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Innamorarsi e il creato che canta solo quello da sempre

Post n°8 pubblicato il 24 Novembre 2009 da purceddduzzzi
 

MANO NELLA MANO NELLA NOTTE DI GIZA     

 

Splende il tuo sguardo mai quasi orfico

nella notte di nettare,

stella fissa nel firmamento,

non muore nel tramonto,non viene sciacquata via dall’alba,

le ciglia battono cicloniche

portando repentini aggrappamenti

e sulla tua bocca inzuppata

dal sangue delle escoriazioni dei papaveri è nata

oh si fremo è nata l’ultima avventura

scala appoggiata al sole

e così dobbiam traballar per la gloria di qualcuno

che non ci ama

ma io L’ho buttata la al sole, voglio il sole

le corriamo incontro scherzando la sera

aspettare era più folle del gesto che abbiamo fatto

così noi correvamo incontro alla sua alba dalla notte

in bilico sul cratere dell’intimo tentativo

sudando antiche secrezioni rem.

Dentro la corsa affannosa sentir la tua dispnea

perché vuoi toccar il folle

fa vibrar le corde che ho attaccato alle stelle

ed essa sembra uscita dal mio sogno d’oro,

troppo lontana che non lo riesco ad acchiappare

hai già compiuto la magia del miraggio,

allora tenterò anche il salto ancestrale

del morir impaziente per veder Dio

come slancio fra i germogli cascanti,

e invecchia il tempo sui nostri sogni sempre vivi,

ora sulla tua pelle scorre un fiume di acque incoscienti

che vorticano nel mio ombelico,

un gesto solo fra noi

scrive un romanzo di mille e mille pagine,

il silenzio in quel attimo

sembra che stia zitto anche il respriro

e in gemito morente viene partorito il “mai più”,

no il tempo di muovere lo sguardo,

siamo nell’infinito sensuale

dove gli uccelli del paradiso sfrecciano via disorientati.

Come svegli dentro il sogno di una notte di Persia,

come far l’amore sotto la guerra mondiale dannata,

saremo come la fine di una cascata,

come la preghiera di un condannato a morte,

satellite perduto nel cosmo dalla base sii forte,

come l’innocenza di una lancia d’avorio per terra,

come lui in coma che non può più dir

ti voglio bene a chi ama,

un orchestra di tutti suicida d’amore diretta

da un eroe sedizioso dalla criniera bianca

che non verrà accolto ne da un Dio ne da un demone,

saremo come l’inspiegabile disteso sinuoso

sulla sponda opposta di un ruscello

delle acque dei ghiacciai,

saremo le urla di libertà portate

dai venti oceanici ad alcatraz,

come l’attesa che

la gloria scenda su la storia del mattino,

saremo come il drago albino portato

con sé da un tornado

sotto una pioggia di petali di iris,

vivi più del primo assaggio

della preda da un tigrotto,

vivi più dell’universo

e i fiumi stellati verranno a noi

e noi saremo come la richiamata del paradiso.

Strillerò al tramonto della luna il nostro spasmo

per le anime perdute per un bacio

che non doveva assaporarsi

e i monti sfideranno le profondità degli oceani

e il cielo sbatterà le sue immense ali,

io e te abbiamo fatto naufragar i sensi dell’esistenza

per una caduta

una caduta dalla scala verso il sole

nei fiumi vergini solo per continuare

a guardarci negli occhi,

qualcuno dovrà considerarlo.

 

ALESSANDRO IDISIUM

 

 

 

 

  Amore della vita

  Io vedo i grandi alberi della sera 
  che innalzano i cieli dei boulevards, 
  le carrozze di Roma che alle tombe 
  dell' Appia antica portano la luna. 

  Tutto di noi gran tempo ebbe la morte. 
  Pure, lunga la via fu alla sera 
  di sguardi ad ogni casa, e oltre il cielo 
  alle luci sorgenti ai campanili 
  ai nomi azzurri delle insegne, il cuore 
  mai più risponderà? 

  Oh, tra i rami grondanti di case e cielo 
  il cielo dei boulevards 
  cielo chiaro di rondini! 

  O sera umana di noi raccolti 
  uomini stanchi uomini buoni, 
  il nostro dolce parlare 
  nel mondo senza paura. 

  Tornerà tornerà, 
  d' un balzo il cuore 
 
desto 
  avrà parole? 
  Chiamerà le cose, le luci, i vivi? 

  I morti, i vinti, chi li desterà?


       
   Alfonso Gatto 

 

 

Cucina Spirituale

Bene, l’orologio dice che bisogna chiudere, ora
Penso che farei meglio ad andare ora
Mi piacerebbe proprio stare qui tutta la notte
Le macchine brulicano nei dintorni tutte piene di occhi
Le luci della strada condividono i loro splendori (il loro cavo riflesso)
Il tuo cervello sembra confuso da una sorpresa sconvolgente
C’è ancora un posto dove andare
C’è ancora un posto dove andare

Lasciami dormire tutta la notte nella tua cucina spirituale/(della tua mente)
Fammi scaldare la mia mente vicino alla tua graziosa stufa
Scacciami piccola, e vagabonderò
Barcollando nei boschetti di neon (in una siepe fluorescente)

Bene, le tue dita disegnano velocemente dei minareti*
Parlano un alfabeto segreto
Mi accendo un’altra sigaretta
Imparo a dimenticare, imparo a dimenticare
Imparo a dimenticare, imparo a dimenticare

Lasciami dormire tutta la notte nella tua cucina spirituale (della tua mente)
Fammi scaldare la mia mente vicino alla tua graziosa stufa
Scacciami piccola, e sarò meravigliato
Barcollando nei boschetti di neon

Bene, l’orologio dice che bisogna chiudere, ora
So che devo andare ora
Voglio proprio restare qui
Tutta la notte, tutta la notte, tutta la notte

torre della moschea

THE DOORS

   

 
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