Cronache

Un paio di settimane fa ho descritto in questo spazio l’addio dato ad un poco intenso, ma “sfizioso”, 2010 (motociclisticamente parlando) con una splendida gita in valle d’Itria ed oggi vorrei invece parlarvi  del benvenuto dato al 2011 con la prima uscita in moto dell’anno.

La giornata è stupenda e potrebbe essere facilmente scambiata con una di quelle tipicamente primaverili: il sole brilla in un cielo limpido ed illumina il mondo dandogli colori che di certo non appartengono all’inverno; solo la temperatura, ancora un po’ rigida, non ci fa scordare il periodo dell’anno in cui  effettivamente ci troviamo. Mi ero già sentito il giorno precedente con Pasquale per organizzare una bella uscita, per dare il via nel migliore dei modi ad una nuova stagione sulle due ruote, con la speranza che potesse essere un po’ meglio della precedente. Alle 10 Pasquale mi chiama per confermarmi la sua disponibilità e per dire che anche Angelo è dei nostri (l’amico Spartaco invece ha dato ancora una volta forfait) e suggerisce quale meta un paesino del materano più volte da noi visitato, ma completamente nuovo per Angelo: Montescaglioso.

Tale destinazione comporta ovviamente di fermarsi a pranzo fuori, cosa che considerato il mio malessere dei giorni precedenti, non è di certo indicata per me … ma, si sa, io sono votato al sacrificio e quindi ho accettato volentieri. Mentre mi preparavo, ho però pensato che una giornata così bella avrebbe meritato magari una meta “diversa” e così, tuffatomi nell’atlante del motociclista, ho individuato una destinazione alternativa che aveva  due validissimi motivi per essere raggiunta: primo perché si trova su un lago (oddio lago … un piccolo bacino di acqua dolce) e secondo perché non ci siamo mai stati … parlo del lago di Genzano (in Lucania).

Informo quindi Pasquale della mia idea, che condivide, e lui si premura subito di avvisare Angelo per modificare il punto di incontro (essendo tale destinazione in direzione sensibilmente diversa da Montescaglioso). Purtroppo Angelo si è già mosso da casa e non è raggiungibile sul cellulare … decidiamo così con Pasquale di raggiungerlo. Prima di muovermi da casa però (non so perché ma voglio andare vicino all’acqua e non in altura) mi dedico nuovamente all’atlante e scopro che, lasciando immutato il punto di incontro e senza fare troppa strada in più, potremmo raggiungere un’altra località mai visitata e che soddisfi le mie “voglie” odierne: il lago di Serra di corvo (sul confine tra le terre di Puglia e  Lucania).

Con notevole ritardo esco da casa per raggiungere Pasquale che di certo mi attende da una decina di minuti al primo punto di raduno. Quando arrivo lo trovo già “spogliato” delle principali dotazioni: casco, sottocasco e guanti (la temperatura rigida del primo mattino sta lasciando spazio ad un certo tepore). Dopo il saluto e lo scambio di auguri (per la prima volta dopo parecchio tempo abbiamo chiuso l’anno a veglioni diversi), con viso serio mi invita a guardare uno strano accumulo nero sulla forcella della moto: è polvere depositata su un leggero strato di olio … la diagnosi non è molto difficile, il paraolio della sospensione di destra si è rotto (la sfiga di inizio anno colpisce anche le nostre adorate compagne a due ruote). “Non so se proseguire” mi dice … ma subito aggiunge “Magari se non si andasse troppo lontano …”.

Insomma Pasquale è altruista al 200% e non vuole rovinarci completamente la giornata … decidiamo così di raggiungere Angelo per poi riconsiderare il da farsi. Riunito il gruppo e valutati i fatti, con un po’ di incoscienza (soprattutto da parte di Pasquale) ci rimettiamo in sella e considerata l’ora ed il posto dove ci troviamo (Palo del Colle direzione Altamura) decidiamo di proseguire verso Altamura fino ad incrociare la strada per Ruvo di Puglia, dalla quale fare il ritorno a casa, magari facendo una deviazione verso Gravina per un aperitivo (solo per i miei amici … io sono ancora convalescente). Alla prima indicazione per Ruvo  metto la freccia e proseguo, ma dopo un po’ di chilometri leggo delle indicazioni che mi lasciano perplesso. Al primo bivio decidiamo di prendere una strada piuttosto angusta (SP159 mi è rimasta impressa nella mente) che promette condurci a Gravina … l’idea dell’aperitivo prende forma nella mia mente, ma poi ripenso al mal di stomaco dei giorni scorsi e la scaccio via immediatamente.

