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Notizie dal mondo e dalla chiesa

Post n°2531 pubblicato il 19 Marzo 2013 da catholicmind

Messa del Papa a Sant'Anna

In mattinata il Papa ha celebrato la sua prima Messa pubblica nella parrocchia di Sant’Anna in Vaticano. E lo ha fatto come un parroco, usando parole semplici e immediate nell’omelia, avvicinandosi ai fedeli con calore.

 [Video]

E’ bello questo: prima, Gesù solo sul monte, pregando. Pregava solo (cfr Gv 8,1). Poi, si recò di nuovo nel Tempio, e tutto il popolo andava da lui (cfr v. 2). Gesù in mezzo al popolo. E poi, alla fine, lo lasciarono solo con la donna (cfr v. 9). Quella solitudine di Gesù! Ma una solitudine feconda: quella della preghiera con il Padre e quella, tanto bella, che è proprio il messaggio di oggi della Chiesa, quella della sua misericordia con questa donna.

Anche c’è una differenza tra il popolo: C’era tutto il popolo che andava da lui; egli sedette e si mise ad insegnare loro: il popolo che voleva sentire le parole di Gesù, il popolo di cuore aperto, bisognoso della Parola di Dio. C’erano altri, che non sentivano niente, non potevano sentire; e sono quelli che sono andati con quella donna: Senti, Maestro, questa è una tale, è una quale … Dobbiamo fare quello che Mosè ci ha comandato di fare con queste donne (cfr vv. 4-5).

Anche noi credo che siamo questo popolo che, da una parte vuole sentire Gesù, ma dall’altra, a volte, ci piace bastonare gli altri, condannare gli altri. E il messaggio di Gesù è quello: la misericordia. Per me, lo dico umilmente, è il messaggio più forte del Signore: la misericordia. Ma Lui stesso l’ha detto: Io non sono venuto per i giusti; i giusti si giustificano da soli. Va’, benedetto Signore, se tu puoi farlo, io non posso farlo! Ma loro credono di poterlo fare. Io sono venuto per i peccatori (cfr Mc 2,17).

Pensate a quella chiacchiera dopo la vocazione di Matteo: Ma questo va con i peccatori! (cfr Mc 2,16). E Lui è venuto per noi, quando noi riconosciamo che siamo peccatori. Ma se noi siamo come quel fariseo, davanti all’altare: Ti ringrazio Signore, perché non sono come tutti gli altri uomini, e nemmeno come quello che è alla porta, come quel pubblicano (cfr Lc 18,11-12), non conosciamo il cuore del Signore, e non avremo mai la gioia di sentire questa misericordia! Non è facile affidarsi alla misericordia di Dio, perché quello è un abisso incomprensibile. Ma dobbiamo farlo! “Oh, padre, se lei conoscesse la mia vita, non mi parlerebbe così!”. “Perché?, cosa hai fatto?”. “Oh, ne ho fatte di grosse!”. “Meglio! Vai da Gesù: a Lui piace se gli racconti queste cose!”. Lui si dimentica, Lui ha una capacità di dimenticarsi, speciale. Si dimentica, ti bacia, ti abbraccia e ti dice soltanto: “Neanch’io ti condanno; va’, e d’ora in poi non peccare più” (Gv 8,11). Soltanto quel consiglio ti da. Dopo un mese, siamo nelle stesse condizioni… Torniamo al Signore. Il Signore mai si stanca di perdonare: mai! Siamo noi che ci stanchiamo di chiedergli perdono. E chiediamo la grazia di non stancarci di chiedere perdono, perché Lui mai si stanca di perdonare. Chiediamo questa grazia.

* * *

Parole al termine della Santa Messa

A conclusione della Celebrazione Eucaristica, il Parroco di Sant’Anna in Vaticano, P. Bruno Silvestrini, O.S.A., e il Vicario Generale di Sua Santità per la Città del Vaticano, Card. Angelo Comastri, hanno rivolto il loro saluto a Papa Francesco.
Quindi il Santo Padre ha concluso con queste parole:


Ci sono alcuni che non sono parrocchiani: questi preti argentini, uno è il mio vescovo ausiliare, ma per oggi saranno parrocchiani. Ma voglio farvi conoscere un prete che viene da lontano, che è venuto, un prete che da tempo lavora con i ragazzi di strada, con i drogati. Per loro ha aperto una scuola, ha fatto tante cose per far conoscere Gesù, e tutti questi ragazzi e ragazze di strada oggi lavorano con lo studio che hanno compiuto, hanno capacità di lavoro, credono e amano Gesù. Io ti chiedo, Gonzalo, vieni per salutare la gente: pregate per lui. Lui lavora in Uruguay, è il fondatore del Liceo Jubilar Juan Pablo II: lui fa questo lavoro. Non so come oggi sia arrivato qua: lo saprò! Grazie. Pregate per lui.

© Copyright 2013 - Libreria Editrice Vaticana

Fonte: www.pastoralespiritualita.it

 
 
 

Notizie dal mondo e dalla chiesa...

Post n°2530 pubblicato il 16 Marzo 2013 da catholicmind

La Chiesa andrà avanti solo se cammina con la Croce di Cristo: così Papa Francesco nella Messa nella Cappella Sistina

Papa Francesco ha presieduto la Santa Messa nella Cappella Sistina con i cardinali che hanno partecipato al Conclave. Il Vangelo della Messa, tratto da Matteo, parla della professione di fede di Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».
 

 

 

[Video]

Galleria fotografica

In queste tre Letture vedo che c’è qualcosa di comune: è il movimento. Nella Prima Lettura il movimento nel cammino; nella Seconda Lettura, il movimento nell’edificazione della Chiesa; nella terza, nel Vangelo, il movimento nella confessione. Camminare, edificare, confessare.

Camminare. «Casa di Giacobbe, venite, camminiamo nella luce del Signore» (Is 2,5). Questa è la prima cosa che Dio ha detto ad Abramo: Cammina nella mia presenza e sii irreprensibile. Camminare: la nostra vita è un cammino e quando ci fermiamo, la cosa non va. Camminare sempre, in presenza del Signore, alla luce del Signore, cercando di vivere con quella irreprensibilità che Dio chiedeva ad Abramo, nella sua promessa.

Edificare. Edificare la Chiesa. Si parla di pietre: le pietre hanno consistenza; ma pietre vive, pietre unte dallo Spirito Santo. Edificare la Chiesa, la Sposa di Cristo, su quella pietra angolare che è lo stesso Signore. Ecco un altro movimento della nostra vita: edificare.

Terzo, confessare. Noi possiamo camminare quanto vogliamo, noi possiamo edificare tante cose, ma se non confessiamo Gesù Cristo, la cosa non va. Diventeremo una ONG assistenziale, ma non la Chiesa, Sposa del Signore. Quando non si cammina, ci si ferma. Quando non si edifica sulle pietre cosa succede? Succede quello che succede ai bambini sulla spiaggia quando fanno dei palazzi di sabbia, tutto viene giù, è senza consistenza. Quando non si confessa Gesù Cristo, mi sovviene la frase di Léon Bloy: “Chi non prega il Signore, prega il diavolo”. Quando non si confessa Gesù Cristo, si confessa la mondanità del diavolo, la mondanità del demonio.

Camminare, edificare-costruire, confessare. Ma la cosa non è così facile, perché nel camminare, nel costruire, nel confessare, a volte ci sono scosse, ci sono movimenti che non sono proprio movimenti del cammino: sono movimenti che ci tirano indietro.

Questo Vangelo prosegue con una situazione speciale. Lo stesso Pietro che ha confessato Gesù Cristo, gli dice: Tu sei Cristo, il Figlio del Dio vivo. Io ti seguo, ma non parliamo di Croce. Questo non c’entra. Ti seguo con altre possibilità, senza la Croce. Quando camminiamo senza la Croce, quando edifichiamo senza la Croce e quando confessiamo un Cristo senza Croce, non siamo discepoli del Signore: siamo mondani, siamo Vescovi, Preti, Cardinali, Papi, ma non discepoli del Signore.

Io vorrei che tutti, dopo questi giorni di grazia, abbiamo il coraggio, proprio il coraggio, di camminare in presenza del Signore, con la Croce del Signore; di edificare la Chiesa sul sangue del Signore, che è versato sulla Croce; e di confessare l’unica gloria: Cristo Crocifisso. E così la Chiesa andrà avanti.

Io auguro a tutti noi che lo Spirito Santo, per la preghiera della Madonna, nostra Madre, ci conceda questa grazia: camminare, edificare, confessare Gesù Cristo Crocifisso. Così sia.

© Copyright 2013 - Libreria Editrice Vaticana

Fonte: www.pastoralespiritualita.it

 
 
 

Dalla newsletter di Radio Maria...

