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CHI SIAMO
Perché 'Casello 13 - Sui binari della cultura'?
La scelta di questo nome deriva forse dal fatto che tre soci fondatori lavorano o hanno lavorato nelle Ferrovie Sud-Est, per cui il punto d'incontro naturale non poteva che essere un casello ferroviario, precisamente quello contrassegnato con il n. 13 e situato in prossimità della stazione ferroviaria di Copertino? O che le ferrovie segnano per noi del SudEst l’ingresso nella società industriale, nel commercio che ci aveva dapprima visti garanti e autori con i paesi del mediterraneo e poi emarginati? Oppure sui binari viaggia e veicola cultura, identità, appartenenza, lavoro, ritorno, inform-azione? O ancora che il viaggio ancora ci incanta facendoci sgranare gli occhi come un bambino? Forse è tutto questo e altro ancora. Casello come sosta del viaggio che apre verso l'esterno e superando un isolamento culturale e sociale che dura ormai da troppo tempo. La stazione, punto di arrivo ma anche di partenza, il treno, il viaggio sono i simboli di questa nuova mentalità che vogliamo sostenere e diffondere.
GLI INTENTI
Recita lo Statuto: Casello 13 è un’associazione che opera sul territorio pugliese. Le finalità dell’associazione sono la promozione, la diffusione e la salvaguardia del patrimonio delle tradizioni, del patrimonio storico, artistico, architettonico e ambientale del territorio nel più vasto ambito possibile attraverso una serie di iniziative quali seminari, arte, cultura, religione, musica, attività, servizi, che contribuiscono a evidenziare le peculiarità del panorama storico-culturale-ambientale del Salento. Stabilire un legame ideale e culturale tra la nascita del primo borgo copertinese, la costruzione del Castello, la vita umile di un frate, San Giuseppe di Copertino e il passaggio di una grande infrastruttura, le ferrovie Sud Est. Convinti che solo il dialogo con le istituzioni e le altre realtà associative possono contribuire alla crescita culturale ed economica di un territorio siamo sempre in prima linea, quando si tratta di coagulare esperienze, storia e territorio grazie al confronto-incontro così da creare quella sinergia indispensabile per concretizzare la libera espressione del pensiero in tutte le sue forme.
Su questa idea numerose sono le iniziative da noi intraprese. Ne ricordiamo solo alcune perché riteniamo siano “sviluppo” nel futuro: dopo aver censito le cappelle votive rurali presenti nel territorio di Copertino, si è proceduto al recupero di alcune cappelle (Sant'Anastasia, Sant'Anna, Cambrò) e alla definizione e all'allestimento del percorso turistico-religioso che collega il Castello, un tempo centro del potere laico, alla Grottella, santuario simbolo della cristianità e della presenza di San Giuseppe da Copertino, infine le abbiamo rese visibili con passeggiate a piedi, a cavallo e in bicicletta sull’antico percorso delle cappelle votive di strada; inoltre è stato redatto un questionario di ricerca per spiegare e far conoscere ai ragazzi delle scuole elementari e medie le cappelle votive di strada così che siano essi stessi guida per i turisti. Già nell’aprile del 2005 abbiamo presentato un progetto sollecitando la salvaguardia contro l’abbattimento e l’emigrazione dei monumenti vegetazionali (ulivi etc.) presenti nella nostra regione. Abbiamo accolto i bambini della Bielorussia, raccolto fondi per programmi umanitari da realizzare in Africa, richiesta l'apertura di uno sportello informativo per gli immigrati, attivato la campagna informativa rivolta a tutti i cittadini e turisti: SalentIMA (come prevenire l’Infarto Miocardio Acuto); denunciato lo stato di degrado in cui verte il Convento di santa Maria di Casole. Abbiamo dato vita a eventi che hanno visto la presenza di grandi nomi dell’arte e della cultura mantenendo uno spirito di collaborazione, di apertura, di ricerca della pace e del dialogo.
