Cronache

Conoscersi meglio 3

Ancora un post per la serie conoscersi meglio. Questa volta ho scelto un post piuttosto datato, forse il terzo di quelli pubblicati; post che non mette molto in luce me stesso, quanto invece gli ultimi atti della mia famiglia di origine …

I vecchi

Mentre scrivevo il mio ringraziamento ai visitatori di questo blog, è passata in radio una vecchia canzone di baglioni ... forse non è molto nota ai più, ma  a mio giudizio è tra le più belle che abbia mai scritto .. una vera poesia, che qualche professore forse dovrebbe portare sui banchi di scuola.

Non nascondo che ogni volta che la sento, non poche lacrime si affacciano ai miei occhi ed è davvero dura tenerle dentro ... odio farmi beccare in flagranza di reato da moglie o figlie.

Ho perso i miei genitori qualche anno fa , persone adorabili e non perché non ci sono più... il primo ad andarsene fu mio padre “grazie” ad una cirrosi epatica, sviluppatasi in seguito ad un'epatite "C"  gentile omaggio della sanità italiana. Per un intervento all'epoca non banale come oggi e non eseguibile in laparoscopia, fu necessaria una trasfusione che si rivelò poi fatale per lui. Dopo un anno e mezzo lo raggiunse mamma; con lei la sorte non fu più benigna e non fece sconti: enfisema polmonare e tumore alla vescica. Non hanno certo chiuso la loro esistenza nel migliore dei modi. Eppure la vita li aveva già molto segnati ... cosa c'è di peggio per un genitore del sopravvivere ai propri figli? Non riesco ad immaginare nulla.  Loro ne hanno persi due (mio fratello all'età di 33 anni e mia sorella a 37) e non si sono mai ripresi, nonostante cercassero di regalare un sorriso all'unico figlio rimastogli (io) ed ai figli dei miei fratelli che hanno cresciuto come fossero loro.

Mi mancano tantissimo e vorrei aver fatto per loro ancor più  ...

Forse adesso potete capire il perché delle forti emozioni che suscita in me questa canzone della quale, anche a costo di tediare lo sfortunato visitatore, vorrei riportare un video ed il testo ...

I vecchi sulle panchine dei giardini

succhiano fili d'aria a un vento di ricordi

il segno del cappello sulle teste da pulcini

i vecchi mezzi ciechi i vecchi mezzi sordi

i vecchi che si addannano alle bocce

mattine lucide di festa che si può dormire

gli occhiali per vederci da vicino a misurar le gocce

per una malattia difficile da dire

i vecchi tosse secca che non dormono di notte

seduti in pizzo a un letto a riposare la stanchezza

si mangiano i sospiri e un po’ di mele cotte

i vecchi senza un corpo i vecchi senza una carezza

i vecchi un po’ contadini

che nel cielo sperano e temono il cielo

voci bruciate dal fumo e dai grappini di un osteria

i vecchi vecchie canaglie

sempre pieni di sputi e consigli

i vecchi senza più figli e questi figli che non chiamano mai

i vecchi che portano il mangiare per i gatti

e come i gatti frugano tra i rifiuti

le ossa piene di rumore e smorfie e versi un po’ da matti

i vecchi che non sono mai cresciuti

i vecchi anima bianca di calce contro luce

occhi annacquati dalla pioggia della vita

i vecchi soli come i pali della luce

e dover vivere fino alla morte che fatica

i vecchi cuori di pezza

un vecchio cane e una pena al guinzaglio

confusi inciampano di tenerezza e brontolando se ne vanno via

i vecchi invecchiano piano

con una piccola busta della spesa

quelli che tornano in chiesa lasciano fuori bestemmie e fanno pace con Dio

i vecchi povere stelle

i vecchi povere patte sbottonate

guance raspose arrossate di mal di cuore e nostalgia

i vecchi sempre tra i piedi

chiusi in cucina se viene qualcuno

i vecchi che non li vuole nessuno i vecchi da buttare via

i vecchi i vecchi se avessi un auto per caricarne tanti

mi piacerebbe un giorno portarli al mare

arrotolargli i pantaloni e prendermeli in braccio tutti quanti

sedia sediola ... oggi si vola ... e attenti a non sudare