C'era una volta...
le fiabe sono solo dei ricordi d'infanzia o non sono piuttosto un codice da interpretare? Andiamo alla ricerca dei valori, dei miti, della storia profonda dell'umanità e dell'io che trasmettono.
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Le Fate Oscure
Post n°49 pubblicato il 04 Marzo 2006 da regina_crimilde
Le Fate, nella nostra tradizione, hanno un'origine oscura. Infernale. Sono invece le PARCHE, o MOIRE. Divinità pre-elleniche che tengono in mano il dipanarsi del destino dell'uomo. E infatti il loro nome, FATE, appunto, deriva proprio dalla stessa parola che indica il destino stesso: fato. Nella mitologia greca le Parche erano tre: Dee immote, né buone né cattive; temute tanto dagli déi olimpi come dagli uomini. Cieche: possedevano un occhio solo che si passavano a vicenda, secondo il bisogno. E così sono, in origine, le fate della nostra tradizione: rappresentano il destino e il suo misterioso svolgersi e la possibilità di mutarlo e interromperlo in qualsiasi momento. Un potere, quindi, magico in quanto incomprensibile agli uomini. Un potere non soggetto alle logiche umane, e quindi cieco. Così sopravvivono anche nella fiaba della "Bella Addormentata nel bosco", nonostante addolcimenti e censure per rendere il tema del destino meno oscuro. E le streghe, probabilmente, nascono proprio da questa volontà di offrire all'immaginario sociale degli esseri monotipi: o tutti buoni o tutti cattivi. . |
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Il dossier di questo numero è dedicato a "Fiabe di ieri e di oggi".
C'è anche un articolo di Regina Crimilde sulla figura della madre: UNA MADRE DA FAVOLA
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