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2009 L'anno più caldo

Post n°6 pubblicato il 08 Dicembre 2009 da albatrosgroup

8 dic. (Apcom-Nuova Europa) - Il mondo sta vivendo il decennio "molto probabilmente" più caldo da quando il mondo ha iniziato a registrare le temperature, nel 1850. E il 2009 si avvia ad essere il quinto anno più caldo nelle classifiche sino ad ora stilate. Sono dati diffusi dall'Organizzazione Mondiale Metereologica (OMM) a Copenaghen, al secondo giorno della Conferenza Onu. Il segretario del Wto, Michel Jarraut, ha precisato che per alcune regioni del pianeta - in particolare in Africa e Asia centrale - il 2009 passerà alla storia come l'anno in assoluto più caldo. Quanto al decennio che volge alla fine, ha detto il 'metereologo globale', "è molto probabile che sarà il più caldo mai registrato, ovvero più caldo degli anni novanta, degli anni ottanta e così via". E oggi la Gran Bretagna ha chiesto all'Europa una drastica e 'reale' riduzione delle emissioni inquinanti, sorpassando timori e divisioni. "I nostri Paesi devono essere tanto ambiziosi quanto pretendono di esserlo", dichiara il premier Gordon Brown in un'intervista al quotidiano The Guardian. Varie cancellerie preferirebbero attendere il varo di un impegno giuridico vincolante nel 2010. La Polonia ieri ha preso una netta posizione in tal senso, contrapponendosi alla posizione oggi ribadita da Brown e condivisa apertamente dalla Gran Bretagna. Orm

 
 
 

E' cominciato il summit of Copenaghen, .....speriamo bene!!!!!!!!

Post n°5 pubblicato il 08 Dicembre 2009 da albatrosgroup

 

Il video è quello trasmesso ai partecipanti del summit all'apertura dei lavori

Premier danese Rasmussen: l'intera umanità ci guarda e spera
Copenaghen, 7 dic. (Apcom-Nuova Energia) - Si è aperta a Copenaghen la conferenza sotto egida Onu sul cambiamento climatico: da oggi e per 12 giorni i rappresentanti di 192 paesi si riuniscono alla ricerca di una strategia globale per fermare il riscaldamento del pianeta. Alla kermesse che si tiene al Bella Center della capitale danese è atteso oltre un centinaio di capi di Stato, un evento senza precedenti da tempi del Summit della Terra di Rio de Janeiro nel 1992. La 15esima Conferenza dei partecipanti alla Convenzione Onu sul cambiamento climatico ha l'obiettivo dichiarato di dare un seguito al Protocollo di Kyoto, il primo trattato giuridicamente vincolante sul clima in scadenza a fine 2012. L'obiettivo largamente condiviso del summit è limitare la crescita della temperatura del mondo a due gradi centigradi, attraverso una drastica riduzione della emissioni di gas a effetto serra. Ma la ripartizione degli sforzi da compiere è tutt'altro che decisa. La conferenza di Copenaghen sul clima è "depositaria delle speranze dell'umanità", perchè il "cambiamento climatico non conosce frontiere, non discrimina, riguarda tutti", ha detto il premier danese Lars Loekke Rasmussen accogliendo 1.200 delegati da tutto il pianeta e aprendo i lavori del summit. "Sono dolorosamente cosciente del fatto che voi avete diverse prospettive sul quadro generale sul contenuto dell'accordo" sul cambiamento climatico che la conferenza persegue, ha sottolineato Rasmussen, confermando la partecipazione di 110 capi di stato e di governo da oggi alla fine del summit, prevista per il 18 dicembre. Il premier danese si è appellato alla necessità di raggiungere un accordo "giusto, equo, accettabile per tutti", ma allo stesso tempo "efficace ed operativo". Intanto, dopo lunghi indugi e un ultimo cambio di programma la scorsa settimana, il presidente Usa Barack Obama sarà a Copenaghen il 18 dicembre (e non il 9, come da agenda sino alla settimana scorsa), mettendosi nella scomoda posizione di 'potenziale leader' dei tagli agli emissioni. Ma al summit contro il surriscaldamento Obama arriverà debole sul fronte interno e con il dossier dei cambiamenti climatici insidiato dal 'Climategate', una fuga di notizie che discredita il centro climatico inglese e le ricerche sulle cause umane del surriscaldamento. Proprio su questo 'incidente' rischia di incagliarsi il dibattito al Senato americano, che sta discutendo un progetto di legge per la riduzione delle emissioni a effetto serra e, chiaramente, indugia. Un atteggiamento che riporta alla mente l'esperienza del Protocollo di Kyoto, stilata con il contributo Usa e poi bocciata dal Senato. Se gli scettici hanno segnato con il Climategate un importante punto alla vigilia dei lavori di Copenaghen, la posizione da cui parte il summit è che per restare sotto quota due gradi le emissioni globali di gas serra, dovute in larghissima parte alle combustione di carburanti fossili, vanno senz'altro dimezzate entro il 2050. I conti però non tornano. Gli impegni annunciati fino ad oggi dai paesi industrializzati per il 2020 implicano un calo tra il 12 e il 16% delle loro emissioni rispetto ai livelli del 1990, ben lontano dalla forchetta 25-40% individuata dagli esperti come buona base di partenza per raggiungere gli obiettivi al 2050. Le ultime settimane hanno portato buone notizie, con l'impegno preciso, anche se modesto, degli Usa, che sono tornati alla lotta al cambiamento climatico dopo otto anni di inattività sotto l'amministrazione Bush, e della Cina, a cui si è aggiunta l'India. Ma, mentre le emissioni di Co2 non sono mai state così elevate (nel 2008 hanno toccato il nuovo record), il negoziato si presenta difficile, aspro. La Cina e l'India esprimono la loro frustrazione e additano le "responsabilità storiche" dei paesi industrializzati nel riscaldamento globale. I paesi poveri, i più esposti ai danni di un cambiamento di cui non sono responsabili, chiedono a gran voce aiuti per l'adattamento. Al di là dell'aritmetica dell'inquinamento globale, la scommessa è quella di varare, attraverso il trasferimento di tecnologie e di fondi, un nuovo modello di sviluppo per i paesi del Sud del mondo, meno assetato di combustibili fossili di quanto sia stato quello dei paesi industrializzati negli ultimi decenni.
 
