Creato da Casalingapercaso il 30/09/2005

casalingapercaso

Amicizia Amore Allegria ........un pizzico di Creatività e di Pazzia ....... frullare tutto ...... Sono IO

 

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300

Post n°300 pubblicato il 20 Novembre 2006 da Casalingapercaso

dedicato a me .....

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perché io valgo

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Commenti al Post:
stuntman2
stuntman2 il 20/11/06 alle 09:00 via WEB
Sottoscrivo...viva le casalinghe!
 
 
Casalingapercaso
Casalingapercaso il 20/11/06 alle 09:18 via WEB
E grazie stuntman, evviva le casalinghe. Ma anche gli stantmen sono tosti. ciao
 
MARIONeDAMIEL
MARIONeDAMIEL il 20/11/06 alle 09:00 via WEB
Trecento? UAU. Inizi bene la settimana, auto-coccole, rosa e cuoricini. Auguri!
 
 
Casalingapercaso
Casalingapercaso il 20/11/06 alle 09:19 via WEB
hehehhe Marion, oggi è un giorno grigio, piovoso e coccoloso. Se solo il mio maggiordomo mi portasse il mio orzo .....
 
TerzaPaginaPress
TerzaPaginaPress il 20/11/06 alle 09:08 via WEB
MORIRE DENTRO............................................................................ Un uomo del mio paese mi ha stuprata. Io ho avuto la malsana idea di confidarmi con un mio parente. Lui mi ha preso, mi ha legato in una stalla ed è andato a denunciare il fatto. Per evitare una faida si è costituto un tribunale presieduto dal sindaco. Esso si è riunito, ha meditato ed ha emesso la sua decisione. Avendo avuto rapporti sessuali esterni al matrimonio sono divenuta haram, proibita per mio marito. Mi hanno uccisa. Sono haram per mio marito. Mio marito ha ottenuto il divorzio. E per la legge mussulmana non può risposarmi prima che io sposi un altro uomo e che divorzi da lui. Cosi sta scritto. Sono stata fortunata potevo essere ritenuta più colpevole ed essere condannata alla lapidazione dove le pietre, come è scritto, non devono essere troppo grosse per uccidere subito, ma neppure troppo piccole per non essere considerate pietre. Sono stata vittima e ora sono anche colpevole. La mia firma è stata messa sui documenti per il divorzio legale. La mia firma era falsa. Anche il mio stupratore è stato giudicato. Il tribunale lo ha giudicato colpevole. Ha poi deciso come dovesse risarcire mio marito. Avendo lui una figlia sedicenne, è stato concesso a mio marito la possibilità di stuprarla e poi come segno riparatore di celebrare il matrimonio nella moschea e di prenderla in moglie. Mi hanno uccisa e adesso uccideranno ancora. Sono stata legata per sei giorni, mentre tutto questo accadeva. Mi sentivo morire. Sentivo i miei 22 anni divenire nulla. Sono riuscita a rompere i legacci. Non ero sola un'altra donna mia parente mi ha aiutato. Ho trovato la forza. Abbiamo avuto il coraggio di provare a lottare. Sono scappata e sono andata a denunciare il tutto alla polizia. Adesso la giustizia dello stato è intervenuta e sta facendo il suo corso. Ha arrestato il mio stupratore e quello che è, ma non cosidero più mio marito, e ha denunciato altre 10 persone. Non cerco vendetta, cerco solamente di riavere la mia vita. Prego perché nessuno debba ancora morire in questo modo. ---------------------------------- Fedelmente tratto ad un fatto di cronaca realmente accaduto in Turchia una decina di giorni fa.
 
 
Casalingapercaso
Casalingapercaso il 20/11/06 alle 09:17 via WEB
Avevo letto di questo fatto TPP. Ci sono molte donne, in molti paesi, a cui nn è consentito di pensare, né tantomeno dire, io valgo.
 
 
pierre339
pierre339 il 21/11/06 alle 18:51 via WEB
c'e' ancora molto da fare a questo mondo.
 
   
Casalingapercaso
Casalingapercaso il 22/11/06 alle 10:18 via WEB
Pierre, a volte mi sento scoraggiata, come donna. Possibile che la qualità della propria vita debba dipendere dalla fortuna di nascere in un paese piuttosto che in un altro? Altrettanto dicasi per i bambini, gli animali ecc
 
     
pierre339
pierre339 il 22/11/06 alle 17:54 via WEB
purtroppo e' cosi' splendida casàl. noi ci lamentiamo, ma in altri posti del mondo ( anche in italia ) succedono cose indicibili. un saluto splendida casàl.
 