SALENTIMA
SalentIMA è una campagna sul pronto intervento cardiologico, si concentra in primo luogo nel riconoscere precocemente i sintomi dell’infarto; in secondo luogo la chiamata del 118, così da avere diagnosi e terapia fin dal primo istante.
Chiamare il 118, infatti, significa essere soccorsi adeguatamente e con celerità. Questo servizio è collegato con tutte le strutture provinciali sanitarie.
Questa campagna di educazione è rivolta ai cittadini, partita con le nostre associazioni intende non fare a meno delle importanti realtà quali le associazioni di volontariato, le scuole, l’università etc.
Abbiamo prodotto questa prima brochure informativa che è già in diffusione nei Comuni del basso Salento, fino ai confini di Brindisi e Taranto.
Abbiamo istituito un coordinamento a Lecce e siamo in rete con tutte le associazioni che operano nella Sanità.
L’iniziativa gode dell’appoggio della la Regione Puglia, la Provincia di Lecce e la AUSL Lecce,.
del Comune di Novoli, Trepuzzi,, Squinzano, Zollino
Coordinamento Associazioni
Pino Sansò, Ambra Biscuso
Info:3394145883/3395607242 -
IL VISSUTO NELLE IMMAGINI
ARTE IN CONVENTO
“Arte in Convento”- Chiesa di Santa Chiara- Copertino di Lecce L’iniziativa “Arte in Convento” dell’associazione Casello Tredici, patrocinata dal Comune di Copertino, si svolge nella magnifica scenografia della Chiesa di Santa Chiara ( ex Convento delle Clarisse), dal 19 luglio al 24 settembre 2006.“Arte in convento” mira al recupero del rapporto tra committenza e arte, divenuta necessaria vista la modificazione dell’architettura, in particolare quella ecclesiastica, oggi, come ieri, pensata e progettata in modo da essere collocata in un contesto urbano contemporaneo. Per questa prima iniziativa abbiamo pensato ad artisti che si accostano a questa progettualità producendo opere d’arte che pur mantenendo il carattere della sacralità hanno un occhio attento e calato nel contemporaneo. Si passeranno il testimone: Gix, Maurizio Martina, Raffaele Vacca, Franco Contini per quanto concerne le arti visive. Come si auspicava in corso d’opera si sono unite altre sensibilità artistiche e creative tanto che la Chiesa di Santa Chiara è diventato un contenitore di memoria visiva e/o poetica, con presentazione di libri, blitz di poesia, happening artistica e teatrale, dis_velando luoghi che storicamente erano celati alla vista. Hanno aderito all’iniziativa, tra gli altri: Antonio Tarsi, con il suo film “Giuseppe Desa”, Elio Scarciglia con il documentario “I colori del Salento”, l’attore Ivan Raganato, i musicisti Checco Leo e Antonio Franco, Patrizia Sambati, la soprano Ju Hae- Min gli scrittori e poeti: Giuse Alemanno, Vincenzo Ampolo, Marilena Cataldini, Antonio Errico, Rosanna Gesualdo, Giovanni Greco, Maria Grazia Martina, Alberto Mori, Fernando Nestola, Maria Pia Romano, Mirosa Sambati, la compagnia degli artisti di strada di Palermo Verdeska. “Arte in convento” aderisce al progetto MUKULA: dona la Luce per avere un Sorriso. Idee con l’Africa.
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Avete una bicicletta che non usate, che è rotta? Vi ingombra il garage? bene Casello13 viene a prendersela. Scrivete una mail a ass_casello13@libero.it, oppure chiamate 3663742858
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SALVIAMO CASOLE
Agire subito, agire in fretta, in difesa del nostro patrimonio artistico.
Sottoscrizione in favore del Monastero Santa Maria di Casole di Copertino
A tutte Istituzioni preposte alla tutela dei beni artistici chiediamo che si operi “Subito” così che uno dei patrimoni artistici della terra Salentina resti testimonianza di arte e cultura.