 
 

Riflessioni personali

Post n°3 pubblicato il 04 Dicembre 2009 da albatrosgroup
Foto di albatrosgroup

Vi siete mai chiesti in che modo si può aiutare le persone meno abiette ad uscire dal loro stato di povertà?

Vi è mai capitato di fare donazioni e chiedervi se sia realmente il metodo migliore per aiutare chi stà peggio di Noi?

A dire il vero, io queste domande me le sono poste più volte e sono arrivato alla conclusione che alla fine il sistema di aiuti internazionali impostati sui livelli attuali non servono a risso levare lo stato precario dell’umanità.

Di certo le organizzazioni non governative fanno un lavoro lodevole per alleviare il dolore di chi soffre ma il loro lavoro è vanificato con il trascorrere del tempo.

Il benessere lo si raggiunge solo attraverso la conquista della libertà. La prima libertà da conquistare è quella del mercato, perchè  solo attraverso il libero scambio di merci che si ottengono le altre libertà fondamentali per l’uomo.

AL continente africano non servono i nostri soldi  , ma le nostre conoscenze, le nostre tecnologie,i nostri mezzi . Bisogna trasferire le nostre conoscenze ai popoli più arretrati in modo tale che anche loro possono mettersi al passo con Noi.

Insomma bisogna metterli in condizione di essere capaci da soli di poter sfruttare la ricchezza del loro territorio.

La conquista economica, la libertà di scambio portano alla democrazia perché la democrazia è Libertà.

Il nostro compito pertanto a mio avviso è quello di individuare quali siano le barriere che spingono verso il baratro della povertà oltre un 1.000.000.000 di persone sulla faccia della terra, e una volta individuate le cause trasferire i nostri modelli di business più appropriati al loro livello di partenza ed assisterli mentre imboccano la strada che li porterà verso la Libertà .

L’ultimo passaggio sarà quello di racchiudere la povertà in un Museo che serva da monito alle generazioni future.

 

Nei mie prossimi articoli cercherò di individuare quali siano alcune delle barriere che racchiudano una gran fetta dell’umanità nella povertà ……… nel frattempo voi individuate delle altre in modo tale da poterne discutere insieme

 

 
 
 

Jambo Bwana

Post n°2 pubblicato il 03 Dicembre 2009 da albatrosgroup
Foto di albatrosgroup

Con questo mio primo articolo voglio ringraziare tutti coloro che decideranno di dare sostegno a questo mio progetto, e che possa esso stesso diventare il progetto di tutti.

L’intento è quello di creare una comunità di persone, che uniti dalla passione per le cose semplici della vita, dalla cultura, dai viaggi e dalla voglia di aiutare il prossimo , si crei insieme un alternativa alla vita non solo personale ma di tutta quella gente rappresentata da quel miliardo di persone  che abitano le baraccopoli dei paesi più poveri del mondo.

Di sicuro non riusciremmo a salvarli tutti, ma dare sollievo anche ad una sola persona di quel miliardo significa aver contribuito a diffondere l’uguaglianza e la democrazia.

Vorrei citare due massime di  Mahatma Gandhi , le quali racchiudono tutto il senso di questo nostro umile blog:

 

La felicita' e la pace del cuore nascono dalla coscienza di fare cio' che riteniamo giusto e doveroso, non dal fare cio' che gli altri dicono e fanno

 

Non importa quanto insignificante possa essere la cosa che dovete fare: fatela meglio che potete, prestatele tutta l'attenzione che prestereste alla cosa che giudicate piu' importante; infatti sarete giudicati da queste piccole cose.

 

Spero , che un giorno il colore della pelle,le religioni, l’oro, il petrolio non siano i confini dell’umano amore .

Spero che un giorno siano aboliti tutti i confini che proibiscono l’uomo di essere libero.

 

AIUTATEMI  , scrivete le vostre opinioni in merito, descrivete le vostre passioni e commentate gli argomenti qui trattati……. Solo parlandone può uscire un idea rivoluzionaria e quella idea può essere proprio la tua.

Giuseppe De Tommaso

 
 
 
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Un blog di: albatrosgroup
Data di creazione: 02/12/2009
 

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