     
Casalingapercaso
Casalingapercaso il 23/11/06 alle 08:13 via WEB
Grazie Pierre. I tuoi complimenti sono oro per la mia self exteem. Per il resto, VOGLIO UN MONDO MIGLIOREEEEEEEEEEEEEEEEE (Si è sentito fin da te il mio grido?)
 
tanksgodisfriday
tanksgodisfriday il 20/11/06 alle 10:21 via WEB
Un milione di auguri!
 
 
Casalingapercaso
Casalingapercaso il 20/11/06 alle 11:34 via WEB
Many thanks, tanks
 
Kastania
Kastania il 20/11/06 alle 10:36 via WEB
..eccome se vali! un baciotto e buon lunedì..:*
 
 
Casalingapercaso
Casalingapercaso il 20/11/06 alle 11:34 via WEB
Un bacione auguroso anche a te Kast
 
regina_crimilde
regina_crimilde il 20/11/06 alle 13:02 via WEB
una rosa è una rosa, è una rosa, è una rosa
 
 
Casalingapercaso
Casalingapercaso il 20/11/06 alle 13:44 via WEB
E siamo già a 4 rose, Regina Gertrude
 
pelino55
pelino55 il 20/11/06 alle 13:22 via WEB
Bisogna festeggiare! Ti ho spedito il solito TIR di vestiti.
 
 
Casalingapercaso
Casalingapercaso il 20/11/06 alle 13:49 via WEB
Grazie Guido. Visto che ci sei, mandami anche il solito TIR di armadi in cui mettere i vestiti. E visto che la tua generosità non ha limiti, aggiungici anche una casa nuova in cui mettere gli armadi in cui metterò i vestiti ...Intanto oggi, per stare in tema, ho una nuova caldissima giacca rossa tirolese, con una camicetta rossa con disegni di macchinine e fiorellini colorati.....scusa, ma la combinazione delle parole TIR e vestiti mi ha fatto partire per la tangente. Aspetto il TIR.
 
   
pelino55
pelino55 il 21/11/06 alle 07:54 via WEB
dai loro un dito e si prendono la mano....
 
     
Casalingapercaso
Casalingapercaso il 22/11/06 alle 10:20 via WEB
Solo la mano? Sono una che nn si accontenta, voglio tutto, compresi cuore e cervello.
 
     
Casalingapercaso
Casalingapercaso il 22/11/06 alle 10:21 via WEB
E carta di credito, ma posso accontentarmi del bancomat.
 
walk_on_by
walk_on_by il 20/11/06 alle 14:03 via WEB
Mai avuto dubbi.... ;-)
 
 
Casalingapercaso
Casalingapercaso il 20/11/06 alle 21:07 via WEB
grazie walk, assenza di dubbi reciproca.
 
   
walk_on_by
walk_on_by il 21/11/06 alle 07:30 via WEB
Naturalmente auguri...e altri enne di questi post, fino a tuo gradimento, per il nostro gradimento.
 
     
Casalingapercaso
Casalingapercaso il 22/11/06 alle 10:30 via WEB
walk, ma stai diventando dolce dolce. Qualche cura particolare?
 
whosthere
whosthere il 20/11/06 alle 16:57 via WEB
300 di questi post :o))) cioccolata la prossima settimana questa è incasinatissima.... (certificazione ISO on the road... sigh)
 
 
Casalingapercaso
Casalingapercaso il 20/11/06 alle 21:08 via WEB
hai notato whos come i numeri dei post tendono a salire? Indice di stabilita`, direi. Per la cioccopanna ci sentiamo. Notte bella (tu e la notte)
 
magdalene57
magdalene57 il 20/11/06 alle 17:04 via WEB
ti abbraccio e buon trecentesimo:-))))
 
 
Casalingapercaso
Casalingapercaso il 20/11/06 alle 21:09 via WEB
Grazie Margi. Ad majora, a entrambe
 
carpediem56maestral0
carpediem56maestral0 il 20/11/06 alle 20:32 via WEB
Ma tanti auguri cara amica...penso che ti invierò cinque (sempre dispari) rose rosse a gambo lungo...ho l'impressione che ti piacciano....:-)))
 
