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Post N° 10

Post n°10 pubblicato il 27 Aprile 2008 da madflirt

Loving Ben (seconda parte)

Credo, ma non ne sono sicura che questa sarà la più bella serata di tutto l’anno. O comunque la SERATA per eccellenza, quella che verrà ricordata per mesi con piacere intenso anche e soprattutto a bilanciare i momenti di sconforto, tanto per ricordare che la vita è bella e comunque fatta di i ups oltre che di downs. Ed alla fine un momento di gioia basta a cancellare tanti momenti di tristezza.

Tutto coincide alla perfezione, il mio compleanno ed il primo concerto con la band. Ci siamo preparati tanto e questa è stata la nostra serata. Febbraio è arrivato e  Io sono pronta.. Mind you, sono arrivata in ritardo per via del trucco e Dixie, la mia bassista,  mi continuava a chiamare. Io, che non sono mai puntuale, volevo gustarmi ogni attimo prima dell’evento. Prolungare l’attesa per assaporare il cammino che ci porta alla vetta

 

Il pub era pieno zeppo di gente, la performance è stata grande: non abbiamo fatto errori, e sul quel palco mi sono sentita onnipotente. Questa è la mia strada, la gente guardava, ascoltava, ballava: è stato un successone. Ben presentava e continuava a fissarmi come è solito fare, ma stasera anche di più. Forse è per questo che anche Jason mi ha detto “quel ragazzo è innamorato di te, si vede lontanto un miglio” ed io ho riso perchè in effetti è l’esatto contrario, io sono innamorata di lui, e chi lo direbbe mai?  In tanti, dopo,  mi hanno offerto da bere, e con gli amici ho festeggiato fino a dopo la chiusura del pub assieme alla band e a Ben.  Eravamo un poco brilli quando siamo andati a prendere il bus. Se solo non ci fosse stato Carlo...Io poi l’avevo invitato a venire da me a dormire  più per gentilezza che per convinzione. E’ vero che abita a fuori Londra e casa mia è più vicina,  ma non mi aspettavo che mi prendesse sul serio e accettasse l’invito.  Peccato, mi sarebbe piaciuto restare sola con Ben per tutto il tragitto. Invece con Carlo di mezzo la magia era rotta. Non so neanche cosa ci siamo detti, Ben fa sempre certe allusioni, e magari è davvero convinto che ci sia una storia tra me e Carlo. Magari se non fosse il mio chitarrista avrebbe potuto anche esserci qualcosa, del resto ho sempre pensato che è un bel ragazzo e molto attraente, e neanche lui disdegna, a quanto pare.  Ma dato il nostro rapporto “professionale” abbiamo un chiaro  accordo sul come le cose devono andare. E su quello che  non si può fare. Le relazioni ed il sesso sono completamente proibite fra membri della band, per non parlare poi di quelle sentimentali.  E  un giorno, ripensandoci, tutti e due diremo ...peccato. Ma  la band viene prima di tutto.

Cosi Ben Cosh mi ha dato un bacio sulla guancia prima che scendessi dall autobus, augurandomi buon compleanno e un buon proseguimento del tutto allusivo.  E Carlo  ha dormito sul mio divano. Mentre io,  penso ancora a Ben Cosh.

 

Questa sera sono più eccitata del solito. Ho una sorpresa in serbo e il mio cuore batte  forte per questo. Martedì è pur sempre la serata per eccellenza, dato che i miei sentimenti per Ben  non sono cambiati ma semmai aumentati e io ne prendo sempre più coscienza. Mi piace parlare con lui, anche se spesso non so cosa dirgli. Tutti pensano che io sia aggressiva, ma quando sono innamorata divento timida, confusa, il cuore accelera i battiti e anche le guance prendono colore. Proprio come nei film, o nei cartoni animati...Heidi, ti sorridono i monti! E poi Arrivo al pub. Stasera non ho nessuno con me, nè amici, nè amiche, nè membri della band. Ben presenta la serata come sempre  e ogni tanto viene a farmi compagnia. Mi introduce ad un paio di suoi studenti,  perchè lui, oltre che cantare per passione, insegna matematica con passione, in un college a South London. E’ un ragazzo poliedrico. Sarà anche per questo che mi piace da impazzire. Mi viene seriamente da pensare a quanto diverse debbano essere state le nostre vite, la sua passata sicuramente tra studi di matematica e strumenti musicali, la mia...vabbè....un po’ più frivola e mondana. Percorsi diversi, ma l’importante non è il punto di congiunzione?

