Creato da stefanomastini il 19/11/2008
federazione delle associazioni del 13^ Municipio - Roma

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Aiutaci a contrastare le mafie!

Post n°18 pubblicato il 19 Marzo 2009 da stefanomastini

Libera sta costituendo una nuova cooperativa agricola a Castel Volturno, su un territorio confiscato alle mafie,  per l'allevamento di bufale e la produzione di mozzarelle biologiche.
Manda subito un SMS al numero 48544 da Tim, Vodafone, Wind, Tre e Coop e cosi potrai donare immediatamente 2 euro. Il numero è attivo dal 9 al 30 marzo 2009.
Grazie mille!!!!
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Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie.
Via IV Novembre 98
00187 Roma tel. 06.69770325

Aiutaci a contrastare le mafie. Condividi anche tu, insieme ai tuoi amici, le attività di Libera.
CCP 48182000 oppure Banca Popolare Etica Iban IT29 M050 1803 2000 0000 0100 068

 
 
 

HO PERSO LA SPERANZA DI VIVERE IN UN PAESE CIVILE

Post n°17 pubblicato il 16 Marzo 2009 da stefanomastini

Di Emanuela B.Ho cercato di cambiare le cose, ho sperato in un’Italia diversa, ho preso tante “mazzate”, ho sempre mantenuto la speranza di veder cambiare questo mio bel paese, ma venerdì mattina alle ore 10 mi sono sentita sopraffatta.
Venerdì 6 marzo, ore 10, decido di telefonare al numero  06 67105788, del Comune di Roma, per avere informazioni sulla richiesta presentata a febbraio 2008, ai sensi della legge 9 gennaio 1989 n 13, “contributo per il superamento e l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati”. Mi risponde un signore e, alla mia domanda sui tempi tecnici di attesa per il rimborso, ammette “candidamente” che stanno attualmente “prendendo in considerazione” le domande presentate nell’anno 2005 (entro il mese di febbraio).
Metto giù il telefono ed in un attimo mi assale una profonda vergogna per il Paese in cui vivo, per l’impiegato che non ha sentito neanche lontanamente il bisogno di scusarsi rispetto all’evidente ingiustizia, causata dalla ingiustificata lungaggine dell’iter, per la mia famiglia che da 18 anni, da quando ha avuto la fortuna di accogliere nella propria vita un figlio disabile, deve continuamente lottare per vedere tutelati i suoi diritti a vivere una vita normale. Diritti continuamente messi in discussione da una burocrazia cieca ed ignorante, da una palese e tacita violazione dei principi fondamentali di civiltà sanciti nella nostra Carta Costituzionale, dal non rispetto per i più deboli, dalla mancanza di cultura della solidarietà.
Io, mio marito ed il fratello maggiore di Enrico, abbiamo avuto la sorte di vederci cambiare la vita, da questo nostro meraviglioso e speciale ragazzo, che ci ha profondamente cambiato in meglio, ci ha reso difficile ogni cosa, ma nello stesso tempo ci ha dato la possibilità di amare ancora di più la vita, perché lui ogni giorno ci mostra quanto impegno e quanto coraggio ci mette per vivere.
Per poter permettere ad Enrico (allora diciassettenne alto 185 cm) di vivere una vita familiare decente, nel gennaio 2008, dopo un anno passato a trasportarlo a braccia dal piano inferiore al piano superiore della nostra abitazione a causa di un aggravamento, con le immaginabili conseguenze fisiche anche per noi, prendiamo la decisione di dotare la nostra abitazione di un montascale interno ed esterno, per la “modica“ cifra di 16,500 euro, cifra che ovviamente (famiglia monoreddito) non abbiamo disponibile e che costringe mio marito a chiedere un anticipo sul TFR, più un prestito in banca per poter far fronte alla spesa.
Dopo un anno dalla presentazione della documentazione e dal pagamento delle fatture, di fronte ad una legittima richiesta, veniamo a sapere che il Comune di Roma sta prendendo in considerazione oggi, le richieste fatte nel 2005, forse la nostra verrà “presa in considerazione” nel 2013. Nel frattempo, la nostra famiglia si impoverirà ancora di più, ma avrà la certezza che l’avere cercato di assicurare a nostro figlio il diritto di continuare a vivere con la propria famiglia, in un’abitazione adeguata alle sue esigenze, non solo non è un diritto tutelato, ma anzi diventa un evidente danno.
Non so di chi siano le responsabilità di questo enorme ritardo nel “lavorare” le pratiche e nell’erogare i contributi, se della Regione Lazio, del Comune di Roma o della negligenza di tanti e mi chiedo che situazione ci sia nelle altre Regioni d’Italia.
Mi immagino le tante le famiglie in difficoltà che non hanno neanche la possibilità di chiedere prestiti per sostenere questa spesa e mi vergogno, mi vergogno, mi indigno profondamente e continuo a rialzare la testa con la precisa sensazione di dover proteggere mio figlio ma anche tutti i disabili di fronte ad una Amministrazione pubblica insensibile ed inefficiente e ad una burocrazia lenta e irresponsabile, che non vedono le persone che hanno di fronte, ma soltanto pile di carta, iter e procedure.

