Creato da capului il 26/02/2011

fine di un sogno!

Rosicchiare bulimicamente Libri, bere visivamente mostre d'arte, scolarsi disgustosamente Film fino al vomito etilico, vivere i sabati sera con amici intelligenti ma -è questo è il bello!- pure simpatici!, inveire bukoswkianamente contro il televisione mentre continuo ipnoticamente a guardarlo e, infine, ironizzare con...tro il 98% degli esseri viventi e dei loro 3 neuroni da spartire per testa..

 

 

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NON SI VIVE SANI, IN UN AMBIENTE MALATO !!!

Post n°16 pubblicato il 13 Novembre 2011 da capului







I MAGGIORI DISASTRI AMBIENTALI
CREATI DALL’UOMO

NON SI VIVE SANI, IN UN AMBIENTE MALATO !!!

I conflitti a fuoco sono infatti la principale causa,
anche indirettamente, di tante catastrofi
.
Che si tratti di completare la devastazione operata da armi nucleari
o di una pratica antica come spargere sale sulla terra dei nemici sconfitti,

la guerra è per sua stessa natura distruttiva.
Inoltre, i frutti (negativi) della guerra non si raccolgono subito.

A tal proposito basti pensare alle
sostanze chimiche che ci lasciano in eredità alcuni tipi di armi.

guerra

 

Nel gradino più in basso del podio troviamo il disastro
ambientale della Louisiana «il più devastante di tutti i tempi»,

lo ha ribattezzato il presidente americano Obama.
Le paure e i sospetti dei comitati ambientalisti sono diventati
concreti davanti alle immagine di quella marea nera che da giorni
ormai sta arrivando fin alle coste del Golfo del Messico.
La perdita si è rivelata cinque volte più grave di quanto inizialmente          
previsto  (circa 5 mila barili di petrolio si riversano in acqua ogni giorno,
pari a 800 mila litri).
A pagare il prezzo di questo drammatico incidente
ci sono anche circa 5 mila delfini che rischiamo di trovarsi in trappola                    
nelle acque del Golfo del Messico tra Louisiana, Mississippi
e il pozzo offshore da cui fuoriesce la marea nera di petrolio.

DISASTRI

È da ricordare, inoltre, tra i tanti disastri chimici, quello avvenuto                                il 3 dicembre 1984 a Bhopal, nella contea di Mavda Pradesh in India.
In quel giorno di inizio dicembre vi fu una fuga  di pesticidi da una              fabbrica  della Union Carbide.                                                                                        I morti stimati furono circa 4.000, deceduti 
in seguito ad una                                "nebbia mortale" che abbracciò tutta la zona.
Più di 50.000 furono, invece, i contaminati che subirono dei gravissimi                   
danni come la cecità, insufficienza renale e malesseri permanenti                           degli apparati interni.

Immagine


Gli attivisti hanno stimato che nel corso degli anni i morti causati                                   indirettamente dall'incidente chimico furono quasi 20.000.
Su questo nefasto podio troviamo il disatro causato dallo scoppio                            del reattore nucleare di Cernobyl.

 

NON SI VIVE SANI, IN UN AMBIENTE MALATO !!!


Il 26 aprile 1986, in seguito al tentativo di testare una nuova teoria,
qualcosa non andò come sarebbe dovuto.
Ci fu una reazione nucleare che si incendiò fino ad esplodere
diffondendosi ben 400 volte in maniera maggiore rispetto alla quantità                      
di radiazioni della bomba di Hiroshima.
Gli stati più colpiti furono Bielorussia e Ucraina,
mentre la nube tossica si spinse addirittura fino in Irlanda.
I danni ammontarono a 56 morti
e oltre 4.000 casi di cancro                         nel corso del tempo. Oggi fino a 30 chilometri dalla zona                                          non vi è più nulla e l'area è totalmente disabitata. (ufficialmente)

Un altro disastro ambientale emblematico è rappresentato dalla
Great Pacific Garbage Patch”

NON SI VIVE SANI, IN UN AMBIENTE MALATO !!!
A questo nome corrisponde un vortice marino ad altissima intensità           promulgatore di inquinamento e capace di attirare rifiuti e spazzatura.        Questo singolare fenomeno galleggia e si è verificato nei mari del Pacifico          al sud di Giappone e Hawai.
La maggior parte dei rifiuti è di plastica ed è oggetto di continui monitoraggi              di esperti e studiosi che sperano che, esplorando il fenomeno, possano trovare          un modo per risolvere il problema. Tuttavia fino ad ora si è ancora,       paradossalmente, in alto mare.


E' molto più semplice pensare che non accadrà nulla,
che tutto filerà liscio come l'olio, ma chi ha buona memoria,
non ha bisogno di questo ultimo disastro e mi riferisco
alla piattaforma         petrolifera della Luisiana, per agire e per mettere in guardia sui rischi reali
che tutta la collettività e la sua economia corrono.


ORMAI ALL’OPINIONE PUBBLICA
IL QUADRO E' CHIARO...

       I CITTADINI E NON  SOLO LE ASSOCIAZIONI          AMBIENTALISTE,
SONO MOLTO PREOCCUPATI.



NON SI VIVE SANI,
IN UN AMBIENTE MALATO !!!

 

Immagine1

 

 

 
 
 
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