Man mano che avanziamo la strada si inoltra in un querceto ed il manto è sempre più spesso ricoperto di un sottile strato di fango, che in alcuni punti in ombra è ancora fresco. Per fortuna il traffico sulla strada è praticamente inesistente, abbiamo incrociato solo una macchina ed un collega biker con una vecchia Bmw, e quindi possiamo procedere più sereni ma senza rinunciare ad una costante attenzione. Ad un certo punto la strada procede in salita fino a raggiungere la sommità di una dolce collina e dopo una curva a destra si apre alla nostra vista un panorama che cattura l’occhio. Siamo in piena Murgia e l’aspetto del terreno circostante lo testimonia ampiamente, ma il panorama di cui si può godere da questo punto di osservazione ha con esso aspetti fortemente contrastanti: si passa dalla vegetazione spontanea, che in questa zona è fatta per lo più di cespugli ed arbusti, ad ampie zone coltivate ed ancora a pinete di media estensione, ottenendo una mutazione dei colori che rende l’insieme accattivante. Qui scopro con mio grande dispiacere che sia le pile a bordo della fotocamera, che quelle che ho portato di scorta, sono scariche (promemoria per me: sgridare le figlie per aver rimesso a posto delle pile scariche senza avvisarmi) … ci siamo dovuti accontentare di scattare qualche foto con i cellulari.

Riprendiamo il cammino e ci avviciniamo ad una bella pineta che la strada costeggia per quasi tutto il suo perimetro. Qui la strada è perfettamente asciutta e priva di fango, ma a rendere meno agevole il viaggio sono l’immensa quantità di dossi dovuti ad un continuo rabberciare il manto stradale, unito a quantità industriali di brecciolina sparsi sull’intera unica carreggiata. Il mio pensiero è andato alla sospensione della moto di Pasquale, che certamentene stava soffrendo. Dopo qualche chilometro, raggiungiamo finalmente una strada, degna di tale nome e che collega Altamura a  Ruvo. Mentre si decideva se andare ad Altamura o a Gravina per “abbeverare” il “destriero zoppicante” di Pasquale, ricevo una telefonata “Buongiorno, sono Cinzia dell’Ospedale xxxxx, volevo informarla che potrebbe essere inserito subito nella lista dei prossimi interventi e che se fosse disponibile ci potremmo vedere giovedì prossimo per il pre-ricovero” … era una cosa che ovviamente mi aspettavo, ma dentro di me comunque speravo che tale momento arrivasse diciamo con maggior calma. Fornita la mia disponibilità, e senza intaccare il mio umore, mi sono rimesso in marcia con i miei amici e ci siamo diretti verso Altamura, perché distante solo 5 chilometri dal punto dove eravamo.

Soddisfatta la moto di Pasquale, abbiamo deciso di soddisfare anche i “cavalieri”. Entrando in paese avevo visto una caffetteria risto-pub, quindi ho proposto d i recarci lì. Giunti sul posto una piacente ragazza mora era sulla soglia immobile come una lucertola al primo caldo sole primaverile … avuta assicurazione che l’esercizio fosse aperto, abbiamo parcheggiato le moto e ci siamo messi in libertà. Varcata la soglia dell’esercizio ritroviamo la signorina sorridente e pronta a servirci … ma, riecco il malefico ma, la parte di esercizio aperta era quella che a noi non interessava e cioè la sola caffetteria. Congedatici, a malincuore ci siamo ribardati e grazie ad un flashback di Angelo, siamo andati ad una panetteria nei pressi dell’ospedale locale.

Ho varcato la soglia con la sola intenzione di fare compagnia agli amici per i miei ormai noti problemi, ma, stavolta il ma c’è ma non è malefico, una volta investito dagli odori e dallo spettacolo fornito da tutto quel ben di Dio messo in bella mostra, non ho saputo rinunciare ed ho fatto anch’io la mia parte. Preso un buon caffè in allegria, grazie alla complicità della ragazza che l’ha preparato ed alla partecipazione di un’avventrice, ci siamo recati in un giardinetto lì vicino a goderci il dolce tepore del sole.

Dopo una mezz’ora di relax, siamo rimontati in sella e grazie all’incoscienza di Pasquale, invece di fare subito rientro a casa (da Altamura a Bari c’è una strada dritta dritta e ben mantenuta), abbiamo ripreso la strada per Ruvo di Puglia che regala una buona dose di divertimento a tutti gli amanti delle due ruote.

Nonostante i guasti, i contrattempi e le non buone notizie ricevute, vedo comunque il bilancio della giornata positivo, ma spero però di poter presto riprendere la strada per raggiungere nuove mete in totale relax e divertimento.

A chi ha avuto l’infinita pazienza di arrivare sin qui, il mio plauso, la mia ammirazione e la mia gratitudine, nonché un caro saluto e l’augurio di buona giornata.