Post n°2529 pubblicato il 15 Marzo 2013 da catholicmind

Cari amici,
ringraziamo Dio per il dono del nuovo Papa Francesco.
E' apparso sulla loggia di S. Pietro un uomo vestito di bianco che irradia umiltà, dolcezza e semplicità.
Un Papa che ha iniziato il suo Pontificato recitando con noi le preghiere del buon cristiano.
Un Papa che, come suo primo gesto, si reca a chiedere l'aiuto della Madonna perchè lo assista nel suo ministero di Vescovo di Roma, che presiede alla carità della Chiesa universale.
Un Papa che si chiama Francesco e che vuole abbracciare tutti gli uomini come fratelli.
Un Papa che riflette l'immagine di Maria, Vergine umile e orante.
Un Papa che ha già conquistato il cuore della gente.
Siamo grati alla Madonna per questo straordinario dono del suo amore materno alla Chiesa e al mondo intero.
Radio Maria sarà la fedele "portavoce" di Papa Francesco, come lo è stata dei suoi grandi predecessori, il Beato Giovanni Paolo II e Benedetto XVI.

 
 
 

Notizie dal mondo e dalla chiesa...

Post n°2528 pubblicato il 14 Marzo 2013 da catholicmind

HABEMUS PAPAM!

Annuntio vobis gaudium magnum: habemus Papam!

elezione_nuovo_papa

Eminentissimum ac Reverendissimum Dominum,

Dominum Georgium Marium Sanctae Romanae Ecclesiae

Cardinalem Bergoglioqui sibi nomen imposuit Franciscum. 

 

Questo il discorso integrale di papa Francesco ai fedeli raccolti in piazza San Pietro.


"Fratelli e sorelle buonasera.

Voi sapete che il dovere del Conclave è di dare un Vescovo a Roma.

Sembra che i miei fratelli cardinali sono andati a prenderlo quasi alla fine del mondo. Ma siamo qui...

Vi ringrazio dell'accoglienza, alla comunità diocesana di Roma, al suo Vescovo, grazie.

E prima di tutto vorrei fare una preghiera per il nostro Vescovo emerito Benedetto XVI.

Preghiamo tutti insieme per lui, perchè il Signore lo benedica e la Madonna lo custodisca".

Quindi ha recitato il Padre nostro, l'Ave Maria e il Gloria.

E adesso incominciamo questo cammino, Vescovo e popolo, questo cammino della Chiesa di Roma, che è quella che presiede nella carità a tutte le chiese.

Un cammino di fratellanza, di amore e di fiducia tra noi. Preghiamo sempre per noi, l'uno per l'altro, preghiamo per tutto il mondo, perché ci sia una grande fratellanza.

Vi auguro che questo cammino di Chiesa che oggi incominciamo - mi aiuterà il mio cardinale vicario qui presente - sia fruttuoso per la evangelizzazione di questa sempre bella città...

 

Adesso vorrei dare la benedizione, ma prima vi chiedo un favore. Prima che il Vescovo benedica il popolo io vi chiedo che voi pregate il Signore perchè mi benedica: la preghiera del popolo chiedendo la benedizione per il suo Vescovo.

Facciamo in silenzio questa preghiera di voi su di me.

 

Adesso darò la benedizione a voi e a tutto il mondo, a tutti gli uomini e donne di buona volontà", ha proseguito, impartendo la benedizione in latino e concedendo l'indulgenza plenaria. 

Grazie tante dell'accoglienza.

 

Pregate per me e a presto, ci vediamo presto. Domani voglio andare a pregare la Madonna perché custodisca tutta Roma. Buona notte e buon riposo.

Fonte: www.pastoralespiritualita.it

 
 
 

Notizie dal mondo e dalla chiesa...

Post n°2527 pubblicato il 09 Marzo 2013 da catholicmind

L'ottava Congrezione generale del Collegio cardinalizio ha indicato la data del Conclave

Collegio_cardinalizioE' la notizia che gli oltre 5.000 giornalisti accreditati attendevano da settimane e settimane. Finalmente l'attesa è finita: martedì 12 marzo avrà inizio il Conclave per l'elezione del successore di papa Benedetto XVI.

La decisione è stata presa oggi nel corso dell'ottava Congregazione generale del Collegio cardinalizio. Durante la mattina di martedì, nella Basilica di San Pietro, sarà quindi celebrata la Messa "Pro eligendo Pontifice", mentre nel pomeriggio i cardinali elettori faranno il loro ingresso nella Cappella Sistina per il Conclave.

Già questa mattina padre Federico Lombardi, nel consueto briefing con i giornalisti in Sala Stampa, aveva annunciato che entro la sera i porporati avrebbero messo in votazione la data d'inizio, anticipando anche che “verosimilmente il Conclave dovrebbe tenersi nei primi giorni della prossima settimana”.

Il portavoce Vaticano aveva affermato, inoltre, che nella VII Congregazione generale di oggi erano presenti 153 porporati, tra cui tutti i 115 cardinali elettori. Pertanto, come stabilito dal Motu Proprio di Benedetto XVI, una volta presenti tutti a Roma, era prerogativa del Collegio stabilire quando dare inizio al Conclave.

Il primo atto importante del Collegio cardinalizio nella Congregazione mattutina è stato riconoscere i motivi di assenza degli elettori, sulla base delle norme della Universi Dominici gregis. Sono due i porporati che avevano comunicato la loro assenza: il cardinale emerito di Jakarta, Julius Riyadi Darmaatmadja, per cause di infermità, e il cardinale Keith O’Brien, per motivi personali. La votazione ha decretato che “il Collegio accetta i motivi presentati dai due elettori mancanti”.

Questa mattina - ha riferito poi Lombardi - sono stati 18 gli interventi dei cardinali. Complessivamente, dunque, sono oltre cento i porporati che hanno preso parola in questi giorni, e pochi “si sono ripetuti”. Tra i temi affrontati: il dialogo interreligioso, la bioetica, la giustizia nel mondo, la donna nella Chiesa e la collegialità, un “tema frequente nel governo della Chiesa”. Ma si è parlato anche della necessità “di un annuncio gioioso e positivo del cristianesimo – ha aggiunto il gesuita – un annuncio di misericordia che ricordi Giovanni Paolo II”.

Domani la Congregazione si terrà nella mattina e non nel pomeriggio. Domenica, invece, ha indicato il portavoce vaticano, “è possibile che i Cardinali vadano a pregare o a celebrare la Messa nelle Chiese di Roma di cui sono titolari” e con cui “hanno un legame spirituale”.

In tema di preghiera, il gesuita ha accennato all’interessante iniziativa del sito web Adopt a Cardinal, con la quale è possibile ricevere il nome di un porporato e pregare per lui. Finora sono circa 360.000 mila le persone che hanno partecipato all’iniziativa.

Come negli scorsi briefing, è stato proiettato poi un video del CTV che ha mostrato ai giornalisti la Domus Sanctae Marthae, residenza degli elettori durante i fatidici giorni del Conclave: i suoi esterni, l’atrio, la cappella e le stanze dei porporati.

Riguardo a queste, padre Lombardi ha spiegato che “in congregazione c’è il sorteggio pubblico per l’assegnazione delle stanze”, in modo da garantire “l’oggettività e la non preparazione di contatti preferenziali”. “Si vuol far capire che ognuno non ha scelto il suo vicino” ha precisato il portavoce.

Nel video sono state proiettate anche le immagini della “suite” del Pontefice, un appartamento più ampio, utilizzato di solito per i grandi ospiti (l’ultimo è stato Bartolomeo I), dove il Papa neo eletto alloggerà per alcune settimane.

Chiarendo alcuni punti sui sistemi di sicurezza, Lombardi ha spiegato che i Conclavisti non saranno “perquisiti” e che nelle loro stanze saranno impiantate alcune schermature per bloccare la comunicazione con mezzi elettronici. In questo modo i cardinali saranno “isolati” e non potranno ricevere informazioni dall’esterno. Rimangono tuttavia nelle stanze apparecchi di interfono per restare in contatto, eventualmente, con il medico o la reception.

Sempre nell’ambito della “comunicazione”, Padre Lombardi ha ribadito che le Congregazioni generali non sono gli unici momenti d’incontro e di vicinanza tra i porporati di questo periodo. “I cardinali – ha detto - hanno naturalmente e doverosamente dei colloqui con cui cercare le informazioni di cui hanno bisogno e, tanto più, una riflessione su chi potrebbe essere adatto al Pontificato”. Anzi, ha soggiunto, “avviene molto più nei colloqui personali che non negli interventi in assemblea che servono per lo più ad indicare un profilo”.

Infine, è una notizia interessante che, durante il Conclave, gli elettori avranno a disposizione dei confessori, tra sacerdoti non elettori, inseriti regolarmente nel personale. Sarà poi il porporato maltese Prosper Grech, non elettore, a tenere la seconda e ultima meditazione ai cardinali prima dell’extra omnes, ovvero la chiusura della Cappella Sistina che darà poi inizio al procedimento per l'elezione del nuovo Pastore della Chiesa universale.

