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Recensito dai librai: Quando torni di Alberto Papuzzi

Post n°97 pubblicato il 10 Ottobre 2007 da atellibrai

Quando torni, una vita operaia di Alberto Papuzzi, Donzelli ed, 208 pag, 16,50 euro.

Alberto Papuzzi è un giornalista che ama raccontare le vite delle persone ed è uno scrittore che pare abituato dal mestiere ad annotare i fatti, a ricercare la causa delle vicende e delle stesse emozioni. Come in questo delicato romanzo a più voci dedicato alla perenne attesa del ritorno a casa dei familiari che si incontrano in quel breve periodo tra il sonno e il risveglio, scandito dai turni in fabbrica, il giorno lei e la notte lui. La fabbrica è il luogo allo stesso tempo prigione e sopravvivenza, il pesante presente eppure il necessario futuro.

Le parole nascono da una lunga intervista, e i fatti cominciano a venire alla luce come da una grande distanza. Lentamente le voci si fanno più vicine, più intime, il timbro cambia, la narrazione passa alla prima persona, il lettore si trova ad aprire il quaderno di casa lasciato sul tavolo dove i due coniugi annotano le spese e si lasciano i messaggi quotidiani sulle cose da fare, sulla salute delle figlie, parole non dette per mancanza di spazio, parole d' amore non dato per mancanza di tempo eppure presente, finché anche di quello si dubita. 'Le mie amiche mi hanno detto che è la vita in fabbrica, ma io non ci credo mica tanto'. Lei riflette sull'amore coniugale, e forse pensa ai momenti non vissuti, che lasciano un vuoto là dove mancano i gesti condivisi.

Le figlie diventano grandi, il lavoro continua, finché lui non decide. Cambia lavoro. Cambia vita. Insegue un sogno contemporaneo molto comune: vuole tornare alla terra, coltivarla, il lavoro non gli mancherà certo, e non sarà semplice, ma almeno sarà lui stesso a scegliere i turni.

Intenso e delicato, a tratti lontano, come lo studio di qualche specie estinta, l'operaio dei film neorealisti, tuttavia anche questo è interessante. La memoria passa attraverso le generazioni, e il colore cambia: il cuore dei fatti rimane intatto. Sta a noi vederlo, sotto le parole.

 
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