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Oggi la chiesa ricorda...

Post n°359 pubblicato il 09 Novembre 2009 da catholicmind

Dedicazione della Basilica Lateranense

Festa della dedicazione della basilica Lateranense, costruita dall’imperatore Costantino in onore di Cristo Salvatore come sede dei vescovi di Roma, la cui annuale celebrazione in tutta la Chiesa latina è segno dell’amore e dell’unità con il Romano Pontefice. (Martirologio Romano)
Venne costruita verso il 314 circa da papa Melchiade nei terreni donati da Costantino accanto al Palazzo Lateranense. Fu definita “Chiesa madre di tutte le chiese dell’Urbe e dell’Orbe”, distrutta più volte e altrettante fatta ricostruire. E’ il simbolo della fede dei cristiani nei primi secoli, che sentivano la necessità di riunirsi in un luogo comune e consacrato per celebrare la Parola di Dio e i Sacri Misteri.

Ufficialmente "Mater et Caput" di tutte le chiese di Roma e nel mondo. Per i cattolici è la Basilica più importante da visitare dopo S. Pietro. Facciata di A. Galilei (1691-1736). Le 15 statue barocche di Cristo e dei Santi sopra l’entrata principale sono talmente grandi da apparire sproporzionate rispetto alla vecchia Basilica. Alte come torri, sono visibili da lontano e simboleggiano la forza e la potenza della Chiesa. All’epoca della costruzione, si diceva scherzando che avrebbero schiacciato la facciata e la chiesa. Le porte centrali in bronzo (I sec. a.C.), bellissime nel loro verde scolorito e decorate di stelle, sono le porte originarie dell’edificio del Senato (Curia), situato nel Foro romano. Le piccole porte all’estrema destra contrassegnate da una croce di bronzo vengono aperte solo in occasione dell’Anno Santo. La colossale statua di Costantino (IV sec. d.C.) abbelliva le terme imperiali sul colle del Quirinale.

 
Storia
Sorge sugli avanzi della casa dei Laterani nella parte più meridionale del Celio. I Laterani possedettero quel palazzo sino a Plauzio Laterano console designato, il quale coinvolto  nella congiura dei Pisone contro Nerone, fu ucciso e le proprietà vennero espropriate. In seguito le case dei Laterani presero il nome di Domus Faustae.

Nel 161 l’imperatore Marco Aurelio costruisce un palazzo in parte sottostante all’attuale Ospedale  San Giovanni.

Nel 226 circa l’imperatore Settimio Severo restituisce la terra ai Laterani.

La Basilica fu eretta da Costantino sull'area dei Castra nova severiana, (Castra nova equitum singularium) degli equites singulares, la guardia a cavallo dell’imperatore Massenzio.

Costantino in seguito ne fece donazione (pare soltanto orale), al Papa e fu così che ebbe inizio il potere temporale dei papi. Fino dall' anno 313 la Domus Faustae risulta ufficialmente ceduta in proprietà al Papa e sede del primo concilio di  Melchiade contro  i Donatisti. .

Il complesso monumentale comprendeva allora, oltre alla Basilica, eretta su modello di S. Pietro, un Palazzo, (il Patriarchio), residenza estiva dei pontefici da Costantino alla cattività avignonese, ricostruito da Domenico Fontana nel 1586 ed oggetto dell'attentato del luglio 1993.

La basilica sorgeva al centro dei palazzi lateranensi: Originariamente non era molto grande; a cinque navate sotenute da più file di colonne, venne dedicata  a Cristo Salvatore. Alla fine del  secolo IV al nome del Salvatore furono aggiunto quelli del Battista e dell' Evangelista, ai quali era stato dedicato presso il Laterano un convento di monaci benedettini. Arricchita di marmi pregiati e decorazioni dorate,  la basilica fu chiamata “Aurea”.
 
Dopo il sacco di Alarico, un ulteriore oltraggio fu  subìto dalla basilica  con il  saccheggio dei Vandali  di Genserico nel 455 :  S. Leone Magno (440-461) reintegrò i danni e le ruberie arricchendola di altre grandi opere. Il suo successore Ilario (461-468)  si concentrò principalmente sul Battistero con l’aggiunta di tre oratori.