Ai suoi studenti piaccio molto, non so se la mia performance o la mia personalità, di fatto mi stanno attaccati e mi chiedono come mai io e Ben non stiamo insieme. Divento rossa e guardo lui che fa finta di nulla...ma è così palese che sono innamorata? In effetti la loro era una domanda del tutto innocente, e certo anche io mi chiedo il perchè  dato che sono sicura saremmo una coppia felice e perfetta. E arriva il momento della mia nuova canzone, appena scritta, inedita. Ben si offre di accompagnarmi al piano, gli spiego la melodia, gli dò gli accordi,  e senza averla mai sentita me la suona esattamente come deve essere ...bellissima... Ben, un genio del piano e io che canto col cuore   Perfetta  sintonia.

 

I want to walk with you

Under a rainy night

Thunders don t bother me

If you are on my side

And love can be the  truth ….but you don t know it……

 

Tutti ci guardano in silenzio. Una stupenda esibizione. Anche i suoi studenti ce lo confermano. Ben mi guarda un poco intimorito, forse ha paura delle conseguenze di tanto feeling.

Quando la serata finisce e lo saluto gli lascio lo spartito con la canzone

“questa l’ ho scritta per te e quindi  te la regalo” gli dico

mi guarda stupito.

“nessuno aveva mai scritto una canzone per me “Mi sembra quasi commosso o forse mi teme ancor di più. Non importa. Non ho nulla da chiedere e tutto da dare. Questo è amore

Ed è passato anche un altro martedì.

 

 

Primavera inoltrata, maggio e i suoi profumi di fiori anche in città. Sul cortile all’aperto del pub c’è soltanto una panchina dove io mi siedo e sorseggio il mio drink. Il marmo è freddo come freddo è il mio cuore. Non ho neanche più una lacrima ma soltanto una strana rassegnazione. Intravedo Ben dentro al pub che accorda la chitarra prima della sua gig. Sono venuta stasera a sostenerlo giusto perchè è sempre stato carino e mi sembrava corretto. La sua ragazza gironzola qua e là nel locale e anche nella mia testa. E’ comparsa dal nulla solo una settimana fa. Non l’avevo mai vista prima, forse per questo che per tutto l’inverno ho continuato a sperare e a restare irrimediabilmente innamorata di lui. Questa figura lontana, in Australia o dove cavolo era, un fantasma si sarebbe anche potuto sconfiggere così, ignorandola. E poi la fragilità di Ben, la mia consapevolezza che si, i suoi principi erano ferrei e difficili da sconfiggere, ma la sua attrazione per me era altrettanto forte. E lo sapevo, ogni momento che lo incontravo, lo sapevo quando mi guardava, quando mi parlava, quando facevamo qualche tragitto insieme. Come la sera di Natale,  quando sul treno la nostra conversazione si era fatta più intensa e mi sembrava che non volesse finire cosi, e gli chiesi di venire da me per un caffè e per continuare a parlare, mentre lui mi disse “non tentarmi, sai che non posso”  Uscendo dalla stazione del metro  mi chiedevo confusa che cosa avesse voluto  dire, se gli ero sembrata una che ci provava mentre in realtà volevo solo continuare quel dialogo bellissimo che si era instaurato. E immediatamente mi raggiunse un suo messaggio “so che sono uno stupido” buttandomi ancora piu certezze addosso. Perchè mi temeva cosi tanto? 

