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Vigili del fuoco in vallata

dal Sabato Sera del 24/2/2007 Fontanelice. Sono ben 18 i volontari, tra cui una ragazza, che hanno deciso di partecipare al corso organizzato dal Comando Provinciale dei vigili del fuoco e dar vita al primo nucleo dei pompieri volontari del paese. Il secondo gruppo di tutto il circondario dopo quello storico di Medicina. Le prime adesioni sono state anche raccolte durante la festa di Pompieropoli, organizzata l’ottobre scorso dall’Associazione nazionale vigili del fuoco insieme al Comune e dedicata ai bambini. Dopo una serie di incontri con la comandante del Comitato Provinciale di Bologna, durante i quali agli aspiranti pompieri è stato illustrato il loro compito futuro ed il corso di addestramento al quale verranno sottoposti, la raccolta delle adesioni definitive ha portato il numero dei ragazzi a 18. Terminati i controlli medici, l’addestramento si svolgerà in due trance, una primaverile ed una autunnale, al termine delle quali ci sarà il decreto di nomina. Una volta pronti, per tenersi in allenamento verranno chiamati periodicamente a Imola da i colleghi “professionisti”. E’ molto probabile, infatti, che i volontari siano pronti prima che in vallata sia a loro disposizione una sede tutta per loro. La sede, infatti, sarà a Fontanelice, ma sul dove collocarla c’è ancora qualche dubbio. “Per realizzarla abbiamo a disposizione 250 mila euro stanziati dalla protezione civile, in parte dalla Regione e dalla Comunità Montana – spiega il sindaco Vanna Verdelli -. Stiamo valutando alcuni spazi nella zona industriale oppure un’area dimessa vicino al centro storico. Quando saremo pronti avremo la sede della protezione civile della vallata e del corpo forestale a Castel del Rio, mentre i vigili del fuoco saranno a Fontanelice per poter intervenire tempestivamente in caso di necessità”. Necessità come quella dell’11 novembre scorso, quando un sottotetto prese fuoco a Fontanelice, a causa di una canna fumaria surriscaldata.

 

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candelora

Post n°147 pubblicato il 01 Febbraio 2009 da fontanelice
 

Il 2 febbraio la Chiesa Cattolica celebra la Presentazione del Signore, popolarmente chiamata festa della Candelora, perché in questo giorno si benedicono le candele, simbolo di Cristo "luce per illuminare le genti", come il bambino Gesù venne chiamato dal vecchio Simeone al momento della presentazione al Tempio di Gerusalemme, che era prescritta dalla Legge giudaica per i primogeniti maschi.

continua ........

 
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i giorni della merla

Post n°146 pubblicato il 01 Febbraio 2009 da fontanelice
 

La leggenda

Il nome deriverebbe da una leggenda secondo la quale, per ripararsi dal gran freddo, una merla e i suoi pulcini, in origine bianchi, si rifugiarono dentro un comignolo, dal quale emersero il 1º febbraio, tutti neri a causa della fuliggine. Da quel giorno tutti i merli furono neri.

Secondo una versione più elaborata della leggenda una merla, con uno splendido candido piumaggio, era regolarmente strapazzata da Gennaio, mese freddo e ombroso, che si divertiva ad aspettare che la merla uscisse dal nido in cerca di cibo, per gettare sulla terra freddo e gelo. Stanca delle continue persecuzioni la merla un anno decise di fare provviste sufficienti per un mese, e si rinchiuse nella sua tana, al riparo, per tutto il mese di Gennaio, che allora aveva solo 28 giorni. L'ultimo giorno del mese, la merla pensando di aver ingannato il cattivo Gennaio, uscì dal nascondiglio e si mise a cantare per sbeffeggiarlo. Gennaio si risentì talmente tanto che chiese in prestito tre giorni a Febbraio e si scatenò con bufere di neve, vento, gelo, pioggia. La merla si rifugiò alla chetichella in un camino, e lì restò al riparo per tre giorni. Quando la merla uscì, era sì, salva, ma il suo bel piumaggio si era annerito a causa del fumo e così rimase per sempre con le piume nere.

