia oscura.

E' proprio quest'ultima che dovrebbe essere responsabile della

creazione di questa rete, che poi serve ad alimentare i buchi

neri nell'universo primordiale.

In questo video è presente un'animazione rappresentante

l'orbita delle sei galassie attorno al buco nero supermassiccio.

E' bene ricordare che questa struttura è grande 300 volte la

nostra galassia. Credits video: ESO/L. Calçad

La scoperta di questo buco nero con le sue galassie, è attualmente

al limite delle possibilità dei telescopi a Terra.

Barbara Balmaverde, coautrice dello studio e astronoma dell'INAF

afferma però che queste ragnatele dovrebbero essere molto

frequenti in questo periodo dell'universo.

Un progresso significativo potrà ora arrivare una volta attivato

il ELT (Extremely Large Telescope) dell'ESO, attualmente

in fase di completamento in Cile.

L'articolo completo: Web of the giant: Spectroscopic

confirmation of a large-scale structure around the z = 6.31

quasar SDSS J1030+0524. 

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e dell'esplorazione dello spazio.

 
 
 

Dallo spazio...

Post n°3272 pubblicato il 05 Ottobre 2020 da blogtecaolivelli

Fonte: articolo riportato dall'Internet

LA NASA SCOPRÌ GIÀ QUARANT'ANNI FA LA

FOSFINA SU VENERE? FORSE SÌ, E NON SE

NE ACCORSE

La NASA scoprì già quarant'anni fa la fosfina su Venere? Forse sì, e non se ne accorse

 1 Ottobre 2020, Ore 17:38

Mai come in questi ultimi mesi Venere sta

facendo parlare di sé: la potenziale scoperta

di fosfina sul pianeta infernale potrebbe

essere un segno di qualche forma di vita microbica.

Scavando negli archivi NASA però, si è scoperto

che alcune sonde avevano già dato risultati

simili, e nel 1978.

La sensazionale notizia pubblicata lo scorso

14 settembre dalla Royal Astronomy Society

 ha ancora una forte risonanza mediatica, 

per non parlare dell'impatto che ha avuto sulla

comunità scientifica, rivoluzionando il modo di

immaginare Venere ma anche creando diversi

scontri d'opinione sull'uguaglianza "fosfina=vita".

I ricercatori in questi casi hanno il fondamentale

compito di impegnarsi ancor di più e di portare

sempre più dati concreti agli occhi di tutti, non

importa se si patteggia per una o per un'altra

fazione.

È quello che hanno fatto sostanzialmente Rakesh

Mogul, un biochimico della California State

Polytechnic University, e i suoi colleghi: hanno 

scavato a lungo negli archivi NASA per riesumare

i dati raccolti dallaPioneer Venus Multiprobe (anche

conosciuta come Pioneer-13) cercando possibili

tracce di "elementi inusuali". Il loro studio è ancora

soggetto a revisioni esterne, ma può essere visionato qui.

"Dopo esserci consultati con i miei coautori, abbiamo

identificato gli articoli scientifici originali e abbiamo subito

iniziato a cercare composti di fosforo", ha dichiarato

 Mogul. I dati più promettenti - raccolti nel 1978 -

provenivano dallo strumento nominato "Neutral

Mass Spectrometer" (NMS), uno spettrometro di

massa neutro per misurare la composizione atmosferica

e delle nuvole venusiane.

Ai tempi, gli scienziati che analizzarono i dati raccolti

dalle sonde, non si focalizzarono sui composti di

fosforo (di cui la fosfina fa parte), anche perché lo

spettrometro di massa in dotazione al veicolo spaziale

era progettato per analizzare un diverso tipo di

sostanze.

Con la consapevolezza moderna però, i ricercatori

hanno ripreso quei segnali, e li hanno confrontanti

con la "firma" della fosfina, scoprendone 

un'incredibile somiglianza e determinando anche la

presenza di atomi di fosforo nell'atmosfera.

La squadra scientifica ha anche trovato indizi di altre

sostanze chimiche che, stando a ciò che si sa

sull'ambiente proibitivo di Venere, non dovrebbero

esistere naturalmente - sostanze come cloro, ossigeno

e perossido di idrogeno.

"Crediamo che questo sia un'indicazione di sostanze

chimiche non ancora scoperte, e/o di sostanze chimiche

potenzialmente favorevoli alla vita. Tuttavia, se si

considera l'abitabilità passata, attuale e futura di Venere,

avremmo bisogno di studi chimici e geologici più lungo

termine per comprendere le fonti di qualsiasi potenziale

anomalia chimica nelle nuvole."

Per portare ad una conclusione certa serviranno

molte più missioni spaziali, sperando che l'interesse

vivo che ha acceso la corsa marziana per così tanti

anni ora possa includere anche la corsa a Venere.

