Creato da aliantelibero il 15/08/2008
ovvero il fratello dello scemo del villaggio
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I contenuti e le immagini non intendono offendere nè stigmatizzare persone con disagio psichico o loro familiari. Termini crudi e forti sono usati, e talvolta abusati, non per connotare le persone in condizione di disagio psichico, ma per sottolineare e stigmatizzare precisi luoghi comuni e stereotipi sociali di cui è spesso intriso il linguaggio e il pensiero corrente
Il blog non pretende di far divulgazione nè scientifica nè di altra natura, ma offre solo le riflessioni e gli sfoghi di una persona che nel mondo della malattia mentale, per professione e per affetti familiari, ci vive ogni giorno.
Il personaggio narrante è frutto di pura fantasia e tutte le vicende narrate, devono intendersi fortemente romanzate, senza alcun riferimento intenzionale a persone reali... in quanto ai fatti, quando sarà necessario i riferimenti saranno seri e circostanziati e sotto stretta responsabilità dell'autore.
Foto e video pubblicati su questo blog, laddove reperiti sulla rete, sono utilizzati in perfetta buonafede e con l'intento di divulgare un messaggio sociale di promozione dell'integrazione.
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almeno per una sera,
una,
una sola,
ad abdicare dal ruolo di fratello del matto e,
in generale,
dal ruolo di difensore della categoria?
il diavolo fa le pentole
ma non i coperchi
né casa di signore
dove non ci pisci il muratore
insomma,
mettetela come vi pare, ma il fatto è che,
causa, quella sera in cui
al tavolo della tua cena siede un'operatrice
volontaria del 118 che racconta,
partecipazione,
Vorrei mi credeste però...
Io ci ho provato davvero a soprassedere...
son stato zitto anche se lo stomaco mi si contorceva come un serpente
birmano quando l'infermierina raccontava di quanto possano esser
comici certi matti con le loro strambe follie, come quella che
aveva incellophanato tutta casa per schermarsi dalle radiospie della Cia
son stato zitto anche se il serpente birmano mi s'era attorcigliato al
fegato smozzicandolo senza pudore, quando l'infermierina raccontava di
quanto eccitante fosse sedare e ammanettare i matti per portarli
all'ospedale
son stato zitto anche se ormai il serpente birmano finito il fegato
s'era aggrappato al petto e spolpato il cuore, quando l'infermierina
raccontava che se solo uno di quei matti le avesse mai messo una mano
addosso, l'avrebbe lasciato li secco per strada, altro che ricovero e
cura...
ma... tutto ha una fine... e se...
a me, i matti non son gente da starci di fronte, ma solo dietro o al
massimo a fianco perchè quando meno te l'aspetti ti fanno la festa..."
anche il serpente birmano si ferma dal suo lavoro certosino di erosione della tua pazienza e
solo per una misera porca sera,
null'altro che
Adalberto
solo figlio,
nè buono,
nè fratello;
T.S.O sta per
Trattamento
Sanitario
OBBLIGATORIO
TSO sta per:
"tu
stai male
d'un male cane
di quel male che nessuno può capire
e ti brucia l'anima
e i pensieri
e il mondo intorno
e fa ancor più male
star male e non esser capito...
tu stai male
di quel male cane
e vorresti star meglio
e per farti star meglio
vengono a prenderti da casa...
dalla tua casa
vengono gli infermieri
e
vengono i vigili
e vengono i carabinieri e,
nell'umiliazione totale di una contenzione
forzata
davanti ai tuoi cari
davanti ai tuoi vicini
davanti ai curiosi
tu stai male
e loro ti sbattono su un'ambulanza
psicofarmacizzato
e talvolta ammanettato
tu stai male
e ti
chiudono per sette giorni
e poi altri sette
in reparto psichitria
senza poter uscire a prendere un cavolo di caffè
senza poter vedere qualcuno che non sia un
dottore o un infermiere
e se poi gli gira pure storta ti ritrovi legato ad un letto
come è successo giusto un mese fa alla vecchietta di 80 anni di Bari
che ci è morta legata a quel letto
tu stai male
e quelli ti segnano per tutta la vita
perchè
se hai
subito un
trattamento
sanitario
(?!?!?!? ma cosa cazzo c'è di sanitario nell'esser legato e rinchiuso e psicofarmacizzato?)
obbligatorio
sei marchiato
e perdi il
diritto al lavoro perchè sei esonerato da tutti i posti pubblici
e
perdi il diritto alla genitorialità perchè sei inaffidabile e
pericoloso per te e per le persone che ti sono vicine
e tutto questo... solo perchè...
PERCHE' STAI MALE"
ad un matto ci devi star di fronte...
CI DEVI STAR DI FRONTE
perchè solo guardandolo negli occhi puoi capire il dolore sordo che gli mangia l'anima e solo capendo quel dolore puoi capire che è una persona... una persona che STA MALE e che quella sua "violenza" del momento è solo l'urlo lacerato di quel dolore che chiede di esse lenito...
L-E-N-I-T-O
L--E--N--I--T--O
NON PUNITO
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LA FAMIGLIA BUONOFIGLIO
Amerigo Santacroce… mio fratello.
Uno dei tanti nati verso la fine degli anni 60, quando i parti si facevano in casa e il nascituro doveva affidare la sua sorte nelle mani di qualche buona praticona...
Lui non ebbe culo: una banale complicazione, una levatrice leggermente impreparata, un principio di embolia che blocca l’afflusso d’ossigeno al cervello e… buona notte al secchio…
Ecco dunque a voi, signore e signori l’iperbolica genesi dell’attuale detentore del titolo di “scemo del villaggio” di questo ameno borgo del sud Italia.
Io.. io sono Adalberto.
Adalberto Buonofiglio per la precisione. Figlio di secondo letto di mia madre. Potete tranquillamente risparmiarvi l’ironia a buon mercato sul mio nome: la conosco da quando sono nato. Per l’esattezza 7 anni dopo. In ospedale questa volta, a scanso di equivoci…
PierManfredo Santacroce, padre d’Amerigo era un artista di quelli che la critica colta ama chiamare “eclettico”. La gente comune, più grossolanamente, “svitato”. Di origine geografica ignota, girovago fin dall’adolescenza, la leggenda narra che non abbia soggiornato in un luogo mai più a lungo di 3 anni consecutivi.
Il matrimonio e la convivenza con mamma non contraddissero questa regola. Si racconta infatti che all’alba del mille e dodicesimo giorno di stanzialità nel nostro paese raccolse i suoi vestiti ed i suoi silenzi lasciando come ricordo di se un letto vuoto, un amore interrotto ed un figlio che era il giusto frutto di cotanto genitore.
Di Antonio Buonofiglio, mio padre c’è poca storia da raccontare… Buon uomo senza arte e senza dote. Semplicemente l’unico partito per rimediare alla “bianca vedovanza” di mia madre
Su Maddalena Santacroce Buonofiglio, angelo del focolare di questa nostra laconica famiglia, concedetemidi conservare un devoto silenzio, ché gia troppe son le parole spese su di lei…
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