Come in tutte le leggende si nasconde un fondo di verità, anche in questa versione possiamo trovarne un po', infatti nel calendario romano il mese di gennaio aveva solo 29 giorni, che probabilmente con il passare degli anni e del tramandarsi oralmente si tramutarono in 31. Sempre secondo la leggenda, se i Giorni della Merla sono freddi, la Primavera sarà bella, se sono caldi la Primavera arriverà in ritardo.

Per quanto la leggenda parli di una merla, nella realtà questi uccelli presentano un forte dimorfismo sessuale nella livrea, che è bruna - becco incluso - nelle femmine, mentre è nera brillante - con becco giallo-arancione - nel maschio.

 
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folklore, canterini, canterini e danzerini romagnoli, Turibbio Baruzzi, imola, danzerini, lucerna d'oro,

 

prima nevicata dell'anno nuovo

Post n°144 pubblicato il 07 Gennaio 2009 da fontanelice
 

 
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presepio Natale 2008

Post n°143 pubblicato il 31 Dicembre 2008 da fontanelice

 
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concerto natalizio

Post n°142 pubblicato il 18 Dicembre 2008 da fontanelice
 

 

      immagini del presepe vivente svoltosi per le vie del centro storico del paese venerdì 19 dicembre

         

Sabato 20 dicembre, recita alla casa di riposo dei bambini del catechismo: vedi foto

 
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Programma e manifestazioni natalizie

Post n°141 pubblicato il 18 Dicembre 2008 da fontanelice
 

dono d'inverno

 
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alcune foto dell'8 dicembre scorso: Liberazione e fuoco in piazza

Post n°140 pubblicato il 17 Dicembre 2008 da fontanelice
 

"UN CANTO DI NATALE"



