Creato da DolceAmaraMelannas il 03/09/2006

Un caffè dolce amaro

Pensieri, riflessioni e vaghezze, a volte dolci, a volte amare...in ordine sparso...sorseggiando una tazza di caffè.

 

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Il sonno della ragione.

Post n°164 pubblicato il 19 Gennaio 2008 da DolceAmaraMelannas
 

Goya

  Non a caso ho scelto questo titolo, mi è

sembrato il più consono all’argomento di cui

voglio trattare. Già il Goya nella splendida acquaforte intitolata:

”Il sonno della ragione genera mostri”,

 volle raffigurare  un ideale;

egli la dipinse in nome della libertà di pensiero,

 contro qualunque forma di sopraffazione e

di oppressione del potere. Ad intingere i miei

 pensieri in quella tela è stato il clamore

 incandescente innescato dalle contestazioni

 sollevatesi all’annuncio della presenza del

  Santo Padre presso l’Aula Magna dell’Università

”La Sapienza” di Roma per l’inaugurazione

del nuovo Anno Accademico. Non voglio entrare

 eccessivamente nel merito dell’avvenimento,

troppe parole sono state spese

 su questo argomento,molte hanno fatto riflettere,

 tante altre si sono disperse nel vento,

 ma mi sento in dovere, in nome degli ideali

di Libertà e di Giustizia

che da sempre mi animano, di esprimere delle

considerazioni personali. Le idee possono o

non possono essere condivise ma è inaudito

che in uno Stato Democratico quale è

 lo Stato italiano, si impedisca ad un uomo

di cultura, ad un pensatore, ad un ex docente

 di teologia presso la stessa università,

ad un Papa, ad un capo di Stato, di parlare

 e di esprimere le proprie opinioni; la sensazione

che ne deriva è raccapricciante, è quella

dell’intolleranza... è quella della censura.

La molla che ha spinto quei  67 docenti a firmare

 contro la presenza del Pontefice è stata forse

 la paura di dover ammettere che al di là della

Scienza esistono valori imprescindibili come

 i valori umani, l’etica, la poesia o che al di là

della fisica, chimica, matematica, esiste anche

 la metafisica? Quello che è accaduto lo ritengo

un atto di orribile fanatismo, un avvenimento

che mira a cambiare le tradizioni del nostro

popolo e del nostro Paese.Voglio chiudere con

una citazione celebre erroneamente attribuita

 a Voltaire e che spero inviti a far riflettere

profondamente laici e cattolici sino a spingerli

a riscoprire la loro vera identità...."Il cuore".

 

“Disapprovo quello che dici, ma difenderò

sino alla morte il tuo diritto a dirlo.”

 

 Evelyn Beatrice Hall

 

 

 
Rispondi al commento:
dianavera
dianavera il 20/01/08 alle 19:43 via WEB
Laicità significa tolleranza, dubbio rivolto anche alle proprie certezze, capacità di credere fortemente in alcuni valori sapendo che ne esistono altri, pur essi rispettabili; di non confondere il pensiero e l'autentico sentimento con la convinzione fanatica e con le viscerali reazioni emotive; di ridere e sorridere anche di ciò che si ama e si continua ad amare; di essere liberi dall'idolatria e dalla dissacrazione, entrambe servili e coatte. Il fondamentalismo intollerante può essere clericale (come lo è stato tante volte, anche con feroce violenza, nei secoli e continua talora, anche se più blandamente, ad esserlo) o faziosamente laicista, altrettanto antilaico. Ma anche a questo proposito il laico sente sorgere qualche dubbio. Così come il Vangelo non è il solo testo religioso dell'umanità, ma ci sono pure il Corano, il Dhammapada buddhista e la Bhagavadgita induista, anche la scienza ha metodologie diverse. C'è la fisica e c'è la letteratura, che è pure oggetto di scienza — Literaturwissenschaft, scienza della letteratura, dicono i tedeschi — e la cui indagine si affida ad altri metodi, non necessariamente meno rigorosi ma diversi; la razionalità che presiede all'interpretazione di una poesia di Leopardi è diversa da quella che regola la dimostrazione di un teorema matematico o l'analisi di un periodo o di un fenomeno storico. E all'università si studiano appunto fisica, letteratura, storia e così via. Anche alcuni grandi filosofi hanno insegnato all'università, proponendo la loro concezione filosofica pure a studenti di altre convinzioni; non per questo è stata loro tolta la parola.Non è il cosa, è il come che fa la musica e anche la libertà e razionalità dell'insegnamento. Ognuno di noi, volente o nolente, propone una sua verità, una sua visione delle cose. Come ha scritto un genio laico quale Max Weber, tutto dipende da come presenta la sua verità: è un laico se sa farlo mettendosi in gioco, distinguendo ciò che deriva da dimostrazione o da esperienza verificabile da ciò che è invece solo illazione ancorché convincente, mettendo le carte in tavola, ossia dichiarando a priori le sue convinzioni, scientifiche e filosofiche, affinché gli altri sappiano che forse esse possono influenzare pure inconsciamente la sua ricerca, anche se egli onestamente fa di tutto per evitarlo. Mettere sul tavolo, con questo spirito, un'esperienza e una riflessione teologica può essere un grande arricchimento. Se, invece, si affermano arrogantemente verità date una volta per tutte, si è intolleranti totalitari, clericali. --------------------------------------------Queste chiare parole non sono mie, le ho estrapolare da un bell'articolo di Claudio Magris, molto piu' lungo che puoi leggere sul Corriere della Sera di oggi o sul sito corriere.it. Le condivido in pieno e te le mando in segno di partecipazione al tuo blog! Un abbraccio
 
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