Creato da aliantelibero il 15/08/2008
ovvero il fratello dello scemo del villaggio

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L'intento di questo blog è di far conoscere da un punto di vista "altro" il mondo della malattia mentale e del disagio psichico. I contenuti del blog, in bilico fra cronaca quotidiana, letteratura scientifica e presunzione letteraria affronteranno con ironia e creatività, ma pur sempre con serietà e correttezza i temi più vari che attengono alla vita delle persone con disagio psichico e i loro familiari.

I contenuti e le immagini non intendono offendere nè stigmatizzare persone con disagio psichico o loro familiari. Termini crudi e forti sono usati, e talvolta abusati, non per connotare le persone in condizione di disagio psichico, ma per sottolineare e stigmatizzare precisi luoghi comuni e stereotipi sociali di cui è spesso intriso il linguaggio e il pensiero corrente

Il blog non pretende di far divulgazione nè scientifica nè di altra natura, ma offre solo le riflessioni e gli sfoghi di una persona che nel mondo della malattia mentale, per professione e per affetti familiari, ci vive ogni giorno.

Il personaggio narrante è frutto di pura fantasia e tutte le vicende narrate, devono intendersi fortemente romanzate, senza alcun riferimento intenzionale a persone reali... in quanto ai fatti, quando sarà necessario i riferimenti saranno seri e circostanziati e sotto stretta responsabilità dell'autore.

 

Foto e video pubblicati su questo blog, laddove reperiti sulla rete, sono utilizzati in perfetta buonafede e con l'intento di divulgare un messaggio sociale di promozione dell'integrazione.

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Non si diventa "scemo del villaggio" per diritto di nascita

Post n°2 pubblicato il 15 Agosto 2008 da aliantelibero
 

Si può nascere idioti, o ci si può diventare  per vicissitudini varie



Ma tutto questo non basta per diventare ufficialmente lo "scemo del paese"

Questo è un processo un po’ più
complicato.

Ha i suoi percorsi, le sue tappe, le sue regole e la sua buona
gavetta.

Non è che uno possa assurgere a rappresentante di un ruolo così
importante nella vita della comunità senza avere delle buone credenziali…



E così, come il caro vecchio Piaget, da
buon svizzero qual’era, ha dedicato la sua cara vita a delineare, con accurata
scientificità gli “stadi” attraverso cui un bambino via via si trasforma in un
buon essere sociale, così io, ho consumato il mio tempo a
capire come un semplice Ritardato possa diventa un buon Scemo del Villaggio

 
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Commenti al Post:
occhiodivolpe
occhiodivolpe il 15/08/08 alle 21:36 via WEB
interessante ... ma lo scemo del villaggio nn era cmq 'adottato' dalla comunità in un ruolo che lo definiva ? qche volta era un po' preso in giro ma nn era scansato , era partecipe della vita sociale ... oggi mi sembra che certe persone siano isolate , o ancora peggio , violentemente aiutate e vezzeggiate da 'brave persone' , e sembra che servano a chi le aiuta piuttosto che il contrario ... leggerò :) ciao , e.
(Rispondi)
 
aliantelibero
aliantelibero il 16/08/08 alle 14:08 via WEB
grazie per la tua attenzione e per il tuo commento. in questo blog, per la maggior parte delle volte esprimerò più che altro mie opinioni, con poca pretesa di scientificità, e soprattutto provocazioni, seppur sempre nel rispetto di una veridicità di fondo. più che altro credo, c'era un diverso concetto di comunità, sicuramente più aperta e come tale, nel bene e nel male, più a contatto con tutti. giustamente come dici tu, oggi siamo in una dimensione più individualistica e le porte di casa, anche nei piccoli borghi sono sempre chiuse, a differenza di poche decine d'anni fa, e questo fa si che la dimensione sociale, non più spontanea di queste persone, venga istituzionalizzate, e troppe volte commercializzata
(Rispondi)
cicala_parlante
cicala_parlante il 16/08/08 alle 12:26 via WEB
benvenuto!seguirò anche io.;)
(Rispondi)
 
aliantelibero
aliantelibero il 16/08/08 alle 14:08 via WEB
grazie per il tuo benvenuto
(Rispondi)
 
 
cicala_parlante
cicala_parlante il 16/08/08 alle 15:02 via WEB
si però sta fermo non cambiare sempre grafica :D
(Rispondi)
aliantelibero
aliantelibero il 16/08/08 alle 15:38 via WEB
sono un tipo inquieto... e pure informaticamente imbranato :-D
(Rispondi)
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LA FAMIGLIA BUONOFIGLIO

Amerigo Santacroce… mio fratello.

Uno dei tanti nati verso la fine degli anni 60, quando i parti si facevano in casa e il nascituro doveva affidare la sua sorte nelle mani di qualche buona praticona...

Lui non ebbe culo: una banale complicazione, una levatrice leggermente impreparata, un principio di embolia che blocca l’afflusso d’ossigeno al cervello e… buona notte al secchio…

Ecco dunque a voi, signore e signori l’iperbolica genesi dell’attuale detentore del titolo di “scemo del villaggio” di questo ameno borgo del sud Italia.


Io.. io sono Adalberto.

Adalberto Buonofiglio per la precisione. Figlio di secondo letto di mia madre. Potete tranquillamente risparmiarvi l’ironia a buon mercato sul mio nome: la conosco da quando sono nato. Per l’esattezza 7 anni dopo. In ospedale questa volta, a scanso di equivoci…


PierManfredo Santacroce, padre d’Amerigo era un artista di quelli che la critica colta ama chiamare “eclettico”. La gente comune, più grossolanamente, “svitato”. Di origine geografica ignota, girovago fin dall’adolescenza, la leggenda narra che non abbia soggiornato in un luogo mai più a lungo di 3 anni consecutivi.

Il matrimonio e la convivenza con mamma non contraddissero questa regola. Si racconta infatti che all’alba del mille e dodicesimo giorno di stanzialità nel nostro paese raccolse i suoi vestiti ed i suoi silenzi lasciando come ricordo di se un letto vuoto, un amore interrotto ed un figlio che era il giusto frutto di cotanto genitore.


Di Antonio Buonofiglio, mio padre c’è poca storia da raccontare… Buon uomo senza arte e senza dote. Semplicemente l’unico partito per rimediare alla “bianca vedovanza” di mia madre


Su Maddalena Santacroce Buonofiglio, angelo del focolare di questa nostra laconica famiglia, concedetemidi conservare un devoto silenzio, ché gia troppe son le parole spese su di lei…

 

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