di Charles Dickens

… Corse alla finestra, l'aprì e sporse fuori la testa; niente nebbia, niente bruma; una giornata chiara, luminosa, gioviale, stimolante, fredda; un freddo che frustava il sangue e metteva voglia di ballare; un sole d'oro, un cielo incantevole; aria fresca e dolce; campane gioiose. Oh, splendido, splendido!
"Che giorno è oggi?", gridò Scrooge, verso la strada, a un ragazzo vestito a festa, che forse si era fermato proprio per guardare lui.
"Eh...?", rispose il ragazzo, con tutto lo stupore di cui era capace.
"Che giorno è oggi, mio bel figliolo?", chiese Scrooge.
"oggi...", replicò il ragazzo, "ma come? È Natale!"
"È Natale", disse Scrooge a se stesso. "Non l'ho lasciato passare. Gli spiriti hanno fatto tutto in una notte sola. Possono fare qualunque cosa vogliono, naturalmente; naturalmente, possono fare qualunque cosa vogliono!" "Senti, ragazzino."
"Sì", rispose il ragazzo.
"Sei un ragazzino intelligente", disse Scrooge, "un ragazzino straordinario. Sai se hanno venduto quel tacchino che c'era appeso in mostra alla bottega? Non il tacchino piccolo, ma quello grosso."
"Quale, quello grosso come me?", rispose il ragazzino.
" - Che ragazzino delizioso! E un piacere parlare con lui. - Sì, figliolo mio."
"C'è ancora appeso adesso", replicò il ragazzo.
"C'è", disse Scrooge. "Va' a comperarlo."
"È matto!", rispose il ragazzo.
"No, no", disse Scrooge. "Va' a comperarlo, e di che lo portino qui, perché possa dare l'indirizzo dove deve essere mandato. Ritorna col commesso e ti darò uno scellino; ritorna con lui in meno di cinque minuti e ti darò mezza corona."
Il ragazzo partì come una palla di fucile; e chi avesse potuto far partire una palla con una velocità pari a metà della sua avrebbe dovuto avere la mano ben ferma sul grilletto.
"Lo voglio mandare a Bob Cratchit", mormorò Scrooge, fregandosi le mani e scoppiando in una risata. "Non saprà chi è che glielo ha mandato. E grande il doppio di Tiny Tim. Nessuno ha mai fatto uno scherzo così ben riuscito come quello di mandare quel tacchino a Bob."
La calligrafia con la quale scrisse l'indirizzo non era molto ferma; tuttavia, in un modo o nell'altro, lo scrisse, poi scese giù ad aprire la porta di strada per trovarsi pronto all'arrivo del commesso del pollaiolo. Mentre stava sulla porta, aspettandolo, gli cadde sott'occhio il batacchio.
        "A questo vorrò bene finché vivo", gridò Scrooge, accarezzandolo con le mani. "E dire che prima lo avevo appena guardato! Che espressione onesta c'è in quella faccia! E un batacchio magnifico. Ma ecco il tacchino. Hello, come state? Buon Natale!"
Quello era un tacchino! E impossibile che quell'uccello fosse mai stato in piedi. Le zampe gli si sarebbero piegate sotto in un minuto, come bastoncini di ceralacca.
"Ma è impossibile portarlo fino a Camden Town. Bisogna che prendiate una carrozza."
Il risolino col quale pronunciò queste parole, e quello col quale pagò il tacchino, e quello col quale pagò la carrozza, e quello col quale ricompensò il ragazzo, furono superati soltanto da quello col quale tornò a sedersi senza fiato sulla sua sedia, continuando a ridere finché non gli venne da piangere.
Farsi la barba non fu cosa facile perché la mano continuava a tremargli molto; e farsi la barba è una cosa che richiede attenzione anche quando uno, facendosela, non si mette a ballare; pure, se si fosse tagliato la punta del naso, ci avrebbe messo sopra un pezzetto di cerotto e sarebbe stato perfettamente soddisfatto lo stesso.
Si vestì dei suoi abiti migliori, e finalmente uscì in strada. In questo momento la gente stava uscendo dalle case, così come egli l'aveva vista in compagnia dello Spettro del Natale Presente. E Scrooge, camminando con le mani dietro la schiena, guardava tutti quanti con un sorriso compiaciuto. Per dirla in breve, aveva l’aria così irresistibilmente piacevole che tre o quattro tipi di buon umore dissero "buon giorno, signore, buon Natale", e Scrooge disse spesso, più tardi, che di tutti i suoni gioiosi che egli aveva mai udito, quelli al suo orecchio erano stati i più gioiosi.
Non aveva fatto molta strada, quando vide venirgli incontro quel signore imponente che il giorno prima era entrato nel suo ufficio dicendo: "La ditta Scrooge e Marley, credo". Sentì un colpo al cuore nel pensare all'occhiata che gli avrebbe dato il vecchio signore nel momento in cui si fossero incontrati; ma conosceva ormai quale strada gli si apriva diritta dinanzi e la prese.
"Caro signore", disse Scrooge, affrettando il passo, e prendendo il vecchio per ambe le mani, "come state? Spero che abbiate avuto successo ieri. E stato molto gentile da parte vostra. Buon Natale, signore!"
"Il signor Scrooge?"
"Sì", disse Scrooge: "questo è il mio nome, e ho paura che non vi riesca molto gradito. Permettetemi di chiedervi scusa, e vogliate avere la bontà... " e qui Scrooge gli sussurrò qualcosa all'orecchio.
"Signore Iddio!", gridò il signore, come se gli fosse stato mozzato il fiato. "Mio caro signor Scrooge, parlate sul serio?"
"Per favore", disse Scrooge, "neanche un soldo di meno. In questa somma, vi assicuro, sono compresi molti arretrati. Volete farmi questo favore?"
"Ma, caro signore", disse l'altro, stringendogli la mano, "non so che cosa dire di fronte a una simile munifi..."
"Non dite niente, vi prego", replicò Scrooge. "Venite a trovarmi. Verrete a trovarmi?"
