..A SILVIA CADAMOSTI

Rallentamento

Non ero mai venuto a trovarti dove ti hanno messo; un po per pigrizia, un po per lontananza ma anche un po per non sentirmi ridicolo...

Una volta che ho l'occasione di farlo, e lo faccio, te non ti fai trovare...ma ti sembra il caso?

Mi sono girato tutta una metà del "luogo" cercando la tua foto o il tuo nome, provando nel contempo paura di riuscire nell'intento. Mentre ti cercavo provavo ad immaginarmi cosa avessero escogitato per rendere materiale il tuo "ricordo". Cercavo di immaginarmi un'icona che alla sola vista mi dicesse che, in parte, eri per forza tu ad essere lì. Ma porca miseria non ti ho trovata.

Passavano i minuti, i passi, i secondi di silenzio sottolineati dal cinguettio degli uccellini, i "ricordi" di persone sconosciute. Sarò stato in quel posto una decina di minuti interminabili, a vagare tra nomi di sconosciuti che hanno perso la vita come te e che come te hanno una loro personalissima storia e dei cari che tuttora li piangono.

Mi hai involontariamente costretto a leggere decine di nomi e scrutare decine di foto di persone di cui non avrei mai voluto saperne l'esistenza, ne terrena ne tanto meno ultra-terrena.

Sono entrato in quel luogo quasi spavaldo, convinto che da lì a breve ti avrei trovata e avrei fatto quello che mi sarei sentito di fare in quel momento: fissarti, oppure piangere, o non fare assolutamente niente e sentirmi in imbarazzo con me stesso perchè non abituato a confrontarmi con luoghi e situazioni del genere.

E invece passavano i minuti e non ti trovavo; ho incrociato circa tre signore che di sicuro compivano gesti rituali; si vedeva che periodicamente andavano a trovare i propri cari in quel luogo.

Io invece proprio no, ero un perfetto pesce fuor d'acqua che vagava in un posto triste, inconsapevole di poter chiedere ai guardiani dove "riposasse" la signorina Cadamosti Silvia...

O meglio, me lo immaginavo. Ma la sensazione di sentirmi rispondere qualcosa come "E' nel settore X posizione Y" con voce finto-compassionevole mi faceva venire il vomito. E quindi ho preferito affidarmi al caso; che come spesso accade porta sfiga.

Me ne sono andato con una sensazione molto vicina al rancore; perlomeno affranta. Ero quasi riuscito ad avere dinnanzi a me qualcosa di fisico/materiale che ti riguardasse e invece no: quel qualcosa non l'ho visto.

Ho solo fatto una scorpacciata di visi e nomi di persone sconosciute che non c'erano più, di tutte le età e di troppi bambini, anche se per fortuna erano in grande minoranza.

Pazienza, per ora senza troppa difficoltà sono costretto a dovermi accontentare di pensarti quasi ogni giorno.

Quando ricapiterà l'occasione di passare da quelle parti riprovo a cercarti. Tanto adesso ho avuto la soffiata di dove t'han piazzato, quindi non mi scappi.

E non mi scapperai mai.