la vita è1 abbraccio

Come tutti gli anni anche l’altro ieri il signor Claudio D. si è alzato nel cuore della notte per scrivere una lunga lettera d’amore alla sua Cristina. L’ha finita alle prime luci del mattino con la formula tradizionale: “alba del 1826° giorno”, tanti ne sono passati da quando lui e la moglie non stanno più insieme. Poi si è infilato le scarpe ed è andato al giornale, a dettare la lettera per la pagina dei necrologi.

Claudio scrive a Cristina a ogni anniversario, a anche a Natale: per farle gli auguri. Gli ultimi gli sono costati una cifra irragionevole, quattrini che strappa alla pensione mese dopo mese, rimediando qualche lavoretto e risparmiando sui denti (se li dovrebbe curare), sul cibo e persino su luce e gas.

Non importa: deve far sapere a tutti quanta meravigliosa fosse la sua Donna. Quando lei se ne andò, al termine di una lunga malattia, lui era uscito a fare la spesa e non riesce ancora a perdonarsi quell’unico appuntamento mancato. Le parole che non le disse allora, gliele ripete adesso: “ Amore mio, potrò io donarti gli ultimi respiri per farti respirare anche per un istante aria e sorsi della nostra vita trascorsa? “

E’ una storia che mi ha gonfiato il cuore a dismisura per quanta dedizione e amore avesse questo signor C.

Sono convinto che toccherà il cuore e la sensibilità di tantissimi di voi se avete avuto la bontà di leggere queste righe.

Si dice anche che, alcune signore, ogni anno ritagliano le sue parole dal giornale e se le infilano nel diario,sognando che sia stato il loro uomo a spedirgliele.

Ma scriverne una noi, cari maschietti, e metterla sotto il cuscino delle nostre donne, domattina, finché sono ancora vive, è uno di quei gesti che da soli valgono camionate di mimose.