Fumettista del male

Riscritto il 22/06/2006
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Ho ritenuto opportuno togliere la parte di contenuto beffardo e sarcastico. Ritengo inutile infierire troppo su qualcuno solo perché ha un caratteraccio di merda e una scarsa familiarità con le regole di convivenza civile. Preferisco usare questo episodio e questo spazio come spunto per una breve riflessione.

Si parlava di regole. Ma forse è meglio dire "consuetudini", visto che non sono scritte da nessuna parte ma conosciute praticamente da tutti. E, cosa non indifferente, quasi sempre rispettate, al punto che chi non le segue spesso finisce per venire emarginato dai gruppi di persone cosiddette civili, quelli cioè che cercano nel loro prossimo la comprensione, il dialogo e lo stare bene in generale. Queste persone mal si combinano con chi, invece, vede nel suo prossimo un potenziale bersaglio, pronto per essere centrato alla prima occasione.

Io queste regole le ho imparate in due fasi. La prima, da piccolo, tramite i ceffoni di mio padre e mia madre quando non mi comportavo bene. La seconda, crescendo, grazie a una lenta e costante maturazione, accompagnata da personali riflessioni sul significato di giusto e sbagliato e aiutata da un ambiente in cui per ottenere qualcosa dovevo prima meritarmelo e in cui pretendere di solito risultava controproducente.

Oggi, purtroppo, la buona consuetudine di somministrare ceffoni ai propri figli è passata di moda. La maturazione è più che altro un termine agricolo. Il concetto di meritarsi qualcosa è vago e sfumato, visto che i giovani rampolli contemporanei il più delle volte hanno tutto scodellato da genitori confusi e imbelli che hanno perso per strada la distinzione tra amare e viziare.

Infine, la personale riflessione quasi sempre è messa da parte in favore di attività più interessanti, come rincretinirsi con il grande fratello, passare le giornate con la playstation, fare shopping con la carta di credito di papà, scaricarsi l'ultima suoneria del cellulare, eccetera. Alcuni di questi personaggi così cresciuti sono ormai grandi. I risultati si vedono.

Di fronte a tutto questo cosa possiamo fare noi, Vecchia Guardia tirata su a pane, acqua e legnate? Come possiamo affrontare questo fenomeno, quando siamo costretti a farlo nostro malgrado? Io scelgo per quanto possibile la strada della ragione. Cercare di far ragionare una testa di rapa non è un'impresa disperata: c'è sempre la possibilita che decida di rimettere in funzione il cervello e di darti ascolto. Purtroppo la realtà è che il più delle volte la voce della ragione viene ignorata, e allora il campo delle possibili scelte si riduce drasticamente: o scendi al loro livello o lasci perdere. A quel punto, è meglio lasciar perdere. Se proprio devo ritrovarmi in mezzo a dei suini, almeno voglio evitare di condividere la loro suinità.
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- Prima ispirazione di questo sfogo
- Seconda ispirazione di questo sfogo
- Terza ispirazione di questo sfogo
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NB: vorrei invitare chiunque legge a non lasciare commenti riguardo a questa faccenda sul blog della persona interessata. Non voglio che questo post diventi un pretesto per azioni di harassing.