(08 Marzo 2013) © Innovative Media Inc. - Tratto da Zenit

Fonte: www.pastoralespiritualita.it

 
 
 

Messaggi da Medjugorje...

Post n°2526 pubblicato il 07 Marzo 2013 da catholicmind

Messaggio del 4 marzo 2013 (Ivan)

Cari figli, oggi vi invito ad aprirvi alla preghiera. Figlioli, vivete in un tempo in cui Dio concede grazie, ma voi non sapete come trarne vantaggio. Vi preoccupate di tutto il resto, tranne della vostra anima e della vostra vita spirituale. Svegliatevi da questo mondo stanco, dal sonno stanco della vostra anima e dite a Dio con tutta la forza. Decidetevi per la santità e la conversione. Cari figli, io sono con voi e vi invito alla perfezione e alla santità della vostra anima e di tutto quello che fate. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

 
 
 

Dalla newsletter di Radio Maria...

Post n°2525 pubblicato il 07 Marzo 2013 da catholicmind

Cari amici,

La Chiesa sta attraversando un momento difficile, ma nel medesimo tempo pieno di promesse. La barca di Pietro è agitata da onde minacciose che fanno vacillare i deboli di fede. La Madonna da tempo ci esorta a seguire i Pastori e a pregare per loro.

Soprattutto in momenti come questi dobbiamo prendere coscienza della nostra appartenenza ecclesiale, perché la Chiesa è la nostra famiglia, senza la quale saremmo senza Dio e senza speranza in questo mondo.

Dobbiamo essere santamente orgogliosi e grati per questa appartenenza e viverla come una grazia immensa.  Essere fedeli alla Chiesa, amarla e aiutarla deve essere per noi non solo un dovere, ma anche e soprattutto una gioia.

Diamo il nostro contributo al rinnovamento della Chiesa con la nostra santificazione personale. La Chiesa si rinnova nei cuori che si aprono a Dio e al suo amore. Facciamo risplendere Gesù Cristo nella nostra vita perché il mondo creda e si converta.

A partire da Lunedì 11 Marzo facciamo una novena di preghiere, di sacrifici e di digiuni, ognuno secondo le sue possibilità, per il Conclave, perché ci venga donato il Buon Pastore, che pascoli le pecorelle secondo il Cuore di Gesù. In particolare invitiamo le famiglie a recitare ogni sera il Rosario per questa intenzione.

Mentre la Bestia aizza un numero enorme di persone per demolire la Casa di Dio, la Madonna sta cercando dei volonterosi che la ricostruiscano. Beati quelli che risponderanno alla chiamata.

 
 
 

Notizie dal mondo e dalla chiesa...

Post n°2524 pubblicato il 02 Marzo 2013 da catholicmind

Adorazione eucaristica permanente in San Pietro in vista del Conclave

eucaristiaUna Chiesa viva raccolta in preghiera. E’ l’immagine che il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, ha dato ai giornalisti nell’odierno briefing. Ha quindi sottolineato che nella Basilica di San Pietro si stanno tenendo l’Adorazione eucaristica permanente e una preghiera speciale per la Chiesa e in vista del Conclave. Lunedì – ha detto - si conoscerà il numero esatto dei cardinali che prenderanno parte all’assise, in Cappella Sistina, per l’elezione del nuovo Papa. 
Ascolta il servizio:RealAudioMP3
 

E’ la dimensione della preghiera del raccoglimento che in questo periodo di Sede vacante guida tutta la Chiesa. Così l’Adorazione permanente avviata nella cappella del Santissimo, in San Pietro, dove – ha spiegato padre Lombardi – tre religiose contemplative messicane si alternano davanti a Gesù Eucaristia. Prima della Messa della sera, sempre in Basilica – ha aggiunto - viene recitata una preghiera speciale per il Collegio dei cardinali e per la preparazione all'elezione del Santo Padre.

Nel briefing con i giornalisti, il direttore della Sala Stampa vaticana, ha puntualizzato che ancora non è chiaro quanti saranno i cardinali elettori presenti, ovvero coloro che non hanno compiuto 80 anni all’apertura della Sede vacante, e che bisognerà aspettare lunedì, quando inizieranno i lavori della Congregazione generale, nell’Aula Nuova del Sinodo:

“A Roma risultano risiedere permanentemente 75 cardinali. 66 cardinali, che non risiedono a Roma, hanno già indicato esattamente la loro residenza in modo che il Collegio cardinalizio possa essere in contatto con loro e la data del loro arrivo. Altri stanno arrivando. Gli officiali del Collegio ritengono però che prima di lunedì, alla prima riunione, non avremo ancora un conto preciso dei presenti. Sono arrivate anche alcune informazioni di cardinali che non parteciperanno: non solo i due elettori di cui abbiamo già parlato, ma anche diversi non elettori hanno comunicato che per motivi di salute non verranno”.

Padre Lombardi ha spiegato che i lavori preparatori nella Cappella Sistina, che ospiterà il Conclave, non sono ancora iniziati. E, ricordando il “Trittico romano”, composizione poetica di Papa Giovanni Paolo II che nell’epilogo parla dell’esperienza del Conclave proprio nella Sala dipinta da Michelangelo, ne ha letto alcuni passaggi:

“«La policromia sistina propagherà la Parola del Signore: 'Tu es Petrus' - udì Simone il figlio di Giona. 'A te consegnerò le chiavi del Regno'. La stirpe a cui è stata affidata la tutela del lascito delle chiavi si riunisce qui lasciandosi circondare dalla policromia sistina. Era così nell’agosto e nell’ottobre del memorabile anno dei due Conclavi, e così sarà ancora quando se ne presenterà l’esigenza dopo la mia morte'». Quindi, lui evoca i due conclavi nella Cappella Sistina, collegandoli esplicitamente alla contemplazione di Michelangelo e della creazione del giudizio e della storia della salvezza”.

Quindi, ricordando che la presentazione al “Trittico romano” è stata scritta dall’allora cardinale Joseph Ratzinger, ha proseguito:

“L’epilogo della seconda tavola, Contemplazione del Giudizio è forse la parte del Trittico che commuove di più il lettore: dagli occhi interiori del Papa emerge nuovamente il ricordo dei Conclavi dell’agosto e dell’ottobre ’78. 'Poiché anch’io ero presente – dice il cardinale Ratzinger - so bene come eravamo esposti a quelle immagini nelle ore della grande decisione, come esse ci interpellavano, come insinuavano nella nostra anima la grandezza della responsabilità'”.

Il direttore della Sala Stampa vaticana ha anche evidenziato che l’Anello Piscatorio di Benedetto XVI non è stato ancora annullato, ma che la Segreteria di Stato ha consegnato alla Camera Apostolica i sigilli con cui si bollavano le lettere a nome di Sua Santità. I timbri sono stati rigati, in modo da non essere più utilizzabili. Poi, una nota sulla variazione all’interno della Messa:

“Nel Canone della Messa, nella preghiera eucaristica, c’è normalmente la menzione della preghiera per il Santo Padre: in questo periodo, di Sede vacante, questa menzione, non si fa e a Roma non si fa neanche la menzione per il vescovo, perché il Papa è il vescovo di Roma”.


Tratto da Radio Vaticana

 
 
 

Messaggi da Medjugorje...

Post n°2523 pubblicato il 02 Marzo 2013 da catholicmind

Messaggio del 2 marzo 2013 (Mirjana)

Cari figli, vi invito di nuovo maternamente: non siate duri di cuore! Non chiudete gli occhi sugli ammonimenti che per amore il Padre Celeste vi manda. Voi lo amate al di sopra di tutto? Vi pentite che spesso dimenticate che il Padre Celeste per il suo grande amore ha mandato suo Figlio, affinché con la croce ci redimesse? Vi pentite che ancora non accogliete il messaggio? Figli miei, non opponetevi all’amore di mio Figlio. Non opponetevi alla speranza ed alla pace. Con la vostra preghiera ed il vostro digiuno, mio Figlio con la sua croce scaccerà la tenebra che desidera circondarvi e impadronirsi di voi. Egli vi darà la forza per una nuova vita. Vivendola secondo mio Figlio, sarete benedizione e speranza per tutti quei peccatori che vagano nella tenebra del peccato. Figli miei, vegliate! Io, come Madre, veglio con voi. Prego e veglio particolarmente su coloro che mio Figlio ha chiamato, affinché siano per voi portatori di luce e portatori di speranza: per i vostri pastori. Vi ringrazio.

 
 
 

Dalla newsletter di Radio Maria...

Post n°2522 pubblicato il 01 Marzo 2013 da catholicmind

Cari amici,
nel suo messaggio del 25 Febbraio la Madonna non ha fatto nessun accenno alla situazione particolare della Chiesa, riguardo alla quale scorrono fiumi di parole.

