fine di un sogno!

DONNE CONTRO L'ILVA DI TARANTO


 
Documentario "La Svolta. Donne contro l'Ilva",scritto e diretto da Valentina D'Amicoè un documentario di denuncia sull'Ilva di Taranto, l'acciaieria più grande d'Europa, che vanta il primato italiano dei morti sul lavoro e dell'inquinamentoambientale. Visto con gli occhi delle donne (mogli madri lavoratrici) che hannopatito la perdita del proprio marito, del proprio figlio morti nell'acciaieria,che hanno subito sopraffazioni e violenze psicologiche e poi sono state licenziate,     che soffrono la propria malattia e quella del proprio figlio in conseguenza                              dell'inquinamento ambientale. 
finita sulla sedia a rotelle, e Caterina, mamma di un bambino autistico: patologie diverse, entrambe probabili conseguenze dell’inquinamento.La loro necessità di riscatto per sé eper gli altri: nei tribunali, nelle manifestazioni di piazza,nelle denunce alle massime cariche dello Stato.Partendo dalle loro storie umane,si conoscerà la vita nella più grande acciaieria d’Europache vanta il primato nazionale dei morti sul lavoroe dell’inquinamento ambientale.Le condizioni di lavoro degli operai raccontate da dipendentied ex dipendentie svelato da Antonino,operaio morto nello stabilimento.La sua vicenda, narrata nel testo “La Svolta”scritto dalla moglie Francesca,nel video è interpretata dall’attore tarantino Alessandro Langiu.Storie di soprusi, arroganza, anche ai danni degli impiegati:70 di loro rinchiusi per un anno e mezzo in un reparto confino,per punizione, solo per aver osato dire no.Depressioni, tentati suicidi,vite annientate che ancora oggi portano sul volto i segni dei soprusi.Decenni disconvolgimenti socio-economicie ambientalidi una città che forse oggiha trovato il coraggio di reagire contro la fabbricache è amica se dà lavoro,ma che è nemica se disprezza l’uomo e mortifica l’ambiente.
L’ultimo intervento della magistratura è del 3 novembre scorso.Su mandato della Procura di Taranto,la guardia di finanza ha sequestrato quattro pontilinello scalo portuale utilizzati dall’acciaieriapiù grande d’Italia per lo sbarco delle materie primee l’imbarco dei prodotti finiti.Si contestano violazioni in materia ambientale,tra cui lo stoccaggio di rifiuti speciali.L’Ilva avrebbe operato senza autorizzazioni.Tra i denunciati, Luigi Capogrosso, direttore dello stabilimento.È l’ennesimo legnata per una città martoriata dall’inquinamento,la “Seveso del sud” l’hanno ribattezzata gli ambientalisti.Con la differenza che se a Seveso, nel ‘76,l’inquinamento da diossina fu un fatto repentino(un guasto a un reattore provocò lo sprigionarsi di una nube tossica che avvelenò la popolazione, inquinò l’ambiente),a Taranto la diossina sparge morte lenta “da 45 anni” denuncia Peacelink, l’associazione che ha smascherato lo stato dei fatti nel 2005.Da allora sappiamo che a Taranto si produce il 90% della diossina prodotta in Italia, l’8,8% del totale europeoe che il formaggio prodotto a Taranto è contaminatoe per questo oltre mille capi di bestiame l’anno scorso sono stati abbattuti,con grave danno per le aziende zootecniche della zona.
  AltaMarea (coordinamento delle associazioni e dei cittadini tarantini) e il Cantiere Maggese organizzano la serata di presentazione, in prima nazionale, del documentario “La Svolta. Donne contro l’Ilva”, scritto e diretto da Valentina D’Amico.Per informazioni:329.7152379380.4593503lasvolta.donnecontrolilva@yahoo.ithttp://lasvoltadonnecontroilva.wordpress.com