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Ad un'Amica Speciale 3

Post n°30 pubblicato il 24 Novembre 2005 da bruno510

Quando si è in una situazione piacevole, sembra impossibile, ma il tempo vola; era ormai mezzogiorno e come sempre mi prese in giro per il mangiare, “Non hai fame”,”come sta il tuo stomaco?”; non sapeva che solo essere insieme a lei, vivere quel sogno mi aveva già saziato a sufficienza. Ci fermammo a mangiare in un ristorantino caratteristico con terrazza sospesa sul lago. Da lì si poteva ammirare quasi tutta la sponda veronese, giocavamo ad indovinare i paesi, a indicare le montagne e lei non ne indovinava una!. In sottofondo si udiva un radio locale che non appena iniziammo a pranzare tutto ad un tratto lui, il mito, “Eros” con “Ti vorrei rivivere”. Non so come mai, non so il perché, ma tutti e due iniziammo a lacrimare e guardandoci scoppiammo a ridere asciugandoci le piccole lacrime scese sul nostro viso….
Dopo pranzo passeggiammo, sempre abbracciati per il caratteristico paese di Limone, con le sue oreficerie in cui si fermava a guardare e sognare di indossare prima un braccialetto, dopo un’anello, dopo un’orecchino. Era ora di tornare verso Sirmione e, dopo qualche minuto, salpammo. Ci sedemmo sulla prua, vicini uno all’altro, ma la feci sedere in braccio di fronte a me. Il vento scivolava sui suoi capelli spettinandoli verso di me nascondendo i suoi occhi. Spostai con le mani i suoi capelli e le si avvicinò verso di me. Capii in un istante che ormai era ora, le sue labbra rosa, screpolate mi attiravano e delicatamente guardandola negli occhi, la baciai. Mentre la baciavo le mie mani scesero sulla sua schiena e tremando come una foglia la abbracciai e lei fece altrettanto con me provocandomi un brivido su tutta la schiena …….
Solo il fischio del battello ci staccò, fu un bacio lungo, intenso, serio e delicato, non volgare. Solo dopo qualche minuto di passeggiata l’uno staccato dall’altra di qualche metro ci guardammo, scoppiammo a ridere e ci ripresimo per mano, solo dopo alcuni minuti riuscii a strappare dalla mia bocca un “Come và?” e lei con il suo sorriso rispose “Benissimo”. Passammo dal sottobosco del parco e ci fermammo nel bar del parchetto dove due caffè ci volevano per forza. Seduti su di una panchina, sotto un faggio secolare, discutemmo di cosa sarebbe successo dopo questa indimenticabile giornata che stava per concludersi. Sapevo fin dall’inizio che il momento più difficile sarebbe stato questo e lo sapeva benissimo anche lei, che aveva sempre rifiutato il mio invito proprio per questo. In queste circostanze si avrebbe la voglia di fermare il tempo, di non tornare alla realtà, di rimanere incastrati nel sogno, ma tutti e due fortunatamente eravamo responsabili, tutti e due sapevamo fin dall’inizio che questa giornata ci avrebbe segnato per sempre ma che si sarebbe conclusa, sapevamo benissimo che erano solo dodici ore trascorse in un limbo fuori dal mondo reale. Ci incamminammo mano nella mano, un po’ amareggiati, verso il castello mentre i nostri sguardi si fulminavano. Passammo da un viottolo che sapevo finiva sul ponte levatoio, sopra una signora ci stava a guardare piena di gelosia da un balcone adornato di bouganville in fiore. C’erano solo ancora alcuni passi er tornare alla realtà e allora di scatto la presi e la strinsi fortissimo verso di me, la guardai e le dissi “Ti voglio bene, non mi dimenticherò mai questa giornata” . Rispose “Anch’io “ . Attraversammo il ponte levatoio ad un metro di distanza l’uno dall’altro. Salimmo in macchina e dopo qualche chilometro di silenzio iniziammo a parlare; era strano, sembrava di essere tornati da un’altra dimensione, come quando si scende da una giostra dei divertimenti di Gardaland. Discutemmo di come ora sarebbe stato il nostro rapporto, e stranamente, tutti e due ci sentivamo molto sicuri che dopo qualche giorno sarebbe tornato tutto come prima e che potevamo tranquillamente vederci in ufficio. Arrivammo al bar dove aveva lasciato la sua auto, la salutai e me ne andai.
Il giorno dopo le mandai un messaggio chiedendogli come stesse, e mi confessò di aver dormito poco la notte ma che ora stava molto meglio, in effetti non è che avessi chiuso occhio anch’io. Dopo un paio di giorni ci incontrammo, la salutai e dai suoi occhi capii che era tornato tutto come prima. Io iniziavo già a scherzare, e lei mi guardava scotendo la testa come per dire “che scemo”, già già era proprio tutto come non fosse successo niente. Feci un sospiro di sollievo vedendo la situazione normalizzata, mi restava solo un grande ricordo, un grande ricordo di una grande sola unica giornata della mia vita in cui un sogno divenne realtà.

Come ho già detto questo è un sogno di come avrei voluto una giornata assieme a Lei. In realtà la giornata c'è stata, molto simile a questa ma tremendamente più bella, intensamente più vissuta, una giornata della mia vita che sarà impossibile da cancellare, una giornta in cui un SOGNO è diventato realtà. Successivamente ci furono altre cinque giornate molto simili e poi, in comune accordo per paura delle conseguenze, la FAVOLA si è lentamente trasformata in quello che ora è tuttora agli occhi della gente e che noi due ci sforziamo a farla rimanere, una GRANDE AMICIZIA ma che dentro di noi tutti e due sappiamo che è frutto di una cosa più grande di noi, L'AMORE VERO.......

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Commenti al Post:
bella64_g
bella64_g il 26/11/05 alle 20:24 via WEB
whauuuuuuuuuuuu...quando in amore c'è anke amicizia tutto è davvero una favola...
(Rispondi)
volandfarm
volandfarm il 25/03/09 alle 02:57 via WEB
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