Flusso di coscienza

Pensieri alla rinfusa

Creato da incorrect_girl il 17/05/2012

Area personale

 

Archivio messaggi

 
 << Ottobre 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
  1 2 3 4 5 6
7 8 9 10 11 12 13
14 15 16 17 18 19 20
21 22 23 24 25 26 27
28 29 30 31      
 
 

FACEBOOK

 
 

 

Vita

Post n°5 pubblicato il 29 Giugno 2012 da incorrect_girl

Avevo nove anni quando, per la prima volta, ho messo piede in una palestra. Avevo solo nove anni quando per la prima volta ho preso tra le mani un pallone. E' stato mio padre a farmi entrare in questo mondo. E d'altronde, come poteva essere il contrario? Tutti nella mia famiglia hanno praticato. E' qualcosa che abbiamo nel sangue. Che è scritto a caratteri cubitali nel nostro DNA. Pallavolo. Ecco cos'è. Quando ho cominciato non potevo assolutamente sapere che stavo intraprendendo un percorso di crescita, non solo fisica, ma soprattutto mentale. Non potevo immaginare che ogni giorno avrei affrontato nuove sfide e che la passione iniziale sarebbe diventata vera e propria devozione. Ma oggi, a distanza di nove anni, ho piena consapevolezza di ciò. So che la mia felicità è legata sostanzialmente alla pallavolo. E non ho bisogno di molto, mi basta solo un pallone per compiere la magia. Questo sport rappresenta per me l'ossigeno necessario ai miei polmoni e al mio cervello per funzionare, il sangue che necessita il mio cuore per battere. La mia linfa vitale. Qualcosa che sarà per sempre mia e di cui nessuno potrà mai privarmi. Non si tratta solo di divertirsi qualche pomeriggio a settimana, ci sono dei veri e propri insegnamenti di vita dietro. Ho conosciuto persone nuove con cui si è creato un legame unico, ho imparato a collaborare con esse per il bene della squadra, ho capito l'importanza della disciplina e della concentrazione. Essendo un gioco di squadra, la pallavolo richiede la massima complicità tra i giocatori. Bisogna stabilire un'intesa tra le persone in modo che si possano capire senza dover parlare, con un semplice sguardo. E tutto ciò si costruisce allenamento dopo allenamento, partita dopo partita. Ogni volta si aggiunge un piccolo tassello fino a quando si arriva a provare e a ricevere piena stima. La concentrazione, poi, quando si è in campo è fondamentale. Ogni giocatore deve sapere di poter contare sui compagni e deve far in modo che gli altri possano contare su di lui. Perciò quando si entra in palestra la mente si svuota. Si alleggerisce di ogni pensiero, di ogni problema. Testa, anima e cuore sono focalizzati soltanto su una cosa. Il pallone. Ognuno sa che deve svolgere il proprio lavoro al massimo, anche l'esercizio più banale deve essere portato a compimento alla perfezione. Anche quando si tratta di un semplice allenamento si deve giocare come se fosse un campionato del mondo. Inoltre ognuno conosce il proprio ruolo e non deve rispondere a nessuno se non al proprio coach. Ho avuto la fortuna di essere seguita in questo mondo da ottimi allenatori che mi hanno dato le basi, mi hanno fatto muovere i primi passi e poi hanno saputo sviluppare le mie capacità al massimo. In cambio, io ho dato loro il massimo del rispetto e dell'ubbidienza possibili consapevole che ogni consiglio e rimprovero mirava a farmi diventare il meglio che potessi essere. Come atleta oggi so che la pallavolo significa tutto per me. Ma non dimentico i sacrifici e le rinunce che mi hanno portato fin qui. Sono parte integrante del mio percorso. Come ogni pallavolista che si rispetti ho imparato a conoscere fino in fondo ogni aspetto del mio sport, apprendendone difetti e virtù. Ho capito che anni di allenamenti ti portano a pretendere il massimo da te stesso. Ricerchi la perfezione e quando non la otteni non puoi che essere frustrato. Spingi ogni giorno il tuo corpo a sopportare la fatica, a superare i tuoi limiti. Agisci sempre sapendo che la tua unica preoccupazione sarà il pallone. Lo metterai sempre davanti a tutto, perfino a te stesso e con questo si spiega perchè non esiste paura o esitazione. Quando il pallone rischia di cadere dalla parte sbagliata del campo il tuo istinto di sopravvivenza ti porterà a buttarti, a scivolare sul terreno per salvarlo. A fare qualsiasi cosa. E dietro non c'è nessun tipo di ragionamento, c'è solo istinto. E l'adrenalina. L'istinto ti guiderà nel fare del tuo meglio per la squadra. Ti dirà quando osare, quando rischiare e quando invece agire nel modo più sicuro. Anche se si tratta di un gioco di squadra ogni giocatore ha voglia di mettersi in mostra, di dimostrare a tutti che è il migliore. Questo perchè se hai la consapevolezza di aver talento diventi presuntuoso ed esibizionista. Ma la squadra viene sempre prima del proprio ego e con essa la consapevolezza che se qualcuno commette un errore dovrà essere qualcun altro a porvi rimedio. E in quell'esatto momento chi ha sbagliato avrà bisogno del sostegno degli altri. E qui entra in gioco lo spirito di squadra. Bisogna sempre incoraggiare gli altri, che sbaglino o meno, bisogna dare indicazioni. In campo si deve parlare. Solo così si può andare avanti. Dopo anni di lavoro diventa inevitabile avere uno strano rapporto con il dolore. La pallavolo è uno sport imprevedibile. Oltre ad avere il controllo di sè stessi, oltre ad attenzionare i movimenti ed i gesti bisogna tener conto anche del pallone. Si deve imparare ad ammaestrarlo, a dominarlo. A gestirlo in modo sempre vantaggioso per la squadra. Quindi non si può mai fare un pronostico, non si può sapere che piega prenderanno le cose. Si vivono e basta. Perchè non sai mai quando dovrai fare un recupero dell'ultimo secondo, non sai mai quando dovrai saltare più in alto del solito o quando dovrai usare più l'astuzia che la forza. Ma sai che sarai disposto a fare l'impossibile la squadra. E i lividi, i dolori muscolari e l'acido lattico saranno medaglie che porterai sul tuo corpo con orgoglio. Sempre. In quanto segni tangibili del tuo lavoro in campo e per la squadra. Questa è la pallavolo. Battere il cinque o urlare per incoraggiare i compagni, sentirsi invincibili, i padroni del mondo, avere sempre voglia di giocare, dipendere totalmente dalla squadra, vivere emozioni mai scontate. Ed è così che sono cresciuta io. A pane e pallavolo. Grazie papà.