Ciò che alla Madonna sta a cuore è il cammino di preghiera e di conversione che ognuno è chiamato a compiere in questo tempo di Quaresima.

La Madre esorta i suoi figli a non cedere al peccato che trascina verso le cose terrene. Chiede di prendere una decisione ferma per la santità, in modo tale che il cammino spirituale diventi semplice e gioioso.

Ci ammonisce a non venire a patti col male, perchè è una forza che logora le nostre energie fino a distruggerci. Solo con una ferma rinuncia a satana e alle sue seduzioni ci sentiamo liberi e procediamo spediti nel cammino.

La Madonna non ha parlato del Papa, ma ha fatto molti di più. Lo ha mostrato alla Chiesa, come pochi prima lo avevano visto, un'immagine viva di Maria, che irradia bontà, sapienza e umiltà.

La Chiesa, come il suo Signore, è chiamata a fare fronte alle tentazioni e alla persecuzioni. Ma è questa la via che conduce alla gioia della Pasqua.


 
 
 

Notizie dal mondo e dalla chiesa...

Post n°2521 pubblicato il 01 Marzo 2013 da catholicmind

Benedetto XVI termina il suo Pontificato: "Sono un semplice pellegrino"

Benedetto XVI non è più Pontefice: dalle 20.00 di ieri è iniziata la Sede vacante. "Sono un semplice pellegrino": con queste parole ha dato il suo ultimo saluto alle migliaia di persone che lo hanno atteso in preghiera nella piazza antistante il Palazzo apostolico di Castel Gandolfo.

[Video]

Grazie!
Grazie a
voi!

Cari amici, sono felice di essere con voi, circondato dalla bellezza del creato e dalla vostra simpatia che mi fa molto bene. Grazie per la vostra amicizia, il vostro affetto. Voi sapete che questo mio giorno è diverso da quelli precedenti; non sono più Sommo Pontefice della Chiesa cattolica: fino alle otto di sera lo sarò ancora, poi non più. Sono semplicemente un pellegrino che inizia l’ultima tappa del suo pellegrinaggio in questa terra. Ma vorrei ancora, con il mio cuore, con il mio amore, con la mia preghiera, con la mia riflessione, con tutte le mie forze interiori, lavorare per il bene comune e il bene della Chiesa e dell’umanità. E mi sento molto appoggiato dalla vostra simpatia. Andiamo avanti insieme con il Signore per il bene della Chiesa e del mondo. Grazie, vi imparto adesso con tutto il cuore la mia Benedizione.

Ci benedica Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo. Grazie, buona notte! Grazie a voi tutti!

© Copyright 2013 - Libreria Editrice Vaticana

Fonte: www.pastoralespiritualita.it

 
 
 

Notizie dal mondo e dalla chiesa...

Post n°2520 pubblicato il 01 Marzo 2013 da catholicmind

Benedetto XVI saluta i cardinali: la Chiesa vive in Cristo, prometto obbedienza al futuro Papa

“La vostra vicinanza e il vostro consiglio mi sono stati di grande aiuto”, prego per il nuovo Papa e gli prometto fin d’ora “reverenza ed obbedienza”. Con queste parole Benedetto XVI ha ringraziato e si è congedato ieri mattina dal Collegio cardinalizio, nell’ultima udienza del Pontificato. Ai 144 porporati presenti, il Papa ha ribadito che la Chiesa non è un’organizzazione “costruita a tavolino”, ma il suo “cuore” è Cristo ed è Lui a renderla viva.

 [Video]

Venerati e cari Fratelli!

Con grande gioia vi accolgo e porgo a ciascuno di voi il mio più cordiale saluto. Ringrazio il Cardinale Angelo Sodano che, come sempre, ha saputo farsi interprete dei sentimenti dell’intero Collegio: Cor ad cor loquitur. Grazie Eminenza di cuore. E vorrei dire – riprendendo il riferimento all’esperienza dei discepoli di Emmaus – che anche per me è stata una gioia camminare con voi in questi anni, nella luce della presenza del Signore risorto.

Come ho detto ieri davanti alle migliaia di fedeli che riempivano Piazza San Pietro, la vostra vicinanza e il vostro consiglio mi sono stati di grande aiuto nel mio ministero. In questi otto anni, abbiamo vissuto con fede momenti bellissimi di luce radiosa nel cammino della Chiesa, assieme a momenti in cui qualche nube si è addensata nel cielo. Abbiamo cercato di servire Cristo e la sua Chiesa con amore profondo e totale, che è l’anima del nostro ministero. Abbiamo donato speranza, quella che ci viene da Cristo, che solo può illuminare il cammino. Insieme possiamo ringraziare il Signore che ci ha fatti crescere nella comunione, e insieme pregarlo di aiutarvi a crescere ancora in questa unità profonda, così che il Collegio dei Cardinali sia come un’orchestra, dove le diversità – espressione della Chiesa universale – concorrano sempre alla superiore e concorde armonia.

Vorrei lasciarvi un pensiero semplice, che mi sta molto a cuore: un pensiero sulla Chiesa, sul suo mistero, che costituisce per tutti noi - possiamo dire - la ragione e la passione della vita. Mi lascio aiutare da un’espressione di Romano Guardini, scritta proprio nell’anno in cui i Padri del Concilio Vaticano II approvavano la Costituzione Lumen Gentium, nel suo ultimo libro, con una dedica personale anche per me; perciò le parole di questo libro mi sono particolarmente care. Dice Guardini: La Chiesa “non è un’istituzione escogitata e costruita a tavolino…, ma una realtà vivente… Essa vive lungo il corso del tempo, in divenire, come ogni essere vivente, trasformandosi… Eppure nella sua natura rimane sempre la stessa, e il suo cuore è Cristo”. E’ stata la nostra esperienza, ieri, mi sembra, in Piazza: vedere che la Chiesa è un corpo vivo, animato dallo Spirito Santo e vive realmente dalla forza di Dio. Essa è nel mondo, ma non è del mondo: è di Dio, di Cristo, dello Spirito. Lo abbiamo visto ieri. Per questa è vera ed eloquente anche l’altra famosa espressione di Guardini: “La Chiesa si risveglia nelle anime”. La Chiesa vive, cresce e si risveglia nelle anime, che - come la Vergine Maria - accolgono la Parola di Dio e la concepiscono per opera dello Spirito Santo; offrono a Dio la propria carne e, proprio nella loro povertà e umiltà, diventano capaci di generare Cristo oggi nel mondo. Attraverso la Chiesa, il Mistero dell’Incarnazione rimane presente per sempre. Cristo continua a camminare attraverso i tempi e tutti i luoghi.

Rimaniamo uniti, cari Fratelli, in questo Mistero: nella preghiera, specialmente nell’Eucaristia quotidiana, e così serviamo la Chiesa e l’intera umanità. Questa è la nostra gioia, che nessuno ci può togliere.

Prima di salutarvi personalmente, desidero dirvi che continuerò ad esservi vicino con la preghiera, specialmente nei prossimi giorni, affinché siate pienamente docili all’azione dello Spirito Santo nell’elezione del nuovo Papa. Che il Signore vi mostri quello che è voluto da Lui. E tra voi, tra il Collegio Cardinalizio, c’è anche il futuro Papa al quale già oggi prometto la mia incondizionata reverenza ed obbedienza. Per questo, con affetto e riconoscenza, vi imparto di cuore la Benedizione Apostolica.

© Copyright 2013 - Libreria Editrice Vaticana

Fonte: www.pastoralespiritualita.it

 
 
 

Udienza del 27/02/2013

Post n°2519 pubblicato il 01 Marzo 2013 da catholicmind

Ultima Udienza Generale di Benetto XVI: "Sono commosso, vedo la Chiesa viva"

Oggi l'ultima udizienza generale in Piazza San Pietro.

Ecco le parole di Benedetto XVI

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Venerati Fratelli nell’Episcopato e nel Presbiterato!
Distinte Autorità!
Cari fratelli e sorelle!

Vi ringrazio di essere venuti così numerosi a questa mia ultima Udienza generale.

Grazie di cuore! Sono veramente commosso! E vedo la Chiesa viva! E penso che dobbiamo anche dire un grazie al Creatore per il tempo bello che ci dona adesso ancora nell’inverno.

Come l’apostolo Paolo nel testo biblico che abbiamo ascoltato, anch’io sento nel mio cuore di dover soprattutto ringraziare Dio, che guida e fa crescere la Chiesa, che semina la sua Parola e così alimenta la fede nel suo Popolo. In questo momento il mio animo si allarga ed abbraccia tutta la Chiesa sparsa nel mondo; e rendo grazie a Dio per le «notizie» che in questi anni del ministero petrino ho potuto ricevere circa la fede nel Signore Gesù Cristo, e della carità che circola realmente nel Corpo della Chiesa e lo fa vivere nell’amore, e della speranza che ci apre e ci orienta verso la vita in pienezza, verso la patria del Cielo.