"Ma certo", esclamò il vecchio signore, ed era chiaro che diceva sul serio.
"Grazie", disse Scrooge, "vi sono molto obbligato. Vi ringrazio mille volte. Dio vi benedica."
Si recò in chiesa, passeggiò per le strade, guardò la gente che si affrettava in tutte le direzioni, accarezzò bambini sulla testa, rivolse la parola ai mendicanti, guardò dentro le cucine delle case e dentro le finestre, e trovò che tutto quanto gli procurava piacere. Non aveva mai sognato che una passeggiata, che una cosa qualunque potesse dargli tanta felicità. Nel pomeriggio si diresse verso la casa di suo nipote.
Passò e ripassò davanti alla porta una dozzina di volte, prima di avere il coraggio di andar su e bussare. Finalmente si decise e lo fece.
"E in casa il vostro padrone, mia cara?", disse Scrooge alla domestica. Ragazza graziosa, davvero!
"Sì, signore."
"Dov'è, amor mio?", disse Scrooge.
"E in sala da pranzo, insieme con la signora. Vi accompagno di sopra, col vostro permesso."
"Grazie, lui mi conosce", disse Scrooge, che aveva già la mano sulla maniglia della sala da pranzo. "Entrerò qui, mia cara."
Fece girare la maniglia pian piano, e si affacciò alla porta semiaperta. Stavano guardando la tavola apparecchiata con un gran lusso, perché i padroni di casa, quando sono giovani, sono sempre nervosi su questo punto e vogliono esser sicuri che tutto sia in perfetto ordine.
"Fred!", disse Scrooge.
Signore! come trasalì la sua nipote acquisita! Per un attimo Scrooge si era scordato che c'era anche lei, seduta in un angolo, col panchettino sotto i piedi; altrimenti non lo avrebbe fatto di certo.
"Ma come, benedetto Iddio", gridò Fred, "chi è mai?"
"Sono io, tuo zio Scrooge. Son venuto a pranzo. Vuoi lasciarmi entrare, Fred?"
Lasciarlo entrare! E un miracolo che, stringendogli la mano, non gli staccasse addirittura il braccio. Si sentì a casa propria in cinque minuti. Non c'era nulla che potesse essere più cordiale. Sua nipote aveva esattamente lo stesso aspetto, e così Topper quando arrivò, e così la sorellina paffutella quando arrivò e così tutti quanti quando arrivarono. Festa meravigliosa, giochi meravigliosi, armonia meravigliosa, felicità meravigliosa.
Però la mattina seguente arrivò presto in ufficio. Oh, se ci arrivò presto! Solo poter arrivare per primo e sorprendere Bob Cratchit che arrivava in ritardo: era questa la cosa che più gli stava a cuore.
E vi riuscì; sì, vi riuscì. L'orologio batté le nove - niente Bob; le nove e un quarto - niente Bob. Era ben diciotto minuti e mezzo in ritardo. Scrooge stava seduto con la porta spalancata, in modo da poterlo veder entrare nella cisterna.
Si era levato il cappello e la sciarpa prima di aprire la porta, e si arrampicò in un baleno sul suo panchetto, correndo via con la penna come se tentasse di riacchiappare le nove.
"Ehi là!", grugnì Scrooge, con la sua voce consueta, imitandola il più fedelmente possibile. "Che cosa significa arrivare a quest'ora?"
"Vi chiedo mille scuse, signor Scrooge", disse Bob, "sono in ritardo."
"Davvero?", ripeté Scrooge. "Sì, credo che siate in ritardo. Venite un momento qua, per favore!"
"Una volta sola all'anno, signor Scrooge", supplicò Bob, venendo fuori dalla cisterna. "Non succederà più. Ieri siamo stati un po' allegri."
"Ora vi dirò una cosa, amico mio", disse Scrooge. "Non intendo tollerare più a lungo questa razza di cose, e perciò", proseguì, balzando su dalla sedia e dando a Bob una tale spinta nel panciotto da farlo andare all'indietro barcollando dentro la cisterna, "e perciò mi propongo di aumentarvi lo stipendio."
Bob tremò e si avvicinò un po' più al righello. Ebbe per un momento l'idea dì servirsene per stordire Scrooge, e poi tenerlo fermo e chiedere alla gente della corte aiuto e una camicia di forza.
"Buon Natale, Bob!", disse Scrooge, con una serietà che non poteva essere fraintesa, battendogli sulle spalle. "Un Natale più buono, Bob, mio bravo figliolo, di quelli che vi ho dato per molti anni. Vi aumenterò lo stipendio e tenterò di assistere la vostra famiglia nelle sue difficoltà; e questo stesso pomeriggio discuteremo i vostri affari, seduti davanti a un bel punch natalizio fumante. Ravvivate il fuoco, Bob Cratchit, e comperatevi un'altra paletta per il carbone, prima di mettere il punto su un'altra i."
Scrooge fece più che mantenere la parola. Fece tutto quanto, e infinitamente di più: e per Tiny Tim, il quale non morì, fu un secondo padre. Divenne un amico, un padrone, un uomo così buono, come poteva mai averne conosciuto quella buona vecchia città, o qualunque altra buona vecchia città, borgata o villaggio di questo buon mondo. Alcuni ridevano, vedendo il suo cambiamento; ma egli era abbastanza saggio da sapere che su questo globo niente di buono è mai accaduto, di cui qualcuno non abbia riso al primo momento. E sapendo che in ogni modo la gente siffatta è cieca, pensò che non aveva nessuna importanza se strizzavano gli occhi in un sogghigno, come fanno gli ammalati di certe forme poco attraenti di malattie. Il suo cuore rideva e questo per lui era perfettamente sufficiente.
Non ebbe più rapporti con gli spiriti; ma visse sempre, d'allora in poi, sulla base di una totale astinenza; e di lui si disse sempre che se c'era un uomo che sapeva osservare bene il Natale, quell'uomo era lui. Possa questo esser detto veramente di noi, di noi tutti! E cosi, come osservò Tiny Tim, che Dio ci benedica, tutti!

