Dita Von Teese
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Fanny e John Keats
Post n°2579 pubblicato il 10 Gennaio 2011 da channelfy
Jane Campion e l'amore romantico di John Keats
Fulgida stella, fossi ferro come tu lo sei
Film Bright Star Londra 1818: è l’inizio di una relazione segreta tra il ventitreenne poeta inglese John Keats e la sua vicina di casa, la studentessa di moda Fanny Brawne. Brawne pianse Keats come se fossero stati sposati, indossando un vestito nero da vedova per tre anni e passando diverse ore nella sua stanza a rileggere le lettere che lui gli aveva mandato o girando da sola a Hampstead Heath, a nord di Londra. Nel 1833 si sposò ed ebbe anche due figli, ma non si tolse mai l’anello che Keats le aveva dato. Conservò per tutta la vita quasi quaranta lettere d’amore di Keats. Alcune erano delle semplici note, mentre altre dei lunghi resoconti della sua devozione.
Commento letterario
Un film letterario, rigorosamente filologico, estetico. Non una biografia, ma un inno, poesia esso stesso, alla breve e struggente vita del poeta John Keats, "la più impoetica della creature", consumata in un soffio, come una candela accesa a scrutare le profondità del "mist", alla ricerca del "salto", del principio della bellezza che è verità. Fanny Brawne, la sua stella - egli realmente la chiama così nelle sue immortali lettere - non è la sua musa, ma - come meravigliosamente intuisce e restituisce allo spettatore la Campion - emblema, simbolo, allegoria viva e vitale della "bellezza" che Keats disperatamente cerca e appassionatamente celebra ogni giorno della sua effimera esistenza. In questo senso il loro legame trascende i confini della concretezza temporale, diventa una sorta di metafora, straziante e stupenda perché non concettuale, ma sensuale - Keats non è un filosofo, Fanny non è la donna angelicata -, agita, vissuta, del rapporto tra un poeta-profeta dell'immaginazione e l'oggetto stesso della sua poesia, ossia il creato, la natura, fonte della "truth in beauty, beauty in truth" che trova il suo significato proprio nella necessità per il poeta di cantarla. Per questo il dolore immenso di Fanny alla fine del film commuove e spezza il cuore: è il pianto del creato intero, della natura, della bellezza, che ha perso per sempre gli occhi ed il cuore del suo adoratore più devoto. Keats è morto davvero, nel febbraio del 1821, a soli venticinque anni, quasi dissolvendosi nella sua "negative capability" in un modo che il film efficacemente rappresenta; e Fanny, la "thing of beauty" rischia davvero di morire anche lei, perché la voce di Keats, la sua parola evocatrice e ricreatrice della bellezza, si è spenta per sempre. Il film è perfetto, riuscito, bellissimo, per l'assunto che sottintende, e che realmente rende giustizia alla figura storica di questo ragazzo autodidatta, convinto di aver fallito tanto da far scrivere sulla sua tomba "qui giace uno il cui nome fu scritto sull'acqua" e invece assurto a colonna del romanticismo e precursore del simbolismo e di tutta la poesia moderna: per Keats scrivere la vita e vivere la poesia sono state, singolarmente, davvero la stessa cosa.
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