 
 
 

CONCULTORIO, CASA DEL PARTO, CASA DELLA SALUTE DELLA DONNA

Post n°16 pubblicato il 16 Marzo 2009 da stefanomastini

L'Assemblea delle donne, a seguito dell'incontro del 25 febbraio dal quale non e' emerso alcun impegno chiaro sulla collocazione del consultorio di Ostia in locali  idonei, ribadiscono che pur non avendo alcun  pregiudizio  sulla Casa del Parto, tanto meno sulla Casa della salute della donna e del bambino che anzi rispondono a richieste trentennali, vedono con preoccupazione il depotenziamento del Consultorio di Ostia.

In un territorio di circa 200.000 abitanti dove esistono solo 2 consultori, il rapporto per legge sarebbe di uno ogni 20.000 abitanti, assistiamo ad una ulteriore riduzione del servizio in controtendenza anche alle ultime disposizioni regionali sulla riorganizzazione dei consultori ( delibera Giunta regionale del Lazio n°  945 del 22/12/08 )  mirato al sostegno della genitorialità che stanzia ulteriori fondi ai consultori stessi.

Il trasferimento del Consultorio dal Sant'Agostino ai locali di Via Capitan Casella 3, di fatto impedisce il mantenimento delle funzioni precedentemente svolte in quanto gli spazi si riducono e conseguentemente diminuiranno le prestazioni poiché le operatrici/i saranno costretti ad alternarsi nell'utilizzo delle stanze; diviene inoltre difficoltoso anche l'accesso alle mamme con  carrozzine  e, di fatto, impossibile l'accesso ai disabili.

La polverizzazione del  servizio preesistente snatura il consultorio rendendolo una somma di ambulatori dislocati nel territorio, spostando su un'ottica prevalentemente sanitaria anche ciò che non lo è. Chi e dove svilupperà gli interventi di prevenzione? Chi agirà sulla crescita culturale del territorio? Chi socializzerà la conoscenza e creerà le reti di protezione sociale necessarie? Chi  lavorerà sull'integrazione delle donne immigrate? A questo proposito invitiamo a rileggere le disposizioni della nuova legge regionale n° 945/08!

Ribadiamo l'importanza del lavoro sinergico delle varie figure professionali al fine di ottimizzare ed integrare gli interventi socio-sanitari e  questo può avvenire solo all'interno di strutture polifunzionali come definito dalla legge regionale 15/1976. 

Del resto non ha senso una Casa del Parto naturale senza una forte presenza sul territorio di chi costruisce una cultura altra non medicalizzata e rispettosa dei tempi e dei bisogni delle donne, funzione tipicamente consultoriale.

Riguardo la Casa della Salute della donna e del bambino ribadiamo quanto detto fin dal giorno della sua presentazione: chiediamo un tavolo di confronto dove vengano costruiti tutti i passaggi a garanzia della sua realizzazione anche nella previsione che la struttura sara' ultimata nella prossima legislatura regionale e la sua destinazione potrebbe cambiare prestandosi anche a manovre speculative.

Se, come è stato ribadito, le finalità sono comuni ci sembra inutile il clima di contrapposizione che si è creato che va soltanto a favorire chi da sempre tenta di destrutturare le strutture socio-sanitarie territoriali ed in particolare i Consultori Familiari.