 
Casalingapercaso
Casalingapercaso il 20/11/06 alle 21:10 via WEB
Mi piacciono, rosse ma anche di altri colori. Ma le rosse, coi loro petali vellutati, hanno un che di profondamente misterioso. Grazie del pensiero.
 
siddhal
siddhal il 20/11/06 alle 22:48 via WEB
è sempre piacevole passare di qui...torte, fiori, pensieri intelligenti...:-))))))))
 
 
Casalingapercaso
Casalingapercaso il 22/11/06 alle 10:29 via WEB
Grazie per i pensieri intelligenti. Spesso qui regna la goliardia. ciao
 
kayfakayfa
kayfakayfa il 20/11/06 alle 23:47 via WEB
Complimenti, ci rivediamo al 400° post! Auguri
 
 
Casalingapercaso
Casalingapercaso il 22/11/06 alle 10:27 via WEB
Grazie KK, è un traguardo anche quello. Ci spero.
 
SonSoloFrottole00
SonSoloFrottole00 il 21/11/06 alle 08:26 via WEB
di Andrea Bajani In ventotto anni Julia ha cambiato tre posti di lavoro. Dal 78 all’85 alla Fiat di Torino, dall’85 al 93 alla Sepi di Robassomero, e dal 93 a oggi alla Lear di Grugliasco. Ventotto anni, tre aziende, eppure sempre lo stesso lavoro: sellatura per le vetture Fiat. Dal 78 a oggi ha continuato a iterare un identico movimento, mantenendo un’identica postura, svolgendo un’identica mansione. Solo, ogni tanto le hanno fatto cambiare casacca e padrone, per poi rimetterla in catena a rivestire sedili. È così che funziona, è il diktat della flessibilità, che qui veste gli abiti dell’esternalizzazione: perché fare direttamente qualcosa che si può far fare ad altri spendendo e rischiando di meno? È il trionfo della leggerezza: perché caricarsi di tante zavorre quando è meglio avere valige snelle da tenere accanto alla porta in caso d’emergenza? Entrata in Fiat nel 78, Julia Vermena, classe 1959 e delegata Fiom, appartiene a quei 23mila parcheggiati in cassa integrazione dopo la “Marcia dei quarantamila” dell’ottobre 1980. Quella è storia tristemente nota, una delle pagine cupe del movimento operaio e della storia del sindacato italiano. Dopo l’annuncio da parte di Fiat di quindicimila licenziamenti, e i lunghi scioperi che ne seguirono, migliaia di “colletti bianchi” scesero in piazza contro il sindacato. Risultato: 23 mila cassintegrati, tra i quali Julia. E così Julia, che aveva cominciato a rivestire sedili nel 78, per cinque anni se ne sta ai box, pronta a ripartire. Cosa che fa nel 1985: e riprende il movimento dove l’aveva lasciato, termina di rivestire il sedile che aveva abbandonato in catena. Solo, non più a Mirafiori. Fiat compra un capannone abbandonato nella campagna di Robassomero e mette in piedi un’Unità Produttiva Accessoristica (UPA). Comincia a dar fuori parte della produzione accessoria. E, tra gli accessori, a Robassomero, ci mette anche le persone non desiderate: “Li chiamavamo ‘Centri di rieducazione’, allora. Era un posto in cui mandavano sindacalizzati, invalidi, e più in generale tutti quelli che non volevano a Mirafiori”. È il diktat della flessibilità, dell’esternalizzazione: perché tenersi in casa delle teste calde quando è più conveniente metterle tutte insieme in un deposito fuori mano? Insomma, è il 1985, i livelli di sciopero all’UPA di Robassomero sono inevitabilmente alti, e Julia, lì dentro, continua a occuparsi di sedili. E il suo padrone, per dirla alla vecchia maniera, è ancora la Fiat. Ma dura poco. Un paio d’anni, infatti, e gli operai di Robassomero, senza troppo distrarsi dalla catena, e senza smettere di sellare il sellabile, vedono due persone che si stringono la mano. Una stretta di mano, e cambia il padrone. Ma non sono cose che li riguardino, queste. Son cose che avvengono molto al di sopra delle loro teste. Loro, e tra loro Julia, devono occuparsi di rendere confortevole il sedile. E loro di questo si occupano. E tra una sellatura e l’altra, il loro padrone non si chiama più Fiat ma Sepi. È la prima delocalizzazione della Fiat, che decide di appaltare a a una ditta esterna la sellatura dei sedili. E già che c’è gli appalta pure le teste calde. Cambia l’insegna qua fuori, ma voi continuate a sorridere come prima. E così gli anni passano, gli operai sellano, e ci si abitua anche ai nuovi padroni. Sotto le loro mani, in quegli anni, passano sedili e poggiatesta della Uno e della Lancia Thema. Gli anni 80 si consumano, gli operai della Sepi continuano a sellare, e nel frattempo gli Stati Uniti, che avevano liberato l’Italia nel 45, all’inizio degli anni Novanta vengono a riprendersela. È il 1992, e in Italia si affaccia la Lear, colosso statunitense leader negli interni auto. Mette un piede in Italia e tenta di comprare tutto quanto è legato agli interni auto. Come in Italia così nel resto del mondo. Ovunque ci sia un’azienda che produce automobili, lì accanto Lear si compra un capannone e ci mette dentro della gente che produca gli interni. Che sia Fiat, che sia Volvo, che sia Wolswagen o Audi, la Lear ha capito che le aziende non ne vogliono sapere, di farsi le cose da sole. È il trionfo dell’epoca della fornitura. Non devi occuparti di nulla, ce ne occupiamo noi. Così la Lear arriva imperiosamente in Italia. È il diktat della flessibilità: prendi una multinazione americana e vendigli tutto. Che con gli americani si fan sempre