 
 
 

Così è se vi pare.

Post n°4 pubblicato il 28 Maggio 2012 da incorrect_girl

Di solito la maturazione di una persona avviene in modo graduale, a piccoli sorsi. Io invece ho aperto gli occhi tutto ad un tratto. Mi sono svegliata all'improvviso dall'ingenuita e - per certi versi - dalla stupidità dell'infanzia e della pre-adolescenza. Il cammino verso la conoscenza è inifinito ma ogni giorno si dovrebbe imparare qualcosa, da ogni persona incontrata dovremmo incanalare il meglio, da ogni esperienza vissuta dovremmo estrapolare un principio. Che cosa vuol dire dunque moralità? Tutto. Niente. E' una parola come tante altre. E' qualcosa di astratto che però ha il potere di regolare i rapporti. Le relazioni umane. Il vivere bene. E' ciò che dopo una vita ormai è assodato nelle viscere. E' ciò che dovrebbe appartenere a tutti. La cosa più semplice che si possa fare è aderire a quelli che sono i principi moralmente condivisi dalla società. Non rubare. Porta ripetto agli adulti. Lavora per mantenerti. Ma se si ruba per non morire di fame, se ci si ribella agli adulti per ottenere rispetto e per continuare a credere nei propri sogni, se la possibilità di lavorare non viene data cambia tutto. Allora si deve cominciare da capo. Si deve osservare il mondo con occhi nuovi, superando il velo di ignoranza dietro al quale spesso di nascondiamo per convenienza. Bisogna aprire la mente e usare l'intelletto. Mi ritengo una persona abbastanza elastica, le esperienze vissute finora però mi hanno formata secondo un certo stampo. L'uomo, a mio parere, è la creatura più eccezionale e allo stesso tempo complessa del creato. Sia dal punto di vista della struttura corporea, sia per la sua interiorità. Per il globo di personalità, emozioni e contraddizioni che nasconde sotto pelle. A causa delle sue mille sfumature l'uomo in quanto essere umano merita assoluto rispetto. La misura di questo rispetto sta nel trattare gli altri esattamente come noi vorremmo essere trattati, sta nel cercare compromessi e punti d'incontro con l'altro. In questo caso interviene il dialogo, mio grande amico da tempo. Le parole sono spesso sottovalutate. Esse sono messaggere di dolore travolgente e di amore indescrivibile. Sono ingannatrici e ammalianti. Si può ferire una persona con il solo uso delle parole, più affilate dei coltelli. Il rovescio della medaglia è che esse sono anche la migliore medicina per un cuore ferito e una mente confusa. Ci condizionano e ci controllano, ma siamo anche abili nell'usarle. Ognuno, a modo proprio, costruisce un dialogo con l'altro. Ciò che ci rende forti è la nostra diversità. Fisica, caratteriale, intellettuale. La diversità è un bene. Arricchisce l'uomo che si confronto con il "dissimile" e migliora la sua vita. Perchè ogni volta che veniamo a contatto con qualcuno portiamo via una parte, anche impercettibile, del suo essere. La digeriamo e la facciamo nostra. Perciò non si può pretendere di guidicare, di capire a prima vista una persona. Non ci è dato di sapere la sua storia, non ci è concesso il diritto di replica. Non si arriva mai a comprendere una persona fino in fondo, a conoscerne ogni suo aspetto ma si può tentare. E l'uomo il più delle volte è bravissimo nel donarsi all'altro, a condividere momenti e tempo, a sacrificarsi per chi ama. Ciò che forse ci spaventa di più come umani è ammettere di aver sbagliato, ammettere la nostra imperfezione. Ci appare come un difetto ma in realtà fa parte della nostra umanità e non possiamo in alcun modo cambiarlo. Molto difficile è anche il rapporto con la verità. Ci piace illuderci, chiudere gli occhi e sognare ciò che non possiamo avere. Siamo disposti ad ingannare gli altri e perfino noi stessi pur di non ammettere le nostre mancanze. La verità non è mai facile eppure è sempre necessaria. Ci rende liberi, ci strappa dalla catene. Ci fortifica quando sappiamo accettarla perchè acquisiamo la forza di lottare. Di andare avanti. Di rialzarci dopo ogni caduta. La verità ci vuole solo essere amica in fondo. E come ogni buon amico che si rispetti, insieme alla morale, ci vuole solo suggerire delle linee-guida, vuole definire i contorni della nostra persona. Per il lieto vivere e la pace interiore. Perchè non accettare i suoi consigli?

