+++Confessione tra i singhiozzi in conferenza stampa:
''Volevo vincere anche sulla 20km. Non amo la marcia,
allenarmi per ore mi nauseava''+++.
(ASCA) - Roma, 8 ago - ''Nessuno sapeva che mi dopavo. Ho
preso questa decisione da solo ed io ho deciso di non dirlo a
nessuno, nemmeno alla mia fidanzata, semplicemente perche'
non volevo mettere nei guai nessuno''. Alex Schwazer scuote
la testa e scoppia in lacrime, a tratti singhiozzando, di
fronte alla platea di giornalisti giunti a Bolzano per
assistere alla prima conferenza stampa dell'ormai ex
marciatore azzurro dopo l'esclusione dai Giochi olimpici di
Londra.
''Ho fatto un grande errore - dice l'atleta -. E l'ho
fatto tutto da solo: sono andato in Turchia, ad Anatolia,
dove con 1.500 euro in farmacia si puo' comprare l'Epo senza
troppi problemi. Non chiedo riduzioni di pena, il doping per
me merita la squalifica a vita''.
''Quest'anno io volevo a tutti i costi vincere a tutte e
due le distanze. Sulla 50 km - prosegue - sono convinto che
avrei vinto anche senza doping, ma volevo conquistare anche
la 20 km, dove pero' nel finale sono necessarie
caretteristiche fisiche, come la velcita', che a me mancano.
Per questo mi sono dopato''.
Le parole piu' sentite sono rivolte alla fidanzata
Carolina Kostner: ''La cosa piu' difficile e' stato
mentirle.
Lei non sapeva niente. Aspettavo che andasse all'allenamento
per chiudermi in bagno e farmi l'inizione. E' stato
terribile. Io le avevo detto che le medicine nel frigo erano
vitamina B12. Aspettavo che Carolina andasse all'allenamento
per farmi l'inizione in vena. E vi assicuro che non ce la
facevo piu'''.
''Devo dire che queste tre settimane sono state quelle
piu' difficili della mia vita, perche' si dice sempre che con
il doping si va piu' forte, ma per me e' stata una mazzata,
perche' ho dovuto dire bugie.
Alzandomi alle 2, alle 3, perche' sapevo che dalle 6 in poi
sarebbe potuto arrivare un controllo antidoping''.
Il marciatore ha raccontato di aver ''iniziato con l'Epo
subito dopo il controllo doping del 13 di luglio. Il 29
luglio ho fatto l'ultima iniezione lo ricordo anche perche'
era il compleanno di mia madre. Sono tornato a casa per
prendere un documento necessario per le Olimpiadi''. Ma poi,
a sorpresa, e' arrivato il controllo: ''Il 30 hanno suonato
alla porta e io ero certo che fosse il controllo antidoping.
Potevo dire a mia madre di non rispondere o di dire che io
non ero in casa. Sarebbe stato un controllo mancato e non
sarebbe successo niente visto che se ne possono saltare due
all'anno - ha spiegato -. Ma non avevo piu' la forza di
mentire. E volevo solo che tutto questo finisse''.
Riguardo al dottor Michele Ferrari, Alex ha inoltre
precisato di averlo ''contatto nel 2009 per avere da lui
consigli tecnici, nient'altro. L'ho incontrato in tutta la
mia vita 5 o 6 volte. Mi ha dato dei consigli e mi ha fatto
delle tabelle di allenamento. Non ho mai preso niente da
Ferrari. Io ero pulito e le medaglie sono tutte pulite. I
test lo dimostrano perche' i valori non mentono: quando ho
vinto l'oro avevo valori ematici di un anemico. Ferrari non
l'ho sentito piu' dal 2011 da quando ho scoperto il casino
con i ciclisti'', ha chiarito infine l'atleta. Che ha anche
ammesso senza indugi di non amre il proprio sport: ''Non mi
e' mai piaciuto essere osannato per una singola prestazione.
Io ho parlato molte volte con Carolina (Kostner, ndr) e lei
ama il suo sport, lei pattina perche' le piace. Io invece
marcio perche' sono bravo ma non ho piacere ad allenarmi 35
ore a settimana. Quando pensavo che dovevo solo faticare per
ore mi veniva la nausea''.
''Domani - ha poi cocluso Schwazer - vado a Bologna a
ridare la pistola e il tesserino. La mia carriera e' stata
quetsa anche grazie ai gruppi sportivi. Io mi allenavo
tranquillamente. Facevo il mio lavoro. Ma lo stress e' stato
troppo. Quello che posso dire ai giovani: non vi dopate. Non
ha alcun senso, la vita e' tutt'altro''.