C'era una volta...

La madre buona


Secondo l'interpretazione psicanalatica delle fiabe le relazioni familiari che esse rappresentano danno sfogo ai timori inconsci del bambino nell'affrontare e risolvere il complesso edipico.La simbologia delal madre-matrigna vorrebbe quindi incoraggiare il distacco dei figli dalle madri dipingendole come figure negative per facilitarne il processo.Al tempo stesso la strega che punisce e imprigiona i bambini (come in Hansel e Gretel) dà immagine proprio all'atteggiamento e possessivo della madre edipica.Ma nelle fiabe esistono anche figure materne positive, anche se spesso sono sostituti della madre vera (che è morta).
Nella versione di Perault di Cenerentola incontriamo la più evidente e conosciuta di queste figure sostitutive, la fata madrina, che fa da contraltare alla matrigna, a sua volta figura sostitutiva della "madre cattiva. La fata madrina incarna un un principio provvidenziale di natura divina, che si fa garante della risoluzione della vicenda, attraverso magiche trasformazioni (zucche in carrozze, topi in cavalli, vestiti e scarpette di cristallo). Tutto ciò rimedia al danno e rende possibile, l’incontro con il principe, la crescita di Cenerentola da figlia a donna. Significativo è il fatto che in alcune versioni della fiaba il personaggio della fata madrina non c'è e la risoluzione del danno viene operata da un albero cresciuto sulla tomba della madre. O un uccello che assiste il principe nella sua ricerca di Cenerentola.
La Fata come figura materna alternativa appare anche in Pinocchio, nel personaggio, appunto, della Fata Turchina che sviluppa le sue caratteristiche genitoriali solo nel corso del romanzo: all'inizio infatti viene presentata come una "bambina" e Pinocchio tende a considerarla una possibile sorella. Man mano che la narrazione cresce la buona fata diventa la madre mancante e Geppetto passa in secondo piano.Non dimentichiamo che Pinocchio è una fiaba sui generis, in quanto scritta da un ben preciso autore e non frutto di elaborazioni orali attraverso i secoli; inoltre anche Collodi stesso scrisse il romanzo a puntate, su richiesta di un editore e la narrazione sembra risentire di questo andamento episodico.Sulle FATE vedi anche il post Le fate oscure