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L'ALBA
E' già l'alba
e sono sveglio da un pò.
Il treno per Roma
ha annunciato, come sempre,
con un fischio sfiatato
il suo passaggio.
Tendo la mano verso di te
che con fare pigro
ti giri dall'altro lato del letto
e riprendi il tuo ... dormire.
Un altro giorno è cominciato
e lieto gli sorrido.
Roberto
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La musica per la prevenzione e la riabilitazione di ictus e infarto? La ricerca fa ben sperare!
Post n°435 pubblicato il 16 Luglio 2009 da bobo5501
Musica per ritemprare lo spirito, musica per scaldarci il cuore, musica per rilassarci dopo una giornata stressante … da anni la musicoterapia studia proprio quanto e come l’ascolto della musica possa influenzare lo stato d’animo delle persone e non solo. Infatti già parecchi anni fa fu osservato quanto significativamente ed in positivo l’ascolto prolungato di musica classica incidesse sulle quantità di latte prodotte dagli animali; osservazione che fu poi spinta anche sulle donne con risultati analoghi. Quindi oltre che sullo stato d’animo, la musica ha già dimostrato di agire in maniera diretta anche sull’organismo delle persone. Quanto invece possa essere profonda questa azione, ha cercato di verificarlo il professor Luciano Bernardi, associato all’Università di Pavia, con il suo team; per la ricerca sono stati coinvolti 24 soggetti sani (12 musicisti e 12 non) cui sono stati fatti ascoltare diversi tipi di musica classica con diversi ritmi e differenti volumi in cuffia. In tali condizioni sono stati controllati battito cardiaco, frequenza respiratoria, velocità del flusso arterioso ed elasticità dei vasi capillari, riscontrando sensibili differenze tra i vari parametri a secondo del tipo di musica ascoltata. A ritmi veloci corrispondevano aumenti della pressione e della frequenza cardiaca, mentre ritmi più rilassanti ne provocavano una netta diminuzione. Si potrebbe quindi ipotizzare il ricorso alla musica per controllare il flusso cardiovascolare e quindi ottenere un valido aiuto nella prevenzione o nella riabilitazione di ictus ed infarti. Certo è fantastico pensare che in un prossimo futuro sarà magari possibile tenere a bada parametri importanti quali la pressione arteriosa e la frequenza cardiaca ricorrendo alla musica (visto che i farmaci anche facendo benissimo il loro dovere, comportano sempre qualche controindicazione), ma (riecco il solito ma) nel contempo non posso non pensare a quelle persone ipertese o ipotese che alla luce di tale studio dovrebbero rivedere completamente i loro gusti musicali; infatti è facile immaginare che ai primi ascoltare un rock o un jive di certo non farà bene, come per i secondi ascoltare una dolce nenia. Ma di certo la ricerca troverà le giuste risposte per tutti ... nel frattempo godiamoci la musica a prescindere dal genere o dal ritmo, purché sia buona musica e pensiamo soprattutto a quanto sia d’ausilio per il nostro viver quotidiano!!! Fonte la rete |
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