Sento di portare tutti nella preghiera, in un presente che è quello di Dio, dove raccolgo ogni incontro, ogni viaggio, ogni visita pastorale. Tutto e tutti raccolgo nella preghiera per affidarli al Signore: perché abbiamo piena conoscenza della sua volontà, con ogni sapienza e intelligenza spirituale, e perché possiamo comportarci in maniera degna di Lui, del suo amore, portando frutto in ogni opera buona (cfr Col 1,9-10).

In questo momento, c’è in me una grande fiducia, perché so, sappiamo tutti noi, che la Parola di verità del Vangelo è la forza della Chiesa, è la sua vita. Il Vangelo purifica e rinnova, porta frutto, dovunque la comunità dei credenti lo ascolta e accoglie la grazia di Dio nella verità e nella carità. Questa è la mia fiducia, questa è la mia gioia.

Quando, il 19 aprile di quasi otto anni fa, ho accettato di assumere il ministero petrino, ho avuto la ferma certezza che mi ha sempre accompagnato: questa certezza della vita della Chiesa dalla Parola di Dio. In quel momento, come ho già espresso più volte, le parole che sono risuonate nel mio cuore sono state: Signore, perché mi chiedi questo e che cosa mi chiedi? E’ un peso grande quello che mi poni sulle spalle, ma se Tu me lo chiedi, sulla tua parola getterò le reti, sicuro che Tu mi guiderai, anche con tutte le mie debolezze. E otto anni dopo posso dire che il Signore mi ha guidato, mi è stato vicino, ho potuto percepire quotidianamente la sua presenza. E’ stato un tratto di cammino della Chiesa che ha avuto momenti di gioia e di luce, ma anche momenti non facili; mi sono sentito come san Pietro con gli Apostoli nella barca sul lago di Galilea: il Signore ci ha donato tanti giorni di sole e di brezza leggera, giorni in cui la pesca è stata abbondante; vi sono stati anche momenti in cui le acque erano agitate ed il vento contrario, come in tutta la storia della Chiesa, e il Signore sembrava dormire. Ma ho sempre saputo che in quella barca c’è il Signore e ho sempre saputo che la barca della Chiesa non è mia, non è nostra, ma è sua. E il Signore non la lascia affondare; è Lui che la conduce, certamente anche attraverso gli uomini che ha scelto, perché così ha voluto. Questa è stata ed è una certezza, che nulla può offuscare. Ed è per questo che oggi il mio cuore è colmo di ringraziamento a Dio perché non ha fatto mai mancare a tutta la Chiesa e anche a me la sua consolazione, la sua luce, il suo amore.

Siamo nell’Anno della fede, che ho voluto per rafforzare proprio la nostra fede in Dio in un contesto che sembra metterlo sempre più in secondo piano. Vorrei invitare tutti a rinnovare la ferma fiducia nel Signore, ad affidarci come bambini nelle braccia di Dio, certi che quelle braccia ci sostengono sempre e sono ciò che ci permette di camminare ogni giorno, anche nella fatica. Vorrei che ognuno si sentisse amato da quel Dio che ha donato il suo Figlio per noi e che ci ha mostrato il suo amore senza confini. Vorrei che ognuno sentisse la gioia di essere cristiano. In una bella preghiera da recitarsi quotidianamente al mattino si dice: «Ti adoro, mio Dio, e ti amo con tutto il cuore. Ti ringrazio di avermi creato, fatto cristiano…». Sì, siamo contenti per il dono della fede; è il bene più prezioso, che nessuno ci può togliere! Ringraziamo il Signore di questo ogni giorno, con la preghiera e con una vita cristiana coerente. Dio ci ama, ma attende che anche noi lo amiamo!

Ma non è solamente Dio che voglio ringraziare in questo momento. Un Papa non è solo nella guida della barca di Pietro, anche se è la sua prima responsabilità. Io non mi sono mai sentito solo nel portare la gioia e il peso del ministero petrino; il Signore mi ha messo accanto tante persone che, con generosità e amore a Dio e alla Chiesa, mi hanno aiutato e mi sono state vicine. Anzitutto voi, cari Fratelli Cardinali: la vostra saggezza, i vostri consigli, la vostra amicizia sono stati per me preziosi; i miei Collaboratori, ad iniziare dal mio Segretario di Stato che mi ha accompagnato con fedeltà in questi anni; la Segreteria di Stato e l’intera Curia Romana, come pure tutti coloro che, nei vari settori, prestano il loro servizio alla Santa Sede: sono tanti volti che non emergono, rimangono nell’ombra, ma proprio nel silenzio, nella dedizione quotidiana, con spirito di fede e umiltà sono stati per me un sostegno sicuro e affidabile. Un pensiero speciale alla Chiesa di Roma, la mia Diocesi! Non posso dimenticare i Fratelli nell’Episcopato e nel Presbiterato, le persone consacrate e l’intero Popolo di Dio: nelle visite pastorali, negli incontri, nelle udienze, nei viaggi, ho sempre percepito grande attenzione e profondo affetto; ma anch’io ho voluto bene a tutti e a ciascuno, senza distinzioni, con quella carità pastorale che è il cuore di ogni Pastore, soprattutto del Vescovo di Roma, del Successore dell’Apostolo Pietro. Ogni giorno ho portato ciascuno di voi nella preghiera, con il cuore di padre.

Vorrei che il mio saluto e il mio ringraziamento giungesse poi a tutti: il cuore di un Papa si allarga al mondo intero. E vorrei esprimere la mia gratitudine al Corpo diplomatico presso la Santa Sede, che rende presente la grande famiglia delle Nazioni. Qui penso anche a tutti coloro che lavorano per una buona comunicazione e che ringrazio per il loro importante servizio.

A questo punto vorrei ringraziare di vero cuore anche tutte le numerose persone in tutto il mondo, che nelle ultime settimane mi hanno inviato segni commoventi di attenzione, di amicizia e di preghiera. Sì, il Papa non è mai solo, ora lo sperimento ancora una volta in un modo così grande che tocca il cuore. Il Papa appartiene a tutti e tantissime persone si sentono molto vicine a lui. E’ vero che ricevo lettere dai grandi del mondo – dai Capi di Stato, dai Capi religiosi, dai rappresentanti del mondo della cultura eccetera. Ma ricevo anche moltissime lettere da persone semplici che mi scrivono semplicemente dal loro cuore e mi fanno sentire il loro affetto, che nasce dall’essere insieme con Cristo Gesù, nella Chiesa. Queste persone non mi scrivono come si scrive ad esempio ad un principe o ad un grande che non si conosce. Mi scrivono come fratelli e sorelle o come figli e figlie, con il senso di un legame familiare molto affettuoso. Qui si può toccare con mano che cosa sia Chiesa – non un’organizzazione, un’associazione per fini religiosi o umanitari, ma un corpo vivo, una comunione di fratelli e sorelle nel Corpo di Gesù Cristo, che ci unisce tutti. Sperimentare la Chiesa in questo modo e poter quasi toccare con le mani la forza della sua verità e del suo amore, è motivo di gioia, in un tempo in cui tanti parlano del suo declino. Ma vediamo come la Chiesa è viva oggi!

In questi ultimi mesi, ho sentito che le mie forze erano diminuite, e ho chiesto a Dio con insistenza, nella preghiera, di illuminarmi con la sua luce per farmi prendere la decisione più giusta non per il mio bene, ma per il bene della Chiesa. Ho fatto questo passo nella piena consapevolezza della sua gravità e anche novità, ma con una profonda serenità d’animo. Amare la Chiesa significa anche avere il coraggio di fare scelte difficili, sofferte, avendo sempre davanti il bene della Chiesa e non se stessi.

Qui permettetemi di tornare ancora una volta al 19 aprile 2005. La gravità della decisione è stata proprio anche nel fatto che da quel momento in poi ero impegnato sempre e per sempre dal Signore. Sempre – chi assume il ministero petrino non ha più alcuna privacy. Appartiene sempre e totalmente a tutti, a tutta la Chiesa. Alla sua vita viene, per così dire, totalmente tolta la dimensione privata. Ho potuto sperimentare, e lo sperimento precisamente ora, che uno riceve la vita proprio quando la dona. Prima ho detto che molte persone che amano il Signore amano anche il Successore di san Pietro e sono affezionate a lui; che il Papa ha veramente fratelli e sorelle, figli e figlie in tutto il mondo, e che si sente al sicuro nell’abbraccio della vostra comunione; perché non appartiene più a se stesso, appartiene a tutti e tutti appartengono a lui.