FONTE:SCIENCEALERT.

 
 
 

RAGNAROK.

Post n°3271 pubblicato il 05 Ottobre 2020 da blogtecaolivelli

Fonte: articolo riportato dall'Internet

"Farai e disferai in continuazione il

tessuto della tua vita, in attesa di trovare

la sola esistenza che ti possa appartenere

davvero".

MITOLOGIA NORRENA, CONCLUSIONE:

IL RAGNAROK

LA FINE DEI TEMPI...

Nell'escatologia scandinava il Ragnarok è

l'evento che segna la fine dei tempi: gli

Dèi si scontreranno con i giganti, in una

battaglia in cui entrambi moriranno

e il cielo e la terra bruceranno dopo la

guerra finale tra bene e male.

Non vi è nulla che gli Dèi possano fare

per impedirlo.

Il Ragnarok è anche il mezzo con cui

l'universo, ormai purificato, potrà iniziare

un nuovo ciclo cosmico.

Si tratta quindi di una fine ciclica del mondo,

a cui seguirà una nuova creazione, a sua

volta seguita da un altro Ragnarok, e così

via, per tutta l'eternità.

In altre parole, la creazione e la distruzione

sono come punti alle estremità opposte di

un cerchio, dove non si può raggiungerne

uno senza incontrare l'altro.

Il primo segnale che preannuncia il Ragnarok

è la morte di Balder: ucciso da Loki e costretto

a rimanere nel regno dei morti, obbliga gli

Dèi a fronteggiare il fatto di non poter

sfuggire al loro destino.

Nonostante il loro carattere divino, sono infatti

soggetti allo stesso fato degli esseri umani:

anche loro devono morire.

Questa consapevolezza non porta però alla

rassegnazione: anche se le loro azioni sono

vane contro il destino che li attende, Odino e gli

altri Dèi raduneranno comunque i più abili

guerrieri per la battaglia finale contro i giganti.

Il secondo segnale è la fine della civiltà e

dell'ordine nel regno degli uomini: essi hanno

dimenticato le loro tradizioni, ignorato i legami

di parentela provocando guerre fratricide

e si sono abbandonati a un profondo nichilismo.

La depravazione è rimasto l'unico ideale del

genere umano.

Verrà poi un inverno terribile, che non cederà il

posto all'estate per tre anni: piogge

torrenziali, venti e nevicate spaventose

tormenteranno il globo terrestre, ricoprendolo di

una densa ed impenetrabile coltre di gelo.

Il terzo e ultimo segnale è la scomparsa del

Sole e la Luna: i lupi Skoll e Hati, che dall'inizio

dei tempi inseguono Sol e Mati, riusciranno a

raggiungerli e li divoreranno, privando il mondo

della luce e facendo precipitare la Terra in una

tenebra eterna.

Contemporaneamente, tutte le stelle bruceranno

e cadranno dal firmamento, facendo vagare i

naviganti nell'immensità degli oceani in cui ogni

luce è ormai scomparsa.

La guerra quindi inizierà.

Tre galli annunceranno l'inizio del Ragnarok: uno

avviserà i giganti nello Jotunheim, un altro i morti

di Hel, e il gallo Víðópnir, dalla cima di Yggdrasil,

avvertirà gli Dèi.

Il grande albero, che contiene i Nove Mondi nei suoi

rami e radici, tremerà, scuotendo l'universo

con dei terribili terremoti che squarceranno

la Terra e distruggeranno intere montagne.

A quel punto tutte le catene si spezzeranno: Loki

e suo figlio Fenrir, il grande lupo, si libereranno

dalla lunga prigionia e vagheranno per il mondo

seminando morte e distruzione.

Anche il serpente del mondo, figlio di Loki, finora

confinato nelle profondità oceaniche, riemergerà

dalle acque, provocando maremoti, inondando

valli, sommergendo città e affogando migliaia di

uomini inermi.

La nave infernale Naglfar, il vascello costruito con

le unghie dei condannati nel regno degli inferi,

lascerà poi la spiaggia dei morti per trasportare

l'esercito del male.

Fenrir avanzerà a fauci spalancate: è diventato

così enorme e malvagio che la sua mandibola

superiore toccherà il cielo e quella inferiore poggierà

sulla terra, distruggendo tutto ciò che incontra.

Suo fratello, il serpente del mondo, prenderà

infine posto al suo fianco, diffondendo tanto

veleno da avvelenare tutta la Terra.

Guidati da Surt, il gigante che spazza la Terra

con la sua enorme spada infuocata, i sinistri

abitanti di Muspellsheim avanzeranno da Sud,

lasciando dietro di loro un inferno di fiamme,

e raggiungeranno Bifrost, il ponte arcobaleno

che conduce ad Asgardh, che crollerà sotto il

loro peso.