 
 
 

Meno parole

Post n°3 pubblicato il 22 Maggio 2012 da incorrect_girl

E' proprio vero. Siamo esseri incontentabili. Se abbiamo qualcosa ne desideriamo inevitabilmente un'altra. Se raggiungiamo un obiettivo, se otteniamo ciò che prima era da noi ambito, non ce lo godiamo neanche. Perchè bramiamo già altro. Vogliamo di più. Sempre di più. E' una continua lotta, una affanno perenne. Siamo insoddisfatti e delusi la maggior parte del tempo. Quasi disprezziamo i doni e le fortune di cui siamo in possesso perchè non sono mai abbastanza. Siamo abituati ad avere tutto servito su quel cazzo di piatto d'argento, tutto a portata di mano. Tutto ora e subito. Niente di guadagnato, niente di meritato. E tutto questo accade perchè pretendiamo senza impegnarci, perchè non ci prendiamo mai le nostre responsabilità, perchè guardiamo sempre agli altri e mai a noi stessi. Gli altri. Perchè vogliamo essere così simili agli altri? Perchè vogliamo confonderci in una massa uniforme e vuota? Io voglio essere diversa! Voglio essere unica, inconfondibile, indimenticabile. Voglio che gli altri vedano in me ciò che loro non sono. Voglio che gli amici mi ammirino, gli estranei non mi capiscano ma abbiano voglia di conoscermi. Non voglio rappresentare nessuno all'infuori di me stessa. Forse sono egocentrica, egoista, narcisista e quant'altro. Ma di sicuro non ce la faccio a sopportare le lamentele ingiustificate di gente privilegiata -perchè questo siamo- nemmeno quando provengono da me stessa. Aprite gli occhi. Il mondo è pieno di ingiustizie, di sofferenza e odio. E voi siete qui, in Italia. Un paese tutto sommato non male, migliore di tanti altri. Con un tetto sulla testa, un pasto caldo ogni volta che lo desiderate. Coccolati e riveriti. Non vi manca nulla, ma desiderate tutto. Aprite gli occhi, perchè la vita quella vera è ora. E' fatta di affetti, di emozioni, di esperienze. E' fatta per essere vissuta, non per essere sprecata. La vita è un privilegio che dobbiamo meritare.

 
 
 

