Creato da aliantelibero il 15/08/2008
ovvero il fratello dello scemo del villaggio
|
I miei link preferiti
PICCOLA NOTA
I contenuti e le immagini non intendono offendere nè stigmatizzare persone con disagio psichico o loro familiari. Termini crudi e forti sono usati, e talvolta abusati, non per connotare le persone in condizione di disagio psichico, ma per sottolineare e stigmatizzare precisi luoghi comuni e stereotipi sociali di cui è spesso intriso il linguaggio e il pensiero corrente
Il blog non pretende di far divulgazione nè scientifica nè di altra natura, ma offre solo le riflessioni e gli sfoghi di una persona che nel mondo della malattia mentale, per professione e per affetti familiari, ci vive ogni giorno.
Il personaggio narrante è frutto di pura fantasia e tutte le vicende narrate, devono intendersi fortemente romanzate, senza alcun riferimento intenzionale a persone reali... in quanto ai fatti, quando sarà necessario i riferimenti saranno seri e circostanziati e sotto stretta responsabilità dell'autore.
Foto e video pubblicati su questo blog, laddove reperiti sulla rete, sono utilizzati in perfetta buonafede e con l'intento di divulgare un messaggio sociale di promozione dell'integrazione.
Chiunque possa vantare diritti di proprietà o di utilizzo del materiale citato, e si ritenga leso dall'uso del materiale in oggetto, può richiederne l'immediata rimozione utilizzando uno qualsiasi dei canali di contatto con l'autore
Area personale
Tag
Menu
I miei contatti
MSN/mail:
luca310@email.it
Facebook:
https://www.facebook.com/spagnololuca
Flickr:
http://www.flickr.com/photos/lspagnolo/
I miei Blog Amici
« nella terra dei ciechi l... | Le parole del dopo » |
Ciao Giovanni.
Sono statta bene con te. Continua a proteggermi da dove stai.
Ti Baccio
Come in trance guardavo la penna scorrere su quel foglio. Parole vergate con una calligrafia incerta, tremolante.
Mi ha chiesto di rileggere e di dirle se aveva scritto bene.
Non me la sono sentita di farle un appunto su quelle doppie in più
Orgogliosa di aver scritto bene, ha poi ripiegato il foglio e me l'ha dato.
Mi ha detto di darlo a suo fratello se l'avessi visto prima di lei.
Giovanni era l'Adalberto del villaggio vicino.
Un piccolo grande eroe quotidiano dal cuore immenso.
Tremo di rabbia e sgomento mentre scrivo queste parole, senza nessuna voglia di fare letteratura.
E mentre scrivo, un telegiornale racconta la tragica storia di ordinaria violenza familiare che ha stroncato la giovane vita di Giovanni. Ma alla voce asettica della cronista, nei miei pensieri si sovrappone la voce pacata e arresa di quell'angelo infranto della sorella che, solo pochi minuti prima, stringevo in un impotente abbraccio.
Il racconto asciutto, stremato, di chi c'era.
Il racconto della rabbia alcoolica, consueta ormai, di un padre malato, abbattuto dalle difficoltà della vita, minato nella consapevolezza di se stesso.
Il racconto dell'alterco, ormai quotidiano e conosciuto da tutto il mondo intorno (ma sempre sottovalutato), con la madre, donna spezzata da pesanti problemi di salute, intemperante e impaziente, incapace forse di mediare e cercare tranquillità.
La paura delle botte, purtroppo non ingiustificata.
E poi Giovanni, l'eroe che interviene e in qualche modo riesce a ricomporre un sempre troppo fragile equilibrio.
Ma stavolta l'eroe non c'è l'ha fatta.
Stavolta, da chissà dove, nelle mani di quel padre c'era un coltello e nelle sue vene molto più alcool del solito.
Poi c'è il racconto dell'urlo lacerato e lacerante. Degli occhi sbarrati e increduli. Del sangue che sgorga, che sporca il pavimento e le mani. Quelle mani che mostra e guarda tremando.
E' difficile trattenere le lacrime, ascoltandola, ma occorre...
finalmente è riuscita a trovare un labile equilibrio che la tiene sospesa dal precipitare nel più tremendo degli inferni.
Occorre essere forti per lei... insieme a lei.
Soprattutto ora che non c'è più il suo angelo protettore.
Le sfioro il viso con una carezza. Quel viso che d'un tratto si illumina di un breve fugace sorriso di orgoglio. Non l'ho scritto, dice, ma diglielo a Giovanni quando gli porti il biglietto.
Diglielo che sono forte io e che alla mamma gli starò sempre vicino.
Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso |
https://blog.libero.it/buonofiglio/trackback.php?msg=11005356
I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
Nessun Trackback
|
LA FAMIGLIA BUONOFIGLIO
Amerigo Santacroce… mio fratello.
Uno dei tanti nati verso la fine degli anni 60, quando i parti si facevano in casa e il nascituro doveva affidare la sua sorte nelle mani di qualche buona praticona...
Lui non ebbe culo: una banale complicazione, una levatrice leggermente impreparata, un principio di embolia che blocca l’afflusso d’ossigeno al cervello e… buona notte al secchio…
Ecco dunque a voi, signore e signori l’iperbolica genesi dell’attuale detentore del titolo di “scemo del villaggio” di questo ameno borgo del sud Italia.
Io.. io sono Adalberto.
Adalberto Buonofiglio per la precisione. Figlio di secondo letto di mia madre. Potete tranquillamente risparmiarvi l’ironia a buon mercato sul mio nome: la conosco da quando sono nato. Per l’esattezza 7 anni dopo. In ospedale questa volta, a scanso di equivoci…
PierManfredo Santacroce, padre d’Amerigo era un artista di quelli che la critica colta ama chiamare “eclettico”. La gente comune, più grossolanamente, “svitato”. Di origine geografica ignota, girovago fin dall’adolescenza, la leggenda narra che non abbia soggiornato in un luogo mai più a lungo di 3 anni consecutivi.
Il matrimonio e la convivenza con mamma non contraddissero questa regola. Si racconta infatti che all’alba del mille e dodicesimo giorno di stanzialità nel nostro paese raccolse i suoi vestiti ed i suoi silenzi lasciando come ricordo di se un letto vuoto, un amore interrotto ed un figlio che era il giusto frutto di cotanto genitore.
Di Antonio Buonofiglio, mio padre c’è poca storia da raccontare… Buon uomo senza arte e senza dote. Semplicemente l’unico partito per rimediare alla “bianca vedovanza” di mia madre
Su Maddalena Santacroce Buonofiglio, angelo del focolare di questa nostra laconica famiglia, concedetemidi conservare un devoto silenzio, ché gia troppe son le parole spese su di lei…
Cerca in questo Blog
Ultimi commenti
Inviato da: anonima
il 01/02/2014 alle 15:33
Inviato da: anonima
il 27/09/2013 alle 14:02
Inviato da: annamatrigiano
il 22/10/2012 alle 18:17
Inviato da: ProfumoDiOrchidee
il 04/10/2012 alle 13:49
Inviato da: fioredimaggio73
il 28/07/2012 alle 22:56