Preparandosi allo scontro finale, i signori del

terrore raggiungeranno allora la piana di

Vigrid, dove incontreranno i loro alleati naturali:

Loki, sfuggito alla sua prigionia, insieme ai

suoi mostruosi figli e a tutti coloro che erano

stati esiliati e imprigionati negli oscuri recessi

di Hel.

Tutto il male dell'universo si radunerà in quel luogo.

Contemporaneamente Heimdall, guardiano di Asgardh

e custode di Bifrost, chiamerà a raccolta gli Dèi

suonando senza sosta il suo corno: è un segnale che

gli Dèi conoscono bene, l'avviso che la guerra è

iniziata e che il loro destino li sta chiamando.

Odino, cupo in volto ma con il fuoco negli occhi, indos-

serà il suo elmo e, impugnando la sua terribile

lancia, chiamerà a raccolta i suoi campioni, gli

indomiti guerrieri del Valhalla, la cui fedeltà e

coraggio non sono stati intaccati neanche dalla

morte.

L'esercito appena radunato, una immensa distesa

di spade e armature, saluterà il padre degli Dèi,

che avanzerà insieme a tutti i suoi figli verso il

campo di battaglia che il destino ha stabilito per loro.

Non c'è paura nei loro sguardi: sanno che questa è la

guerra che porrà fine a tutte le battaglie, in cui

tutti gli eroi del pantheon norreno combatteranno

fianco a fianco contro i giganti e tutte le creature

del male presenti nell'universo.

Il loro unico desiderio è battersi valorosamente, fino

alla fine.

Odino non ha dubbi: punta subito il nemico più

terribile, il famelico Fenrir, che lo attende minaccioso

mostrandogli le enormi fauci spalancate, un inferno

di denti affilati.

Il mostro avrà però la meglio sul padre degli Dèi,

che verrà imprigionato tra le sue mandibole e

divorato.

Vidar, uno dei figli di Odino, accecato dalla rabbia,

affronterà la belva e, premendo un piede sulla

mascella inferiore e afferrando poi la mascella

superiore, frantumerà la testa del lupo, squarciandolo

e vendicando suo padre.

Thor, facendosi strada con i colpi micidiali del

suo martello tra le schiere dei giganti, affronterà

il suo nemico di sempre, il serpente del mondo,

così grande da cingere tra le sue spire il globo

terrestre.

La forza del Dio è incredibile, e dopo un lungo

combattimento riuscirà a fracassare la testa

dell'odiato serpente, che svanirà nelle profondità

del mare dal quale era comparso.

Tuttavia, indebolito dal veleno malefico, dopo aver

impugnato il martello e fatto nove passi, il Dio del

tuono crollerà al suolo, privo di vita.

Stessa sorte toccherà a Tyr, impegnato in una

lotta impari contro l'orrendo mastino posto a

guardia di Hel; allo stremo delle forze, riuscirà a

colpirlo a morte prima di spirare.

L'ultimo duello sarà tra Heimdall e Loki, che si

uccideranno a vicenda.

Prima di morire Heimdall riuscirà però a suonare

il suo corno per l'ultima volta, accasciandosi

sull'infuocato campo di battaglia con l'immagine

della fine dell'universo impressa negli occhi.

Il guardiano dell'arcobaleno sarà l'ultimo guerriero

a chiudere per sempre gli occhi quel giorno.

Molti Dèi soccomberanno e Surt, ormai padrone

incontrastato del campo, brucerà la Terra e farà

precipitare i nove mondi in un inferno di fiamme,

trasformando l'intero l'universo in una enorme

sfera incandescente e purificandolo da tutto il male

commesso quel giorno.

Infine, nel rovesciamento finale del processo

originale della creazione, la Terra, ormai devastata

dalla guerra più distruttiva mai avvenuta nella

storia dell'universo, sprofonderà nel mare bollente,

scomparendo lentamente sotto le onde:

improvvisamente, rimarrà solo il buio e il

silenzio perfetto del vuoto prima della creazione.

Il Ginnungagap tornerà a regnare ancora una volta.

...E UN NUOVO INIZIO

ll bene e il male si sono scontrati e insieme

hanno trovato la morte.

Non vi sono vincitori nel Ragnarok, il fuoco

ha il ruolo purificatore necessario per permet-

tere la rinascita.

Affinché un nuovo mondo possa nascere,

infatti, quello vecchio deve prima essere

distrutto.

Quando la maggior parte degli Dèi e

dei giganti saranno morti, è dunque predeterminato

che un nuovo mondo rinascerà dalle sue

ceneri: una nuova, sconfinata Terra emergerà

dall'acqua, bella e verde, le aquile voleranno di

nuovo e il grano tornerà a maturare in campi che

non sono mai stati coltivati prima.