Take a breath

Post n°2 pubblicato il 19 Maggio 2012 da incorrect_girl

Ho deciso. Mi prendo una pausa. Dagli amici, dai conoscenti e dal mondo. Dalle richieste e dagli affetti. Da tutti. Perciò ho spento il mio Blackberry e appaio offline su Facebook. Non voglio essere cercata, non voglio cercare, non voglio sentire nessuno per nessuna ragione. Basta. Oggi me lo prendo, oggi voglio essere la compagna di me stessa. Ho bisogno di un momento di solitudine in cui fare il punto della situazione. In che fase della vita sono? Cosa mi aspetta? Rispondere a queste domande è difficile, così come lo è ritagliarsi un momento tutto per sè, in mezzo al caos della quotidianità, per riflettere. Ma adesso io posso, posso farlo. Perciò facciamo un bel respiro e cominciamo. 19 Maggio. Mancano esattamente 19 giorni alla fine della scuola. Finalmente. Purtroppo. Finalmente dopo 9 mesi arriva il tempo di rilassarsi e godersi le meritate vacanze. Finalmente dopo mille sofferenze arriva il momento di tirare un sospiro di sollievo, di stare fuori di casa tutto il giorno e tutta la notte, di vedersi con gli amici e sentirsi pienamente vivi. Sarebbe troppo facile fermarsi qui, considerando solo questi aspetti. Purtroppo però, io personalmente devo fare i conti anche con il distacco da certe persone. A causa delle vacanze non potrò più vederle quotidianamente e temo che i legami che si sono creati non rimarranno consolidati come lo sono adesso che c'è frequentazione assidua. Non tanto perchè non siano importanti o siano superficialmente legati alla scuola, ma perchè il tempo fa brutti scherzi. Ti da la sensazione di poter fare mille cose, di averne appunto il tempo, ma poi si riduce in un attimo e tutto si accavalla. Il tempo è un'illusione. Ma tralasciando queste divagazioni, dicevamo che con queste "imminenti" vacanze estive è inevitabile l'allontanamento da persone che quest'anno mi hanno fatto un gran bene. La cerchia dei miei affetti recentemente è mutata, si è prima allargata e poi ristretta perchè alcuni elementi hanno deciso di uscirne. Volontariamente o no, non mi importa. Vado avanti con accanto le persone che ci sono sempre state e che sempre ci saranno. Facendo un'analisi delle amicizie che più mi hanno dato e che, in certi casi, più mi hanno tolto, non posso non dire che sono state prettamente maschili. Come del resto mi è capitato da sempre. Quello che mi sento di nominare per primo è senza ombra di dubbio Antonio. Questo eccezionale ragazzo, dal sorriso sempre pronto, dagli occhi vispi e birbanti, dai modi spontanei mi ha fatto proprio del gran bene in questi anni. Mi ha dato proprio amore, oserei dire. Ecco, lui è una di quelle classiche persone che sono costantemente avvolte da un bagliore magico e intrigante, da una luce potente che lascia polvere di felicità ovunque passino, che migliora ciò che toccano e che hanno un potere immenso sulle persone. E' una di quelle persone umili che riconoscono di sbagliare e non se ne vergognano ma anzi quasi se ne vantano, è una di quelle persone che accoglie gli amici con un sorriso e i nemici con uno ancora più grande. Questo ragazzo ha una storia, come tutti