Un nuovo restauro della basilica,  che versava  in uno stato di abbandono, fu fatto sotto  Adriano I (771-795),   e apparve in tutto il suo splendore nella Pasqua del 774 quando Carlo Magno vi si fece battezzare.

Tra l’anno 844-847 sotto il pontificato di Sergio II vi furono nuovi interventi e sotto l’altare maggiore fu ricavata una “confessio”.

Nell’anno 896 un terremoto fece crollare il tetto nella navata centrale e la ridusse a poco più di un cumulo di macerie; quel terremoto fu  ritenuto  un castigo divino  nei confronti di Papa Stefano VI che sottopose il suo predecessore ad un macabro processo (di cui si dirà oltre); 

La basilica venne riedificata completamente Sergio III (904-911), che ne conservò però le fondamenta e le dimensioni antiche. Egli fece ornare la tribuna di mosaici, lasciando a ricordo di quei grandiosi lavori una lunga epigrafe  nell' abside e sulla porta maggiore della basilica. Ma nella notte del 6 maggio dell' anno 1308 la basilica fu nuovamente distrutta da uno spaventoso incendio e ben poco si salvò da quella catastrofe.  Il papa era allora Clemente V, egli provvide subito a fare riedificare il tempio, che fu terminato sotto il pontificato che lo seguì.

Lesionata dal terremoto che fece tremare la città nel 1349; nuovamente danneggiata da un altro incendio nel 1361, Urbano V affidò l’opera di ricostruzione all’architetto senese Giovanni Stefani, che  eliminò parzialmente le trabeazioni,  sostituì le colonne costantiniane con 20 pilastri in laterizio e realizzò, con il contributo  di Carlo V di Francia, il mastodontico tabernacolo  sopra l’altare maggiore.

Al suo ritorno da Avignone  nel 1377, Gregorio IX,  che spostò la sua dimora nei palazzi di S. Pietro, fece un portale ornato da leoni , rifare il prospetto settentrionale ed aprire un rosone .

Le truppe di Ladislao d’Ungheria nel 1413 danneggiarono nuovamente la basilica, Martino V provvide a fare grandiosi restauri, che proseguirono sotto Eugenio IV.

La chiesa venne arricchita dal pavimento cosmatesco  nel 1421, il soffitto fu riparato  e Gentile Da Fabriano  ricevette l’incarico per un ciclo di affreschi  nella navata destra. Furono murate le colonne ed i pilastri.

La facciata della basilica manteneva ancora la struttura antica con tre finestre a sesto acuto, l'immagine del Redentore ed un portico di sei colonne. Sulle pareti  si ammiravano scene del vecchio e nuovo testamento.  Davanti al patriarchio,  s' ergeva la statua equestre di M. Aurelio, collocata là da  Sisto IV; presso il muro della città, era stato edificato un nuovo convento da Eugenio IV.
 
Ogni pontefice seguente, fino ad Innocenzo X, arricchì  il Laterano di nuove opere; cionnonostante il tempo faceva pesare il suo trascorrere, così Innocenzo X, la riedificò interamente affidando l' opera al Borromini. Clemente XII compì l' opera del Borromini,  facendo innalzara la nuova facciata da Alessandro Galilei  che fu compiuta nell' anno 1734.

Della basilica medioevale restano il pavimento d' opera cosmatesca, il tabernacolo ed il mosaico dell' abside, restaurata nel 1292 dal papa Niccolò IV, per opera del francescano Giacomo di Turrita, assieme a fra Giacomo da Camerino. Leone XIII, emulando i suoi predecessori Sergio e Urbano, ha restituito al Laterano il suo splendore primitivo con magnifiche opere d' arte.

Un campanile appartenente alla cattedrale doveva già esistere al tempo d Pasquale III poichè  nel 1115 risulta in parte distrutto a causa di un fulmine; ma  probabilmente in precedenza ve n’era una altro fatto risalire a papa Sergio III (904-911).

