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Sono inquieta. E quando sono inquieta non se ne parla di dormire. Allora lo faccio. Certe cose non si decidono, si fanno e basta. Scendo quelle due rampe di scale e busso alla tua porta. Mi apri. Espressione sorpresa. "Prestami il tuo divano", stanotte da sola non riesco a dormire. Tu hai capito. Mi fai entrare. Una coperta, un cuscino. "Buonanotte". E finalmente dormo. Vado via di buon'ora, in silenzio. Ma non prima d'averti scritto due righe. Mi sembra appropriato.
"Grazie. Delizioso il tuo gatto. Anche a lui non ho dovuto spiegare nulla". |