 
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dono d'inverno

Post n°139 pubblicato il 17 Dicembre 2008 da fontanelice
 

Programma e manifestazioni natalizie

 
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oggi - Santa Lucia

Post n°138 pubblicato il 13 Dicembre 2008 da fontanelice
 

Auguri a tutte quante si chiamano Lucia

Siracusa, III secolo - Siracusa, 13 dicembre 304

La vergine e martire Lucia è una delle figure più care alla devozione cristiana. Come ricorda il Messale Romano è una delle sette donne menzionate nel Canone Romano. Vissuta a Siracusa, sarebbe morta martire sotto la persecuzione di Diocleziano (intorno all'anno 304). Gli atti del suo martirio raccontano di torture atroci inflittele dal prefetto Pascasio, che non voleva piegarsi ai segni straordinari che attraverso di lei Dio stava mostrando. Proprio nelle catacombe di Siracusa, le più estese al mondo dopo quelle di Roma, è stata ritrovata un'epigrafe marmorea del IV secolo che è la testimonianza più antica del culto di Lucia. Una devozione diffusasi molto rapidamente: già nel 384 sant'Orso le dedicava una chiesa a Ravenna, papa Onorio I poco dopo un'altra a Roma. Oggi in tutto il mondo si trovano reliquie di Lucia e opere d'arte a lei ispirate. (Avvenire)

Patronato: Siracusa, ciechi, oculisti, elettricisti, contro le malattie degli occhi e le carestie

Etimologia: Lucia = luminosa, splendente, dal latino

Emblema: Occhi su un piatto, Giglio, Palma, Libro del Vangelo

Martirologio Romano: Memoria di santa Lucia, vergine e martire, che custodì, finché visse, la lampada accesa per andare incontro allo Sposo e, a Siracusa in Sicilia condotta alla morte per Cristo, meritò di accedere con lui alle nozze del cielo e di possedere la luce che non conosce tramonto.

continua

 
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sagra DEL TARTUFO

Post n°137 pubblicato il 07 Dicembre 2008 da fontanelice
 

E da ieri,

                             -   il banchetto dell'AVIS -

giorno dell'inaugurazione, è aperta nella sala parrocchiale, la mostra delle Madonne fino all'8 dicembre. Una esposizione di formelle in maiolica di splendide Madonne prestate da collezzionisti o amanti di queste immagini ke le producono tuttora. Un tempo si trovavano spesso nei pilastrini, nelle nicchie delle case, nei crocicchi. E' la seconda volta che in occasione dell'8 dicembre festa della Madonna e giornata particolarmente festeggiata nel nostro paese, si svolge una mostra di questo tipo. Inizia così il tempo natalizio vero e proprio, ci si prepara alle feste di Natale introducento quel clima natalizio che ci accompagnerà fino all'epifania.