Chiediamo una risposta nel merito chiara e concreta da questa Amministrazione

                                                            L'Assemblea delle Donne del XIII° Municipio    

 
 
 

Ex Colonia Vittorio Emanuele III - Casa della Cultura, Università o uffici del Comune? - dite la vostra

Post n°15 pubblicato il 02 Marzo 2009 da stefanomastini
Foto di stefanomastini

L’ex colonia marina Vittorio Emanuele III, fu realizzata ad Ostia nel 1916, costruzione in cemento armato, divisa in due distinte sezioni, con all’interno refettori, cucine, dispense, cantine, parlatori, lavabi e bagni, direzione, aule scolastiche, museo, biblioteca, lavanderie sale di svago, e due camerate per un totale di 80 posti letto, necessari ad ospitare i ragazzi. All’ala est vi è collegata un’ampia cappella, decorata con marmi policromi. Il costo di questa prima colonia fu di lire 100.000. Nell’anno 1925 ci fu il primo ampliamento della struttura, per intensificare la lotta contro la tubercolosi, inaugurato poi nel 1932 con il nome di “Ospizio Marino e Colonia Profilattica Vittorio Emanuele III”.Dopo solo undici anni, nel 1943, la colonia cessa per sempre le sue attività, occupata dai tedeschi, rimasta inattiva fino al 1983, quando divenne poi un collegio per i figli delle famiglie più bisognose di Roma. Attualmente l’edificio continua a svolgere un servizio di pubblica utilità, con mensa per poveri, centro anziani e alloggio temporaneo per le persone meno abbienti. E’ inoltre sede della biblioteca “Elsa Morante”, tra le migliori della capitale, e del Teatro del Lido.

L'uso del fabbricato della ex colonia Vittorio Emanuele III è al centro di grandi polemiche

sulla sua destinazione d'uso.

 

Attualmente sono in campo tre ipotesi:

1) Casa della Cultura

Progetto già finanziato che prevede fra l'altro la realizzazione di sale prove musicali; studios per il teatro e la danza; laboratori di fotografia, montaggio video e grafica; una piazza telematica, un laboratorio per un consumo responsabile, un centro contro la dispersione scolastica, una ludoteca pubblica.

2) Polo universitario

L'Università raccoglierebbe gli oltre 5000 studenti residenti sul Litorale che ogni mattina si recano presso le sedi romane. Attraverso l'Ateneo alla Vittorio Emanuele III si otterrebbe il duplice risultato di semplificare la vita di molti studenti ma principalmente di riqualificare tutto il territorio del XIII Municipio, Fiumicino compreso.

2) Uffici comunali

Non meglio identificati, e ritorno della sede dei vigili urbani.

Dite la vostra opinione sulla destinazione dell'edificio su questo blog.

 
 
 

LA VOCE DI MADRE NATURA:

Post n°14 pubblicato il 02 Marzo 2009 da stefanomastini
Foto di stefanomastini

Da: Pier Luigi lando
Date: 2 marzo 2009 16.59


“Guai a chi a chi mira all’effetto immediato violentandomi con provvedimenti tampone, espedienti-scorciatoie senza tenere conto dei miei tempi e dei miei modi di procedere”

“Naturam furca expellas tamen usque recurret”  Orazio EP

(Anche se scacci con il forcone ciò che è naturale, riemergerà sempre e comunque)

            “Ciò che concorda con la luce della natura rimane e da forza; ma ciò che non concorda con essa è un labirinto che non ha né ingresso né uscita sicura” Paracelso

        Ogni scorciatoia, ogni intervento che tenda ad ottenere un effetto immediato, può essere recepito da madre natura come una violenza, della quale, prima o poi renderà la pariglia.

        Per esempio, il sopprimere una reazione sulla pelle, può essere pagato a caro prezzo con affezioni a carico degli organi interni, dall’apparato osteo articolare a quello del sistema nervoso. e dell’apparato digerente.

        Criteri analoghi valgono anche nel campo pedagogico, ove non si tenga conto del significato etimologico dei termini pedagogia ed educazione.

        Come è ben noto agli addetti, pedagogia significa guidare un bambino. molti guidano un bambino come chi sa mettere in moto una macchina e poi adopera a caso i comandi di guida.

        E il significato di educazione, è favorire lo sviluppo delle potenzialità evolutive.

Si ricorda la massima di Giovenale “maxima debetur puero reverentia”

Ad esempio i capricci dei bambini dovrebbero essere letti come messaggi da decodificare.

        Quanto detto dovrebbe essere tenuto presente riguardo il provvedimento del 5 in condotta, che ignora che un ragazzo può indossare la maschera di bullo per nascondere l’angoscia e la rabbia causate spesso da tensioni in famiglia.

 

 
 
 
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