noi, fatta di momenti felici e di sofferenze segrete. Ma a differenza di molti altri anche quando le cose sembravano andare male per lui, si è sempre impegnato a rendere migliore la giornata a qualcun altro. Come faccia ad essere così straordinario non lo so, eppure fa parte di lui. E' la sua natura. E i suoi abbracci, ve lo assicuro, sono un vortice di vita. Perchè lui preferisce fare che dire. Altra persona che voglio nominare è Ciccio. Da quando lo conosco mi ha sempre dato piccoli segnali di affetto, ma il nostro legame è esploso più o meno l'anno scorso. Cosa posso dire di lui? All'apparenza distratto, svogliato, sbagliato, strafottente. In realtà nasconde un grande cuore in attesa di poterlo aprire a qualcuno. Potrebbe essere considerato un "fighetto", uno superficiale, uno che conta data la sua popolarità ma dietro i suoi occhi verdi c'è un ragazzo dolce e sensibile. Un creativo, un artista a modo suo. Uno che vive nel suo mondo, con la testa chissà dove, ma dotato di una grande intelligenza. Uno che ti fa capire che ci tiene con i piccoli gesti, con gli sguardi e le parole sussurrate. A volte mi sorprende il grande senso protettivo che mostra nei miei confronti, la gentilezza che tira fuori piano piano ma che mi avvolge in una bolla di affetto. E' un ragazzo che dentro ha un casino, che ha fatto e fa scelte sbagliate per certi versi, ma che tenta di trasformare tutto questo in qualcosa di positivo. L'ultimo di cui parlerò è Lorenzo, con cui ho un rapporto ancora senza nome. Siamo sempre stati amici fin dall'inizio ma ultimamente le cose sono cambiate. C'è più complicità, c'è più sintonia tra noi. Forse perchè ha deciso di aprirsi in maniera ancora più profonda a me, rivelandomi lati di cui non ero a conoscenza. Ad unirci ancora di più è una passione comune, quella per la pallavolo. Quella che ci fa avere sintonia in campo, che ci permette di capirci con uno sguardo. La stessa per cui ci prendiamo in giro continuamente a mo' di scherzo, per cui ci critichiamo volendo dire sotto le righe che in realtà ci rispettiamo. La cosa che più mi attira di lui sono i suoi occhi. Sono limpidi, riesco a leggervi dentro facilmente. Capisco quando mi sta facendo una confessione che ha fatto a pochi, quando è imbarazzato, quando è incazzato e quando non riesce a trattenere una risata. I suoi occhi mi parlano prima che lo faccia la sua bocca. E non passa giorno in cui non ci guardiamo e sorridiamo di cose incomprensibili per gli altri. Lorenzo mi dà la sensazione di essere sempre al centro dell'attenzione, perchè dal momento in cui entro in classe a quello in cui ne esco è tutto un susseguirsi di battute e risate tra noi. Anche nei momenti in cui non si dovrebbe, posso sentire la sua voce che mi chiama o una frecciatina sussurrata. Sono sempre stata brava con le parole, ma parlare di persone che mi toccano il cuore come fanno questi tre è difficile anche per me. Fanno parte di quel gruppetto di persone per cui la mattina continuo ad alzarmi, per cui sopporto le umiliazioni, nascondo le lacrime, cerco di essere positiva e per cui vado avanti. Loro mi danno la forza. Mi danno la voglia di continuare. Grazie.

