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Post n°103 pubblicato il 07 Novembre 2007 da atellibrai
La bicicletta volante, di Pieter Toussaint, Zero91 ed, 189 pagine, 12 euro. Dagli sbagli si impara. E' questo il senso ultimo di un piccolo libro già caso letterario. Pare semplice ma non lo è, come molte piccole verità che diamo per scontate tanto da non prestar loro più attenzione. Come il fatto che bisogna vivere la propria vita e non quella dei nostri padri o dei nostri nonni, essere semplicemente noi stessi e non quello che altri desiderano per noi. Il che non è semplice affatto. Il protagonista narratore, come molto spesso accade nel mondo reale, è semplicemente il fratello di qualcuno. Il qualcuno qui è Vincent, presenza ingombrante, il prediletto dal padre, il fratello geniale, abile, brillante, il fratello più grande, che conquista le ragazze e, come il nonno, costruisce macchine affascinanti quanto improbabili, come la bicicletta volante del titolo, talmente improbabile che sarà la causa della sua morte. Anche la morte, tuttavia, non riesce a togliere di mezzo il ricordo così vivo e forte di un fratello troppo ammirato. La vita, prepotente, va avanti. Il fratello cresce, si fa uomo, diventa assistente universitario (come il nostro autore...) e poco a poco arrivano, goccia a goccia, i ricordi: particolari che rivelano alla memoria scene dimenticate: Vincent il prepotente, Vincent il vigliacco, Vincent l'umano, finalmente, senza idealizzazioni e sensi di colpa. Il professore di cui il Nostro diviene assistente ha una cattedra dall'argomento programmatico: Insuccessi Tecnici. Non c'è niente di meglio di un insuccesso, egli teorizza e, come vedremo, pratica, per ottenere la fonte della conoscenza. O, più banalmente, sbagliando si impara. Da un autore che sa scrivere e che sa come non annoiare il lettore, una storia che prende il cuore. Delizioso.
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