Santa Maria di Casole: Il sito archeologico di Casole è a circa 3 chilometri dal centro abitato, sulla via per Galatina, in località Casole. E'annesso alla Chiesa di Santa Maria di Casole.. La prima parte del nome, ossia Casole, deriva dal latino casula (casetta). La seconda parte risale al 1864 e si riferisce alla popolazione italica dei Bruzi. L’Antico convento, già sito di un insediamento di rito bizantino, in zona Casole l’area è dichiarata di interesse archelogico zona difatti nei pressi del convento di Casole, si sono trovate laure eremitiche, una necropoli con tombe ovali e rattangolari scavate nella roccia, , forse d'epoca messapica, pozzi ed altri segni dell'antico insediamento di rito bizantino. Il monastero è circondato da una ridente campagna coltivata ad uliveti secolari I primi documenti che attestano l’esistenza di questo casale risalgono al 1274. Tuttavia, l’agglomerato rurale, distante dalla Cittadella circa tre miglia, era sorto prima dell’anno Mille ad opera dei monaci bizantini la cui presenza consentì lo sviluppo di un villaggio pressoché autonomo.Saccheggiato e distrutto sul finire dell’anno Mille, in epoca normanna divente un importante comprensorio feudale attraversato da un’asse viario che collegava i centri a nord della Cittadella con l’antica Neretum. Distrutto successivamente in seguito alle persecuzioni iconoclaste, si ripopolò agli inizi del ‘500 e i pochi abitatori si raccolsero intorno al monastero di S. Maria di Casole. A partire dal XVI secolo la località fu infeudata ai Morelli, nobile dinastia giunta a Copertino al seguito dei Castriota. I Morelli ne detennero il possesso fino all’abolizione della feudalità. Fu ricostruito dai Francescani della Regolare Osservanza nell'anno 1513. I frati giunsero a Copertino per volontà del conte Giovanni Castriota. In quegli anni iniziarono a costruitre il convento e a rimodernare la vecchia chiesa, già appartenuta ai monaci basiliani. Nel Settecento il convento passa ai frati Minori Osservanti. Nel 1812 viene chiuso definitivamente al culto, per ordine dell'Intendente di Terra d'Otranto. In questo periodo scompaiono statue, quadri e la ricchissima biblioteca.Del convento, per anni abbandonato all'incuria, ora restano gli affascinanti ruderi, dai quali si possono idealmente ricostruire gli ambienti in cui si svolgeva la vita monastica di Casole. Quei ruderi recano i segni di un quadriportico interamente affrescato. Negli affreschi si leggono scene di tematica francescana, scene tratte dalla vita di San Francesco e il trionfo dell'Immacolata.
I MIEI LINK PREFERITI
CAPPELLE VOTIVE DI STRADA
Le cappelle votive sono la scoperta di un itinerario religioso di 20 km che unisce il Castello di Copertino, simbolo del potere temporale, al Santuario della Grottella, simbolo della presenza religiosa nonché della presenza di San Giuseppe Desa, attraverso il Convento di Casole, antico centro di cultura e civiltà monastica. Lungo il percorso sono dislocate dieci cappelle votive di strada, cappelle agricole o rurali, espressione della religiosità popolare e, fino a qualche decennio fa, ricovero e sosta di preghiera per i contadini. Le cappelle sono situate in prossimità di bivi, di crocicchi di campagna, o ancora all’inizio di una grossa proprietà agricola, la loro costruzione è databile in un periodo che va dalla fine del ‘600 ai nostri giorni. Si tratta di manufatti semplici costituiti quasi sempre da un solo vano quadrato, con volta “a botte” o “ a stella”, con affreschi, di cui si intravede con difficoltà qualche frammento.
Ora quasi tutte le cappelle si presentano in uno stato di degrado per l’usura del tempo e l’incuria degli uomini, qualcuna è stata, di recente, messa in sicurezza(Cappella della Crocefissione) altre sono state sottoposte a lavori che ne hanno alterato non poco l’assetto originario..
