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Post N° 9

Post n°9 pubblicato il 27 Aprile 2008 da madflirt

 Il pericolo m’attrae.

Una voce dentro di me  mi fa rincorrere ciò da cui dovrei fuggire. Forse sono autodistruttiva o forse amo davvero il rischio. Si chiama follia. E io, seppure con un poco di vergogna, ogni tanto la intravedo e le sorrido. Benvenuta, le dico, ma lasciami appena puoi e senza farmi troppo male

 

Marek mi guarda compiaciuto. Lo so che è ancora attratto da me. E stasera con il mio top a farfalla e i jeans attillati lo faccio schioppare. Mi apre la porta del pub e il suo pene prende contro senza volere al mio jeans...posizione gluteo sinistro. Gli viene duro in un attimo. Io lo guardo e rido. Lui arrossisce. E’ strano; non dovrebbe essere cosi timido uno che adotta la corrente punk. Non che si vesta da punk, per fortuna, ma adora tale cultura e si circonda di amici con le creste. E stasera mi ha portata qua, al elephant head, ritrovo dei  punk di camden. Beviamo un paio di birre mentre ci raccontiamo di noi. Sarà un mesetto buono che non ci vediamo. Da quella notte che sono scappata da lui e dai suoi amici. Quella notte che la sua amichetta mi aveva detto di levarmi dai piedi. A sua insaputa, però.

“beh, io a quel punto ho capito che era la tua ragazza e me ne sono andata”

“ma secondo te???? E ti avrei invitata a casa mia? Per farti trovare la mia ragazza? Dai!”

“ eh si ma te la sei portata a letto no?

“ una volta, è stato un errore perche poi si è appiccicata. Anzi non volevo. E stata lei a infilarsi nel mio letto quando abitavamo a St. Hill”

“Eggià .....uomini. Siamo sempre noi donne che ci infiliamo. Magari vi stupriamo pure. E voi, poverini a subire! Ma dai!!!!”

“ Davvero, ho ceduto perchè era da quando avevo lasciato la Polonia che non facevo sesso. Ne avevo bisogno sono uomo. E tu mi istigavi sempre ma non me la davi!”

Ridiamo. In un certo senso qualcosa di vero c’è. Marek mi piaceva, baciava divinamente bene, e la sua sensualità animalesca mi attraeva ma mi respingeva allo stesso tempo. Pero farmi mettere fuori gioco da una polacca con la faccia da dragona non era stato molto appagante. Anzi, per poco non ci avevo pianto. Chissà perchè. Mentre lui cambia argomento e mi parla di non so che cosa, io addocchio il tipo al bancone che si sta avvicinando a noi. Anche lui mi guarda. Ha gli occhi azzurri, proprio come piacciono a me, è alto, vicino ai quaranta, capelli lunghi. Tatuato, jeans stracciati, t shirt bianca in pratica il look di uno appena uscito di galera. Si insomma, uno cosi. Mentre continua a guardarmi chiede qualcosa a Marek del tipo “vuoi della roba?”. Ecco fatto aggiudicato. E’ uno spacciatore. Marek gli dice di no e questo continua con le domande non distogliendo lo sguardo dalla sottoscritta: ma lei e la tua ragazza?”

“macche” rispondo io ridendo “sono sua cugina!” e il gioco è fatto. Si siede e ci offre da bere. Naturalmente il tipo inizia a farmi una corte spudorata, il che mi fa un certo piacere, non so se per il fatto che sono attratta da lui, o se invece per ripagare Marek e la sua dragona. Ma io in queste situazioni mi crogiolo. Marek ammutolisce, assiste al corteggiamento, io civetto con il nostro amico J.Fox. il nome vero non lo so e non lo sapro mai. Di fatto è cosi che lo chiamero sempre. O almeno per quel poco.

J. Fox e scozzese, vive in un quartiere a sud di londra. Hammersmith per la precisione, non male per uno spacciatore, e appunto con questa sua primaria attività ha modo di girare tutta Londra. Ogni sera un locale diverso. Stasera, mercoledi, e la domenica viene a Camden. Che fortuna ho avuto! Il destino. Dopo quasi quaranta minuti di conversazione piacevole, mi  sento una merda nei confronti di Marek e decido che è tempo di smetterla. Anche perchè il ragazzo (quello polacco) per quanto percettivo non ha ancora capito che sarebbe meglio piantarmi li con lo spacciatore. Anzi, io, al posto suo, lo avrei già fatto da un pezzo, per una questione d ‘orgoglio e d’onore (un po come  quando lo avevo lasciato con la sua amica polacca dragona) ma si vede che gli uomini sono piu cocciuti di noi donne.

“bene “dico “io e mio cugino ora ce ne andiamo. E’ stato un piacere j.Fox conoscerti. Spero di rivederti presto”

Insiste un poco per avere il mio numero di telefono. Naturalmente non glielo dò e con un gesto del tutto plateale getto il suo nel primo bidone della spazzatura all’uscita del locale, così, per fare un po di scena e per impressionare Marek. Il quale, incazzato per la serata, mi lascia con il broncio alla fermata del tram, quando io salgo del tutto appagata e gli faccio ciao ciao con la manina.