Il “sempre” è anche un “per sempre” - non c’è più un ritornare nel privato. La mia decisione di rinunciare all’esercizio attivo del ministero, non revoca questo. Non ritorno alla vita privata, a una vita di viaggi, incontri, ricevimenti, conferenze eccetera. Non abbandono la croce, ma resto in modo nuovo presso il Signore Crocifisso. Non porto più la potestà dell’officio per il governo della Chiesa, ma nel servizio della preghiera resto, per così dire, nel recinto di san Pietro. San Benedetto, il cui nome porto da Papa, mi sarà di grande esempio in questo. Egli ci ha mostrato la via per una vita, che, attiva o passiva, appartiene totalmente all’opera di Dio.

Ringrazio tutti e ciascuno anche per il rispetto e la comprensione con cui avete accolto questa decisione così importante. Io continuerò ad accompagnare il cammino della Chiesa con la preghiera e la riflessione, con quella dedizione al Signore e alla sua Sposa che ho cercato di vivere fino ad ora ogni giorno e che vorrei vivere sempre. Vi chiedo di ricordarmi davanti a Dio, e soprattutto di pregare per i Cardinali, chiamati ad un compito così rilevante, e per il nuovo Successore dell’Apostolo Pietro: il Signore lo accompagni con la luce e la forza del suo Spirito.

Invochiamo la materna intercessione della Vergine Maria Madre di Dio e della Chiesa perché accompagni ciascuno di noi e l’intera comunità ecclesiale; a Lei ci affidiamo, con profonda fiducia.

Cari amici! Dio guida la sua Chiesa, la sorregge sempre anche e soprattutto nei momenti difficili. Non perdiamo mai questa visione di fede, che è l’unica vera visione del cammino della Chiesa e del mondo. Nel nostro cuore, nel cuore di ciascuno di voi, ci sia sempre la gioiosa certezza che il Signore ci è accanto, non ci abbandona, ci è vicino e ci avvolge con il suo amore. Grazie!


© Copyright 2013 - Libreria Editrice Vaticana

Fonte: www.pastoralespiritualita.it

 
 
 

Messaggi da Medjugorje...

Post n°2518 pubblicato il 26 Febbraio 2013 da catholicmind

Messaggio del 25 febbraio 2013

Cari figli! Anche oggi vi invito alla preghiera.Il peccato vi attira verso le cose terrene ma io sono venuta per guidarvi verso la santità e verso le cose di Dio ma voi lottate e sprecate le vostre energie nella lotta tra il bene e il male che sono dentro di voi. Perciò figlioli, pregate, pregate, pregate affinché la preghiera diventi gioia per voi e la vostra vita diventerà un semplice cammino verso Dio. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

 
 
 

Angelus del 24/02/2013 (Ultimo Angelus di Benedetto XVI)

Post n°2517 pubblicato il 26 Febbraio 2013 da catholicmind

Angelus: "Mi ritiro sul monte a pregare per la Chiesa"

Piazza S. Pietro"Mi ritiro in preghiera per continuare a servire la Chiesa" con la stessa dedizione e lo stesso amore con cui l’ho fatto fino ad ora”. Sono queste le parole con le quali Benedetto XVI si è congedato questa mattina nell’ultimo Angelus del Pontificato. In sette lingue, il Papa ha ringraziato tutti i fedeli “per l’affetto e la condivisione" dimostratigli in questo “momento particolare" per lui e per la Chiesa.
 

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Cari fratelli e sorelle!

Grazie per il vostro affetto!

Oggi, seconda domenica di Quaresima, abbiamo un Vangelo particolarmente bello, quello della Trasfigurazione del Signore. L’evangelista Luca pone in particolare risalto il fatto che Gesù si trasfigurò mentre pregava: la sua è un’esperienza profonda di rapporto con il Padre durante una sorta di ritiro spirituale che Gesù vive su un alto monte in compagnia di Pietro, Giacomo e Giovanni, i tre discepoli sempre presenti nei momenti della manifestazione divina del Maestro (Lc 5,10; 8,51; 9,28). Il Signore, che poco prima aveva preannunciato la sua morte e risurrezione (9,22), offre ai discepoli un anticipo della sua gloria. E anche nella Trasfigurazione, come nel battesimo, risuona la voce del Padre celeste: «Questi è il figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!» (9,35). La presenza poi di Mosè ed Elia, che rappresentano la Legge e i Profeti dell’antica Alleanza, è quanto mai significativa: tutta la storia dell’Alleanza è orientata a Lui, il Cristo, che compie un nuovo «esodo» (9,31), non verso la terra promessa come al tempo di Mosè, ma verso il Cielo. L’intervento di Pietro: «Maestro, è bello per noi essere qui» (9,33) rappresenta il tentativo impossibile di fermare tale esperienza mistica. Commenta sant’Agostino: «[Pietro]…sul monte…aveva Cristo come cibo dell’anima. Perché avrebbe dovuto scendere per tornare alle fatiche e ai dolori, mentre lassù era pieno di sentimenti di santo amore verso Dio e che gli ispiravano perciò una santa condotta?» (Discorso 78,3: PL 38,491).

Meditando questo brano del Vangelo, possiamo trarne un insegnamento molto importante. Innanzitutto, il primato della preghiera, senza la quale tutto l’impegno dell’apostolato e della carità si riduce ad attivismo. Nella Quaresima impariamo a dare il giusto tempo alla preghiera, personale e comunitaria, che dà respiro alla nostra vita spirituale. Inoltre, la preghiera non è un isolarsi dal mondo e dalle sue contraddizioni, come sul Tabor avrebbe voluto fare Pietro, ma l’orazione riconduce al cammino, all’azione. «L’esistenza cristiana – ho scritto nel Messaggio per questa Quaresima – consiste in un continuo salire il monte dell’incontro con Dio, per poi ridiscendere portando l’amore e la forza che ne derivano, in modo da servire i nostri fratelli e sorelle con lo stesso amore di Dio» (n. 3).

Cari fratelli e sorelle, questa Parola di Dio la sento in modo particolare rivolta a me, in questo momento della mia vita. Grazie! Il Signore mi chiama a “salire sul monte”, a dedicarmi ancora di più alla preghiera e alla meditazione. Ma questo non significa abbandonare la Chiesa, anzi, se Dio mi chiede questo è proprio perché io possa continuare a servirla con la stessa dedizione e lo stesso amore con cui ho cercato di farlo fino ad ora, ma in un modo più adatto alla mia età e alle mie forze. Invochiamo l’intercessione della Vergine Maria: lei ci aiuti tutti a seguire sempre il Signore Gesù, nella preghiera e nella carità operosa.

© Copyright 2013 - Libreria Editrice Vaticana

Fonte: www.pastoralespiritualita.it

 
 
 

Notizie dal mondo e dalla chiesa...

Post n°2516 pubblicato il 26 Febbraio 2013 da catholicmind

Un tentativo per chiedere al Papa di ripensarci.

cardinaliC’è una domanda che mi urge da quando Benedetto XVI ha dato l’annuncio choc delle sue dimissioni. Perché i cardinali, che sono i prìncipi della Chiesa e indossano vesti rosse per significare la disponibilità al martirio, quindi una dedizione totale alla Chiesa, i cardinali che conoscono la grandezza di papa Benedetto XVI e anche lo smarrimento del popolo cristiano per le sue dimissioni, perché - dicevo - non fanno almeno un tentativo per chiedergli di ripensarci?

È una domanda che mi pongo da semplice cristiano, che stima immensamente questo Pontefice e ama la Chiesa. Sono tanti i fedeli che hanno espresso questo desiderio e voglio dunque lanciare pubblicamente questo piccolo appello.

Prima che arrivi quel fatale 28 febbraio e prima che si metta in moto la macchina del Conclave, ratificando queste storiche dimissioni di un Vicario di Cristo. I porporati potrebbero, tutti insieme, in perfetta unità e comunione, fare (almeno) un passo verso il Santo Padre perché riconsideri la sua decisione e - imitandone il distacco dalle cose terrene - potrebbero accompagnare questa accorata richiesta mettendo a sua disposizione i loro mandati e incarichi, in modo da permettergli le eventuali scelte che gli sarebbero di aiuto nella ripresa del suo ministero.

Disponibilità totale - Questa «disponibilità totale», infatti, sarebbe un grande gesto, una risposta consona da parte del collegio cardinalizio a quanto scritto da Benedetto XVI nella sua dichiarazione di dimissioni, che sono state motivate così: «Nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede, per governare la barca di san Pietro e annunciare il Vangelo, è necessario anche il vigore sia del corpo, sia dell’animo, vigore che, negli ultimi mesi, in me è diminuito in modo tale da dover riconoscere la mia incapacità di amministrare bene il ministero a me affidato». Ciò che ha colpito tutti non è solo il riferimento al venir meno del «vigore del corpo» (che è del tutto comprensibile, ma che è una condizione di tutti i pontefici). Ha sorpreso soprattutto il riferimento al diminuito «vigore dell’animo». Qualcosa che ha a che fare con un senso di sconforto e di solitudine e che potremmo considerare anche come una preghiera di aiuto, di vicinanza, di collaborazione. Il popolo cristiano ha giustamente interpretato queste parole come un appello alla preghiera e alla conversione. Io stesso ho ricevuto tanti messaggi e lettere in cui dei semplici fedeli mi dicono che si sentono chiamati dal gesto del papa a impegnarsi in un vero cammino di santità.

