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Gianfranco Guglielmi,
detto "Frank",  allenatore di Canoa Olimpica 
 

 

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"Lo Sport e` una dimensione dell'uomo dove la forza, l'intelligenza e la volonta` si equilibrano per il raggiungimento del traguardo il cui prezzo e` una vita condotta all'insegna del sacrificio"

 

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Creato da: Frankcanoa il 10/03/2007
discorsi a megafono spento di un allenatore di canoa olimpica

 

 
« Messaggio #41LE GARE DI CANOAGIOVANI »

lettera aperta di PINATO MAURILIO

Post n°42 pubblicato il 08 Novembre 2007 da Frankcanoa

La canadese italiana ovvero il parco rottami della canoa (all'italiana)

Mi chiamo...lo so, non sono famoso, Maurilio Pinato, forse proprio perchè ex-canadese.
Mi permetto di intervenire in questo blog di Guglielmi "il risorto". Resurrezione che a molti va stretta, sono testimoni le mie orecchie.
Ho cominciato a fare canoa a 14 anni, nel 1975 alla Verbano dopo breve infarinatura all'Intra, con l'allora amico e compagno di scuola Ganna Marco.
Devo dire che ero negato in k per problemi di circolazione alle gambe e, soprattutto, perchè non andavo un c.... Ecco pronto un canadese!
La canadese alla Verbano era da tempo praticata da diversi, ai miei occhi, "eroi": Greggio Sergio, lo stesso Guglielmi, Baselli, Silvani ed in seguito conobbi anche gli ex Carletto e Castello poi in finanza.
Cominciai la mia carriera in C2 con Caretti Marco, vincemmo 2 titoli italiani. Caretti mi abbandonò a metà stagione affrontando le gare in C1.
I "veci" mi insegnarono a pagaiare "alla verbano", praticamente in piedi su di un blocco di polisterolo recuperato ai Giochi Senza Frontiere.
In quel tempo la canadese in Italia poteva vantare atleti di grande valore. Nomi come Pietro Bruschi, Susca poliziotto, Annoni, Passerini, Rossini, Tonolini della scuola cremonese, parteciparono ad olimpiadi ed appuntamenti internazionali.
Detto ciò anche allora la specialità era sottovalutata, ne so qualcosa, ad es. convocato da junior per Tampere da Amigoni, allenatore federale Cremonese, per un C7, sono rimasto a casa con gli altri 6 colleghi: la federazione non ci aveva preso in considerazione, eravamo solo di canadesi!
Sono testimone del comportamento federale verso il fortissimo Bruschi Pietro che, nonostante fosse la storia della specialità ed il n. 1 in Italia in quel momento, fu "cannato" da tutti gli impegni internazionale: dissero che era vecchio...
Venne il 1980, anno olimpico di Mosca. Vinsi tutte le gare importanti di allora in C2 con Garzia Carlo. Correvo per la Marina a Sabaudia. Oltre all'indimenticabile Capo Masotto ci allenava un Romeno di cui, scusate, non ricordo il nome. L'allenatore romeno ci promise che avessimo fatto il tempo di 1 e 54 ci avrebbe portato alle olimpiadi. Duri furono gli allenamenti con la nazionale romena che mi insegnò moltissimo (infatti per loro la canadese era ed è una specialità importante quando il K) quanti trucchi imparai da Ivan Postroikin, il più granda di tutti i tempi...
Come andò a finire? Raggiungemmo il tempo, il capo gongolava, il romeno parlò con chi di dovere e ci disse "tutto a posto!". In conclusione rimanemmo a casa comunque: i paesi dell'ovest boicottarono i giochi di Mosca.
Oggi, a distanza di tanti anni, penso che comunque sarebbe andata così, eravamo canadesi!
Finii la mia carriera alla canottieri Intra con colui che era stato il mio primo allenatore, Guglielmi Gianfranco, mi portò a risultati apprezzabili in C1 e in C2 con Mazzatorta Paolo ma dovetti smettere quando Guglielmi diventò allenatore federale e mi chiese se volevo entrare in nazionale perchè avevo tutte le carte in regola. Ma io volevo sposarmi ed aprire un'attività e tutto finì così.
Questa sembra la storia personale di un canadese, quasi un curriculum vitae, ma non vuole esserlo, è forse quello che successe a molti come me, appassionati della specialità che racchiude in sé quasi una casta. Come dice uno: "il canadese è un essere superiore" anche se la frase fa sorridere.
Mi pongo una domanda che non vuole essere provocatoria: la canadese, vista come ultima chance all'interno delle società e della federazione stessa, non dovrebbe avere una sua federazione? Fedrazione Italiana Canoa. Ed il kajak? Federazione Italiana Kajak.
Allora mi chiedo, perchè tutti dicono "vado a canoa"???
Passano gli anni, non vedo nei campi di gara canadesi forti come ai miei tempi. Le società di kajak non sono in grado di avere canadesi perchè non sono capaci di crearne, non hanno aiuto di esperti della specialità in questa opera.
E i negati del kajak dove vanno ora? A giocare a calcio.
Vedete, anch'io sono infettato dal virus, non riesco ancora a pensare che si può mettere in canadese uno che non ha prima provato il kajak pensando semplicemente che "canadese è bello" e non è dequalificante rispetto al K.
Se a qualcuno venisse in mente di dire che in Italia non ci sono tecnici qualificati per insegnare la suddetta specialità, io risponderei con i nomi che ho scritto sopra, potrei farlo pure io... ah, scusate, io non ho il patentino di istruttore! E a proposito, mio fratello, canadese pure lui, l'ha fatto il patentino: esame pratico in kajak, lui dice "non sono capace e poi voglio istruire i canadesi". Risposta: "non è previsto l'esame in C e poi io (l'esaminatore) non sono capace"...
Pensiero: e fare un patentino per il K ed uno per il C?
Sarebbe un viatico per far conoscere il C in tutte le società.

