Creato da: bruco.frettoloso il 18/09/2009
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oddioooooooooo!!! Un altro segno del destino? ;-)
Inviato da: hope.67
il 15/05/2010 alle 13:06
 
Dimmi , sono tutta.... orecchie hihihihih :-)
Inviato da: lucedeisensi_39
il 12/04/2010 alle 19:45
 
Luce.. fai la brava dai.. :-)
Inviato da: bruco.frettoloso
il 08/04/2010 alle 23:33
 
ciao eva un bacetto anche a te :-)
Inviato da: bruco.frettoloso
il 08/04/2010 alle 23:33
 
Si mi interessa molto!! hihihihih tocco ferro? ;-)
Inviato da: lucedeisensi_39
il 08/04/2010 alle 20:32
 
 
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VOGLIO UNA RIBALTINA

Post n°12 pubblicato il 10 Gennaio 2010 da bruco.frettoloso

 

 

 

Dovrebbe stare sotto alla scala, vedi , qui ci son le misure , ho fatto un disegno. Gli dissi che una ribalta sarebbe stata sprecata lì sotto alla scala. L’amavo già, Le proposi quel comò in mogano ed in acero occhiolinato. Sapevo che si sarebbe trasformato in una ribalta. Mentre la realizzavo, un troumò inglese di buona fattura era rrivato ad Ascoli. Quel giorno la visitammo da porta Tufilla,   non sapevamo che la calatoria di quel troumò in mogano di cuba aveva all’interno dell’acero occhiolinato, non sapevamo di quelle applique vendute a caro prezzo, non sapevavo che quel signore insegnava all’università. Lui non sapeva di noi. Le risate tremende erano lenite dalla serietà del nostro aspetto.Siamo di bella presenza, non c’è dubbio. Mi ritrovo con lei di nuovo. Erano lì da alcuni giorni, quelle chiavi. Le avevo prese per lei, perdendole da solo. Non c’era tempo di riprenderle, le lasciai lì dov’erano , fino a quando la sua mente di donna le trovò. Il travertino sbiancato dai recenti restauri riverberava l’illuminazione,  rendendo l’atmosfera ancor più bella se la vedevo riflessa nei suoi occhi.  Una lunga passeggiata , tra palazzi e piazze , larghi , vicoli, chiese,  sintesi perfetta tra architettura di stampo meridionale e architettura pontificia. Scarso l’uso del mattone, preponderante per ovvi motivi quello del travertino. Il materiale diventa una buona scusa per avere un linguaggio architettonico diverso da quello dei vicini , che parlano con il mattone,  ad Ascoli si ragiona e si parla monoliticamente. A lei è piaciuta. Dei cartelli che commentano, poco m’interesso. Ci riandremo, le stampe dobbiamo comprarle assolutamente. Non ci sono scuse quando la vedo vicino al quel torchio antichissimo che la sorprende delicatamente in un altro luogo,  credo in un ristorante  e mi chiedo quante cose si vedono e si toccano e poi si guardano in modo diverso altrove. Quel torchio lei lo vide dov’era. Una vite in legno di due metri, enorme . Lì con i soffitti crollati s’vavvitava verso il cielo, verso una luce prima negata. In un ristorante ha l’obbligo di attirare la’ttenzione, per i ritardi dell’oste. L’ho fotografata su quella vite. La mia vita fotografata con lei in quelle stanze che non saranno mai più come prima. Quel giorno i ritardi si accumulavano, ed io insieme al mio amico d’oriente arrivammo a notte fonda per portare la ribalta e piantare le palme. Non c’erano compromessi fin quando non giunse la mezzanotte. Al mattino da quel balcone le vidi floride e pensavo al mio amico sufista che mi chiedeva la sera prima  con gli occhi pieni di smarrimento se era il caso di piantare delle palme in una fredda sera di dicembre. Era il caso, come sempre. Risposi al caro Ibraim. Non è forse il caso che muove le cose del mondo? Caso mai fosse l’Uomo Dio ? Atteniamoci alle risposte mediterranee, Lei è mora.

Codicillo al passato, in data odierna.

La villa è chiusa!

Le sorprese che amo tanto fare con lei son casi disperati. Meglio non pensarle, meglio non metterle in atto, per colpa mia , per colpa sua,  si palesano autonomamente. Arriverò in questi giorni. Affretto la partenza in segreto. Lei ama giocare, così anch’io sto al gioco e mi scopre sorpresa!! Basita e confusa mi guarda mentre mi preparavo a riabbracciarla. Passano delle ore e arrivo alla Villa. Chiusa nonostante l’avessimo scelta per cenare. Arrivata tra le mie braccia  mi sento sdordito , mi passa la fame. Il villino che ci ospitò si legava al mio passato cos’ì come i minerali che le donavo luccicavano nei sui occhi. L’hOPALE  ti sta benissimo HOPE.

Il ritono in quella stanza confortevolissima  mi ha fatto capire quanto bello sia avere un corpo con un anima di cui nutrirsi. Tutto il tempo passato con lei non è altro che la mia vita.

 

 

 
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