Noi di casello Tredici crediamo che il progetto che presenteremo si possa inserire nella più ampia pianificazione dell’Amministrazione Provinciale, riguardante la rivalutazione dei percorsi dei pellegrini quando in epoche passate legavano tutti i santuari salentini.
FRA SILVESTRO
Fra Silvestro Calia
Giovanni Paolo Calia nacque a Copertino il 31 gennaio 1581 da Francesco e Laura Fortino. A 23 anni (il 17 febbraio 1604) si recò presso il convento dei Riformati di Casole e chiese al padre guardiano di entrare a far parte dell'Ordine. La sua richiesta fu esaminata il 25 successivo ed accolto nel convento di Francavilla dove intraprese l'anno di noviziato. Il 26 febbraio 1605 emise i voti, cambiò il nome di battesimo in Silvestro e fu mandato nel convento dei Riformati di S. Maria del Tempio di Lecce. Visse in diversi conventi tra cui in quello di Bari, Lequile, Nardò e infine in quello di Casole a Copertino dove vi rimase fino alla morte che lo colse all'età di 40 anni, il 18 luglio 1621 e dove vi riposarono le spoglie fino agli inizi dell'800. L'esistenza di questo frate fu costellata di episodi che i suoi contemporanei definirono miracolosi. Tanto che all'indomani della sua morte, biografi ed autorevoli esponenti della gerarchia ecclesiastica furono concordi nel sostenere che fra Silvestro morì in concetto di santità. A lui si devono molti prodigi che compiva attraverso l'uso del pane: "Ecco - diceva - questo pane è impastato col sangue dei poveri" e nello spezzarlo sgorgava sangue. A Giuliano, ospite del notabile Pietro Panzera, riappacificò la madre di questi con una sua cugina, facendo ricorso al prodigio del pane. Anche a Castellaneta fra Silvestro operò il prodigio del pane nei pressi della porta di un governatore violento e crudele. Stesso prodigio si verificò nei dintorni di Napoli allorquando fu ospite di un cavaliere amico del feudatorio del posto. Qui fra Silvestro rifiutò categoricamente il pane e quando gli fu chiesto il perchè, rispose che quel pane era pieno del sangue dei poveri. E mentre pronunciava queste parole, strinse in mano un pezzo di pane dal quale colò tanto sangue da riempire il piatto. Al miracolo era presente padre Monti il quale testimoniò di aver raccolto quel sangue a di averne riempito un'ampolla. Una raffigurazione di questo miracolo la si può osservare, sia pure scempiata dai vandali, nella chiesa del convento di Casole. L'affresco, infatti, fu privato del volto di fra Silvestro e solo recentemente è stato ritrovato dai Carabinieri e restaurato dalla Soprintendenza ai Beni Archeologici e Culturali di Bari. Fra Silvestro ebbe anche il dono della profezia in quanto predisse alla marchesa dè Monti che sarebbe guarita da una grave malattia se avesse accettato tutto per volontà di Dio. La marchesa accettò e guarì. Sempre a Castellaneta fra Silvestro, venuto a sapere di una relazione extraconiugale del governatore lo richiamò e lo invitò a smettere altrimenti sarebbe stato ucciso. Il governatore se la rise di gusto, ma un mese dopo fu ucciso con un colpo di pistola da Giovan Matteo Monaco di Montalbano. I contemporanei raccontano che fra Silvestro ebbe anche il dono della bilocazione, che sapeva ammansire gli animali e che riusciva a domare le forze della natura. Non mancarono nella vita di questo frate le visioni della Vergine. Difatti, di quella avuta il 16 luglio 1621, due giorni prima di morire, i suoi confratelli frescanti vollero lasciare un perenne ricordo proprio nella sua cella (ora scomparsa perchè del convento restano solo rovine), che nel 1703 fu trasformata in cappella per volontà di p. Bonaventura da Lama.
Inviato da: sexydamilleeunanotte
il 10/09/2016 alle 09:59
Inviato da: pinosap
il 16/03/2009 alle 18:20
Inviato da: cmsemprecapirai
il 14/04/2008 alle 22:00