 
 
 

Attimi di ordinaria follia

Post n°1 pubblicato il 17 Maggio 2012 da incorrect_girl

Succede così, all'improvviso. Una mattina ti svegli e ti senti diverso. Ti guardi allo specchio e vedi la solita faccia, il te stesso di sempre. Eppure dentro non ti riconosci più. Capisci che è uno di quei giorni in cui qualcun altro prende il controllo su di te. Ma non è un estreneo, sei sempre tu. E' quella parte di te che tenti di soffocare ogni volta che viene a galla. E' ciò che le persone non vedono quando ti presenti a loro, è ciò che pochi conoscono e nemmeno tu comprendi fino in fondo. Quando ti svegli così, come è successo a me ieri, non c'è niente da fare. Ti devi trascinare in giro, ti devi sopportare finchè non passa. E nel frattempo ti chiedi: ma sono davvero così? Sono disposto ad arrivare così in basso, a toccare il fondo, pur di non affrontare la vita? Nessuna risposta, nessuna giustificazione basta a colmare quelle domande. E ti senti così impotente, così inutile da non riuscire nemmeno a controllare te stesso. Le parole che escono dalla tua bocca, i gesti e i movimenti del tuo corpo. Tutto soggetto ad una forza invisibile ed inafferrabile. Implacabile. Questo è l'uomo. Ora felice, disperato un attimo dopo. Perchè? Per cosa poi? Credo che il tempo unito al divagare dei pensieri faccia un gran male alle persone; si comincia ad esplorare il vuoto della propria mente camminando con le mani tese in avanti, alla ricerca di un pericolo. Con gli occhi socchiusi per la poca luce, per la poca chiarezza. La ragione fa brutti scherzi alle volte. Ci culliamo della nostra superiorità rispetto agli altri esseri viventi basandosi sempre e solo su di lei. La ragione. E invece è la fonte di preoccupazioni e disagi indescrivibili. Ci fa del male e noi la ostentiamo con orgoglio, etichettando sempre cose futili come importanti e viceversa. E se invece ci lasciassimo semplicemente trascinare da questo vortice impazzito che chiamiamo vita, se facessimo ciò che ci va di fare, se abbracciassimo gli estranei, ridessimo con i nemici, sognassimo senza dover sentirci per forza stupidi o senza illuderci, non sarebbe meglio? Non sarebbe tutto più semplice? In effetti sarebbe anche troppo semplice e noi siamo solo esseri umani. Abbiamo bisogno del dolore e delle incomprensioni, dei tradimenti e delle lacrime per vivere. In fondo ci piace così.

 
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

Ultime visite al Blog

anamaria.pinopad.martinaincorrect_girlrobi97OMarquisDeLaPhoenixgrigioperla74mascherinavenetailaria290878dolceluna.12arc_in_cielilariabeneduce69pantalonibludaunfioresanti1955giuliaLaSnob
 

Ultimi commenti

Grazie mille, molto gentile (:
Inviato da: incorrect_girl
il 23/05/2012 alle 18:56
 
complimenti...scrivi benissimo..
Inviato da: pantaloniblu
il 22/05/2012 alle 21:09
 
 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963