 

“non puoi farlo” mi urla Marylin alquanto allarmata  “a volte mi preoccupi Mary, perche sei intelligente, eppure hai queste uscite strane..,”

“dai marylinn piantala di urlare e dimmi se metteresti questo rossetto o quello beige. Senti ma mi vuoi aiutare o no con questi capelli? Daiiii”

“non c’e verso vero? Hai davvero intenzione di andare là?”

la guarda orgogliosa. Devo persino avere gli occhi che mi brillano. “si si si”

“vabbe, allora promettimi almeno che mi mandi un messaggio ogni dieci minuti per dirmi come stai”

“si si si”

“ e che non farai niente di non raccomandabile, che se lo incontri non gli dai il tuo numero ma ti limiti a chiacchierare ...

“si si si”

“ e che ....ohhh ma guardati! È tutta la settimana che mi stressi con sto J.Fox. Io non posso credere che ti sei cotta di uno cosi . Uno spacciatore. Magari è stato pure in galera...Deve essere una ossessione da pazzoide. “

“Gia, ma adesso fammi andare al pub. Con un po di fortuna lo ritrovo. E’ mercoledì finalmente! Ho aspettato tutta la settimana questo momento. Allora come sto???

Faccio una mini sfilata sui miei tacchetti a spillo e la mini. Non so se sono molto indicata per il tipo di pub da punk, ma di sicuro il non indicato non esiste a Londra.

Dico a Marylinn di non preoccuparsi e contenta come una pasqua mi avvio. Una delusione nel non vederlo. Mi siedo con la mia pinta vicino ad una finestra, in una angolo e mi metto a leggere un libro ma tengo sempre d’occhio la situazione. C’e chi guarda il calcio sullo schermo, chi chiacchiera, chi fuma. Io sono una povera ragazza sola con il suo libro. Un po do nell’ occhio non c ‘e che dire. Qualcuno tenta un gancio qua e la, ma dico che sto aspettando qualcuno. E lui non arriva. Ogni volta che si apre la porta ho un moto di speranza e il cuore sobbalza, ma rimango inevitabilmente delusa nel vedere che non è mai J. Fox ad entrare. Dove sarà? Non aveva detto che ogni  mercoledì viene qua? (a spacciare! È il suo lavoro no? Non può mancare!!!) Dopo mezz’ora di paziente attesa (e delle pagine che ho letto non ho capito na mazza) decido di chiamare Marilynn al colmo della delusione

“ohhh baby, ormai sono le dieci e non verra piu!!che sfiga!!!voglio piangere

“meno male “ dice lei dall altro capo del telefono, costretta ad una serata di lavoro extra e pure alle mia lagne

ma proprio in quel momento lo vedo. Ci metto un attimo a decifrare, è passata una settimana dal nostro incontro, e a dire il vero non sono molto fisionomista, potrei anche sbagliarmi. Invece è proprio lui. “oddio marilynn e qua ti saluto smack smack” e non ha fatto neanche in tempo a farmi altre raccomandazioni che io ho gia messo giu la comunicazione. J. Fox si dirige dritto da me, chiamato dal mio sguardo o  dalla mia minigonna. Si siede al mio tavolo senza neanche chiedermi il permesso e mi offre  un drink. Nel giro di due secondi siamo li a parlare e mi rendo conto che non si ricorda di me. O almeno credo. Non fa nessun riferimento a mercoledì scorso e mi chiede ancora il mio nome.  Sono delusa ma passo oltre.

“si dai ci siamo conosciuti mercoledi, ero con mio cugino” sorrido.

lui finge di ricordarsi e tutto torna a posto.

Non so che cosa mi piace di lui, in effetti non me lo chiedo. Forse gli occhi azzurri. O forse l ‘ironia. E’ un chiacchierone e anche questo mi affascina, ma di certo è abbastanza banale. Del resto non posso pretendere che si metta a parlare di filosofia in un pub pieno di punk. O forse dovrebbe?

Rimaniamo fino alla chiusura del locale, undici e mezza al solito, e ci sbattano fuori. Vorrebbe portarmi a casa sua, ma io mi rifiuto. Passeggiamo per le vie malfamate di Camden che invece e molto piu salutare. Addirittura osiamo un romantico azzardo lungo il canale, luogo frequentato da prostitute, delinquenti e spacciatori. Beh...per quest’ultima categoria ci siamo. In effetti giusto la settimana scorsa hanno trovato il cadavere di una prostituta fatto a pezzi. Bazzecole.

“non temere”mi dice “se qualcuno cerca di assalirci ho un coltello”

Perfetto. E rassicurata da tanto coraggio e organizzazione, mi lascio baciare vicino all’acqua che scorre, come nei migliori film. In effetti bacia bene. E’ coinvolgente. E’ sensuale. E’ animale. Un vero uomo insomma. Stiamo li per una buona mezz’ora a baciarci come adolescenti mentre nel buio ombre vagano, ci passano di fianco, ci ignorano (per fortuna) , qualcuno grida e noi non ci badiamo, fuori dal mondo e troppo presi da noi.

“dai vieni da me” mi supplica mentre camminiamo mano nella mano verso la casa di Marilinn.

“no, davvero, un ‘altra volta. Stanotte sto dalla mia amica, glielo avevo promesso.”

“ok, ma promettimi che ti rivedo presto”

Promesso. Un ultimo bacio mentre busso alla porta. Marilyn. Appare sollevata nel vedermi ancora viva e vegeta, saluta lo spacciatore con gentilezza ma appena gli chiude la porta alle spalle mi urla “ma cosa ti è venuto in mente di farti accompagnare a casa mia dallo spacciatore???? ma sei matta??????”

 
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