 L’attuale campanile ha la caratteristica di essere formato da  due piccoli campanili gemelli, risalenti all'età romanica,restaurati nel XIV secolo. Essi si innalzano  sopra la Loggia delle Benedizioni e sono costruiti in pietra silice dal  taglio simmetrico. Elevati su due piani, tali  costruzioni  presentano la superficie aperta da trifore con archetti poggianti su colonnine terminanti con capitelli a forma di piramide tronca. La sommità è sormontata da una cuspide molto accentuata, recinta alla base da una ringhiera a piccole colonne.

 Se nel corso dei tristi eventi di distruzione della basilica la struttura campanaria non sembra aver subito danni, il fulmine che la colpì  nel 1411  danneggiò gravemente uno dei due campanili, riparato poi da  Martino V  nel 1420. Altri due fulmini colpirono la struttura nell'età moderna (1537 e 1602). Una delle campane è datata al XIII secolo, mentre quella del 1492 risulta fusa da un certo Pietro "Teutonicus".


La basilica  come era
La prima basilica era lunga 98 metri e larga 56. La facciata era preceduta da un portichetto e da un atrio, adorna di mosaici  con fondo in oro con al centro la figura del Redentore, come si è già detto; nella fascia sottostante  erano raffigurati i quattro  profeti.

 L' atrio era circondato  da colonne  con fontane.  Nel  portico era ubicato l' oratorio di San Tommaso, dedicato dal pontefice Giovanni XXII, e  destinato ad essere la sacrestia pontificia; sulla porta campeggiava un dipinto del secolo X che rappresentava il Papa nell' atto della vestizione dei paramenti liturgici.

Nella biblioteca Barberini si  conservavano  i disegni del secolo XVII dei mosaici dell' antico portico che rappresentava la flotta romana di Vespasiano, l' assedio di Gerusalemme, la donazione di S. Silvestro e il battesimo di Costantino, fatti forse durante i restauri di Alessandro III (1159-1181).  Li  probabilmente si trovava la celebre sedia balneare chiamata “ stercoraria”, su cui sedeva il Pontefice all’atto dell’intronizzazione. Nelle “curiosità” verrà spiegato il significato delle singolare denominazione  .

Nel portico v' erano sepolcri di papi e di illustri personaggi poiché  gli appartenenti ad una certa levatura sociale d' essere sepolti proprio in quel sito. A fianco della porta principale troneggiavano le statue dei santi Pietro e Paolo.

Si presentava al centro con un ampio spazio absidale ed ai lati quattro piccole navate decrescenti verso l’esterno. Il soffitto, costruito con capriate lignee prendeva luce da ampie finestre. Nella navata le  colonne reggevano lunghe trabeazioni, mentre  le piccole navate laterali erano formate da  quarantadue fusti che terminavano su due ordini di archi.

L’abside era ricoperta da lamine d’oro; ed illuminata da lampade preziose.

L’altare centrare era circondato da un recinto di marmo in cui si custodiva (ed ancor oggi è ivi posta), la tavola di legno sulla quale la tradizione vuole che San Pietro celebrasse.

Dietro l’altare correva un portico esagonale sostenuto da colonne, detto “Leonino”su cui era riportata la visione d’Innocenzo III e la”Tabula Magna” di Leone X  chiamato anche registro delle reliquie.

Il Papa Pamphili (1644-1655) volle riportare la basilica all’antico fasto per cui,  imponendo condizioni pesanti e limitative, diede l’incarico a Borromini , che doveva rispettarne la strutture , lasciare inalterato l’antico impianto e rispettare il soffitto del ‘500.

Borromini, nella sua rivisitazione  rimosse in parte le colonne  collocandone 24 ai lati delle nicchie centrali. Contravvenendo agli ordine del papa, cercò di movimentare  mura diritte e spigoli vivi  con spazi con ondulazioni sinuose come era nel suo stile.

Vennero aperti cinque archi nella navata centrale e nei pilastri giganti che li scandivano, vennero aperte delle nicchie per le statue.

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