dei gran begli affari. Detto fatto. Un passo indietro, però. Gli operai della Sepi, e tra loro Julia, li avevamo lasciati a sellare sedili per la Fiat. Nuovo padrone e stessa mansione. La Sepi di Robassomero funziona bene, e in qualche modo ci si è anche un po’ dimenticati della logica della rieducazione delle teste calde. Fiat le ha date via, in ogni caso, e dunque non è più un problema che la riguardi. Adesso eventualmente sarebbe un problema di Sepi. Ma ancora per poco, perché in Italia arriva Lear. E Lear quando arriva, compra tutto quello che può. Gli americani la fanno così la liberazione: liberano gli altri del lavoro che hanno. È il 1993, e lo stabilimento della Sepi di Orbassano chiude i battenti per riaprire negli stabilimenti dell’ex Sicam di Grugliasco. Solo, nel passaggio ci perde anche il nome: la Sepi diventa Lear. Gli operai per qualche tempo restano a Orbassano. Poi vengono caricati a portati tutti a Grugliasco. È un deja vu: si cambia di nuovo casacca. Prima dipendente Fiat, poi dipendete Sepi, Julia diventa (e come lei tutti gli altri lavoratori della Sepi) dipendente Lear. Cambia padrone, e questa volta però ci guadagna l’esotismo di un padrone a stelle e strisce. La mansione, sempre la stessa. In realtà non è esatto, dire che la mansione è sempre la stessa. Per sei anni, infatti, cambia. Nel 1993 infatti la Lear decide di abbandonare la sellatura e buttarsi sulla saldatura. Detto fatto: da sellatori, i lavoratori ex Fiat ex Sepi devono convertirsi in saldatori. Un po’ di corsi di formazione, come si conviene, e i sellatori son tutti diventati saldatori. È il diktat della flessibilità: non essere rigido, fai quello che serve che tu faccia. Prima tutti a destra, ora tutti a sinistra: il balletto degli operai flessibili. Ma ci si accorge presto che la saldatura rende poco, e così nel 99 Lear decide di tornare alla sellatura, che rende di più. Da sinistra, ora di nuovo tutti a destra. E così, con la nuova casacca d’oltreoceano, Julia ritorno a sellare sedili fino ad oggi. Pur cambiando datore di lavoro, negli anni Julia veste i sedili delle auto che hanno fatto la storia del nostro paese negli ultimi trent’anni: Fiat 127, 131, 132, 130 (1978-80), Fiat Uno e Lancia Thema (1985, 1993), Fiat Multipla, Punto, Idea, Musa, Lybra (1993-2006). E siamo all’oggi. Che dietro ci sia Sepi, che ci sia Lear, il vero padrone resta però sempre la Fiat. E’ il trionfo della fornitura: perché mai fare le cose direttamente quando si possono far fare ad altri con minor costo e meno rischi? Dal primo anello, il diktat della fornitura, giunge fino all’ultimo, al più debole. Fiat dà da fare i sedili alla Lear, piuttosto che farseli. Ci ha già provato e ha visto che non le conviene. E questo è il primo passaggio. Alla Lear si vive alla giornata, di conseguenza, calibrando la produzione sulla base delle richieste che Fiat fa giorno per giorno. “Dal momento in cui Fiat comunica i volumi per la giornata, abbiamo tre ore di tempo per produrre”, mi dice Julia. Tutto deve filare in maniera impeccabile. Se qualcosa si inceppa alla Fiat, il tutto ricade a valanga sui fornitori: “un raffreddore alla Fiat diventa un’influenza da noi”. La rottura di un macchinario in Fiat può voler dire ore o giornate di cassaintegrazione alla Lear. È la logica della fornitura, cui non si sottrae nemmeno Lear. Secondo passaggio. Se Fiat si limita ad assemblare i pezzi dei veicoli prodotti nelle aziende satellitari, Lear non va così lontano: le aziende che concorrono a dare vita a un sedile Lear sono 58. Sono in 58 A produrre componenti per un unico sedile, dalle ossature alle spugne, dalle cinture di sicurezza alle fodere alle rondelle ai carter, etc. E dunque se si rompe un macchinario alla Fiat, la criticità diventa emergenza alla Lear e a catena su altre 58 aziende. E questo solo per restare nello stretto ambito del sedile. È il diktat della flessibilità, che consente di evitare le rigidità del sistema… Ma non finisce qui, la catena delle forniture. Perché la Lear, oltre a dare all’esterno la produzione di alcuni componenti dei sedili, dà in appalto anche dei servizi interni. Alla Tnt affida parte della movimentazione interna, e la Tnt e sua volta la subappalta alla Marvig, una cooperativa specializzata. Lear appalta a Tnt che subappalta a Marvig. Perché fare direttamente le cose quando si possono delegare ad altri con costi inferiori e minori rischi? Risultato: “un carrellista dipendente della Lear può guadagnare 8 euro all’ora – mi dice Julia -, contro i 5,20 di un carrellista della Marvig. Che per di più non è un dipendente, ma un socio lavoratore della sua cooperativa, quindi sindacalmente poco difendibile. Questa catena mette in evidenza un metodo ben preciso: fare costante manutenzione della precarietà altrui. È questo, uno dei miracoli della flessibilità. Solo organizzando la precarietà altrui, si possono dettare i prezzi. In italiano corrente, si chiama sistema ricattatorio. Che è come dire “Prima tutti a destra, ora tutti a sinistra” a persone che non possono fare altro che ballare, in barba al senso del ridicolo. [ Pubblicato su l’Unità il 12 novembre 2006 ]
 