Analogamente un’eventuale iniziativa dei cardinali, corredata di «rinuncia» e di piena disponibilità, potrebbe essere una grande risposta cristiana al «grido» del Santo Padre, che - facendo tesoro del loro passo indietro - potrebbe disporre un ringiovanimento generale, capace di portare nuove energie (fisiche e spirituali) al pontificato. A un gesto straordinario come quello del Papa si addice almeno una risposta che sia allo stesso livello, che mostri lo stesso amore per la barca di Pietro, la stessa abnegazione. Probabilmente un simile appello corale del collegio cardinalizio, a nome del popolo di Dio, non otterrebbe comunque dal papa l’auspicato ripensamento, ma di certo sarebbe un grande segno di affetto e stima al Pontefice (per lui stesso molto confortante). E sarebbe pure una bellissima testimonianza, data al mondo, di distacco dalle cose terrene, di slancio evangelico e di amore esclusivo a Gesù Cristo. In un momento in cui, sui media, si rappresenta la Curia e l’insieme del collegio cardinalizio come un qualsiasi consesso mondano, diviso da lotte di potere, ambizioni, fazioni e interessi, questa iniziativa mostrerebbe cosa è veramente la Chiesa e cosa è Pietro per la Chiesa di Dio.

Non ho nessun titolo per dare consigli ai porporati. E anche nessuna voglia di farlo. Questo è semplicemente un desiderio, espresso da chi vive la fede sul fronte della prova e sulla trincea del mondo. È comprensibile che nessuno ci abbia pensato finora, vista l’assoluta novità di questa situazione. In effetti, sebbene le dimissioni siano una facoltà prevista dal Codice di diritto canonico, bisogna riconoscere che si tratta di un caso unico nella storia della Chiesa. Che ha sorpreso tutti. Nessun Papa aveva finora rinunciato per motivi di età (gli stessi Pio XII, Paolo VI e Giovanni Paolo II avevano considerato la possibilità, ma per seri motivi di salute e infine scelsero di restare). Gli altri due casi storici evocati - Celestino V e Gregorio XII - sono del tutto diversi da quello di Benedetto XVI e, in un certo senso, non costituiscono dei precedenti.

Un vuoto immenso - Certo la rinuncia di per sé non deve scandalizzare ed è - lo ripeto - perfettamente conforme alle norme del Codice di diritto canonico. Ma è possibile ragionare sulle motivazioni? Si può tentare ancora qualcosa per aiutare il Papa e per indurlo a tornare sui suoi passi? La Cristianità, in questo momento storico veramente drammatico per la fede, può privarsi (definitivamente e totalmente) di una voce così alta, di una presenza così illuminante e di un magistero straordinario come quello di Benedetto XVI? Che questa grande figura di padre e maestro scompaia totalmente (e di colpo) per il mondo, come ha preannunciato, dà profonda tristezza. Senza nulla togliere al prossimo pontefice che certo svolgerà al meglio il ministero petrino, possiamo dire che dalle ore 20 del 28 febbraio si sentirà un vuoto immenso?

(Tratto da: Lo Straniero - Il blog di Antonio Socci)

Fonte per catholicmind: www.pastoralespiritualita.it

 
 
 

Oggi la chiesa ricorda...

Post n°2515 pubblicato il 22 Febbraio 2013 da catholicmind

Cattedra di San Pietro Apostolo

Per ricordare due importanti tappe della missione compiuta dal principe degli apostoli, S. Pietro, e lo stabilirsi del cristianesimo prima in Antiochia, poi a Roma, il Martirologio Romano celebra il 22 febbraio la festa della cattedra di S. Pietro ad Antiochia e il 18 gennaio quella della sua cattedra a Roma. La recente riforma del calendario ha unificato le due commemorazioni al 22 febbraio, data che trova riscontro in un'antica tradizione, riferita dalla Depositio mar rum. In effetti, in questo giorno si celebrava la cattedra romana, anticipata poi nella Gallia al 18 gennaio, per evitare che la festa cadesse nel tempo di Quaresima.
In tal modo si ebbe un doppione e si finì per introdurre al 22 febbraio la festa della cattedra di S. Pietro ad Antiochia, fissando al 18 gennaio quella romana. La cattedra, letteralmente, è il seggio fisso del sommo pontefice e dei vescovi. E’ posta in permanenza nella chiesa madre della diocesi (di qui il suo nome di "cattedrale") ed è il simbolo dell'autorità del vescovo e del suo magistero ordinario nella Chiesa locale. La cattedra di S. Pietro indica quindi la sua posizione preminente nel collegio apostolico, dimostrata dalla esplicita volontà di Gesù, che gli assegna il compito di "pascere" il gregge, cioè di guidare il nuovo popolo di Dio, la Chiesa.
Questa investitura da parte di Cristo, ribadita dopo la risurrezione, viene rispettata. Vediamo infatti Pietro svolgere, dopo l'ascensione, il ruolo di guida. Presiede alla elezione di Mattia e parla a nome di tutti sia alla folla accorsa ad ascoltarlo davanti al cenacolo, nel giorno della Pentecoste, sia più tardi davanti al Sinedrio. Lo stesso Erode Agrippa sa di infliggere un colpo mortale alla Chiesa nascente con l'eliminazione del suo capo, S. Pietro. Mentre la presenza di Pietro ad Antiochia risulta in maniera incontestabile dagli scritti neotestamentari, la sua venuta a Roma nei primi anni dell'impero di Claudio non ha prove altrettanto evidenti.
Lo sviluppo del cristianesimo nella capitale dell'impero attestato dalla lettera paolina ai Romani (scritta verso il 57) non si spiega tuttavia senza la presenza di un missionario di primo piano. La venuta, qualunque sia la data in cui ciò accadde, e la morte di S. Pietro a Roma, sono suffragare da tradizioni antichissime, accolte ora universalmente da studiosi anche non cattolici. Lo attestano in maniera storicamente inoppugnabile anche gli scavi intrapresi nel 1939 per ordine di Pio XII nelle Grotte Vaticane, sotto la Basilica di S. Pietro, e i cui risultati sono accolti favorevolmente anche da studiosi non cattolici.

Fonte: www.santiebeati.it

 
 
 

Dalla newsletter di Radio Maria...

Post n°2514 pubblicato il 21 Febbraio 2013 da catholicmind

Cari amici,

da un anno è mezzo la Regina della pace termina il messaggio a Mirjana con l’esortazione a pregare per i Pastori della Chiesa, ammonendoci di non giudicarli. Questo appello insistente e accorato manifesta una grande preoccupazione per la Chiesa che dobbiamo fare nostra.

La Madonna ci ricorda che i Pastori sono stati scelti e consacrati da suo Figlio e lo rappresentano; che Dio Padre li ha chiamati; che il piano divino di salvezza non è possibile senza di loro; che senza la loro guida e il loro sostegno non possiamo andare avanti. “Essi hanno un posto particolare nel mio cuore”.

La Madonna ci ammonisce di non giudicarli: “Non dovete giudicarli, perché tutti saranno giudicati”. “Che le vostre labbra siano chiuse a ogni condanna, perché non dimenticate: mio Figlio li ha scelti e solo Lui ha il diritto di giudicarli”.  

La Madonna ci esorta a pregare per loro, “perché vi possano guidare nell’amore; “perché siano una cosa sola con mio Figlio”; “perché vi guidino sulla via verso la salvezza”; “perché nei pensieri siano sempre con mio Figlio”; “perché possano sempre annunciare con gioia la Parola di Dio”; “perché possano sempre vivere secondo Lui e in Lui”; “Perché vi conducano con amore sulla via della verità”: “perché Dio li aiuti ad essere accanto a voi con tutto il cuore”.

La Madonna ci ricorda che Lei vincerà la grande battaglia contro le porte dell’inferno, ma con la Chiesa unita ai suoi Pastori: “Con loro trionferò”.

Preghiamo in modo particolare per il Conclave, perché sia aperto al soffio dello Spirito e alla Chiesa sia donato un Pastore secondo i Cuori di Gesù e di Maria.

 
 
 

Oggi la chiesa ricorda...

