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The Capatti's family MYTH: 'NINO' Alverino Capatti, an Italian pilot in a WWII;  photo from

the dedicated site Nino's Page  http://members.tripod.com/~Roberto_Lionello/nino/

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'la Gioconda della nonna Pia' (BC, '05)

per/da  http://www.mailartmeeting.com/monnalisa_project.htm

 

 

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Post N° 9

Post n°9 pubblicato il 03 Dicembre 2004 da bnetblog

 

 

GLI *ALTRI* ANNI OTTANTA DEL NOSTRO SCONTENTO

di Wu Ming 1

Ma lo volete davvero il revival anni Ottanta? Del mainstream anni Ottanta? Degli anni Ottanta....italiani? Nel nostro paese quel decennio fu "istituzione totale", campo di prigionia culturale.
Capisco chi all'epoca era bambino e, piu' che il periodo storico, rimpiange la propria infanzia. Tra chi ha piu' di trent'anni, tuttavia, non puo' esserci "memoria condivisa". O stai da una parte o stai dall'altra. Se sei nostalgico, vuol dire che stavi con Cecchetto, coi paninari, con l'oppressore.
Oppure sei un "compagno che sbaglia", come Boosta dei Subsonica. Il suo album solista con le cover di disco dance anni Ottanta ha un intento scherzoso ma evoca cose brutte.
Gli Eighties li ricordo bene. L'italo-disco per me non e' nulla di esotico, di ironico, stra-cult o che altro. E' la colonna sonora della dittatura.
Epoca anti-estetica, decennio dimenticato dallo Stile. Scomparse le basette. Giacche a due bottoni, spalle iper-imbottite, maniche rimboccate sopra il gomito. Capelli corti davanti e lunghi sulla nuca, libbre di gel.
Primo pomeriggio: "Saranno famosi" e Gerry Scotti piu' magro. Domenica sera: "Drive in". Comici insipidi, "il diciotto lo rifiuto", "ho cuccato una sfitinzia".Adolescenti in Italia negli anni Ottanta. "Costretti a sanguinare" si, ma per via dei maroni sbregati.
No, se proprio vi interessa il periodo, non e' cosi' che si fa. Ci ripropinate la cultura del potere e del conformismo. E le culture della resistenza?
Negli Eighties la resistenza ci fu eccome. Combattemmo la guerriglia culturale con quel che c'era, vecchi archibugi concettuali, chitarre da due lire, rozze fanzines spedite per posta. Usammo passato, futuro e apocalisse contro un presente che ci schiacciava.
Se davvero volete gli Eighties italiani, sforzatevi di capirli nella loro complessita', non riduceteli a monotona orgia di spaghetti dance, tappezzeria acustica per yuppies.
C'era l'hardcore punk: Negazione, Raw Power, Impact, CCM, Peggio Punx, Indigesti, Wretched, Contropotere.
C'erano il garage rock e il revival psichedelico: Sick Rose, Pikes in Panic, Monks, Steeplejack, Primeteens, Ugly Things, Peter Sellers & the Hollywood Party.
Sale-prove schermate coi portauova. Fanze e riviste autoprodotte: Punkaminazione, Decoder, Idola Tribus. La mail art, grande corrente sotterranea. I cofanetti di artistamps e pinzillacchere che mi spedivano Bruno Capatti o Franco Piri Focardi. C'erano persino emittenti pirata, come Radio detersivo a Ferrara. Trasmetteva da un appartamento di studenti greci. Costas e Phillis, chissa' dove siete adesso?
La meglio gioventu' degli Eighties si muoveva nelle nicchie, ma lenicchie erano tante, adiacenti, e le pareti porose.
Al recupero del peggiore sterco commerciale, contrappongo la riscoperta delle "opposizioni 80". Soltanto grazie ad esse tenemmo duro nel campo di prigionia, per infine uscirne vivi, e a testa alta.

 

 

Musica di Repubblica, giovedì 4.11.’04, pag. 54

 

Giap n.3, VIa serie - Che fine hanno fatto Costas e Phillis? - 12 novembre 2004

http://www.wumingfoundation.com/italiano/Giap/giap3_VIa.htm#eighties1

 

http://www.revolt.it/BLOG/

 

 
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