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Angelus del 13/01/2011

Post n°1345 pubblicato il 16 Gennaio 2011 da catholicmind

Benedetto XVI all’Angelus: sarà una gioia per me proclamare Beato Giovanni Paolo II. Appello ad accogliere e proteggere i migranti

All’Angelus, in Piazza San Pietro, Benedetto XVI parla della prossima Beatificazione del suo amato predecessore Giovanni Paolo II. Esprime la sua gioia per questo evento tanto atteso e, salutando i fedeli polacchi, invita ad “una profonda preparazione spirituale” a tale avvenimento. Nella Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, il Papa ha dunque sottolineato che la Chiesa da sempre vive al suo interno l’esperienza della migrazione ed ha chiesto la protezione dei migranti e di coloro che si impegnano a loro favore. Il Pontefice non ha poi mancato di rivolgere un particolare pensiero a quanti, in diverse aree del mondo, sono stati colpiti da devastanti inondazioni.

 

Cari fratelli e sorelle!

In questa domenica ricorre la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, che ogni anno ci invita a riflettere sull’esperienza di tanti uomini e donne, e tante famiglie, che lasciano il proprio Paese in cerca di migliori condizioni di vita. Questa migrazione a volte è volontaria, altre volte, purtroppo, è forzata da guerre o persecuzioni, e avviene spesso – come sappiamo – in condizioni drammatiche. Per questo fu istituito, 60 anni or sono, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati. Nella festa della Santa Famiglia, subito dopo il Natale, abbiamo ricordato che anche i genitori di Gesù dovettero fuggire dalla propria terra e rifugiarsi in Egitto, per salvare la vita del loro bambino: il Messia, il Figlio di Dio è stato un rifugiato. La Chiesa, da sempre, vive al proprio interno l’esperienza della migrazione. Talvolta, purtroppo, i cristiani si sentono costretti a lasciare, con sofferenza, la loro terra, impoverendo così i Paesi in cui sono vissuti i loro avi. D’altra parte, gli spostamenti volontari dei cristiani, per diversi motivi, da una città all’altra, da un Paese all’altro, da un continente all’altro, sono occasione per incrementare il dinamismo missionario della Parola di Dio e fanno sì che la testimonianza della fede circoli maggiormente nel Corpo mistico di Cristo, attraversando i popoli e le culture, e raggiungendo nuove frontiere, nuovi ambienti.

“Una sola famiglia umana”: questo è il tema del Messaggio che ho inviato per l’odierna Giornata. Un tema che indica il fine, la meta del grande viaggio dell’umanità attraverso i secoli: formare un’unica famiglia, naturalmente con tutte le differenze che la arricchiscono, ma senza barriere, riconoscendoci tutti fratelli. Così afferma il Concilio Vaticano II: “Tutti i popoli costituiscono una sola comunità. Essi hanno una sola origine, poiché Dio ha fatto abitare l’intero genere umano su tutta la faccia della terra” (Dich. Nostra aetate, 1). La Chiesa – dice ancora il Concilio – “è in Cristo come sacramento, cioè segno e strumento dell’intima unione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano” (Cost. Lumen gentium, 1). Per questo è fondamentale che i cristiani, pur essendo sparsi in tutto il mondo e, perciò, diversi per culture e tradizioni, siano una cosa sola, come vuole il Signore. E’ questo lo scopo della “Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani”, che avrà luogo nei prossimi giorni, dal 18 al 25 gennaio. Quest’anno essa si ispira ad un passo degli Atti degli Apostoli: “Uniti nell’insegnamento degli apostoli, nella comunione, nello spezzare il pane e nella preghiera” (At 2,42). L’Ottavario per l’unità dei cristiani è preceduto, domani, dalla Giornata del dialogo ebraico-cristiano: un accostamento molto significativo, che richiama l’importanza delle radici comuni che uniscono ebrei e cristiani.

Nel rivolgerci alla Vergine Maria, con la preghiera dell’Angelus, affidiamo alla sua protezione tutti i migranti e quanti si impegnano in un lavoro pastorale in mezzo a loro. Maria, Madre della Chiesa, ci ottenga inoltre di progredire nel cammino verso la piena comunione di tutti i discepoli di Cristo.


Dopo l'Angelus:

Cari fratelli e sorelle, come sapete, il 1° maggio prossimo avrò la gioia di proclamare Beato il Venerabile Papa Giovanni Paolo II, mio amato predecessore. La data scelta è molto significativa: sarà infatti la II Domenica di Pasqua, che egli stesso intitolò alla Divina Misericordia, e nella cui vigilia terminò la sua vita terrena. Quanti lo hanno conosciuto, quanti lo hanno stimato e amato, non potranno non gioire con la Chiesa per questo evento. Siamo felici!

© Copyright 2011 - Libreria Editrice Vaticana

Fonte: www.pastoralespiritualita.it

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Commenti al Post:
serena.gobbo
serena.gobbo il 20/01/11 alle 16:26 via WEB
non capisco... lo proclama beato, però non si trova d'accordo con la posizione di g.p.II nei confronti di lefebvre... e reintroduce il latino, che nessuno capisce... non capisco...
 
catholicmind
catholicmind il 28/01/11 alle 18:39 via WEB
Il fatto che sia beato è perchè la Chiesa ha accertato un miracolo avvenuto per l'intercessione di Papa Wojtila... per quanto riguarda il latino c'è sempre stato, e considerando che nella Chiesa la lingua ufficiale è il latino ci può stare, e in ogni caso questa "reintroduzione" non fa altro che rafforzare l'universalità della chiesa, che mantiene e incoraggia anche lingue diverse, cosa che non è stata nemmeno toccata....
 
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