Creato da jakerussell il 04/05/2014

Magie di Venezia

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Il mitico Leone Alato, simbolo della Serenissima.

Post n°3 pubblicato il 02 Giugno 2014 da jakerussell
 

La grande Venezia, quella della Repubblica Serenissima, immortale, millenaria e capace di estendere la sua cultura e i suoi interessi su tutti i mari allora conosciuti, si scelse come simbolo il Leone Alato, icona di San Marco l'evangelista protettore della città.

Esso, ancora campeggia sornione su numerose pietre d'Istria, scolpito elegante e fiero, per abbellire moltissime piazze e palazzi delle cittadine venete nonostante il tentativo di distruggerlo da parte di Napoleone durante la campagna che lo vide primo ed unico conquistatore di Venezia.



Il leone presenta diversi aspetti e rappresentazioni: lo troviamo con il libro aperto, che è anche la sua versione più diffusa e famosa, ad indicare che la cittadina dove veniva apposto, doveva pagare le tasse; con la zampa "ea sata" sopra l'onnipresente libro stavolta chiuso; poi c'è quello con la spada,  quel con lo spadone puntato sul libro oppure rivolto verso l'alto detto pure "el spadon de guera", che era come un privilegio ottenuto dalle cittadine di confine ritenute esentate dalle tasse per meriti di guerra o perché potevano tornare utili e quindi conveniva tenersele buone e fedeli.

Poi c'è la versione con il leone in piedi, quella in cui lo si vede andante rivolto a destra oppure a sinistra o, ancora, seduto, e riprodotto con espressioni facciali che si rifanno alla bonarietà.



La pietra con il leone alato era utilizzata da Venezia anche per indicare i cippi confinari quali quello cosiddetto "di conterminazione lagunare". La conterminazione segna il confine tra le zone di acqua dolce e le zone di acqua salmastra o salata. Proprio lungo questa linea vennero approntate numerose opere idrauliche atte a preservare lo sversamento di acqua dolce in laguna, autentico incubo degli abitanti veneziani.



La Repubblica, effettuò grandiose opere di deviazione delle numerose aste fluviali presenti nella zona: la Brenta, il Sile, la Piave vennero fatti sfociare direttamente in mare, fuori dalla laguna, e tutti gli innumerevoli fiumiciattoli della semipaludosa immediata terraferma vennero rigidamente regolati.

Ma torniamo al leone. Esso viene anche detto "leone marciano" proprio per il suo stretto riferimento all'evangelista Marco, poi divenuto santo protettore di Venezia.

Il Leone di San Marco oltre che simbolo di Venezia e della sua antica Repubblica, attualmente è il  simbolo del Comune di Venezia, della Provincia di Venezia, della Regione Veneto e di numerosi altri enti ed amministrazioni civili e militari. Esso, compare in tutte le città che sono state sotto il dominio di Venezia, in bandiere, gonfaloni, stemmi, statue e monete. Compare inoltre nella bandiera navale della Repubblica Italiana, è il simbolo nonché il premio del festival cinematografico di Venezia, è rappresentato nel logo delle Assicurazioni Generali e della squadra di calcio del Venezia.

La leggenda vuole che, un angelo in forma di leone alato, andò incontro a San Marco alle prese con un naufragio nelle lagune. e, gli avrebbe rivolto la frase: "Pax tibi Marce, evangelista meus. Hic requiescet corpus tuum" che, in latino, significa "Pace a te, Marco, mio evangelista. Qui riposerà il tuo corpo" preannunciandogli così il luogo dove i suoi resti avrebbero, un giorno, trovato riposo e venerazione.

Il leone, dunque, simbolicamente voleva e doveva rappresentare tutti i caratteri con cui Venezia amava pensare e descrivere sé stessa: maestà, potenza, saggezza, giustizia, pace, forza militare e pietà religiosa.

Ricordiamo ancora altri significati contenuti nella simbologia di questo illustre stemma: il solo libro aperto è ritenuto simbolo della sovranità dello Stato e, al riguardo, numerose sono le raffigurazioni dei dogi inginocchiati davanti a tale rappresentazione; il solo libro chiuso, invece, è ritenuto simbolo della sovranità delegata e quindi delle pubbliche magistrature; il libro aperto con la spada a terra non visibile, è ritenuto popolarmente simbolo della condizione di pace per la Serenissima, ma ciò non è suffragato da alcuna fonte storica; il libro chiuso e la spada impugnata è invece popolarmente, ma erroneamente, ritenuto simbolo della condizione di guerra; il libro aperto e la spada impugnata sarebbe infine simbolo della pubblica giustizia.

Tuttavia tali interpretazioni non sono universalmente accettate in quanto la Serenissima non codificò mai i propri simboli.

Il leone che poggia le zampe anteriori su una terra in cui spesso compare anche una città turrita e quelle posteriori sull'acqua, rappresenta, invece, il saldo potere di Venezia sulla terra e sul mare.

Il più antico gonfalone di Venezia era probabilmente costituito da una croce dorata in campo azzurro che erano, poi, i colori dell'Impero Bizantino, di cui la città faceva formalmente parte. Con la traslazione in città del corpo di san Marco e la sua adozione a santo patrono della città e dello Stato, si prese a raffigurare il santo in figura umana negli stemmi e nei gonfaloni pubblici.

Sembra, quindi, che la prima raffigurazione di san Marco in forma di leone alato possa essere avvenuta in occasione della caduta dell'Impero Latino, nel 1261 allorché Venezia, si ritrovò a stringere una più forte alleanza col sultano d'Egitto Baybars. Proprio l'Egitto, innalzava un leone andante quale stemma. Fu a metà del XIV secolo che la città iniziò ad esporre gonfaloni nei quali campeggiava il classico Leone Marciano andante con libro e spada. Nella stessa epoca, il Leone Alato, divenne l'emblema rappresentante lo Stato.

Le navi della flotta veneziana, usavano invece esporre il gonfalone con campo rosso, colore sin dall'epoca romana associato alla forza militare.

Il Leone Marciano comparì, poi inquartato, anche nel tricolore dell'effimera Repubblica di San Marco, durante i moti risorgimentali del 1848.

Oggi, il leone, ancora fiero come ai tempi della Serenissima, è il simbolo ufficiale della città di Venezia ed è rappresentato sullo stemma e sul gonfalone, così come stabilito dal decreto del Presidente della Repubblica dell'8 gennaio 1997.

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