Amo la poesia in qualsiasi forma si manifesti, perché è aspetto di vita nel senso più profondo, entra nell’anima e fa stillare melodie di fantasie, di passioni, di amori e di dolori.
Amo il mondo di Pablo Neruda, l’enfasi con cui si esprime “Da dove, da che abisso estrai il tuo azzurro?” – da Odi elementari.
Amo l’onda dell’inquieto divenire di Eugenio Montale “Ma è possibile, lo sai, amare un’ombra, ombre di noi stessi.” – da Xenia 1.
Adoro Emily Dickinson, il suo evitare le solite strade ben delimitate, il suo lessico personale e perfettamente attuale e vivo “L’anima scrive – non in casa – sopra la carne e si avvia col suo dolce passo eterico dove non è speranza di toccarla” – da Poesie.
Sono “intimamente” vicina a Federico Garcia Lorca, al suo sentimento gitano, alla speranza che credeva potesse conciliare tutto, alla sua contraddizione di tradizione e d’avanguardia, alle sue testimonianze “lloraba como un nino” (piangeva come un bambino) al suo “verde come ti voglio verde”.
Il genio di Giacomo Leopardi, amato sin dal tempo dei banchi di scuola, la sua terribile disperazione, il disinganno, la consapevolezza della nullità e della miseria dell’uomo, consolatrice la poesia con l’atto estremo e sublime della fine “Se respirar ti lice – D’alcun dolor: beata – se te d’ogni dolor morte risana”. – da Canti - La quiete dopo la tempesta.
“Mai, non saprete mai come m’illumina/ L’ombra che mi si pone a lato, timida/ quando più non spero…” da Giorno, poesie di Giuseppe Ungaretti, versi rapidi, simili al bagliore di un attimo.
Les fleurs du mal e lo Spleen di Charles Boudelaire, la sua voce segreta, la magia dell’universo e delle sue leggi, il resoconto della sua straziante vita “ Il Poeta assomiglia al principe dei nembi/ che pratica la tempesta e se la ride l’arciere;/ esiliato a terra in mezzo agli scherni,/ le ali di gigante gl’impediscono di camminare” da Spleen – L’albatro.
Amo le tragedie di William WìShakespeare, il fanciullino di Giovanni Pascoli, la poesia fuori dal tempo di Dino Campana, l’esoterismo di Fenando Pessoa, gli abbandoni di Alda Merini, la politicità alta e profonda di Bertolt Brechet, e tanti altri ancora.
Walt Whitman e la sua raccolta poetica Fogli d’erba è un libro che consiglio a tutti, egli possiede un epos gotico, “la divina bellezza esibita nella più abile opera della Natura – il corpo umano, forma e volto” – “ Per l’anima più soave e più saggia di tutti i miei giorni e le mie terre: per il suo amato ricordo,/…/Là nei pini odorosi, nei cedri neri e velati”.
Inviato da: GothMakeUp
il 05/07/2017 alle 21:55
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il 17/08/2010 alle 19:49
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il 24/01/2010 alle 19:40
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il 19/01/2010 alle 12:06
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il 18/01/2010 alle 21:40