Post n°2513 pubblicato il 19 Febbraio 2013 da catholicmind

Beato Corrado Confalonieri da Piacenza

Eremita, Terziario francescano

Nato nel 1290 ca. da nobile famiglia a Piacenza, Corrado Confalonieri viveva secondo il suo stato, fra divertimenti e onori. All’età di venticinque anni ca., mentre era sontuosamente a caccia, con servi, cavalli, cani, furetti, falconi e astori, non riuscendo a stanare i conigli, fece appiccare il fuoco alla sterpaglia; l’incendio, alimentato dal vento, recò danni alle coltivazioni vicine e distrusse tutto. Non riuscendo a domarlo, tristemente se ne tornò a casa. Saputasi la cosa in città, le guardie di Galeazzo Visconti, signore di Piacenza, andarono sul luogo, e, trovato un uomo, credendolo colpevole, lo condussero in giudizio, dove fu condannato a morte, perché il danno era stato grandissimo. Corrado viene a conoscenza della ingiusta condanna, libera il malcapitato, affronta l’ira del Visconti, che, non potendolo condannare a morte perché nobile, lo priva dei suoi beni in città e fuori, riducendolo alla massima povertà. Corrado, spogliato delle ricchezze del mondo, decide di servire Dio.
Dopo avere raccomandati i servi a Dio, va a vivere in povertà fra un gruppo di religiosi; da essi viene accolto nell’Ordine e ammaestrato sulla via da seguire. Fatto un pellegrinaggio a Roma, se ne allontana e si reca in Sicilia, a Noto, nelle cui vicinanze resterà fino alla morte, in soltitudine eremitica, senza tralasciare i contatti con gli abitanti del luogo. In un primo momento era vissuto alle Celle, presso Noto, con il beato Guglielmo Buccheri. Ma, poiché i Netini lo riverivano troppo, volle allontanarsi un poco, per maggiore solitudine.
La preghiera e il lavoro manuale sono la sua vita quotidiana, austera e parca nel cibo, tanto che le sue tentazioni sono soprattutto di gola; ma la sua perseveranza è fortissima e il diavolo, contro il quale combatte in continuazione, se ne torna sempre sconfitto.
Nella Vita beati Corradi, il più antico documento che abbiamo, scritta in dialetto siciliano da un anonimo verso la fine del Trecento, sembra di rileggere episodi e stile di vita come nei Fioretti di san Francesco e nelle Vitae Patrum (le vite degli antichi eremiti), oltre che nei Dialoghi di Gregorio Magno: aneddoti, miracoli, preghiera: anche gli uccelli si appoggiavano sulle sue spalle e sulle sue mani e cantavano dolcemente. Guarisce, con la preghiera e il segno della croce, un bambino ammalato di ernia: questo è il primo miracolo. La fama di fra Corrado diventa sempre maggiore, ma egli torna nella sua spelonca a lodare Dio, a cui umilmente attribuisce tutto il bene che opera. Lì è visitato dal vescovo di Siracusa, che ne riconosce la santità; al vescovo ed al suo seguito Corrado offre pane fresco, miracoloso, e, alla meraviglia del prelato, si dichiara peccatore aggiungendo che “Dio ha fatto questa cosa, per sua grazia”. Il santo, poi, andrà a Siracusa a parlare con il prelato, segno della sua venerazione per la gerarchia ecclesiastica, in un periodo in cui spesso i rapporti fra gli uomini di chiesa erano abbastanza turbolenti, specialmente per i problemi sulla povertà, che l’Ordine francescano aveva al suo interno e con la Curia papale ad Avignone.
Per accostarsi ai sacramenti della confessione e della comunione andava a Noto, dove c’era un prete suo devoto.
Nella Vita traspare anche la sua devozione verso la vergine Maria, come dimostra la preghiera, che il frate recita ad un suo amico e devoto, che gli aveva chiesto di insegnargli a pregare. Il suo saluto era l’evangelico e francescano (con molta probabilità il santo apparteneva al Terz’Ordine): “La pace sia con te”, oppure: “Cristo ti dia la pace”.
Dopo avere profetizzato prossima la morte, raccomandata l’anima a Dio, il santo muore, mentre ad Avola e a Noto le campane suonano da sole, annunciando così il glorioso trapasso. Gli abitanti delle due città accorrono per avere le reliquie; nello scontro, durissimo come una battaglia, grazie all’intervento miracoloso, nessuno resta ferito, nonostante le molte armi. Il fatto che il corpo di Corrado rimase fra i Netini dimostrò la volontà di Dio; fu perciò portato nella Chiesa Madre di Noto, dove fu seppellito. E nella Cattedrale barocca di Noto ancora oggi è conservato, in un’arca di argento di pregevole fattura, sulla cui sommità Cristo risorto è speranza e certezza di resurrezione per tutti.
Beatificato da Leone X nel 1515, Urbano VIII, nel 1625, concesse ai francescani di celebrarne la festa con Messa e Ufficio propri. Alcune notizie della sua vita, trasformate dalla leggenda, si sono imposte anche nell’iconografia, come il suo separarsi dalla sposa, che si fa monaca; nelle fonti però non c’è accenno a questo matrimonio. Generalmente il santo è rappresentato come un vecchio, che dimostra molto più dei suoi anni, con la barba fluente, vestito da francescano, davanti ad un crocifisso e con il bastone a tau.

Fonte: www.santiebeati.it

 
 
 

Angelus del 17/02/2013

Post n°2512 pubblicato il 19 Febbraio 2013 da catholicmind

Il Papa all’Angelus: smascherare le tentazioni che strumentalizzano Dio per il potere.

La Quaresima ci insegna che la fede in Dio è "il criterio-base" della vita della Chiesa. E’ quanto affermato da Benedetto XVI all’Angelus in Piazza San Pietro, il primo dopo l’annuncio della sua rinuncia al ministero petrino.

Piazza_S_Pietro

[Video]

Cari fratelli e sorelle!

mercoledì scorso, con il tradizionale Rito delle Ceneri, siamo entrati nella Quaresima, tempo di conversione e di penitenza in preparazione alla Pasqua. La Chiesa, che è madre e maestra, chiama tutti i suoi membri a rinnovarsi nello spirito, a ri-orientarsi decisamente verso Dio, rinnegando l’orgoglio e l’egoismo per vivere nell’amore. In questo Anno della fede la Quaresima è un tempo favorevole per riscoprire la fede in Dio come criterio-base della nostra vita e della vita della Chiesa. Ciò comporta sempre una lotta, un combattimento spirituale, perché lo spirito del male naturalmente si oppone alla nostra santificazione e cerca di farci deviare dalla via di Dio. Per questo, nella prima domenica di Quaresima, viene proclamato ogni anno il Vangelo delle tentazioni di Gesù nel deserto.

Gesù infatti, dopo aver ricevuto l’“investitura” come Messia – “Unto” di Spirito Santo – al battesimo nel Giordano, fu condotto dallo stesso Spirito nel deserto per essere tentato dal diavolo. Al momento di iniziare il suo ministero pubblico, Gesù dovette smascherare e respingere le false immagini di Messia che il tentatore gli proponeva. Ma queste tentazioni sono anche false immagini dell’uomo, che in ogni tempo insidiano la coscienza, travestendosi da proposte convenienti ed efficaci, addirittura buone. Gli evangelisti Matteo e Luca presentano tre tentazioni di Gesù, diversificandosi in parte solo per l’ordine. Il loro nucleo centrale consiste sempre nello strumentalizzare Dio per i propri interessi, dando più importanza al successo o ai beni materiali. Il tentatore è subdolo: non spinge direttamente verso il male, ma verso un falso bene, facendo credere che le vere realtà sono il potere e ciò che soddisfa i bisogni primari. In questo modo, Dio diventa secondario, si riduce a un mezzo, in definitiva diventa irreale, non conta più, svanisce. In ultima analisi, nelle tentazioni è in gioco la fede, perché è in gioco Dio. Nei momenti decisivi della vita, ma, a ben vedere, in ogni momento, siamo di fronte a un bivio: vogliamo seguire l’io o Dio? L’interesse individuale oppure il vero Bene, ciò che realmente è bene?

Come ci insegnano i Padri della Chiesa, le tentazioni fanno parte della “discesa” di Gesù nella nostra condizione umana, nell’abisso del peccato e delle sue conseguenze. Una “discesa” che Gesù ha percorso sino alla fine, sino alla morte di croce e agli inferi dell’estrema lontananza da Dio. In questo modo, Egli è la mano che Dio ha teso all’uomo, alla pecorella smarrita, per riportarla in salvo. Come insegna sant’Agostino, Gesù ha preso da noi le tentazioni, per donare a noi la sua vittoria (cfr Enarr. in Psalmos, 60,3: PL 36, 724). Non abbiamo dunque paura di affrontare anche noi il combattimento contro lo spirito del male: l’importante è che lo facciamo con Lui, con Cristo, il Vincitore. E per stare con Lui rivolgiamoci alla Madre, Maria: invochiamola con fiducia filiale nell’ora della prova, e lei ci farà sentire la potente presenza del suo Figlio divino, per respingere le tentazioni con la Parola di Cristo, e così rimettere Dio al centro della nostra vita.

© Copyright 2013 - Libreria Editrice Vaticana

Fonte: www.pastoralespiritualita.it

 
 
 
 
 

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Un blog di: catholicmind
Data di creazione: 01/07/2007
 

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