 
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Qumran

Post n°136 pubblicato il 04 Dicembre 2008 da fontanelice
 

Qumran è una località sulla riva occidentale del Mar Morto, in Palestina, all'interno del territorio dell'attuale stato di Israele, vicino alle rovine di Gerico. Il sito fu costruito tra il 150 a.C. e il 130 a.C. e vide varie fasi di occupazione finché, nell'estate del 68, Tito, al comando della legione X Fretensis, la distrusse.

Qumran è famosa in seguito alla scoperta, risalente alla prima metà del Novecento, dei cosiddetti Manoscritti del Mar Morto e dei resti di un monastero dove si ritiene vivesse una comunità di Esseni.

continua

 
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i bambini e i loro angeli custodi

Post n°135 pubblicato il 03 Dicembre 2008 da fontanelice
 

Era la fine di ottobre. Le giornate cominciavano a essere fredde e corte, e le strade di Lawrence, nel Massachusetts, erano coperte da uno strato di foglie secche. Poco doro le sei e mezzo, la tredicenne Patricia stava finendo di asciugare i piatti della cena quando suonò il telefono. Poiché il fratello e la sorella maggiori erano usciti, fu sua madre a rispondere. Dopo alcuni istanti andò in cucina. “Era il dottore”, spiegò a Patri­cia. “Mi ha promesso di chiamare il farmacista per ordinargli la mia ricetta.”

Continua

 
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cultura

Post n°134 pubblicato il 30 Novembre 2008 da fontanelice
 

    29/11/2008
Il numero di dicembre 2008 di Messaggero Cappuccino

Esce in questi giorni il numero di dicembre di Messaggero Cappuccino. Sempre, ma soprattutto in questo numero, parliamo della Bibbia, che il Sinodo definisce con Paul Claudel "immenso vocabolario", con Marc Chagall "atlante iconografico" a cui hanno attinto la cultura e l'arte cristiana, con Wolfgang Goethe la «lingua materna dell'Europa». La Bibbia vuole tornare fra la gente, perché contiene la Parola che il Dio vivente vuol dire a noi oggi. Segnaliamo l'inizio di una sistematica presentazione della vita di Paolo, il primo grande annunciatore della Parola.

continua

 
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Mercatini di Natale

Post n°133 pubblicato il 21 Novembre 2008 da fontanelice
 

Sono aperte le iscrizioni alla gita.

Dopo varie valutazioni, si è scelto di visitare il mercatino natalizio di  Levico Terme sabato 27/12/2008 con partenza da Fontanelice. Chi è interessato, è pregato di comunicare al più presto la propria partecipazione, un proprio recapito telefonico e meglio ancora una mail con i propri dati ed un recapito telefonico.

A questo indirizzo

assomengoni@libero.it

oppure un SMS a questo numero di telefono:  3 4 7 4 3 6 0 5 2 7

seguirà un incontro, da definirsi, per maggiori dettagli.

La suggestiva cornice del Parco secolare degli Asburgo, 120.000 metri quadrati di verde completamente chiusi al traffico, sono la culla del Mercatino di Natale di Levico Terme, un suggestivo itinerario che invita alla scoperta dei gusti e dei sapori della Valsugana, sulle orme della tanto amata tradizione asburgica.

al momento queste sono indicativamente le spese ke possono subire delle variazioni:

 € 32 per persona comprende: viaggi in pullman G.T., autista, autostrada, con sosta a Marostica all'andata, assicurazione medico-bagaglio. Supplemento pranzo € 25 per persona Supplemento guida per la mattina € 5 per persona Supplemento ingresso alla villa prevista in programma.

Quindi oltre al numero dei partecipanti, occorre sapere quanti desiderano il pranzo e la guida.

 
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