Certe notti

Ritorno del computer

Oggi mi è ritornato il computer... nonostante l'estenuante attesa di 15 giorni, il problema effettivo non è stato risolto. Non importa. E' terminata quanto meno la rinuncia a tutto ciò a cui la tecnologia ci ha abituati e quasi assuefatti, ad Internet e tutto ciò che circa 10 anni fa nemmeno avremmo mai pensato...

LE DUE RAGAZZE CON GLI OCCHI VERDI

Oggi alle 18:30 nella sala inferiore del Fortino S. Antonio di Bari nell'ambito di Scritture al Fortino: gli incontri con gli autori del Premio Bari 2009 e Giorgio Montefoschi presenta il suo libro "Le due ragazze con gli occhi verdi", edito da Rizzoli. Conduce Paola Laforgia, presidente dell'Ordine dei Giornalisti di Puglia, con Monia De Bernardis e Laura Pesola della facoltà di Lettere. Letture di Rocco Capri Chiumarulo, sax di Roberto Ottaviano.

Tra palco e realtà

BARI 12/07/08
Certe notti, sotto il segno di Luciano Ligabue sono notti da ricordare!
Un sold -out... senza neppure uno spazio visibile in tribuna, in curva, sul prato. Ha cantato, ballato, urlato contro il cielo per oltre due ore che sono scivolate, via lisce, morbide, come sul velluto.
Dal palco, attorno al quale svettano lunghe pale eoliche e simulacri di cisterne, rigorosi richiami all'impegno ambientalista a "impatto zero" di questo tour, si diffondono le canzoni storiche del Liga. Dalla iniziale calda e lirica "Certe notti" alla struggente e malinconica "Ho messo via". Luciano gioca con le sue canzoni alternando ai grandi successi recenti, come "Questa è la mia vita" o "Le donne lo sanno", alcuni classici ventennali come "Libera nos a malo", "Balliamo sul mondo", "Non è tempo per noi" che caricano lo sconfinato pubblico di tanta energia e di un po' di nostalgia. Accanto ai classici, alcuni inediti racchiusi in " Secondo tempo", l' ultimo album collection uscito a maggio, che ripercorre la carriera di Ligabue con le hit dal 1997 al 2005. L'ultima fatica dell'artista prima di un lungo periodo di riposo, "almeno fino al 2010" promette... Sul palco, il Liga è quello di sempre, anche dopo vent'anni. Con quella sua voce profonda, roca, pastosa, così avvolgente nelle ballate, così coinvolgente nelle canzoni dove la "vena" urla fino a scoppiare!
Ed il suo popolo fedele, attento, è sempre lì, pronto a seguirlo anche sulla strada dell'impegno civile che nei concerti del rocker emiliano non manca mai.
Dagli auguri a Nelson Mandela per i 90 anni, a brani della Costituzione proiettati sulle note di "Non è tempo per noi", al videoclip in bianco e nero che scorre sul maxischermo come i titoli di coda, sul finale di "Buonanotte all'Italia". Nella clip quelli che l'Italia l'hanno resa grande nel mondo come De Filippo o la Magnani e quelli che per l'Italia hanno perso la vita come Falcone e Borsellino. Ogni immagine, un'ovazione. D'altronde il Liga è anche questo: un artista sempre di più "tra palco e realtà"!!!

In attesa di nuove idee

Tra alti e bassi la vita scorre ed io faccio del mio meglio per non correrle dietro. A volte si rivela davvero dispettosa: mi dona gioie e grandi speranze, poi tutt'un tratto mi ritrovo nel buio più pesto.Curiosamente ho compreso che i momenti di sconforto sono quelli durante i quali, però, riesco a dare il meglio: danzo nel modo più espressivo, scrivo tutti i pensieri che viaggiano nella mia mente su fogli e pareti, leggo e studio con piacere. Particolare? Sì. Riuscirei a fare qualcosa contro voglia soltanto con la massima volontà, pur non avendo nulla di meglio da fare! Scrivere è la mia passione sin da bambina: ho composto poesie, steso centinaia di pagine di diario, redatto temi e saggi brevi a scuola. Ora non mi basta più. Sto cercando il mio stimolo in libri, opere teatrali, film... tutti interessanti ed apprezzabili, ma mere emulazioni di tematiche ormai consunte. Non mi posso accontentare, non è mai stato nella mia indole, e trascorro notti insonni in cerca di una folata di vento che spazzi via dalla mia mente gli schematismi che mi incatenano e spero porti con sè una nuova vivacità di idee...

8 MARZO

Mi dite cosa ce ne facciamo di tutte queste mimose che ci vengono offerte dall’altra metà del mondo il giorno dell’8 Marzo? Che avremmo da festeggiare noi donne?

Tutto il giorno a lavorare, spesso il doppio degli uomini, per mostrare che non siamo delle minus habens. E a maggior ragione ora, che ci vengono a dire che dobbiamo lavorare sino a 65 anni, senza tener conto che la giornata delle donne dura ben più di 24 ore! Infatti, una volta tornate a casa, di distendersi sul divano almeno 5 minuti non se ne parla, poiché varcata la soglia del “focolare domestico” inizia il doppio lavoro per nulla remunerato e assai faticoso.

E l’ha sottolineato ieri al Quirinale anche il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano: “Il rapporto uomo-donna è troppo sbilanciato in famiglia e la parità è ancora lontana”.

Eppure alla base della speranza di progresso c’è il contributo di uomini e donne che sappiano operare insieme.

E’ vero che si stanno facendo passi in avanti nel reagire alla violenza contro le donne e ad ogni sorta di pratica lesiva della loro dignità, ma l’emancipazione, la libertà, l’uguaglianza e il pieno riconoscimento dei meriti sono diventati princìpi, non ancora diritti.

In un momento come questo della crisi finanziaria ed economica, “che dà segni piuttosto di ulteriore aggravamento che non di allentamento”, non possiamo non chiederci quanto rischi di essere particolarmente colpito il lavoro femminile, tema sul quale ancora non si vede concentrarsi abbastanza l’attenzione, la riflessione e l’impegno.

Quindi, rifuggendo la retorica delle pari opportunità e guardando la realtà, scegliamoci pure un altro fiore (magari meno “invadente” delle mimose in quanto a profumo) e tra una cena con le amiche ed uno spogliarello maschile, come dice il Ministro della Gioventù, Giorgia Meloni, evitiamo di “cadere nella trappola di omologarci agli uomini” sulla strada dell’emancipazione.

RADIO RAPTUS

"Buonanotte. Quì è Radio Raptus. Forse lì c'è qualcuno che non dorme. Beh, comunque che ci siete oppure no io c'ho una cosa da dire. Oggi ho avuto una discussione con un mio amico. Lui è uno di quelli bravi: bravi a credere in quello cui gli dicono di credere. Lui dice che se uno non crede in certe cose non crede in niente. Beh, non è vero: anch' io credo..."