Un caloroso saluto a tutti ma soprattutto a coloro che ho nominato che hanno fatto la storia della "setta dei canadesi"

Pinato Maurilio 3356919836

 
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Commenti al Post:
cidue_1961
cidue_1961 il 29/07/08 alle 19:06 via WEB
Ciao Maurilio e ciao a tutti i canoisti.Scorrendo i vari messaggi del blog ho trovato anche il tuo il quale, devo dirlo mi ha fatto venire un groppo alla gola.Questo probabilmente significa che da qualche parte dei miei quasi 100 kg la passione per la canadese pulsa ancora.Ci tengo a precisare che "non ti ho mollato" a mezza stagione ma bensì la vita mi ha imposto una scelta che mi ha portato via da Verbania per motivi di lavoro.Ti assicuro che, se avessi potuto continuare, probabilmente la naia in marina da vogatore l'avremmo fatta insieme.Per tornare alla canadese anche per me la strada è stata quella, scarsi risultati in k e poi il fascino della disciplina mi ha portato su quella che secondo me, malgrado tutto,è la regina delle imbarcazioni.Io non ho raccolto le soddisfazioni che hai raccolto tu ma ti devo dire che, durante la stagione 76/78 che ci ha regalato i due titoli italiani e credo 8/9 gare nazionali, mi sentivo un marziano fiero di praticare uno sport duro (mi fanno ancora male le ginochhia e credo a te la schiena per i morsi che ti ho dato) ma soddisfacente e gratificante.Non so se potrai leggere questo messaggio ma forse in un modo o nell'altro ti arriverà. Marco Caretti marcocaretti@tiscali.it
(Rispondi)
 
 
Frankcanoa
Frankcanoa il 31/07/08 alle 15:20 via WEB
Ciao Marco. Il Pina ha letto il Tuo Messaggio e insieme abbiamo ripercorso con grande piacere quel periodo felice con ricordi e aneddoti di vita spesierata e giocosa. Come quella volta che tornando da non so` dove ho fermato l'auto Sociale (il mitico 1300 col cambio al volante) alle 4 del mattino, per sganasciarci dalle risate che la Luisa quasi si pisciava addosso. Ricordi... "mande l'acque Gine", bastava una frase banale per contagiare il mondo dalle risate. E` stato un periodo d'oro in tutti i sensi, sia per i risultati che per l'unita` del gruppo dove e` stato importante anche il Tuo contributo. Ora , alla Poli, stiamo ricostruendo questo clima e mi sembra di essere tornato indietro con gli anni. Vieni a trovarci.
(Rispondi)
 
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