 
Casalingapercaso
Casalingapercaso il 22/11/06 alle 10:26 via WEB
Frottolina TPP, se vuoi che ti legga, sintetizza. ciao
 
ennegramma
ennegramma il 21/11/06 alle 10:27 via WEB
lasciami indovinare: a me offri un carciofo vero?
 
 
Casalingapercaso
Casalingapercaso il 22/11/06 alle 10:25 via WEB
Un carciofo? Ottimo per il risotto. Ma a te ennino offrirei dei ranuncoli, insieme a dei fiordalisi. Sì, te li intreccerei fra i capelli. Fantasia azzardata, chissà come ti starebbero.
 
MARIONeDAMIEL
MARIONeDAMIEL il 22/11/06 alle 08:51 via WEB
Ciao cara; guarda in messaggeria e fammi sapere. Buona giornata. Qui piove ma mi piace.
 
 
Casalingapercaso
Casalingapercaso il 22/11/06 alle 10:22 via WEB
Anche qui diluvia, e mi piace molto. Ti ho risposto. ciao
 
Kastania
Kastania il 22/11/06 alle 09:57 via WEB
bacioni e buona giornata! :*
 
 
Casalingapercaso
Casalingapercaso il 22/11/06 alle 10:22 via WEB
Grazie Kast Baby
 
BevetePocaColla
BevetePocaColla il 22/11/06 alle 10:13 via WEB
un abbraccio...dedicato a te...perché tu vali
 
 
Casalingapercaso
Casalingapercaso il 22/11/06 alle 10:21 via WEB
Grazie BPC, il tuo abbraccio vale molto.
 
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