Prima della battaglia di Ragnarok, un uomo e

una donna troveranno rifugio nel sacro albero

di Yggdrasil e, quando tutto sarà finito, usciranno

a vedere il nuovo mondo.

I due si ciberanno solamente di gocce di rugiada

mattutina e popoleranno di nuovo la Terra con

una numerosa progenie, diventando i creatori

di una nuova stirpe umana.

Alcuni Dèi sopravvivranno: Vidar, il figlio di Odino

che uccise Fenrir vendicando il padre, suo fratello

Vali, i due figli di Thor, Modi e Magni, che

erediteranno il martello del padre, Balder e suo

fratello cieco Hodr, che torneranno dal regno dei

morti.

Con la rinascita del mondo dopo il Ragnarok,

l'età d'oro degli Dèi norreni ritornerà.

I superstiti si recheranno a Idavoll,

la pianura lucente su cui sorgeva

precedentemente Asgardh, e tutti insieme

costruiranno lì le loro nuove e splendide dimore.

Balder ritroverà, tra l'erba dei nuovi prati, anche le

pedine degli scacchi degli Dèi ormai scomparsi.

I nobili guerrieri che avevano combattuto a fianco

degli Dèi durante il Ragnarok, morti per il bene

dell'umanità, continueranno a vivere nella gioia

delle sale di Gimle, la nuova dimora celeste,

dove avrebbero bevuto dell'ottimo idromele.

Invece, a Nastrond, la «riva dei cadaveri», i

malvagi soggiorneranno in un'immensa costruzione,

priva di qualsiasi bellezza, le cui pareti saranno

formate da serpenti che riverseranno il loro veleno

nel fiume che scorre attraverso la sala.

Per finire, anche se il lupo Skoll aveva privato il

mondo della luce poiché era riuscito a divorare

Sol, la bellissima bambina posta a guidare il

carro del sole, quest'ultima prima di morire

aveva partorito una splendida figlia, che

percorrerà nel cielo la stessa via di sua madre,

riportando così finalmente la luce e il calore nel

nuovo mondo.

 
 
 

RAGNAROK.

Post n°3270 pubblicato il 05 Ottobre 2020 da blogtecaolivelli

Fonte: articolo riportato dall'Internet

Ragnarok

 

L'ETERNA LOTTA
TRA IL BENE E IL MALE

"Cose grandi ci sono da narrare e molte.
E per prima che un inverno verrà, chiamato Fimbulvetr,
il grande inverno, allora turbinerà la neve da tutti i punti cardinali,
il gelo sarà grandissimo e aspri i venti.
Il sole non avrà più forza.
Tre inverni si seguiranno e fra essi non vi sarà estate.
Ma ad essi precederanno tre altri inverni..."

Il Ragnarok, la fine del mondo

Nella mitologia norrena è la battaglia finale

tra le potenze della luce e dell'ordine e

quelle della tenebre e del caos, in seguito

alla quale l'intero mondo verrà distrutto e

quindi rigenerato.

Il Ragnarök è noto anche come "Crepuscolo

degli Dei" e verrà preceduto dal Fimbulvetr,

un inverno terribile della durata di tre anni,

in seguito al quale avverrà lo sfascio di ogni

legame sociale e familiare, in un vortice di

sangue e violenza al di là di ogni legge e

regola.

I lupi Sköll e Hati che da sempre inseguivano

le Dee del Sole e della Luna finalmente le

raggiungeranno, divorandole e privando il

mondo della luce naturale, anche le stelle si

spegneranno.

Le creature del caos attaccheranno il mondo:

Fenrir il lupo verrà liberato dalla sua catena,

mentre il serpente Midgardsorm emergerà

dalle profondità delle acque, la nave infernale

Naglfar leverà le ancore per trasportare le

potenze della distruzione alla battaglia, al

timone il gigante Hrymr.

I Giganti del Fuoco cavalcheranno su Bifröst,

il ponte dell'arcobaleno, facendolo crollare,

Heimdall, il bianco dio guardiano, soffierà nel

suo corno, il Gjallarhorn, per chiamare allo

scontro finale Odino, le altre divinità, e i

guerrieri della Valhalla.

Nel grande combattimento finale ogni

divinità si scontrerà con la propria nemesi,

in una distruzione reciproca: il lupo Fenrir

divorerà Odino, che quindi sarà vendicato

da suo figlio Vidar, Thor e il Midgardsorm si

uccideranno a vicenda, e così Týr e il cane

infernale Garmr, l'ultimo duello sarà tra Heimdall

e Loki, quindi il gigante del fuoco Surtr,

proveniente da Múspellheimr, darà il mondo

alle fiamme con la sua spada di fuoco. 

 
 
 

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