Oppure ancora quella sera che lo incontrai per caso alla gig di Matt,  e fummo tutti e due stupidi e timidi. Diverso era il martedi, quando sapevamo ci saremmo visti, ma così, all’improvviso, entrambi esternammo l’imbarazzo e la gioia.  E poi, superato lo shock con qualche drink e molte chiacchiere,  andammo di nuovo alla  tube assieme, assorti nella nostra conversazione assurda e strana. Giocammo a fare i buskers, lui a suonare con la chitarra, io a cantare e ballare. Eravamo due compagni e complici. Infine. Qunado arrivammo alla mia fermato lui mi bacio sulla labbra. Lievemente,  sfiorandole appena,  e toccandomi di nuovo il cuore.  Capirlo......Certo, il fatto di essere ebreo,   creava  discrepanze, ed io non ero certo il tipo di donna a cui poteva ambire. Si era fatto l’idea errata che fossi piena di aggressività sessuale e  che non sarebbe mai stato all’altezza. Chissà se davvero ci credeva a queste cazzate. Di fatto pero, io credevo a quello che sentivo ogni volta che lo incontravo, quella corrente elettrica che mi faceva rabbrividire ogni volta che ci sfioravamo anche solo per sbaglio.

E poi la fine, una sera come un altra. Un caso. Io e Carlo tornavamo a casa dopo le prove. Lui era con la sua ragazza, tornavano da un party. L’ho visto subito che era lui, già da lontano, mentre aspettava sull’ascensore che va ai treni alla stazione di Lambeth,  e si baciava con passione .E quando siamo arrivati vicini, prendendo lo stesso treno,  io non potevo crederci o non volevo. Abbracciati tubavano come due piccioncini. E in quei pochi minuti ho capito cosa vuol dire invidia. Avrei dato qualsiasi cosa per essere io al posto di quella ragazza mora che coi suoi occhi blu lo guardava adorante e lo poteva baciare. Ed invece io ero lì a guardare. Non so come ho fatto a non piangere mentre il  mio cuore si gelava. Non avevo parole, non avevo piu nulla. Solo un peso al posto che avrebbe potuto soffocarmi.  E da li, da quel momento Ben non è piu stato nulla. E’ finita cosi, con lui che stringeva un altra mentre si allontanavano, portando via pezzi del mio cuore.  E dentro me....Solo il vuoto.

E stasera qua, in questo locale, non riesco neanche a volergliene. La sua ragazza poi, oltre che carina è pure simpatica, vorrei trovarle anche solo un difetto e non ce la faccio. Bevo un altro goccio di alcool per ridere un po.

“ che fai al freddo?” mi chiede Ben che sbucato dal nulla mi ha raggiunta sulla panchina

Rido “medito prima della tua gig”

“Quel ragazzo con cui sei venuta.....l’ho già visto”

“ah si, Russ. Suona anche lui, sicuramente l’avrai incontrato in giro”

“state insieme?”

Che domanda stupida, mi viene da pensare. Lo guardo con stupore. C’è o ci fa? Dopo tutto quello che ho sofferto, tutto quello che ho gioito, dopo mesi (almeno sei o forse di piu) dove non ho guardato uomo, non ho sfiorato uomo, dove il mio solo pensiero e sentimento portavano un  nome, il suo, dove il mio cuore cosi vivo e pieno di sbalzi si muoveva sotto il vento della mia passione per lui,  ma davvero questa è l’ unica cosa che riesce a chiedermi?  Invece di:  Come ti senti adesso che hai visto lei? Come stai ora che sai per certo non ci sono più speranze?  Cosa farai senza i nostri martedì?

Non rispondo, ma gli sorrido. Un sorriso pieno di tristezza e di rassegnazione. Vedo i titoli di coda nella mia mente ancora sconcertata:  l’ultima volta che vidi Ben in una sera di maggio, su una panchina nel cortile all’aperto di un pub .....Mi alzo e vado via.

 

 

 
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