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Fanny e John Keats

Post n°2579 pubblicato il 10 Gennaio 2011 da channelfy

Jane Campion e l'amore romantico di John Keats

  

Fulgida stella, fossi ferro come tu lo sei
ma non in solitario splendore sospeso alto nella notte,
a vegliare, con le palpebre rimosse in eterno,
come paziente di natura, insonne eremita,
le mobili acque al loro dovere sacerdotale
di puro lavacro intorno a rive umane,
oppure guardare la nuova maschera dolcemente caduta
della neve sopra i monti e le pianure.
No - pure sempre fermo, sempre senza mutamento,
vorrei riposare sul guanciale del puro seno del mio amore,
sentirne per sempre la discesa dolce dell’onda e il sollevarsi,
sempre desto in una dolce inquietudine
a udire sempre, sempre il suo respiro attenuato,
e così vivere in eterno - o se no venir meno nella morte
.

John Keats –1819

 

Film Bright Star

La storia

Londra 1818: è l’inizio di una relazione segreta tra il ventitreenne poeta inglese John Keats e la sua vicina di casa, la studentessa di moda Fanny Brawne.  
La diversità dei desideri e delle aspirazioni dei due giovani, li porterà all’inizio a vivere il rapporto in maniera conflittuale. L’avvicinamento tra Fanny e John avviene gradualmente. Lei lo aiuta a prendersi cura del fratello minore gravemente malato, lui la ricambia dandole lezioni di poesia. Lentamente la loro storia d’amore cresce d’intensità toccando picchi di struggimento e disperazione: “Ho l’impressione di dissolvermi”, scrive Keats per descrivere a Fanny i suoi sentimenti. Entrambi coinvolti  in una relazione amorosa che sfiora i toni dell’ ossessione romantica, si ritroveranno ad affrontare i diversi  ostacoli imposti dalla società del tempo con tenacia e determinazione.
 

Fanny, all’inizio era considerata da Keats  una ‘sfacciata’. Ma tra il 1819 e il 1820, il giovane poeta visse un momento particolarmente stimolante di creatività, realizzando tre delle sue poesie più belle: Ode on a Grecian Urn, Ode on Melancholy e Ode to a Nightingale

La coppia si fidanzò non ufficialmente nell’ottobre del 1819, ma il giorno delle nozze non arrivò mai. Colpito dalla tubercolosi, a Keats fu consigliato di stabilirsi in un clima più caldo e per questo lasciò la Gran Bretagna per l’Italia nel 1820. Così, non vide più Fanny e morì a Roma nel febbraio del 1821 alla giovane età di 25 anni, senza essere stato riconosciuto come il celebre poeta che divenne in seguito. La sua ultima poesia si chiamava semplicemente To Fanny .

 Brawne pianse Keats come se fossero stati sposati, indossando un vestito nero da vedova per tre anni e passando diverse ore nella sua stanza a rileggere le lettere che lui gli aveva mandato o girando da sola a Hampstead Heath, a nord di Londra.  Nel 1833 si sposò ed ebbe anche due figli, ma non si tolse mai l’anello che Keats le aveva dato. Conservò per tutta la vita quasi quaranta lettere d’amore di Keats. Alcune erano delle semplici note, mentre altre dei lunghi resoconti della sua devozione.

  
Non posso esistere senza di te.
Mi dimentico di tutto tranne che di rivederti:
la mia vita sembra che si arresti lì,
non vedo più avanti.
Mi hai assorbito. In questo momento ho la sensazione
come di dissolvermi:
sarei estremamente triste
senza la speranza di rivederti presto.
Avrei paura a staccarmi da te. Mi hai rapito via l'anima con un potere
cui non posso resistere;
eppure potei resistere finché non ti vidi;
e anche dopo averti veduta
mi sforzai spesso di ragionare
contro le ragioni del mio amore. Ora non ne sono più capace.
Sarebbe una pena troppo grande.
Il mio amore è egoista.
Non posso respirare senza di te.

John Keats

 

  

 

 

Commento letterario 

 

Un film letterario, rigorosamente filologico, estetico. Non una biografia, ma un inno, poesia esso stesso, alla breve e struggente vita del poeta John Keats, "la più impoetica della creature", consumata in un soffio, come una candela accesa a scrutare le profondità del "mist", alla ricerca del "salto", del principio della bellezza che è verità. Fanny Brawne, la sua stella - egli realmente la chiama così nelle sue immortali lettere - non è la sua musa, ma - come meravigliosamente intuisce e restituisce allo spettatore la Campion - emblema, simbolo, allegoria viva e vitale della "bellezza" che Keats disperatamente cerca e appassionatamente celebra ogni giorno della sua effimera esistenza. In questo senso il loro legame trascende i confini della concretezza temporale, diventa una sorta di metafora, straziante e stupenda perché non concettuale, ma sensuale - Keats non è un filosofo, Fanny non è la donna angelicata -, agita, vissuta, del rapporto tra un poeta-profeta dell'immaginazione e l'oggetto stesso della sua poesia, ossia il creato, la natura, fonte della "truth in beauty, beauty in truth" che trova il suo significato proprio nella necessità per il poeta di cantarla. Per questo il dolore immenso di Fanny alla fine del film commuove e spezza il cuore: è il pianto del creato intero, della natura, della bellezza, che ha perso per sempre gli occhi ed il cuore del suo adoratore più devoto. Keats è morto davvero, nel febbraio del 1821, a soli venticinque anni, quasi dissolvendosi nella sua "negative capability" in un modo che il film efficacemente rappresenta; e Fanny, la "thing of beauty" rischia davvero di morire anche lei, perché la voce di Keats, la sua parola evocatrice e ricreatrice della bellezza, si è spenta per sempre. Il film è perfetto, riuscito, bellissimo, per l'assunto che sottintende, e che realmente rende giustizia alla figura storica di questo ragazzo autodidatta, convinto di aver fallito tanto da far scrivere sulla sua tomba "qui giace uno il cui nome fu scritto sull'acqua" e invece assurto a colonna del romanticismo e precursore del simbolismo e di tutta la poesia moderna: per Keats scrivere la vita e vivere la poesia sono state, singolarmente, davvero la stessa cosa.

 

 
 
 
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